BENZODIAZEPINE E DIPENDENZA Ansiolitici e antidepressivi. È

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BENZODIAZEPINE E DIPENDENZA
Ansiolitici e antidepressivi. È bene sapere che…
Le benzodiazepine (BDZ) sono un gruppo di 26 molecole comunemente conosciute come
ansiolitici/antidepressivi e rappresentano la categoria di farmaci maggiormente prescritta in Italia.
Tramite l’assunzione di queste molecole si aumenta l'effetto del neurotrasmettitore acido gammaaminobutirrico (GABA), accrescendo quindi le sue proprietà sedative, ipnotiche, ansiolitiche,
anticonvulsive, anestetiche e miorilassanti.
Le BDZ vengono utilizzate da circa 50 anni nel trattamento dei disturbi
ansiosi, stress e insonnia. L’incremento della loro prescrizione negli ultimi
30 anni, nonostante esistano delle norme vigenti molto severe, ha causato
numerosi casi di abuso e dipendenza di cui spesso non si da notizia ai
consumatori.
Le cause di questo fenomeno sono da ricercarsi sia nel costante aumento
della domanda (marcato aumento delle patologie da stress e
disadattamento, come sindromi nevrotiche e ansioso-depressive, stress,
psicosomatosi, ecc…), sia nella rapida crescita dell’offerta, che ha
influenzato la diffusione smodata della cultura della fuga dalla sofferenza
tramite ricorso a sostanze psico-attive.
Si tratta di sostanze che modificano il normale funzionamento del sistema
nervoso centrale (SNC) e che vengono classificate come sedativi-ipnotici,
ansiolitici e antidepressivi.
Le BDZ in numeri:
- L’uso di farmaci ansiolitici aumenta
progressivamente con l’età, specie tra
le donne;
- 1 donna su 4 dopo io 65 anni fa uso
di tranquillanti contro il 19% degli
uomini;
- Persone già interessate da altre
dipendenze
(alcolisti
o
tossicodipendenti),
abusano
più
facilmente di psicofarmaci durante i
periodi di astinenza;
- Esiste una grande percentuale di
dipendenti da psicofarmaci che
conduce una vita attiva ma spesso
troppo sotto pressione;
- Le BDZ presentano scarsa tossicità
anche ad alte dosi.
Il consumo delle BDZ è caratterizzato dalle modalità comportamentali degli individui e dalle conseguenze
psico-sociali che ne derivano.
Per questo motivo si possono individuare 5 classi di assunzione del farmaco:
1. Uso – consumo a seguito della somministrazione corretta del farmaco per un periodo limitato e a una
determinata posologia;
2. Iperuso – Uso eccessivo del farmaco per dosaggio e durata. Le cause dell’aumento dell’iperuso negli
ultimi anni sono da ricercarsi nelle caratteristiche generali positive di questi farmaci: a) rapporto
rischi/benefici a forte vantaggio dei secondi rispetto ai primi; b) buona tollerabilità anche a lungo
termine; c) minime controindicazioni; d) scarsa tossicità anche in soggetti anziani e in pazienti affetti
da malattie croniche. In merito a questo ultimo punto da evidenziare è il fatto che le BDZ rientrano
tra i farmaci più utilizzati per il trattamento sintomatico delle malattie croniche, migliorando di fatto la
qualità della vita delle persone affette. Basti pensare che, ad esempio, per quanto riguarda la sclerosi
multipla, le BDZ vengono largamente prescritte per curare spasticità, atassia e tremore, disturbi
cognitivi, ansia e depressione.;
3. Uso improprio – utilizzo erroneo, fuorviante e inadeguato alle circostanze di un farmaco rispetto alle
indicazioni, dosaggio, durata e modalità della terapia. In questa fascia rientrano gli individui
predisposti all’abuso/dipendenza che: a) assumono dosaggi più di 4 volte maggiori di quelli
raccomandati; b) sono in terapia da più di 12 mesi; c) presentano un’anamnesi positiva per uso
associato con alcol o altri farmaci psicoattivi;
4. Abuso: rifornimento da fonti illegali e comportamento manipolativo, con prescrizioni ottenute da più
medici. L’abuso di BZD si verifica specie in soggetti con disturbi della personalità di tipo dipendente e
in soggetti già dipendenti da alcol ed eroina;
5. Dipendenza: caratterizzata da aspetti biologici quali la tolleranza, il rebound sintomatologico e la
sindrome d’astinenza.
In merito a quest’ultimo punto, la tendenza ad aumentare progressivamente le dosi di somministrazione del
farmaco, fino a raggiungere quantitativi esagerati, nasce dal meccanismo della tolleranza, unitamente
insieme alla scarsa tossicità tipica delle BDZ. Questo fenomeno non è altro che l’organismo che si abitua
all’assunzione delle sostanze psico-attive che, in dosi normali, non agisce più sui neuro-recettori.
In Italia, come sottolineato da Osservasalute, le patologie acute come la schizofrenia, rimangono stabili,
mentre sono in salita smisurata i numeri delle persone che assumono antidepressivi e ansiolitici. Questi
medicinali soggetti ad abuso, creano una dipendenza anche più forte di quella dell’eroina, e ancora più
sconfortante è il fatto che sempre più medici di base prescrivano le BDZ senza magari averne una
conoscenza approfondita.
Un individuo dipendente da alte dosi di benzodiazepine perde lentamente il controllo della sua vita, che finisce
per essere gestita in base al farmaco e non alle reali esigenze della persona.
In Italia esiste un solo centro di disintossicazione da benzodiazepine, quello dell’Azienda Ospedaliera
Universitaria Integrata di Verona, che studia e cura le degenze al Centro medicina delle Dipendenze.
Alessandra Puddu
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Fonti:
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Conte M., (2008), Psicofarmaci. Usi e abusi, verità e falsi miti, caratteristiche ed effetti collaterali, Eclipsi, Firenze;
Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata Verona – Medicina delle Dipendenze;
Istituto di Psichiatria e Psicologia, Università Cattolica del Sacro Cuore – Roma;
www.catelvecchieditore.com/spirale/mente_anima/estratti
AISM, Associazione Italiana Sclerosi Multipla – la ricerca sulla SM – terapie sintomatiche.
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