Associazione per la Ricerca sulla Depressione Via Belfiore 72 – Torino Tel. 011-6699584 Sito: www.depressione-ansia.it Terapia farmacologia dei Disturbi d’Ansia di Salvatore Di Salvo Nella terapia dei Disturbi d'Ansia il semplice impiego di farmaci ad azione direttamente ansiolitica, come le benzodiazepine (BZD), si è dimostrato insufficiente nel controllo dei quadri clinici e si è sempre più diffuso l'impiego di farmaci appartenenti alla classe degli antidepressivi. Le benzodiazepine posseggono un effetto ansiolitico diretto ed immediato: riducono l'ansia nel giro di 20-30 minuti dall' assunzione per effetto della loro azione sul neurotrasmettitore GABA. L'effetto è rapido e marcato nei confronti della sintomatologia ansiosa acuta, come nell'Attacco di Panico, ma nel trattamento a lungo termine è certamente molto meno incisivo e spesso inefficace in senso preventivo. Ciò è conseguente al fatto che nei Disturbi d'Ansia sono coinvolti, a livello di neurotrasmettitori cerebrali, non solo il GABA, ma anche la serotonina e la noradrenalina ed è questo il motivo per cui gli antidepressivi che agiscono su questi due neurotrasmettitori, risultano efficaci nella cura a lungo termine. Per alcuni farmaci antidepressivi triciclici è descritta un'azione ansiolitica rapida. In realtà, l'effetto ansiolitico iniziale è più esattamente definibile come sedativo. Si tratta di un effetto specificamente antistaminico, per alcuni aspetti efficace per rapidità d'azione, ma privo di reale significato terapeutico in termini di trattamento a lungo termine dei Disturbi d'Ansia. Nella maggior parte dei trattamenti con antidepressivi ad azione più selettiva, quali SSRI e SNRI, l'inizio dell'assunzione del farmaco coincide non con un effetto ansiolitico, ma con una "sindrome da attivazione", consistente in aumento di vigilanza e di attivazione motoria ed emotiva e a volte anche di temporaneo aumento della stessa sintomatologia ansiosa. Ciò si verifica nelle prime 2-3 settimane di terapia, durante il tempo di latenza, che è il tempo che intercorre tra l'inizio dell'assunzione degli antidepressivi e i primi miglioramenti dei sintomi depressivi. La sindrome da attivazione è conseguente all'aumento di disponibilità nelle cellule nervose della serotonina e noradrenalina dopo le prime assunzioni di farmaci e al conseguente aumento della stimolazione dei recettori postsinaptici. Tende all'attenuazione spontanea nel corso del trattamento e risponde comunque positivamente all'associazione di benzodiazepine. L'effetto degli antidepressivi non è direttamente ansiolitico, in quanto alla singola assunzione di farmaco non corrisponde una riduzione dell'ansia. Il loro effetto si esplica invece su quelle 1 condizioni più complesse che sono alla base delle differenti forme cliniche, quali il Disturbo da Attacchi di Panico e il Disturbo ossessivocompulsivo, in cui appare centrale il ruolo svolto dalla serotonina. Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) I dati disponibili indicano un miglioramento significativo in una percentuale di casi variabile tra il 35% e il 60%. Per quanto riguarda la durata del trattamento va considerato che, nella terapia del DOC, i farmaci mostrano un tempo di latenza di 1-3 mesi prima di fornire una risposta terapeutica soddisfacente. Gli antidepressivi che hanno dimostrato efficacia nella terapia del DOC appartengono al gruppo dei triciclici e degli SSRI. Questi ultimi vengono considerati farmaci di prima scelta soprattutto quando è necessario un trattamento ad alti dosaggi per un tempo prolungato. L'associazione delle BDZ è indicata per il trattamento sintomatico iniziale dell'ansia che si accompagna alla sintomatologia ossessiva. Disturbo d'Ansia Generalizzata (GAD) La ricerca sulla terapia farmacologica dell'ansia si è orientata prevalentemente sugli effetti delle benzodiazepine e degli antidepressivi. Le BDZ sono le molecole maggiormente utilizzate nel disturbo in quanto svolgono il loro effetto con rapidità (20-30 minuti dopo l'assunzione), con scarsi effetti collaterali e buona tollerabilità, ma con il rischio di dipendenza nei trattamenti a lungo termine e di fenomeni di astinenza successivi a sospensioni brusche. La terapia deve essere continuata per almeno 6 mesi prima di iniziare la riduzione del dosaggio. Diversi studi hanno confermato l'efficacia dei triciclici, degli SSRI e degli SNRI nel GAD a dosaggi simili a quelli richiesti nel DAP e nei disturbi depressivi. L'associazione di BDZ e antidepressivi comporta una più rapida risoluzione dei sintomi. Fobia Sociale e Fobie Semplici La letteratura offre pochi dati riguardo alla durata ottimale del trattamento nella FS. Alcuni studi sull'efficacia degli antidepressivi nella FS concludono che, analogamente a quanto avviene per la depressione, la scelta più prudente sembra essere quella di sospendere il trattamento dopo 6-12 mesi dalla stabilizzazione del miglioramento. Gli studi sul trattamento della fobia sociale con SSRI hanno evidenziato nel complesso una soddisfacente efficacia di questa classe farmacologica, utilizzando dosi terapeutiche più alte di quelle utilizzate nella depressione. Nel caso di presenza di ansia generalizzata è preferibile associare agli SSRI una BDZ. 2