1 mese in 10 immagini 1 luglio 2011 Ogni mese, con «1 mese in 10 immagini » SYZ Asset Management propone una carrellata sull’attività economica mondiale. E poiché un’immagine vale più di mille parole, ogni mese scegliamo 10 grafici che illustrano i dati determinanti dell’attualità economica e finanziaria, corredati da un breve commento sulla loro interpretazione. Pubblicazione del team Ricerche & Analisi – SYZ Asset Management - Tel. +41 (0)58 799 10 00 - [email protected] Autore: Adrien Pichoud Il documento è basato su grafici elaborati con i dati raccolti durante il mese di giugno 2011. Indice 1. Stati Uniti – Si chiude il Quantitative Easing. E adesso? 2. Stati Uniti - Rallentamento della crescita più che ricaduta 3. Zona euro – La crescita è nel «cuore» 4. Germania – Che salute! 5. Regno Unito – Il mercato obbligazionario anticipa la stagflazione 6. Politica monetaria – Fortemente espansiva nei paesi sviluppati 7. Politica monetaria – Prosegue la stretta nei BRIC 8. Mercato obbligazionario – Grecia sull’orlo del baratro 9. Petrolio – Finalmente calano i corsi 10. Cambio – Euro/dollaro ancora in balia dei tassi 1. Stati Uniti – Si chiude il Quantitative Easing. E adesso ? • • • • Il 30 giugno 2011 si chiude il programma di acquisto di obbligazioni del Tesoro americano da parte della Fed, noto come Quantitative Easing 2 (QE2). A due anni dalla fine della recessione, la ripresa dovrà ora andare avanti senza l’appoggio della politica monetaria. E’ vero che la Fed, fino ad oggi, ha fatto ampiamente la sua parte: ha ridotto tempestivamente il tasso guida (0.25% a fine 2008) e nel 2009 è intervenuta di nuovo con la prima iniezione di liquidità, principalmente sotto forma di acquisto di debito ipotecario per un importo complessivo di 1.250 miliardi di USD (Quantitative Easing 1). Alla fine del 2010, di fronte al timore di una deriva deflazionistica, ha proceduto a una seconda iniezione di liquidità, con ulteriore aggravio per il suo bilancio che in meno di tre anni è più che triplicato, raggiungendo il 19% del PIL statunitense. Tuttavia, l’impatto della fine del QE2 dovrebbe essere contenuto. L’influenza della politica monetaria sui livelli di attività è ormai molto ridotta, e nuove iniezioni di liquidità avrebbero scarso effetto, se non del tutto nullo, sulla crescita economica. ANDAMENTO FEDERALE E STRUTTURA DEL BILANCIO DELLA RISERVA 3'000 USD bn It's time to stabilize! 2'500 2'000 QE1 1'500 QE2 1'000 500 0 2003 2004 2005 2006 US Treasury securities Mortgage backed securities 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Federal Agency debt So urce: US Federal Reserve, SYZ AM Others Il presente documento è rilasciato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione d’investimento, un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o indirette derivanti dall’uso delle informazioni fornite in questo documento. 1 mese in 10 immagini – luglio 2011 2/4 2. Stati Uniti - Rallentamento della crescita più che ricaduta • • • La recente flessione dell’attività industriale ha suscitato nelle ultime settimane un’ondata di preoccupazione (diversi indicatori sono in calo da maggio), ma è interessante sottolineare che questo movimento era stato preannunciato alla fine dello scorso anno da un rallentamento degli ordini di beni durevoli. L’andamento recente, prospettive piuttosto l’economia americana. rallentamento del quarto ordini di beni durevoli crescere a un ritmo certo chiaramente positivo. peraltro, apre rassicuranti per Infatti, dopo il trimestre 2010, gli hanno ripreso a meno vigoroso, ma L’appiattimento della curva di crescita dell’economia USA in questo inizio d’estate sembra quindi provenire più dall’allineamento dell’attività sul suo potenziale di lungo periodo che da una reale ricaduta. ORDINI DI BENI DUREVOLI E INVESTIMENTI 40 25 20 30 15 20 10 10 5 0 0 -5 -10 -10 -20 -15 -30 -20 -40 -25 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 U S - Nondefens e capital goods orders YoY% - 3M avg U S - Inves tment in Equipment & Software YoY%(R.H.SCALE) 2007 2008 2009 2010 Source: Thomson Reuters Datastream 3. Zona euro – La crescita è nel «cuore» • • • • La crisi del debito sovrano greco è di nuovo balzata sulle prime pagine dei giornali. Il messaggio che emana dai dirigenti europei sulla maniera di affrontare questo nuovo episodio acuto è discordante. Eppure, a dispetto delle apparenze, la crescita della zona euro resta sostenuta. Nel primo trimestre, il PIL nell’Unione Monetaria è cresciuto del 2,5% su base annua. E questo, nonostante il dissesto delle economie periferiche, in buona parte gravate da pesanti piani di austerità: la crescita del gruppo di paesi formato da Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Italia (1/3 del PIL della zona) è pressoché nulla da un anno! Al contrario, il resto della zona euro (il «cuore») procede a un ritmo molto sostenuto, trainata dalla locomotiva tedesca: +3.1% in 12 mesi. Ed è a questo gruppo che - in virtù del suo peso economico - si deve la crescita della zona. VARIAZIONE ANNUALE DEL PIL ALL’INTERNO DELLA ZONA EURO 6% 4% 2% 0% GDP YoY -2% -4% P IIGS include P o rtugal, Ireland, Italy, Greece and Spain (34% o f EM U GDP ) -6% 2000 EMU 2002 PIIGS 2004 2006 2008 2010 Source: SYZ AM , Bloomberg "core" 4. Germania – Che salute! • • • La Germania è senza dubbio la locomotiva CLIMA ATTUALE E ANTICIPAZIONI DEGLI IMPRENDITORI della ripresa europea. E’ una delle poche 115 economie della zona euro il cui PIL è oggi a un livello superiore a quello che aveva all’inizio 110 del 2008. Anche se dall’economia mondiale inizia a venire qualche segnale di rallentamento, la Germania si mantiene in ottima salute. In giugno, la fiducia degli imprenditori riguardo alla situazione attuale è salita ancora battendo un nuovo record! Sul versante delle anticipazioni, si osserva invece una discesa rispetto al picco di febbraio, da ricollegare alla perdita di slancio della crescita americana e all’atterraggio morbido dei paesi emergenti. Tuttavia, gli indicatori si attestano a livelli ancora molto alti. L’ottima salute della locomotiva tedesca sembra quindi destinata a mantenersi! 125 120 115 105 110 100 105 95 100 90 95 85 90 80 85 75 2000 2001 2002 2003 IFO expectations IFO c urrent s ituation(R.H.SCALE) 80 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Sourc e: Thoms on Reuters Datas tream Il presente documento è rilasciato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione d’investimento, un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o indirette derivanti dall’uso delle informazioni fornite in questo documento. 1 mese in 10 immagini – luglio 2011 3/4 5. Regno Unito - Il mercato obbligazionario anticipa la stagflazione • • • Nel Regno Unito la situazione resta preoccupante: il calo degli indici di attività, la produzione manifatturiera in discesa, l’aumento delle domande di sussidi di disoccupazione, il calo delle vendite al dettaglio sono tutti segnali che rivelano che l’economia britannica è in affanno. La dinamica di crescita non ha retto al peso del piano di rigore introdotto l’estate scorsa per risanare i conti pubblici. Su questo sfondo, e a dispetto dell’inflazione nettamente superiore al target fissato, la Banca d’Inghilterra comprensibilmente è restia ad aumentare il tasso guida. Il verdetto del mercato obbligazionario è stato senza appello: la quasi totalità del tasso d’interesse delle obbligazioni governative decennali è legata alla remunerazione dell’inflazione anticipata. La compensazione reale legata alla crescita è invece quasi nulla… COMPONENTI ‘‘INFLAZIONE’’ E ‘‘REALE’’ DEI TASSI A 10 ANNI GB 4.5% 4.0% 3.5% 3.0% 2.5% 2.0% 1.5% 1.0% 0.5% 0.0% Jan-09 Jul-09 Real compensation Jan-10 Jul-10 Jan-11 Inflation compensation Jul-11 So urce: B lo o mberg 6. Politica monetaria – Fortemente espansiva nei paesi sviluppati • • • • La reazione delle autorità monetarie all’ultima recessione è stata senza precedenti e nelle economie sviluppate i tassi guida sono scesi a livelli record. A due anni dalla ripresa della crescita, il taglio fortemente accomodante delle politiche monetarie persiste ancora e anzi, è stato ulteriormente accentuato dall’accelerazione dell’inflazione, responsabile di un sensibile allentamento dei tassi d’interesse reali. Di conseguenza, le politiche monetarie sono più stimolanti oggi di quanto non fossero nella fase più acuta della recessione, all’inizio del 2009. In questo contesto, la mossa avviata dalla BCE all’inizio dell’anno non può essere considerata una stretta monetaria. Tutt’al più si tratta di stabilizzazione, anzi, di un accenno di normalizzazione, mentre la politica monetaria della zona euro resta di fatto stimolante… TASSI D’INTERESSE REALI A BREVE TERMINE (INFLAZIONE TASSI NOMINALE) 4 3 2 1 0 -1 -2 -3 -4 -5 2007 US 2008 EMU 2009 2010 UK 2011 Source: Bloomberg 7. Politica monetaria – Prosegue la stretta nei BRIC • • • Mentre le condizioni monetarie nei paesi sviluppati restano molto accomodanti al fine di sostenere la ripresa ancora fragile, le banche centrali dei paesi emergenti sono state costrette a reagire all’accelerazione dell’inflazione. TASSO GUIDA E INFLAZIONE COMPOSITA NEI BRIC 10% 9% 8% Di fronte al ritorno più rapido della crescita, ma anche al risveglio delle pressioni inflazionistiche, le banche centrali della Cina, dell’India e del Brasile, hanno iniziato - già nel 2010 - a rialzare i tassi guida. 7% Questo movimento, ancora in atto (rialzo in giugno da parte delle tre banche centrali), non è tanto dovuto alla volontà di inasprire realmente le condizioni monetarie, quanto piuttosto a quella di inquadrare l’accelerazione dell’inflazione che si osserva da due anni. Tentando, ovviamente, di mantenere il controllo del ritmo di accelerazione dei prezzi! 4% 6% 5% 3% 2% BRIC: Brazil, Russia, India, China 1% 2007 2008 2009 BRIC composite central bank rate BRIC composite inflation rate 2010 2011 So urce: B lo o mberg Il presente documento è rilasciato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione d’investimento, un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o indirette derivanti dall’uso delle informazioni fornite in questo documento. 1 mese in 10 immagini – luglio 2011 4/4 8. Mercato obbligazionario – Grecia sull’orlo del baratro • In giugno la tragedia greca ha toccato una nuova acme. La priorità assoluta è rassicurare l’Unione Europea e il FMI al fine di ottenere il finanziamento necessario per far fronte alle scadenze di luglio. • Ma il nodo da sciogliere nel lungo termine è il seguente: come rendere sostenibile un debito pubblico che avendo ampiamente superato il 150% del PIL non può più assolutamente dirsi tale? • Le lacerazioni all’interno del Parlamento greco, restio ad approvare il nuovo piano di rigore (sebbene sia necessario per ottenere il finanziamento dell’UE e del FMI), ma anche le posizioni discordanti dei dirigenti europei sulle soluzioni da dare a questa crisi hanno portato i mercati in fibrillazione. Oggi, la Grecia è percepita dai mercati come l’emittente sovrano più rischioso al mondo… CDS A 5 ANNI DEGLI EMITTENTI SOVRANI PIIGS 2000 1500 1000 500 0 Jan-09 GRE Jul-09 POR Jan-10 IRE Jul-10 SPA Jan-11 ITA Jul-11 So urce: B lo o mberg 9. Petrolio – Finalmente calano i corsi • • • • Nel secondo semestre 2010, il miglioramento delle prospettive dell’economia mondiale aveva provocato un aumento spettacolare dei prezzi del petrolio che le tensioni geopolitiche in Nord Africa e in Medio Oriente hanno ulteriormente amplificato. La conseguenza è stata che tra la fine di agosto 2010 e l’inizio di aprile 2011, il corso del Brent è passato da 71 USD a 127 USD al barile, ossia un aumento di circa l’80% in otto mesi! Il progressivo emergere dei timori per le prospettive di crescita negli Stati Uniti e in alcune economie emergenti si è tradotto con un calo della propensione al rischio e la flessione degli indici azionari, in parallelo con quella dei tassi a lungo termine. In questo contesto, i corsi del petrolio stanno svolgendo la loro funzione di stabilizzatore automatico: il calo del 15% rispetto ai massimi dovrebbe ridare ossigeno alla crescita mondiale. CORSO DEL BRENT E INDICE S&P 500 DAL 2010 130 1400 1350 120 1300 110 1250 100 1200 90 1150 80 1100 70 1050 60 J F M A M Brent oil price (USD/bbl) S& P Composite(R.H.SCALE) 1000 J J A S O N D J F M A M J Source: Thomson Reuters Datastream 10. Cambio – Euro/dollaro tuttora in balia dei tassi • • • • L’impatto della crisi del debito sovrano sull’euro si manifesta molto chiaramente attraverso l’andamento del cambio euro/franco svizzero, sceso in giugno a un nuovo minimo storico a quota 1.18 EUR/CHF. Al contrario, il cambio fra moneta unica e dollaro è scarsamente correlato con le vicissitudini della crisi greca, mentre lo è molto di più con il differenziale dei tassi a breve termine, come si è visto nell’ultimo anno. Questo spiega perché la prospettiva di un rialzo, anche graduale, del tasso guida della Banca Centrale Europea mentre la Federal Reserve manteneva lo statu quo ha provocato il rialzo dell’euro contro il dollaro. Ora che le anticipazioni di rialzo dei tassi della BCE si sono attenuate in seguito al rallentamento della crescita mondiale, il tasso euro/dollaro ha registrato una flessione. EURO / DOLLARO E DIFFERENZALE SUI TASSI A 2 ANNI EUR/USD 1.40 1.50 1.20 1.45 1.00 0.80 1.40 0.60 1.35 0.40 1.30 0.20 0 1.25 -0.20 1.20 -0.40 1.18 J J A S O EUR/U SD EUR/U SD 2-y rate differe(R.H.SCALE) -0.50 N D J F M A M J Source: Thomson Reuters Datastream Il presente documento è rilasciato esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo una raccomandazione d’investimento, un’offerta di acquisto o di vendita di titoli, né un documento contrattuale. Le opinioni espresse riflettono il nostro giudizio al momento della redazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Si declina ogni responsabilità per eventuali perdite dirette o indirette derivanti dall’uso delle informazioni fornite in questo documento.