Metodi Matematici per l’Economia A-K FUNZIONI Corso di Laurea in Economia - anno acc. 2012/2013 docente: Elena Polastri, [email protected] 1. Funzioni: nozioni generali e proprietà Definizione 1. Dati due insiemi A e B chiamiamo funzione o applicazione da A in B ogni corrispondenza che associa ad ogni elemento di A uno ed un solo elemento di B. Si scrive: f: A → B x 7→ f (x) A si chiama dominio o insieme di definizione di f e si indica anche con Df . L’insieme B si chiama insieme di arrivo di f. x ∈ A è detta variabile indipendente. y = f (x) ∈ B è detta variabile dipendente o immagine di x. L’insieme f (A) = {y ∈ B | y = f (x), x ∈ A} ⊂ B è detto codominio o insieme dei valori o insieme delle immagini di f . Esempio 1. Siano A = {1, 2, 3, 4} e B = {1, 2, 3, 4, 5} e sia f la funzione definita nel modo seguente: f (1) = 1; f (2) = 1; f (3) = 3; f (4) = 2. Abbiamo che il codominio di f è l’insieme f (A) = {1, 2, 3} ⊂ B. A B 4 4 2 1 1 5 3 2 3 f (A) Definizione 2. Data la funzione f : A → B, chiamiamo grafico di f l’insieme Gf definito da Gf = {(x, y) ∈ A × B | y = f (x)}. Esempio 2. Siano A = {1, 2, 3, 4} e B = {1, 2, 3, 4, 5} e sia f la funzione definita nel modo seguente: f (1) = 1; f (2) = 1; f (3) = 3; f (4) = 2. Abbiamo che Gf = {(1, 1); (2, 1); (3, 3); (4, 2)}. 1 2 1.1. Proprietà delle funzioni. Definizione 3. La funzione f : A → B : x 7→ f (x) si dice INIETTIVA se x 6= x0 , allora f (x) 6= f (x0 ), ossia se f mappa elementi distinti di A in elementi distinti di B. La funzione f si dice SURIETTIVA se f (A) = B, ossia se il codominio è esattamente B. La funzione f si dice si dice BIIETTIVA se f è sia iniettiva che suriettiva. A B Tale funzione non è iniettiva, perché esistono due elementi distinti di A che hanno la stessa immagine in B. La funzione è suriettiva perché f (A) = B. A B Tale funzione non è iniettiva, perché esistono due elementi distinti di A che hanno la stessa immagine in B. La funzione non è suriettiva, perché esistono elementi di B che non sono immagini di nessun elemento di A. A B Tale funzione è sia iniettiva che suriettiva, quindi è biiettiva. A 3 B Questa NON è una funzione, perché un elemento di A viene mappato in due distinti elementi di B. 1.2. Composizione di applicazioni. Definizione 4. Siano f: A → B x 7→ y = f (x) e g: B → C y 7→ z = g(y) due funzioni. Poiché y = f (x) ∈ B, l’immagine di f (x) in C tramite g è g(f (x)). È definita cosı̀ l’applicazione h: A → C x 7→ z = g(f (x)) La funzione h è detta funzione composta di g e f e si scrive h = g ◦ f . Dunque h(x) = (g ◦ f )(x) = g(f (x)). Si usa anche scrivere: f g A → B → C x 7→ y = f (x) 7→ z = g(y) = g(f (x)) NOTA BENE: In generale g ◦ f 6= f ◦ g. Esempio 3. Siano f: R → R x 7→ y = 2x e g: R → R y 7→ z = y 2 Abbiamo che: g◦f : R → R x 7→ z = g(f (x)) = (2x)2 = 4x2 f ◦g : R → R x 7→ z = f (g(x)) = f (x2 ) = 2x2 4 1.3. Funzione inversa. Definizione 5. Sia f : A → B : x 7→ f (x) una funzione biiettiva. Esiste un’applicazione, che indichiamo con f −1 : B → A : y 7→ x ≡ f −1 (y), tale che f (x) = y. La funzione f −1 è detta funzione inversa di f . Consideriamo f : A → B : x 7→ y una funzione biiettiva, quindi esiste l’inversa f −1 : B → A : y 7→ x. Abbiamo che: • (f ◦ f −1 )(y) = f (f −1 (y)) = f (x) = y • (f −1 ◦ f )(x) = f −1 (f (x)) = f −1 (y) = x ossia f ◦ f −1 e f −1 ◦ f sono rispettivamente le funzioni identità su B e su A. Esse sono indicate con IA : A → A e IB : B → B. Esercizio 1. Data la funzione f: R → R x 7→ 2x − 3 dire se è iniettiva, suriettiva. Se f è biiettiva, trovare f −1 . INIETTIVITA’: Siano x1 , x2 ∈ R tali che f (x1 ) = f (x2 ), quindi 2x1 − 3 = 2x2 − 3 ⇒ 2x1 = 2x2 ⇒ x1 = x2 Dunque f è iniettiva. SURIETTIVITA’: Poniamo y = 2x − 3 e ricaviamo la x, otteniamo che: y+3 x= . 2 y+3 ∈ R e f (x) = y, quindi ogni y ∈ R è Abbiamo che per ogni y ∈ R si ha x = 2 l’immagine di un tale x ∈ R. Dunque f è suriettiva. La funzione f è biiettiva ed allora esiste la funzione inversa f −1 di f definita come segue: f −1 : R → R y+3 y 7→ 2 Esercizio 2. Dire se la seguente funzione: f: N → N x 7→ x + 1 è suriettiva. 5 Poniamo y = x + 1 e ricaviamo la x, otteniamo che: x=y−1 Se consideriamo y = 0 ∈ N si ha x = −1 ∈ / N, quindi nessun numero naturale x ha come immagine 0 tramite f . La funzione f non è suriettiva. Esercizio 3. Dire se la seguente funzione: f: R → R x 7→ x2 è biiettiva. INIETTIVITA’: Siano x1 , x2 ∈ R tali che f (x1 ) = f (x2 ), quindi x21 = x22 ⇒ x21 − x22 = 0 ⇒ ⇒ (x1 − x2 ) · (x1 + x2 ) = 0 ⇒ x1 = x2 o x1 = −x2 La funzione f non è iniettiva, dunque f non è biiettiva. 1.4. Proprietà generali delle funzioni reali. Definizione 6. Una funzione a valori reali è un’applicazione da un insieme A ad R f: A → R x 7→ y = f (x) dove A si chiama dominio di f e si indica con Df . Se A ⊂ R o A = R, allora f si dice funzione reale di variabile reale. L’insieme Gf = {(x, y) ∈ R2 | x ∈ A, y = f (x)} è detto grafico di f . Esempio 4. La funzione f : R → R : x 7→ f (x) = c, dove c è una costante, ha come grafico una retta parallela all’asse x. 6 y y=c x Esempio 5. La funzione f : R → R : x 7→ f (x) = x è detta funzione identità ed ha come grafico la retta y = x, bisettrice del primo e terzo quadrante. y y=x x Remark 1.1. La rappresentazione del grafico di una funzione f nel piano è efficace per illustrare l’“andamento” di f . • Un insieme di punti del piano è il grafico di una funzione se e solo se ogni retta parallela all’asse y interseca tale insieme di punti in al più un solo punto. • Sia f una funzione definita su un intervallo A ⊆ R. Possiamo verificare “graficamente” se la funzione f è iniettiva o suriettiva. La funzione f è iniettiva se qualsiasi retta parallela all’asse x interseca il grafico di f in al massimo un punto. La funzione f : A → B è suriettiva sull’insieme B ⊆ R se qualsiasi retta parallela all’asse x che interseca B in un punto interseca anche il grafico di f in almeno un punto. 7 2. Esempi notevoli di funzioni 2.1. Funzione lineare. Consideriamo la funzione lineare f (x) = a x + b, a, b ∈ R. Abbiamo che Df = R e il grafico Gf è la retta di equazione y = ax + b. • In particolare, se a = 0 otteniamo la funzione costante f (x) = b, che è una funzione limitata e pari. Tale funzione non è iniettiva, quindi non invertibile. y y=b x • Se a 6= 0 e b = 0 otteniamo la funzione f (x) = ax il cui grafico è una retta passante per l’origine. Una tale funzione è monotona strettamente crescente se a > 0 o monotona strettamente decrescente se a < 0; non limitata e dispari. Per esempio, consideriamo la funzione identità f (x) = x, il cui grafico è la retta y = x (bisettrice del I e III quadrante). y y=x x • Se a 6= 0 e b 6= 0 otteniamo la funzione f (x) = ax + b il cui grafico è la retta y = ax + b. Una tale funzione è monotona strettamente crescente se a > 0 o monotona strettamente decrescente se a < 0; non limitata e né pari né dispari. 8 y x Remark 2.1. Tutte le funzioni lineari non costanti sono invertibili. In particolare, l’inversa della funzione identità f (x) = x coincide con la funzione sia nell’espressione che nel grafico (il grafico di f e f −1 è sempre la retta y = x). Ad esempio, consideriamo la funzione f (x) = 3x + 1, il cui grafico è la retta y = 3x + 1. y 1 x −1/3 Tale funzione è invertibile,per trovare l’espressione della sua inversa basta esplicy−1 itare y = 3x + 1 rispetto ad x. Otteniamo cosı̀ x = , quindi 3 f −1 (y) = y−1 . 3 Vogliamo ora rappresentare graficamente queste due funzioni nello stesso piano cartesiano. Sappiamo che i due grafici sono simmetrici rispetto alla retta y = x. 9 y−1 sono la stessa retta. Quindi per 3 nello stesso piano cartesiano dobbiamo seguire una Però, geometricamente, y = 3x + 1 e x = disegnare i grafici di f e f −1 regola pratica. Per disegnare il grafico di x = f −1 (y) nello stesso piano cartesiano di y = f (x), basta riguardare f −1 come una funzione g avente la stessa espressione di f −1 , ma con i nomi delle variabili scambiati e disegnare quindi y = g(x). Allora tracciamo il grafico della “nuova funzione” g(x) = x−1 , 3 ossia la retta y= 1 1 x− 3 3 y y = f (x) y=x y = g(x) x 2.2. Funzione quadratica. Consideriamo la funzione quadratica f (x) = ax2 + bx + c, a, b, c ∈ R, con a 6= 0. Il dominio è Df = R e il grafico è la parabola y = ax2 + bx + c con vertice b ∆ − ,− . 2a 4a Distinguiamo due casi. • Se a > 0 10 y x V b La funzione è monotona strettamente decrescente in −∞; − e monotona 2a b b strettamente crescente in − ; +∞ ; è limitata inferiormente con x = − 2a 2a h ∆ punto di minimo assoluto; né pari né dispari; Cf = − ; +∞ . 4a • Se a < 0 y V x b La funzione è monotona strettamente crescente in −∞; − e monotona 2a b strettamente decrescente in − ; +∞ ; è limitata superiormente con 2a b ∆i x=− punto di massimo assoluto; né pari né dispari; Cf = − ∞; − . 2a 4a Se b = c = 0 otteniamo la funzione f (x) = ax2 , il cui grafico è la parabola y = ax2 con vertice nell’origine O(0; 0). 11 y x Tali funzioni sono tutte pari. Remark 2.2. Abbiamo visto che la funzione f : [0; +∞) → [0; +∞) x 7→ x2 è invertibile e ha come funzione inversa f −1 : [0; +∞) → [0;√ +∞) x x 7→ y = x2 y y=x y= √ x x 2.3. Funzione Valore Assoluto di x. Consideriamo f (x) = |x| la funzione valore assoluto di x, dove x se x ≥ 0 |x| = −x se x < 0 Il dominio è Df = R, mentre il codominio Cf = [0; +∞). Il grafico è il seguente: 12 y x La funzione f (x) = |x| ha le seguenti proprietà : • f è monotona strettamente decrescente in (−∞; 0) e monotona strettamente crescente in (0; +∞); • f è limitata inferiormente; • x = 0 è un punto di minimo assoluto; • f è pari. |x| 2.4. Funzione Segno di x. Consideriamo f (x) = sgn(x) = la funzione segno x di x, dove |x| 1 se x > 0 sgn(x) = = −1 se x < 0 x Il dominio è Df = R \ {0}, mentre il codominio Cf = {−1; 1}. Il grafico è il seguente: y 1 −1 La funzione f (x) = sgn(x) ha le seguenti proprietà : • f è costante in (−∞; 0) e in (0; +∞); • f è limitata; • f è dispari. x 13 2.5. Funzione Esponenziale. Consideriamo f (x) = ax la funzione esponenziale, con a > 0 e a 6= 1. Il dominio è Df = R, mentre il codominio Cf = (0; +∞). Distinguiamo due casi: 1) Se a > 1, il grafico di f (x) = ax è la curva y = ax . Ad esempio: y = ex , y = 2x , y = 3x etc. y x La funzione f (x) = ax , con a > 1 ha le seguenti proprietà : • ax > 0 per ogni x ∈ R; • a0 = 1, infatti il grafico passa per il punto (0; 1); • f è monotona strettamente crescente; • f è limitata inferiormente, ma non limitata superiormente; • f non è né pari né dispari. 2) Se 0 < a < 1, il grafico di f (x) = ax è la curva y = ax . Ad esempio: 1 x 1 x y= ,y= etc. 2 3 y x La funzione f (x) = ax , con 0 < a < 1 ha le seguenti proprietà : • ax > 0 per ogni x ∈ R; 14 • • • • a0 = 1, infatti il grafico passa per il punto (0; 1); f è monotona strettamente decrescente; f è limitata inferiormente, ma non limitata superiormente; f non è né pari né dispari. 3. Funzione Logaritmo Consideriamo f (x) = loga (x) la funzione logaritmo, con a > 0 e a 6= 1. Il dominio è Df = (0; +∞), mentre il codominio Cf = R. Distinguiamo due casi: 1) Se a > 1, il grafico di f (x) = loga (x) è la curva y = loga (x). Ad esempio: y = ln(x), y = log2 (x), y = log(x) etc. y x La funzione f (x) = loga (x), con a > 1 ha le seguenti proprietà : • loga (x) > 0 per ogni x > 1 • loga (x) < 0 per ogni 0 < x < 1; • loga (1) = 0, infatti il grafico passa per il punto (1; 0); • f è monotona strettamente crescente; • f non è limitata né inferiormente né superiormente; • f non è né pari né dispari. 2) Se 0 < a < 1, il grafico di f (x) = loga (x) è la curva y = loga (x). Ad esempio: y = log 1 (x), y = log 1 (x) etc. 2 3 15 y x La funzione f (x) = loga (x), con 0 < a < 1 ha le seguenti proprietà : • loga (x) > 0 per ogni 0 < x < 1 • loga (x) < 0 per ogni x > 1; • loga (1) = 0, infatti il grafico passa per il punto (1; 0); • f è monotona strettamente decrescente; • f non è limitata né inferiormente né superiormente; • f non è né pari né dispari. Remark 3.1. La funzione esponenziale e la funzione logaritmo sono una l’inversa dell’altra, infatti: aloga (x) = x e loga (ax ) = x. Supponiamo a > 1 e vediamo che i grafici di y = ax e di y = loga (x) sono simmetrici rispetto alla retta y = x (ad esempio poniamo a = 2). y y = 2x y=x y = log2 (x) x 16 4. Funzioni Goniometriche Definizione 7. Considerati la circonferenza goniometrica C (C ha centro in O(0; 0) e raggio 1), un punto P (x; y) ∈ C e l’angolo α da esso individuato, si definiscono cos α e sin α come cos α = x sin α = y ossia P ∈ C è il punto di coordinate P (cos α; sin α). y P α O H 1 x Se P (cos α; sin α) appartiene al primo quadrante, allora xP = cos α = OH e yP = sin α = P H (vedi Figura). Osserviamo che: • nel I quadrante, ossia in [0; π2 ], si ha cos α ≥ 0 e sin α ≥ 0; • nel II quadrante, ossia in [ π2 ; π], si ha cos α ≤ 0 e sin α ≥ 0; • nel III quadrante, ossia in [π; 32 π], si ha cos α ≤ 0 e sin α ≤ 0; • nel IV quadrante, ossia in [ 32 π; 2π], si ha cos α ≥ 0 e sin α ≤ 0. Poiché, al variare di α, x = cos α e y = sin α sono l’ascissa e l’ordinata dei punti appartenenti alla circonferenza goniometrica avente equazione x2 + y 2 = 1, ne consegue che cos α e sin α verificano la seguente relazione, detta prima relazione fondamentale della goniometria: cos2 α + sin2 α = 1, la quale si dimostra applicando il Teorema di Pitagora al triangolo rettangolo OHP . Seguono immediatamente le limitazioni: −1 ≤ cos α ≤ 1, −1 ≤ sin α ≤ 1 per ogni α ∈ R. 17 4.1. Angoli Notevoli. Abbiamo la seguente tabella di valori: α◦ cos α sin α 0◦ 1 0 √ 3 π 1 ◦ 30 6 √2 √2 2 2 π 45◦ 4 2 √2 3 π 1 60◦ 3 2 2 π 90◦ 0 1 2 π 180◦ -1 0 3 ◦ 270 0 -1 π 2 2π 360◦ 1 0 α 0 Inoltre si dimostra le seguenti relazioni: cos(π − α) = − cos α, sin(π − α) = sin α; cos(π + α) = − cos α, sin(π + α) = − sin α; sin(−α) = − sin α; cos(−α) = cos α, √ 3 • cos(150 ) = cos(180 − 30 ) = − cos(30 ) = − ; 2 √ 2 • sin(225◦ ) = sin(180◦ + 45◦ ) = − sin(45◦ ) = − ; 2 1 • cos(300◦ ) = cos(−60◦ ) = cos(60◦ ) = . 2 4.2. Tangente goniometrica. Esempio 6. ◦ ◦ ◦ ◦ Definizione 8. Siano α ∈ [0; 2π], P ∈ C un punto tale che P individua l’angolo α. Si definisce tangente dell’angolo α come: sin α tg α = cos α π purché il denominatore abbia senso, quindi deve essere cos α 6= 0, ossia α 6= + kπ, 2 per k ∈ Z. 18 y r P α O H T A x t Con riferimento alla figura, per la similitudine dei due triangoli rettangoli OHP e OAT , si vede che PH AT AT = = tg α = 1 OH OA ossia la tangente di α è uguale alla lunghezza del segmento AT sulla retta tangente t alla circonferenza nel punto A. 4.3. Cotangente goniometrica. Definizione 9. Siano α ∈ [0; 2π], P ∈ C un punto tale che P individua l’angolo α. Si definisce cotangente dell’angolo α come: cos α 1 cotg α = = sin α tg α purché il denominatore abbia senso, quindi deve essere sin α 6= 0, ossia α 6= 0 + kπ, per k ∈ Z. Le definizioni cos α 1 sin α ; cotg α = = cos α sin α tg α sono dette seconda relazione fondamentale della goniometria. tg α = 19 4.4. Angoli Notevoli. Abbiamo la seguente tabella di valori: α◦ cos x sin x tg α cotg α 0◦ 1 0 0 6∃ √ √ √ 3 3 π 1 ◦ 30 3 6 3 √2 √2 2 2 π ◦ 45 1 1 4 2 √2 √ √ 3 3 π 1 ◦ 60 3 3 2 2 3 π 90◦ 0 1 6∃ 0 2 π 180◦ -1 0 0 6∃ 3 ◦ 0 -1 6∃ 0 2 π 270 ◦ 2π 360 1 0 0 6∃ α 0 4.5. Funzione seno. Consideriamo f (x) = sin x la funzione seno. Il dominio è Df = R, mentre il codominio Cf = [−1; 1], poiché −1 ≤ sin x ≤ 1. Il grafico di f è detto “sinusoide” ed è simmetrico rispetto all’origine. y 1 0 π/2 π 3π/2 2π x −1 La funzione f (x) = sin x ha le seguenti proprietà : • f è limitata, ossia −1 ≤ sin x ≤ 1; • f è dispari, ossia sin(−x) = − sin x; • f è periodica di periodo 2π, ossia sin(x + 2kπ) = sin x, per ogni k ∈ Z. 4.6. Funzione coseno. Consideriamo f (x) = cos x la funzione coseno. Il dominio è Df = R, mentre il codominio Cf = [−1; 1], poiché −1 ≤ cos x ≤ 1. Il grafico di f è detto “cosinusoide” ed è simmetrico rispetto all’asse y. Inoltre i grafici di y = sin x e y = cos x sono sovrapponibili mediante una traslazione lungo l’asse x di lunghezza π/2. 20 y 1 0 π/2 π 3π/2 2π x −1 La funzione f (x) = cos x ha le seguenti proprietà : • f è limitata, ossia −1 ≤ cos x ≤ 1; • f è pari, ossia cos(−x) = cos x; • f è periodica di periodo 2π, ossia cos(x + 2kπ) = cos x, per ogni k ∈ Z. 4.7. Funzione tangente. Consideriamo f (x) = tg x la funzione tangente. n o π sin x , il dominio è Df = x ∈ R | x 6= + kπ, k ∈ Z , mentre il Poiché tg x = cos x 2 codominio Cf = R. Il grafico di f è detto “tangentoide” ed è simmetrico rispetto all’origine. y −π/2 0 π/2 π 3π/2 2π x La funzione f (x) = tg x ha le seguenti proprietà : • f non è limitata; sin(−x) − sin x = = −tg x; cos(−x) cos x • f è periodica di periodo π, ossia tg (x + kπ) = tg x, per ogni k ∈ Z; π • f ha infiniti asintoti verticali di equazioni x = + kπ, con k ∈ Z; 2 • f è dispari, ossia tg (−x) = 21 i π πh • se consideriamo f (x) = tg x nell’intervallo − ; , allora f è anche stret2 2 tamente crescente questo vale in ogni intervallo di ampiezza π ed estremi π π k · e (k + 2) · , con k dispari . 2 2 4.8. Funzione cotangente. Consideriamo f (x) = cotg x la funzione cotangente. n o cos x , il dominio è Df = x ∈ R | x 6= 0 + kπ, k ∈ Z , mentre Poiché cotg x = sin x il codominio Cf = R. Il grafico di f è detto “cotangentoide” ed è simmetrico rispetto all’origine. y −π −π/2 0 π/2 π 3π/2 2π x La funzione f (x) = cotg x ha le seguenti proprietà : • f non è limitata; cos(−x) cos x • f è dispari, ossia cotg (−x) = = = −cotg x; sin(−x) − sin x • f è periodica di periodo π, ossia cotg (x + kπ) = cotg x, per ogni k ∈ Z; • f ha infiniti asintoti verticali di equazioni x = 0 + kπ, con k ∈ Z; • se consideriamo f (x) = cotg x nell’intervallo ]0; π[, allora f è anche strettamente decrescente (questo vale in ogni intervallo di ampiezza π ed estremi k · π e (k + 1) · π).