CAR AUDIO AMPLIFIER Mori Andrea 5° ART-ET Elettronica e Telecomunicazioni a.s. 2012/2013 1 Mori Andrea 5AART-ET a.s.2012/2013 Glossario: Schema a blocchi: pagina 3 Introduzione: pagina 4 Trasformatore: pagina 6 Center Tap: pagina 7 Full Bridge: pagina 8 Fasi di pilotaggio: 9 Death Time: pagina 11 TL594: pagina 13 Schema Circuitale: pagina 14-16 OPA549: pagina 17 Prima Guerra Mondiale: pagina 23 Giuseppe Ungaretti “Veglia”: pagina 28 Sitografia e Bibliografia: pagina 29 2 Mori Andrea 5AART-ET a.s.2012/2013 SCHEMA A BLOCCHI BATTERIA AUTO 12V ALIMENTATORE DC\DC AMPLIFICATORE AUDIO CASSE AUDIO 3 Mori Andrea 5AART-ET a.s.2012/2013 INTRODUZIONE: Ho sviluppato questa tesina per capire il funzionamento dell’alimentatore, dei suoi componenti interni e dell’amplificatore. Per la realizzazione, ho preso spunto sia dall’alimentatore in foto sia da un vecchio amplificatore, per capire come realizzare gli avvolgimenti del trasformatore. Ho progettato l’alimentatore, affinché fosse in grado di fornire tensione all’amplificatore audio di potenza. Questo tipo di alimentatore viene utilizzato negli amplificatori da macchina, dove la tensione richiesta è maggiore dei 12V della batteria. 4 Mori Andrea 5AART-ET a.s.2012/2013 Questo alimentatore è stato tarato per sopportare 600W di potenza che vengono erogati all’amplificatore audio. Facendo operare l’alimentatore a piena potenza e per molto tempo, questo necessiterà di un dissipatore al fine di evitare inutili surriscaldamenti. Sarebbe opportuno inoltre, introdurre una ventola affinché, pure gli integrati non raggiungano temperature eccessive rischiando così di rovinarsi (nel mio caso non è stata messa, dato che gli integrati non raggiungevano temperature così elevate da richiederne l’utilizzo). Come si può vedere nel progetto, c’è la presenza di molti condensatori elettrolitici, i quali servono per filtrare al meglio le varie tensioni. Guardando l'uscita trasformatore, vediamo la presenza di diodi raddrizzatori, il loro scopo è quello di convertire la tensione alternata d’uscita in tensione continua: positiva o negativa. Nelle pagine seguenti verranno spiegate in maniera più approfondita le parti principali di questo progetto. 5 Mori Andrea 5AART-ET a.s.2012/2013 TRASFORMATORE Il componente principale di un convertitore DC/DC è il trasformatore. Come si avrà modo di vedere in seguito, questo verrà gestito totalmente dall’integrato *TL594+ che attraverso l’accensione e lo spegnimento dei MOSFET riuscirà a trasferire energia dall’ingresso della batteria, all’ amplificatore audio in uscita. Le spire del trasformatore sono a tutti gli effetti mutuamente accoppiate. Quando applico tensione ai capi di una spira questa si ripercuote su tutte le altre con il proprio rapporto spire. Per il progetto si è scelto di utilizzare i MOSFET come interruttori anziché BJT, perché più facilmente pilotabili. Non assorbendo nessuna corrente di ingresso dal piedino di “Gate”, il MOSFET può essere catalogato come un interruttore pilotato in tensione. Fintanto che la tensione VGS sarà maggiore di 5VDC, il MOS verrà considerato acceso, mentre per tensioni inferiori, spento. Per il trasformatore si possono studiare 2 tipi differenti di configurazioni circuitali: il Center Tap e il Full Bridge. Nel seguito di questa trattazione verranno analizzate entrambe le configurazioni evidenziandone i pregi e i difetti. 6 Mori Andrea 5AART-ET a.s.2012/2013 CENTER TAP S2 1 VCC T1 5 2 6 4 8 D1 L1 + C1 D2 S1 Contro: I due avvolgimenti di uscita nel nucleo vengono usati alternativamente; si occupa così più spazio al secondario che comporta l’utilizzo di filo più fino, aumentando le perdite nel trasformatore. I diodi di uscita devono sopportare il doppio della tensione al secondario: la loro tensione di tenuta (tensione inversa) dovrà essere maggiore rispetto alla configurazione Full Bridge e quindi ne peggiora le caratteristiche. Pro: Riduco le perdite nei diodi dovute al fatto che la corrente attraversa un solo diodo anziché 2. 7 Mori Andrea 5AART-ET a.s.2012/2013 FULL BRIDGE L1 SW2 1 VCC 0 T1 5 2 6 4 8 D1 DIODE D3 DIODE D2 DIODE D4 DIODE INDUCTOR R1 C1 SW1 0 Contro: 2 diodi in serie PRO Unico avvolgimento nel nucleo, il filo è più grosso quindi ha meno perdite e scalda meno per effetto della sua resistenza. Il diodo deve sopportare metà tensione rispetto alla configurazione Center Tap. L’ingresso del Full bridge è identico a quello del Center Tap. I MOSFET del primario devono sopportare almeno il doppio della tensione nominale per evitare la rottura. Per esempio con 12V di alimentazione , i MOSFET dovrebbero sopportare “almeno” 24V, ma per il fatto che ci si trova in una condizione limite, è meglio prendere interruttori (MOSFET usati come interruttori) che devono sopportare 36V. Nel full bridge tanto più ideale è il comportamento dell’invertitore , tanto più costante è la tensione in uscita. Se la VOUT è costante ne consegue che anche la corrente erogata al carico è costante. PREMESSA: Prima di spiegare le fasi di accensione e spegnimento degli interruttori, è opportuno fare una premessa sul ruolo che gioca l’integrato TL594 L’integrato della Texas, il TL594, gestisce contemporaneamente, sia le fasi di accensione e di spegnimento di entrambi i MOSFET nei 2 rami. Accendendo alternativamente i 2 rami, è possibile generare nel trasformatore tensione e corrente alternate. Ricordiamo infatti che nessun trasformatore può lavorare direttamente con corrente continua. 8 Mori Andrea 5AART-ET a.s.2012/2013 FASI DI PILOTAGGIO DEGLI INTERRUTTORI Come il Center Tap anche il Full Bridge può essere suddiviso in fasi, quindi ci limitiamo a rappresentare solamente le fasi del Center Tap dato che sono uguali a quelle del Full Bridge. Per poter instaurare una corrente alternata nel trasformatore, gli interruttori S1 e S2 vengono pilotati alternativamente. Le fasi di pilotaggio degli interruttori S1 e S2 sono: FASE 1 DEAD TIME FASE 2 DEAD TIME S1=ON S1=OFF S1=OFF S1=OFF S2=OFF S2=OFF S2=ON S2=OFF FASE 1 Nella prima fase si ha S1=ON e S2=OFF S3 1 VCC T2 5 2 6 4 8 D1 L2 + C2 D2 S4 D2 è polarizzato, quindi non circola corrente in quel ramo. 2 5 IN OUT 4 6 9 Mori Andrea 5AART-ET a.s.2012/2013 Quadripolo equivalente al circuito elettrico. I piedini 1 e 8 non sono rappresentati, in quanto, in essi, non circola corrente. FASE 2 Nella seconda fase si ha S1=OFF e S2=ON Nella spira del primario, esce corrente dal suo riferimento, mentre nelle spire del secondario entra corrente S2 1 VCC T1 5 2 6 4 8 D1 L1 + C1 D2 S1 Quadripolo equivalente: 2 8 IN OUT 1 6 1 La potenza in ingresso è uguale alla potenza di uscita. 10 Mori Andrea 5AART-ET a.s.2012/2013 DEAD TIME Per passare dalla fase 1 alla fase 2 e viceversa si prevede una fase breve che prende il nome di DEAD TIME. A che cosa serve il dead time? Il DT serve a garantire il corretto spegnimento del MOSFET prima dell’accensione del duale, così da garantire che non siano entrambi accesi contemporaneamente. Il circuito nella fase morta non è stato associato a nessun quadripolo perché non ha nessun senso pratico in quanto non sta gestendo alcuna potenza, sia in entrata che in uscita. Nella configurazione Center Tap, come anche nella Full Bridge, se la durata delle fasi attive aumenta, aumenta anche la tensione in uscita, perché il trasformatore non può immagazzinare energia. L’integrato TL594 aumenta o riduce il dead time in funzione della tensione che lui legge in uscita, mantenendo però, inalterata la frequenza di commutazione. Questo particolare tipo di pilotaggio si chiama PWM (modulazione a larghezza di impulso). Quanto dura il dead time? Le 2 condizioni estreme del funzionamento dell’integrato sono: DT min: è il tempo minimo che serve a garantire lo spegnimento dell’interruttore e l’accensione del duale. In questa condizione, in uscita ho potenza massima(Full Load). 11 Mori Andrea 5AART-ET a.s.2012/2013 DT max: riduco talmente la fase attiva da considerare il circuito come spento. In poche parole il MOSFET non viene neanche acceso (light load). FULL-LOAD vs. LIGHT LOAD Quando accendo il MOSFET, a seconda del carico avrò un comportamento diverso: Light Load Appena accendo il MOSFET, la corrente sale velocemente perché ho un basso assorbimento nel carico. La corrente verrà quindi, principalmente assorbita dal condensatore. Nel DT,poiché il carico assorbe poca corrente il filtro LC si scarica lentamente. (Figura 5a) Full Load Nella fase attiva, la corrente erogata in uscita dal trasformatore, fluisce maggiormente verso il carico. Solamente una piccola parte viene assorbita dal condensatore che alza la sua tensione lentamente. Quindi la fase attiva dura di più rispetto al light load. Nella fase di DT tutta l’energia che viene erogata al carico viene prelevata esclusivamente dal filtro LC di uscita. Maggiore è l’energia richiesta, più velocemente il filtro si scarica, abbassando così la tensione di uscita (Figura 5b). 12 Mori Andrea 5AART-ET a.s.2012/2013 FUNZIONAMENTO DEI QUADRIPOLI Per avere una mappa concettuale, il trasformatore è stato uguagliato a un quadripolo. 1-Perché la corrente entrante nel primario, esce dal secondario? Uguagliando il trasformatore a un quadripolo, la Potenza di ingresso deve essere uguale alla potenza di uscita. 2-Perché nelle varie fasi attive del trasformatore, si associa un quadripolo differente? Lo posso fare perché ogni fase corrisponde sempre a un quadripolo con una porta in ingresso e una in uscita. Inoltre i piedini che non considero non sono attraversati da corrente, e quindi non portano potenza. Poiché il trasformatore idealmente non immagazzina energia, per effetto del DT non circola alcuna corrente sull’induttanza del trasformatore al primario. La corrente nel filtro di uscita non può essere annullata. Tale corrente deve avere un percorso di ricircolo poiché la considero quasi costante . questo per due motivi: 1 caratteristiche dell’induttanza(non posso annullare la corrente in tempo zero. 2 se annullassi la corrente la mia uscita non sarebbe costante 13 Mori Andrea 5AART-ET a.s.2012/2013 Schema circuitale del trasformatore più la batteria PRIMARIO VCC 12V R150 2 4.7 R Q1A TR_2_IS_N_A 1 OUT 1 4.7 R 3 4.7 10 Q8 BC161-6 C4 180 Q5 JFET N 2.2K Q6 JFET N 2.2K Q7 JFET N 2.2K 180 VCC 12V 1 R150 T1 5 2 6 4 8 TRAN_ISDN_01 OUT 2 Q9 BC161-6 10 4 Q1B C2 4.7 4.7 4.7 180 5 180 6 Q2 2.2K Q3 2.2K Q4 2.2K 14 Mori Andrea 5AART-ET a.s.2012/2013 SECONDARIO VCC L1 + D1 D2 D3 D4 1000uF-63V + 1000uF-63V + 1000uF-63V + 1000uF-63V VCC + Batt 1 T1 5 2 6 4 8 0 -Batt TRAN_ISDN_01 -VCC + DIODE DIODE L2 1000uF-63V + 1000uF-63V + 1000uF-63V + 1000uF-63V 15 Mori Andrea 5AART-ET a.s.2012/2013 Batteria + 12V L3 + BATT + 1500uF-25V + C4 + C5 + F1 + C6 C8 FUSE L4 - BATT 0 16 Mori Andrea 5AART-ET a.s.2012/2013 TL594 Il TL594 è un integrato che incorpora in un unico chip tutte le funzioni per la gestione dei segnali PWM. La PWM (pulse width modulation) é una tecnica che consiste nel variare la larghezza dell’impulso in funzione dell'informazione, mantenendo costante il periodo. Sostanzialmente si varia il rapporto tra la durata della fase attiva e quella inattiva. La particolare architettura interna, riduce al minimo il numero di componenti esterni. Sono ad esempio già integrati i due operazionali di feedback, spesso utilizzati per un controllo di tensione e di corrente di picco, oltre ai due transistor di pilotaggio, capaci di sopportare una corrente massima di 0,5. Il TL594 dispone inoltre di una tensione di riferimento di 5V, disponibile in uno dei piedini di uscita. La tensione di riferimento è molto precisa ma non può sopportare più di 1-2mA. La frequenza di oscillazione può variare tra 40kHz e 400kHx, ma lavorando in campo audio e con potenze di target di 600W, si è scelto di operare indicativamente a 150kHz, seguendo il trend di molti costruttori di Car Audio Amplifier. Nonostante siano presenti due distinti operazionali in ingresso, il segnale di controllo è unico, e viene sempre gestito dall’uscita a tensione più altra tra i due. L’idea alla base di questa particolare scelta costruttiva, è di poter gestire il controllo in tensione con il primo operazionale, ed utilizzare il secondo per un controllo di cortocircuito o sovracorrente. Durante il normale funzionamento, solo il controllo di tensione rimane attivo, e questo garantisce una tensione stabile con ridotto ripple di uscita. In condizione di guasto o cortocircuito invece, il controllo di tensione viene bypassato da quello di corrente che interviene portando alta l’uscita dell’operazionale. Passeremo così ad un controllo in corrente, che limiterà la massima corrente di uscita, riducendo la tensione di carico. 17 Mori Andrea 5AART-ET a.s.2012/2013 Inoltre, come vediamo dai datasheet, l’integrato TL594 è costituito da 2 operazionali, ma ne utilizziamo solo uno in quanto viene fatto solo il controllo in tensione, perciò il secondo operazionale( quello del controllo in corrente) lo alimentiamo in modo da spegnerlo. In questo progetto, il TL594 ha la funzione di pilotare i mosfet, per farlo utilizza i driver che ho creato, quindi si interfaccia direttamente con i mosfet. Il TL594 deve poter leggere la tensione di uscita del secondario del trasformatore tramite il pin del Feedback. Se il 594 non ha feedback, ovvero non riesce a leggere la tensione di uscita, il 594 perde il controllo e rischia di rompere tutto. 18 Mori Andrea 5AART-ET a.s.2012/2013 AMPLIFICATORE OPA 549 L’OPA549 è un amplificatore operazionale prodotto dalla Texas Instruments le cui caratteristiche permettono di utilizzarlo in varie applicazioni, tra le quali, quello di amplificatore audio di potenza. Perché è stato utilizzato l’opa549? 1. Alta corrente in uscita 2. Alta tensione di uscita 3. Sufficiente slew rate : 9V/μs 19 Mori Andrea 5AART-ET a.s.2012/2013 In questo circuito è stato imposto un guadagno pari a 11 (perché ho montato 2 resistenze), quindi sono state utilizzate una resistenza da 4.7K e un’altra da 47K. Per verificare il corretto funzionamento sono stati fatti vari test sull’integrato: il primo era quello di verificare che l’uscita fosse 11 volte maggiore dell’ingresso e così è stato. Il secondo test è stato quello di vedere che ci fosse una perfetta sinusoide all’uscita ed infatti fu così. 20 Mori Andrea 5AART-ET a.s.2012/2013 Segnale visto all’ingresso: 21 Mori Andrea 5AART-ET a.s.2012/2013 Segnale Amplificato visto in uscita: 22 Mori Andrea 5AART-ET a.s.2012/2013 AMPLIFICATORE E PRIMA GUERRA MONDIALE La costruzione del primo amplificatore audio avviene durante il primo conflitto mondiale. Costruito dai tedeschi, la sua funzione era quella di rilevare la presenza degli aerei nemici in modo tale da potersi difendere nel migliore dei modi. La causa occasionale della prima guerra mondiale fu costituita dall’eccidio di Sarajevo in cui l’arciduca Francesco Ferdinando e la sua augusta consorte trovarono la morte per mano dell’irredentista serbo Gavrilo Princip. Le cause della Grande Guerra sono più remote e le principali sono: 1-Il contrasto Anglo-tedesco per l’egemonia dell’Europa. 2-Il contrasto Franco-tedesco dovuto dalle rivendicazione francesi dell’Alsazia e della Lorena e aggravatosi in seguito delle “Questioni marocchine”. 3- Il contrasto Austro-russo per l’egemonia nei Balcani. 23 Mori Andrea 5AART-ET a.s.2012/2013 4-Il contrasto Italo-Austriaco dovuto alle aspirazioni dell’Italia per Trento e Trieste. In seguito all’eccidio di Sarajevo, l’Austria inviò un ultimatum alla Serbia, la quale accettò tutte le clausole tranne una; quella di far processare lo studente da funzionari austriaci. Per questo, una settimana dopo, l’Austria protetta dalla Germania, attaccò la Serbia e ciò provocò una reazione a catena, coinvolgendo in breve tempo i vari stati europei e quelli oltreoceano dando così inizio alla prima guerra mondiale. 2 fazioni si scontrarono: “ la Triplice Intesa” e gli Imperi Centrali. Il primo anno di guerra (1914) fu si concluse con esito incerto per entrambe le fazioni: la Germania sebbene avesse raggiunto ottimi risultati sul fronte occidentale, fu costretta a ripiegare dopo la poderosa controffensiva francese sulla Marna. Sul fronte orientale, i russi penetrarono nella Prussia orientale ma subirono pesanti sconfitte nelle battaglie di Tannenberg e dei laghi Masuri. 24 Mori Andrea 5AART-ET a.s.2012/2013 Il secondo anno di guerra(1915) fu favorevole per gli Imperi Centrali in quanto gli eserciti “Alleati” subirono 3 gravi sconfitte: 1- La disfatta della Russia, la quale fu costretta a lasciare la Prussia orientale, la Galizia e la Polonia. 2- La disfatta della Serbia 3- Fallimento anglo-francese nei Dardanelli Inoltre il 24 Maggio 1915 l’Italia entrò in guerra. 25 Mori Andrea 5AART-ET a.s.2012/2013 Il terzo anno di guerra(1916) ebbe un esito incerto per entrambe le fazioni. La battaglia di Verdun, fu un massacro che non provocò vantaggi a nessun schieramento. In Italia ebbe luogo la Strafe Expedition promossa dall’Austria per vendicare il tradimento dell’Italia. L’esercito austriaco, Al comando del Maresciallo Conrad, attaccò con forze imponenti l’esercito italiano, riuscendo a sfondare in Val Sugana e sull’Altipiano d’Asiago, ma i fanti italiani resistettero valorosamente su capisaldi nel Pasubio e del Coni Zugna e in seguito passarono a una poderosa controffensiva sul Trentino meridionale. L’esercito italiano sferrò un grande attacco sul fronte dell’Isonzo che portò alla conquista del Monte Sabotino del San Michele, del Podgora e che si concluse con la presa di Gorizia (9-Agosto-1916). Il quarto anno di guerra (1917) si concluse con esito praticamente favorevole per gli Imperi Centrali. Sul fronte occidentale ,l’offensiva francese nella zona dello Chemin Des Damessi infranse inutilmente contro la salda difesa tedesca, provocando una grave crisi psicologica e morale nei reparti delle forze armate francesi. Sul Fronte orientale scoppiò la rivoluzione russa , che segnò lo sfacelo dell’esercito zarista e che si risolse in un grande vantaggio per le truppe germaniche. Sul Fronte italiano si assistette alla disfatta di Caporetto, dovuta dalle condizioni morali delle truppe italiane, dal poderoso esercito austro-tedesco che ebbe modo di rafforzarsi in seguito alla disfatta della russia, ma anche dalle nuove tecniche di combattimento utilizzate, in quanto non fu bombardata la prima linea, bensì le retrovie, in questo modo ai soldati italiani non arrivavano più rifornimenti materiali e umani e allo stesso tempo non arrivavano nemmeno gli ordini dagli ufficiali, lasciando così le truppe sole a se stesse. Inoltre un’altra cosa importante è l’effetto psicologico che producevano le truppe tedesche nei soldati italiani, in quanto erano viste come una sorta di “mostri” che compivano le più assurde barbarie nei confronti dei soldati nemici. A causa di questo ma anche dal pensiero di inutilità della guerra che ormai era presente in ogni soldato,favorì Rommel, il quale a capo di una cinquantina di uomini, riuscì a far arrendere un battaglione di duemila bersaglieri. A caporetto il nemico riuscì a sfondare, con l’intento di accerchiare le truppe italiane nella pianura veneta, ma l’eroico sacrificio della Seconda Armata, permise ai reparti del regio esercito di attestarsi lungo la linea del Piave e del Monte Grappa, i quali riuscirono a resistere ai ripetuti attacchi austro-tedeschi sferrati tra Novembre e Dicembre. In seguito alla disfatta di Caporetto, Cadorna fu destituito e salì al poter il Generale Armando Diaz. 26 Mori Andrea 5AART-ET a.s.2012/2013 Il quinto anno di guerra (1918) fu favorevole agli eserciti dell’Intesa. I francesi dopo essersi attestati lungo la Marna riuscirono a bloccare l’avanzata tedesca che costrinse le armate germaniche a una lenta ma continua ritirata. Sul Fronte orientale, i russi furono costretti a firmare la pace di Brest-Litosk con i tedeschi. Sul fronte italiano, gli austriaci riuscirono inizialmente a penetrare sul Montello, attraverso Falzè di Piave, ma in un secondo momento vennero ricacciati. La vittoria italiana sul Piave ebbe un’influenza decisiva sulle sorti della guerra, divenuta ormai favorevole per le potenze dell’Intesa. Il 4 novembre, gli austriaci firmarono l’armistizio di Villa Giusti con gli Italiani. La settimana dopo, l’11 novembre, il Kaiser scappò, e la Germania fu costretta a firmare la resa presso Compiegne. 27 Mori Andrea 5AART-ET a.s.2012/2013 La Prima guerra Mondiale si risolse in un'immane tragedia dove non ci furono né vincitori né vinti. GIUSEPPE UNGARETTI Per quanto riguarda la letteratura italiana, la prima guerra mondiale portò uomini come Giuseppe Ungaretti a produrre poesie molto belle e piene di significato. Tra le varie liriche che scrisse Ungaretti, secondo me quella più interessante è “Veglia”. Un’intera nottata buttato vicino a un compagno massacrato con la sua bocca digrignata volta al plenilunio con la congestione delle sue mani penetrata nel mio silenzio ho scritto lettere piene d’amore. Non sono mai stato tanto attaccato alla vita. Questa poesia di Giuseppe Ungaretti fa parte della sezione intitolata “Il Porto Sepolto” all'interno della raccolta “L’Allegria” nell'edizione del 1931. È composta da due strofe di diversa lunghezza. La prima strofa parla del dolore che caratterizza la guerra mentre la seconda, come diretta conseguenza del dolore, sfocia in un senso di attaccamento alla vita. In questa lirica, la guerra non è più vista come qualcosa di eroico bensì nella sua crudeltà più assoluta. Il poeta si ritrova all’interno di una buca con un suo commilitone morto. L’immagine è resa ancor più orribile in quanto la luna piena, che illumina il cadavere, rende visibile la bocca digrignata e le mani rattrappite e contorte. Tutto questo dolore, tutta questa morte, portano il poeta ad attaccarsi più che mai alla vita e inoltre, questo senso di attaccamento è dovuto anche alla riconquista dei valori di un’umana solidarietà. 28 Mori Andrea 5AART-ET a.s.2012/2013 Sitografia: TL594: http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&ved=0CDQQFjAA&url=http %3A%2F%2Fwww.ti.com%2Flit%2Fds%2Fsymlink%2Ftl594.pdf&ei=dDDAUeakG4KM4AS59YHoAw &usg=AFQjCNHfY7pi-OhxhgXKzBReIrjppQqZfg&sig2=IpW_zc0Q1ezGNRZF1Xc58Q http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=3&ved=0CEIQFjAC&url=http% 3A%2F%2Fwww.bcae1.com%2Frepairbasicsforbcae1%2Fimages%2FTL594D.pdf&ei=dDDAUeakG4KM4AS59YHoAw&usg=AFQjCNGIsP_9F1Y7_QxwG4JdBPloR5bXPQ&sig2=Q wpxv2lPmRfhWtBZBPOLYw OPA549: http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&ved=0CDQQFjAA&url=http %3A%2F%2Fwww.ti.com%2Flit%2Fds%2Fsymlink%2Fopa549.pdf&ei=ZDHAUZdMqml4ATi54DwDw&usg=AFQjCNFKFZGI4IbDRicTPVu6vu6sh_a8A&sig2=SN1aHB2ww7WBWUhAx5uu9A BIBLIOGRAFIA: STORIA: L’esame di storia per ogni ordine di istituti tecnici. Carlo Monti. Bignami editore. Il campo di battaglia del Piave: Il Montello Vol. 2. Roberto Tessari, Paolo Gaspari, Corrado Callegaro. Guide Gaspari. Quattro soldi di pelle. Luigi Romersa. Vito Bianco editore. ITALIANO: Testi e storia della letteratura. Baldi, Giusso, Razzetti, Zaccaria. Paravia editore. 29 Mori Andrea 5AART-ET a.s.2012/2013