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CAR AUDIO AMPLIFIER
Mori Andrea
5° ART-ET
Elettronica e Telecomunicazioni
a.s. 2012/2013
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Glossario:
Schema a blocchi: pagina 3
Introduzione: pagina 4
Trasformatore: pagina 6
Center Tap: pagina 7
Full Bridge: pagina 8
Fasi di pilotaggio: 9
Death Time: pagina 11
TL594: pagina 13
Schema Circuitale: pagina 14-16
OPA549: pagina 17
Prima Guerra Mondiale: pagina 23
Giuseppe Ungaretti “Veglia”: pagina 28
Sitografia e Bibliografia: pagina 29
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SCHEMA A BLOCCHI
BATTERIA AUTO 12V
ALIMENTATORE DC\DC
AMPLIFICATORE AUDIO
CASSE AUDIO
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INTRODUZIONE:
Ho sviluppato questa tesina per capire il funzionamento dell’alimentatore, dei suoi componenti
interni e dell’amplificatore.
Per la realizzazione, ho preso spunto sia dall’alimentatore in foto sia da un vecchio amplificatore,
per capire come realizzare gli avvolgimenti del trasformatore. Ho progettato l’alimentatore,
affinché fosse in grado di fornire tensione all’amplificatore audio di potenza. Questo tipo di
alimentatore viene utilizzato negli amplificatori da macchina, dove la tensione richiesta è maggiore
dei 12V della batteria.
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Questo alimentatore è stato tarato per sopportare 600W di potenza che vengono erogati
all’amplificatore audio. Facendo operare l’alimentatore a piena potenza e per molto tempo,
questo necessiterà di un dissipatore al fine di evitare inutili surriscaldamenti. Sarebbe opportuno
inoltre, introdurre una ventola affinché, pure gli integrati non raggiungano temperature eccessive
rischiando così di rovinarsi (nel mio caso non è stata messa, dato che gli integrati non
raggiungevano temperature così elevate da richiederne l’utilizzo).
Come si può vedere nel progetto, c’è la presenza di molti condensatori elettrolitici, i quali servono
per filtrare al meglio le varie tensioni.
Guardando l'uscita trasformatore, vediamo la presenza di diodi raddrizzatori, il loro scopo è quello
di convertire la tensione alternata d’uscita in tensione continua: positiva o negativa.
Nelle pagine seguenti verranno spiegate in maniera più approfondita le parti principali di questo
progetto.
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TRASFORMATORE
Il componente principale di un convertitore DC/DC è il trasformatore. Come si avrà modo di
vedere in seguito, questo verrà gestito totalmente dall’integrato *TL594+ che attraverso
l’accensione e lo spegnimento dei MOSFET riuscirà a trasferire energia dall’ingresso della batteria,
all’ amplificatore audio in uscita.
Le spire del trasformatore sono a tutti gli effetti mutuamente accoppiate. Quando applico
tensione ai capi di una spira questa si ripercuote su tutte le altre con il proprio rapporto spire.
Per il progetto si è scelto di utilizzare i MOSFET come interruttori anziché BJT, perché più
facilmente pilotabili. Non assorbendo nessuna corrente di ingresso dal piedino di “Gate”, il
MOSFET può essere catalogato come un interruttore pilotato in tensione. Fintanto che la tensione
VGS sarà maggiore di 5VDC, il MOS verrà considerato acceso, mentre per tensioni inferiori, spento.
Per il trasformatore si possono studiare 2 tipi differenti di configurazioni circuitali: il Center Tap e
il Full Bridge. Nel seguito di questa trattazione verranno analizzate entrambe le configurazioni
evidenziandone i pregi e i difetti.
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CENTER TAP
S2
1
VCC
T1
5
2
6
4
8
D1
L1
+
C1
D2
S1
Contro:
I due avvolgimenti di uscita nel nucleo vengono usati alternativamente; si occupa così più spazio al
secondario che comporta l’utilizzo di filo più fino, aumentando le perdite nel trasformatore.
I diodi di uscita devono sopportare il doppio della tensione al secondario: la loro tensione di
tenuta (tensione inversa) dovrà essere maggiore rispetto alla configurazione Full Bridge e quindi
ne peggiora le caratteristiche.
Pro:
Riduco le perdite nei diodi dovute al fatto che la corrente attraversa un solo diodo anziché 2.
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FULL BRIDGE
L1
SW2
1
VCC
0
T1
5
2
6
4
8
D1
DIODE
D3
DIODE
D2
DIODE
D4
DIODE
INDUCTOR
R1
C1
SW1
0
Contro:
 2 diodi in serie
PRO


Unico avvolgimento nel nucleo, il filo è più grosso quindi ha meno perdite e scalda meno
per effetto della sua resistenza.
Il diodo deve sopportare metà tensione rispetto alla configurazione Center Tap.
L’ingresso del Full bridge è identico a quello del Center Tap. I MOSFET del primario devono
sopportare almeno il doppio della tensione nominale per evitare la rottura. Per esempio con 12V
di alimentazione , i MOSFET dovrebbero sopportare “almeno” 24V, ma per il fatto che ci si trova in
una condizione limite, è meglio prendere interruttori (MOSFET usati come interruttori) che devono
sopportare 36V.
Nel full bridge tanto più ideale è il comportamento dell’invertitore , tanto più costante è la
tensione in uscita. Se la VOUT è costante ne consegue che anche la corrente erogata al carico è
costante.
PREMESSA:
Prima di spiegare le fasi di accensione e spegnimento degli interruttori, è opportuno fare una
premessa sul ruolo che gioca l’integrato TL594
L’integrato della Texas, il TL594, gestisce contemporaneamente, sia le fasi di accensione e di
spegnimento di entrambi i MOSFET nei 2 rami.
Accendendo alternativamente i 2 rami, è possibile generare nel trasformatore tensione e corrente
alternate. Ricordiamo infatti che nessun trasformatore può lavorare direttamente con corrente
continua.
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FASI DI PILOTAGGIO DEGLI INTERRUTTORI
Come il Center Tap anche il Full Bridge può essere suddiviso in fasi, quindi ci limitiamo a
rappresentare solamente le fasi del Center Tap dato che sono uguali a quelle del Full Bridge.
Per poter instaurare una corrente alternata nel trasformatore, gli interruttori S1 e S2 vengono
pilotati alternativamente.
Le fasi di pilotaggio degli interruttori S1 e S2 sono:
FASE 1
DEAD TIME
FASE 2
DEAD TIME
S1=ON
S1=OFF
S1=OFF
S1=OFF
S2=OFF
S2=OFF
S2=ON
S2=OFF
FASE 1
Nella prima fase si ha S1=ON e S2=OFF
S3
1
VCC
T2
5
2
6
4
8
D1
L2
+
C2
D2
S4
D2 è polarizzato, quindi non circola corrente in quel ramo.
2
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IN
OUT
4
6
9
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Quadripolo equivalente al circuito elettrico. I piedini 1 e 8 non sono rappresentati, in quanto, in
essi, non circola corrente.
FASE 2
Nella seconda fase si ha S1=OFF e S2=ON
Nella spira del primario, esce corrente dal suo riferimento, mentre nelle spire del secondario entra
corrente
S2
1
VCC
T1
5
2
6
4
8
D1
L1
+
C1
D2
S1
Quadripolo equivalente:
2
8
IN
OUT
1
6
1
La potenza in ingresso è uguale alla potenza di uscita.
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DEAD TIME
Per passare dalla fase 1 alla fase 2 e viceversa si prevede una fase breve che prende il nome di
DEAD TIME.
A che cosa serve il dead time?
Il DT serve a garantire il corretto spegnimento del MOSFET prima dell’accensione del duale, così
da garantire che non siano entrambi accesi contemporaneamente.
Il circuito nella fase morta non è stato associato a nessun quadripolo perché non ha nessun senso
pratico in quanto non sta gestendo alcuna potenza, sia in entrata che in uscita.
Nella configurazione Center Tap, come anche nella Full Bridge, se la durata delle fasi attive
aumenta, aumenta anche la tensione in uscita, perché il trasformatore non può immagazzinare
energia. L’integrato TL594 aumenta o riduce il dead time in funzione della tensione che lui legge in
uscita, mantenendo però, inalterata la frequenza di commutazione. Questo particolare tipo di
pilotaggio si chiama PWM (modulazione a larghezza di impulso).
Quanto dura il dead time?
Le 2 condizioni estreme del funzionamento dell’integrato sono:
DT min: è il tempo minimo che serve a garantire lo spegnimento dell’interruttore e l’accensione
del duale. In questa condizione, in uscita ho potenza massima(Full Load).
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DT max: riduco talmente la fase attiva da considerare il circuito come spento. In poche parole il
MOSFET non viene neanche acceso (light load).
FULL-LOAD vs. LIGHT LOAD
Quando accendo il MOSFET, a seconda del carico avrò un comportamento diverso:
Light Load
Appena accendo il MOSFET, la corrente sale velocemente perché ho un basso assorbimento nel
carico. La corrente verrà quindi, principalmente assorbita dal condensatore. Nel DT,poiché il carico
assorbe poca corrente il filtro LC si scarica lentamente. (Figura 5a)
Full Load
Nella fase attiva, la corrente erogata in uscita dal trasformatore, fluisce maggiormente verso il
carico. Solamente una piccola parte viene assorbita dal condensatore che alza la sua tensione
lentamente. Quindi la fase attiva dura di più rispetto al light load. Nella fase di DT tutta l’energia
che viene erogata al carico viene prelevata esclusivamente dal filtro LC di uscita. Maggiore è
l’energia richiesta, più velocemente il filtro si scarica, abbassando così la tensione di uscita (Figura
5b).
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FUNZIONAMENTO DEI QUADRIPOLI
Per avere una mappa concettuale, il trasformatore è stato uguagliato a un quadripolo.
1-Perché la corrente entrante nel primario, esce dal secondario?
Uguagliando il trasformatore a un quadripolo, la Potenza di ingresso deve essere uguale alla
potenza di uscita.
2-Perché nelle varie fasi attive del trasformatore, si associa un quadripolo differente?
Lo posso fare perché ogni fase corrisponde sempre a un quadripolo con una porta in ingresso e
una in uscita. Inoltre i piedini che non considero non sono attraversati da corrente, e quindi non
portano potenza.
Poiché il trasformatore idealmente non immagazzina energia, per effetto del DT non circola alcuna
corrente sull’induttanza del trasformatore al primario. La corrente nel filtro di uscita non può
essere annullata. Tale corrente deve avere un percorso di ricircolo poiché la considero quasi
costante . questo per due motivi:
1 caratteristiche dell’induttanza(non posso annullare la corrente in tempo zero.
2 se annullassi la corrente la mia uscita non sarebbe costante
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Schema circuitale del trasformatore più la batteria
PRIMARIO
VCC 12V
R150
2
4.7
R
Q1A
TR_2_IS_N_A
1
OUT 1
4.7
R
3
4.7
10
Q8
BC161-6
C4
180
Q5
JFET N
2.2K
Q6
JFET N
2.2K
Q7
JFET N
2.2K
180
VCC 12V
1
R150
T1
5
2
6
4
8
TRAN_ISDN_01
OUT 2
Q9
BC161-6
10
4
Q1B
C2
4.7
4.7
4.7
180
5
180
6
Q2
2.2K
Q3
2.2K
Q4
2.2K
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SECONDARIO
VCC
L1
+
D1
D2
D3
D4
1000uF-63V
+
1000uF-63V
+
1000uF-63V
+
1000uF-63V
VCC + Batt
1
T1
5
2
6
4
8
0
-Batt
TRAN_ISDN_01
-VCC
+
DIODE
DIODE
L2
1000uF-63V
+
1000uF-63V
+
1000uF-63V
+
1000uF-63V
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Batteria
+ 12V
L3
+ BATT
+
1500uF-25V
+
C4
+
C5
+
F1
+
C6
C8
FUSE
L4
- BATT
0
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TL594
Il TL594 è un integrato che incorpora in un unico chip tutte le funzioni per la gestione dei segnali
PWM.
La PWM (pulse width modulation) é una tecnica che consiste nel variare la larghezza dell’impulso
in funzione dell'informazione, mantenendo costante il periodo. Sostanzialmente si varia il rapporto
tra la durata della fase attiva e quella inattiva.
La particolare architettura interna, riduce al minimo il numero di componenti esterni. Sono ad
esempio già integrati i due operazionali di feedback, spesso utilizzati per un controllo di tensione e
di corrente di picco, oltre ai due transistor di pilotaggio, capaci di sopportare una corrente
massima di 0,5.
Il TL594 dispone inoltre di una tensione di riferimento di 5V, disponibile in uno dei piedini di uscita.
La tensione di riferimento è molto precisa ma non può sopportare più di 1-2mA.
La frequenza di oscillazione può variare tra 40kHz e 400kHx, ma lavorando in campo audio e con
potenze di target di 600W, si è scelto di operare indicativamente a 150kHz, seguendo il trend di
molti costruttori di Car Audio Amplifier.
Nonostante siano presenti due distinti operazionali in ingresso, il segnale di controllo è unico, e
viene sempre gestito dall’uscita a tensione più altra tra i due. L’idea alla base di questa particolare
scelta costruttiva, è di poter gestire il controllo in tensione con il primo operazionale, ed utilizzare
il secondo per un controllo di cortocircuito o sovracorrente.
Durante il normale funzionamento, solo il controllo di tensione rimane attivo, e questo garantisce
una tensione stabile con ridotto ripple di uscita.
In condizione di guasto o cortocircuito invece, il controllo di tensione viene bypassato da quello di
corrente che interviene portando alta l’uscita dell’operazionale. Passeremo così ad un controllo in
corrente, che limiterà la massima corrente di uscita, riducendo la tensione di carico.
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Inoltre, come vediamo dai datasheet, l’integrato TL594 è costituito da 2 operazionali, ma ne
utilizziamo solo uno in quanto viene fatto solo il controllo in tensione, perciò il secondo
operazionale( quello del controllo in corrente) lo alimentiamo in modo da spegnerlo.
In questo progetto, il TL594 ha la funzione di pilotare i mosfet, per farlo utilizza i driver che ho
creato, quindi si interfaccia direttamente con i mosfet. Il TL594 deve poter leggere la tensione di
uscita del secondario del trasformatore tramite il pin del Feedback. Se il 594 non ha feedback,
ovvero non riesce a leggere la tensione di uscita, il 594 perde il controllo e rischia di rompere
tutto.
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AMPLIFICATORE OPA 549
L’OPA549 è un amplificatore operazionale prodotto dalla Texas Instruments le cui
caratteristiche permettono di utilizzarlo in varie applicazioni, tra le quali, quello di
amplificatore audio di potenza.
Perché è stato utilizzato l’opa549?
1. Alta corrente in uscita
2. Alta tensione di uscita
3. Sufficiente slew rate : 9V/μs
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In questo circuito è stato imposto un guadagno pari a 11 (perché ho montato 2 resistenze),
quindi sono state utilizzate una resistenza da 4.7K e un’altra da 47K. Per verificare il
corretto funzionamento sono stati fatti vari test sull’integrato: il primo era quello di
verificare che l’uscita fosse 11 volte maggiore dell’ingresso e così è stato. Il secondo test è
stato quello di vedere che ci fosse una perfetta sinusoide all’uscita ed infatti fu così.
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Segnale visto all’ingresso:
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Segnale Amplificato visto in uscita:
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AMPLIFICATORE E PRIMA GUERRA MONDIALE
La costruzione del primo amplificatore audio avviene durante il primo conflitto mondiale.
Costruito dai tedeschi, la sua funzione era quella di rilevare la presenza degli aerei nemici in modo
tale da potersi difendere nel migliore dei modi.
La causa occasionale della prima guerra mondiale fu costituita dall’eccidio di Sarajevo in cui
l’arciduca Francesco Ferdinando e la sua augusta consorte trovarono la morte per mano
dell’irredentista serbo Gavrilo Princip. Le cause della Grande Guerra sono più remote e le
principali sono:
1-Il contrasto Anglo-tedesco per l’egemonia dell’Europa.
2-Il contrasto Franco-tedesco dovuto dalle rivendicazione francesi dell’Alsazia e della Lorena e
aggravatosi in seguito delle “Questioni marocchine”.
3- Il contrasto Austro-russo per l’egemonia nei Balcani.
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4-Il contrasto Italo-Austriaco dovuto alle aspirazioni dell’Italia per Trento e Trieste.
In seguito all’eccidio di Sarajevo, l’Austria inviò un ultimatum alla Serbia, la quale accettò tutte le
clausole tranne una; quella di far processare lo studente da funzionari austriaci. Per questo, una
settimana dopo, l’Austria protetta dalla Germania, attaccò la Serbia e ciò provocò una reazione a
catena, coinvolgendo in breve tempo i vari stati europei e quelli oltreoceano dando così inizio alla
prima guerra mondiale.
2 fazioni si scontrarono: “ la Triplice Intesa” e gli Imperi Centrali.
Il primo anno di guerra (1914) fu si concluse con esito incerto per entrambe le fazioni: la
Germania sebbene avesse raggiunto ottimi risultati sul fronte occidentale, fu costretta a ripiegare
dopo la poderosa controffensiva francese sulla Marna. Sul fronte orientale, i russi penetrarono
nella Prussia orientale ma subirono pesanti sconfitte nelle battaglie di Tannenberg e dei laghi
Masuri.
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Il secondo anno di guerra(1915) fu favorevole per gli Imperi Centrali in quanto gli eserciti “Alleati”
subirono 3 gravi sconfitte:
1- La disfatta della Russia, la quale fu costretta a lasciare la Prussia orientale, la Galizia e la
Polonia.
2- La disfatta della Serbia
3- Fallimento anglo-francese nei Dardanelli
Inoltre il 24 Maggio 1915 l’Italia entrò in guerra.
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Il terzo anno di guerra(1916) ebbe un esito incerto per entrambe le fazioni.
La battaglia di Verdun, fu un massacro che non provocò vantaggi a nessun schieramento.
In Italia ebbe luogo la Strafe Expedition promossa dall’Austria per vendicare il tradimento
dell’Italia. L’esercito austriaco, Al comando del Maresciallo Conrad, attaccò con forze imponenti
l’esercito italiano, riuscendo a sfondare in Val Sugana e sull’Altipiano d’Asiago, ma i fanti italiani
resistettero valorosamente su capisaldi nel Pasubio e del Coni Zugna e in seguito passarono a una
poderosa controffensiva sul Trentino meridionale. L’esercito italiano sferrò un grande attacco sul
fronte dell’Isonzo che portò alla conquista del Monte Sabotino del San Michele, del Podgora e che
si concluse con la presa di Gorizia (9-Agosto-1916).
Il quarto anno di guerra (1917) si concluse con esito praticamente favorevole per gli Imperi
Centrali. Sul fronte occidentale ,l’offensiva francese nella zona dello Chemin Des Damessi infranse
inutilmente contro la salda difesa tedesca, provocando una grave crisi psicologica e morale nei
reparti delle forze armate francesi.
Sul Fronte orientale scoppiò la rivoluzione russa , che segnò lo sfacelo dell’esercito zarista e che si
risolse in un grande vantaggio per le truppe germaniche.
Sul Fronte italiano si assistette alla disfatta di Caporetto, dovuta dalle condizioni morali delle
truppe italiane, dal poderoso esercito austro-tedesco che ebbe modo di rafforzarsi in seguito alla
disfatta della russia, ma anche dalle nuove tecniche di combattimento utilizzate, in quanto non fu
bombardata la prima linea, bensì le retrovie, in questo modo ai soldati italiani non arrivavano più
rifornimenti materiali e umani e allo stesso tempo non arrivavano nemmeno gli ordini dagli
ufficiali, lasciando così le truppe sole a se stesse. Inoltre un’altra cosa importante è l’effetto
psicologico che producevano le truppe tedesche nei soldati italiani, in quanto erano viste come
una sorta di “mostri” che compivano le più assurde barbarie nei confronti dei soldati nemici. A
causa di questo ma anche dal pensiero di inutilità della guerra che ormai era presente in ogni
soldato,favorì Rommel, il quale a capo di una cinquantina di uomini, riuscì a far arrendere un
battaglione di duemila bersaglieri. A caporetto il nemico riuscì a sfondare, con l’intento di
accerchiare le truppe italiane nella pianura veneta, ma l’eroico sacrificio della Seconda Armata,
permise ai reparti del regio esercito di attestarsi lungo la linea del Piave e del Monte Grappa, i
quali riuscirono a resistere ai ripetuti attacchi austro-tedeschi sferrati tra Novembre e Dicembre.
In seguito alla disfatta di Caporetto, Cadorna fu destituito e salì al poter il Generale Armando Diaz.
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Il quinto anno di guerra (1918) fu favorevole agli eserciti dell’Intesa.
I francesi dopo essersi attestati lungo la Marna riuscirono a bloccare l’avanzata tedesca che
costrinse le armate germaniche a una lenta ma continua ritirata.
Sul Fronte orientale, i russi furono costretti a firmare la pace di Brest-Litosk con i tedeschi.
Sul fronte italiano, gli austriaci riuscirono inizialmente a penetrare sul Montello, attraverso Falzè di
Piave, ma in un secondo momento vennero ricacciati. La vittoria italiana sul Piave ebbe
un’influenza decisiva sulle sorti della guerra, divenuta ormai favorevole per le potenze dell’Intesa.
Il 4 novembre, gli austriaci firmarono l’armistizio di Villa Giusti con gli Italiani.
La settimana dopo, l’11 novembre, il Kaiser scappò, e la Germania fu costretta a firmare la resa
presso Compiegne.
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La Prima guerra Mondiale si risolse in un'immane tragedia dove non ci furono né vincitori né vinti.
GIUSEPPE UNGARETTI
Per quanto riguarda la letteratura italiana, la prima guerra mondiale portò uomini come Giuseppe
Ungaretti a produrre poesie molto belle e piene di significato. Tra le varie liriche che scrisse
Ungaretti, secondo me quella più interessante è “Veglia”.
Un’intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore.
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita.
Questa poesia di Giuseppe Ungaretti fa parte della sezione intitolata “Il Porto Sepolto” all'interno
della raccolta “L’Allegria” nell'edizione del 1931. È composta da due strofe di diversa lunghezza. La
prima strofa parla del dolore che caratterizza la guerra mentre la seconda, come diretta
conseguenza del dolore, sfocia in un senso di attaccamento alla vita. In questa lirica, la guerra non
è più vista come qualcosa di eroico bensì nella sua crudeltà più assoluta. Il poeta si ritrova
all’interno di una buca con un suo commilitone morto. L’immagine è resa ancor più orribile in
quanto la luna piena, che illumina il cadavere, rende visibile la bocca digrignata e le mani
rattrappite e contorte. Tutto questo dolore, tutta questa morte, portano il poeta ad attaccarsi più
che mai alla vita e inoltre, questo senso di attaccamento è dovuto anche alla riconquista dei valori
di un’umana solidarietà.
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Sitografia:
TL594:
http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&ved=0CDQQFjAA&url=http
%3A%2F%2Fwww.ti.com%2Flit%2Fds%2Fsymlink%2Ftl594.pdf&ei=dDDAUeakG4KM4AS59YHoAw
&usg=AFQjCNHfY7pi-OhxhgXKzBReIrjppQqZfg&sig2=IpW_zc0Q1ezGNRZF1Xc58Q
http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=3&ved=0CEIQFjAC&url=http%
3A%2F%2Fwww.bcae1.com%2Frepairbasicsforbcae1%2Fimages%2FTL594D.pdf&ei=dDDAUeakG4KM4AS59YHoAw&usg=AFQjCNGIsP_9F1Y7_QxwG4JdBPloR5bXPQ&sig2=Q
wpxv2lPmRfhWtBZBPOLYw
OPA549:
http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&ved=0CDQQFjAA&url=http
%3A%2F%2Fwww.ti.com%2Flit%2Fds%2Fsymlink%2Fopa549.pdf&ei=ZDHAUZdMqml4ATi54DwDw&usg=AFQjCNFKFZGI4IbDRicTPVu6vu6sh_a8A&sig2=SN1aHB2ww7WBWUhAx5uu9A
BIBLIOGRAFIA:
STORIA:
L’esame di storia per ogni ordine di istituti tecnici. Carlo Monti. Bignami editore.
Il campo di battaglia del Piave: Il Montello Vol. 2. Roberto Tessari, Paolo Gaspari, Corrado
Callegaro. Guide Gaspari.
Quattro soldi di pelle. Luigi Romersa. Vito Bianco editore.
ITALIANO:
Testi e storia della letteratura. Baldi, Giusso, Razzetti, Zaccaria. Paravia editore.
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