Corso di LOGICA I (anno 2°): istituzioni di logica come base per la comprensione dell’informatica Luisa Bortolotti Trento, 19.11.2004 Lezione 20°: Dimostrazione del teorema di deduzione (parte non banale 2°) § 20.1. Come dimostrare la "freccia" da sinistra a destra Quando una formula è deducibile da un insieme di premesse M + la premessa allora dal solo insieme di premesse M è deducibile se allora . M | M | La dimostrazione della parte non banale è una dimostrazione per induzione matematica. La dimostrazione ha così due momenti. Dimostro che una proprietà vale per tutti i numeri facendo vedere che: 1. ciò vale per 0 2. si trasmette da ogni numero al suo successore Se assumo questo teorema posso fare ragionamenti per induzione. Dimostro il teorema di deduzione facendo una induzione sul teorema di deduzione. § 20.2. Lavoriamo su due piani Nel teorema di deduzione si ragiona usando una induzione sulla lunghezza di una deduzione. Ci troviamo davanti a due piani: 1) il ragionamento universale 2) il teorema specifico di deduzione. Siamo quindi alla dimostrazione dell'implicazione da sinistra a destra (parte non banale). Quando una formula è deducibile da un insieme di premesse M + la premessa allora dal solo insieme di premesse M è deducibile se allora . M | M | Dobbiamo dimostrare che se è deducibile da M , allora da M solo è deducibile "se allora ". Ragioniamo quindi per induzione sulla lunghezza della deduzione di a partire da M + . Supponiamo l'antecedente per dimostrare il conseguente: ipotesi: sia M | SF ( è deducibile da M + = esiste una deduzione le cui premesse stanno in M e e la cui ultima riga è la formula ). Ragioniamo per induzione sulla lunghezza della deduzione di a partire da M se è deducibile da M , per deducibilità esisterà una successione finita di formule che termina con e soddisfa le condizioni di una deduzione. _ Assumiamo la D (deduzione): questa avrà una sua lunghezza. _ La proprietà P a cui ci interessiamo (che vogliamo cioè dimostrare) ragionando per induzione è rappresentata proprio dall'enunciato del teorema di deduzione nella sua parte non banale. E' una proposizione sintattica che vale per tutte le deduzioni (D) possibili di a partire da M Ogni metateorema asserisce una proprietà: la proprietà P è che può valere o non valere per le deduzioni di a partire da M Vediamo ora i due momenti dell'induzione: il 1° è la base, il 2° è il passo. §20.3. Base (1° parte) Partiamo dalla base dell'induzione, del caso in cui D ha lunghezza 1: l(D) = 1 è la lunghezza minima possibile per una deduzione. Devo dimostrare che vale P (D), cioè il teorema di deduzione, in questo caso. Devo cioè dimostrare che vale P(D), che la proprietà del teorema di deduzione è goduta dal caso particolare in cui D ha lunghezza 1. Se esiste una D di lunghezza 1 allora esiste una D' di a partire da M soltanto. Sia M | SF Poiché l(D)=1, sono possibili solo i 3 casi seguenti: a) è un assioma b) M (è elemento di M) c) = (è una premessa ) In tutti questi casi possiamo sempre scaricare : cioè da ciò possiamo avere "se allora " a partire da M. Ragioniamo ora in questi tre casi: a) è un assioma Allora sicuramente è dimostrabile in SF senza uso di premesse: | SF Un assioma è deducibile a partire da qualunque insieme di premesse, per cui sarà deducibile da M. E' dimostrabile da qualsivoglia insieme di premesse. 1° riga: M | SF un assioma Se è un assioma, allora è deducibile dall'insieme di premesse M. In una deduzione posso sempre scrivere un esempio di assioma logico (che è deducibile a partire da qualunque caso; per esempio da M). 2° riga: M | SF a fortiori A 1.1. Applico ora il modus ponens a queste due righe ed ottengo: 3° riga: M | SF modus ponens (1,2) E' proprio quello che volevo. Arrivederci al 26 novembre 2004: dimostrazione del teorema di deduzione (parte non banale 3°). ã 2004 Luisa Bortolotti