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Il Pomodoro
LA CARTA D’IDENTITÀ
• Pianta di origine centro-sudamericana con elevate esigenze termiche: la temperatura minima
per la germinazione è di 12° C, per la fioritura 21° C, mentre quella più favorevole a ingrossamento
-maturazione è di 24-26° C di giorno e 14-16° C di notte.
• Uso alimentare: in Italia copre circa 69.000 ha tra pomodoro da industria (60.000 ha) e da
mensa (9.000 ha).
• IL PERIODO PIÙ CRITICO DAL PUNTO DI VISTA IDRICO È QUELLO DELLA ALLEGAGIONE E
INGROSSAMENTO DEI FRUTTI anche se in generale la pianta del pomodoro necessita di frequenti
e regolari apporti di acqua.
Il pomodoro (Solanum lycopersicum, L., identificato secondo il regolamento fitosanitario internazionale
Lycopersicon esculentum) è una pianta originaria dell’America Centrale, del Sudamerica e della parte meridionale dell’America Settentrionale
(zona compresa oggi tra Messico e Perù).
CARATTERISTICHE DELLA PIANTA
Il pomodoro è una pianta erbacea annuale alta da 70 centimetri fino a raggiungere addirittura i 10/12 metri. Il fusto e le foglie sono
pubescenti. Le piante nate e cresciute in posto sviluppano una forte radice fittonante che ramifica abbondantemente. La massima
profondità di radicamento varia da 70 cm a oltre 1,5 metri. le foglie sono grandi, irregolarmente composte da foglioline diseguali. Il fusto
in certi tipi presenta sviluppo indeterminato, con un meristema apicale che mantiene per tutta la vita della pianta la capacità di formare
foglie e infiorescenze; in altri tipi lo sviluppo è determinato, quindi la gemma apicale si trasforma in infiorescenza.
I fiori si formano in numero variabile da 4 a 12 e sono gialli, ermafroditi, con ovario supero pluriloculare e pluriovulare. Gli stami sono in
numero di 5 o più e formano con le antere un manicotto intorno al pistillo, motivo per cui la fecondazione è prevalentemente autogama.
Il frutto è una bacca di forma e dimensioni variabili (globosa, appiattita, allungata, ombelicata,
liscia o costoluta), con numero di logge variabile, di colore generalmente rosso a
maturazione per la presenza di un pigmento carotenoide chiamato licopene. I frutti
del pomodoro mediamente sono fatti di polpa e succo per il 95-96%, di buccia per
1-2%, di semi per il 2-3%.
Il peduncolo che sostiene il frutto normalmente presenta una zona di abscissione
che favorisce il distacco dei frutti giunti a maturazione; in certi tipi (jointless)
questa zona di distacco manca e i frutti restano attaccati a lungo alla pianta.
Il miglioramento genetico ha selezionato mutanti che non presentano tale
giuntura (cultivar jointless) o che la presentano, ma senza la formazione
dello strato suberificato (cultivar arthritic), per cui la bacca si stacca nella zona
d’inserzione del frutto e, pertanto, senza picciolo.
Il pomodoro 1/5
• Le tipologie di pomodoro da mercato fresco più conosciute:
Cuore di bue
pomodoro da insalata, grosso e irregolare, con buccia liscia e sottile.
San Marzano
varietà di pomodoro riconosciuta come prodotto ortofrutticolo italiano DOP.
Plum o oblungo
pomodoro a forma oblunga chiamato anche perino.
Insalataro tondo liscio
pomodoro con consistenza adatta al consumo in insalata.
Mini plum
pomodori a grappolo con frutti a forma oblunga.
Datterino
pomodorini a grappolo o frutto singolo adatti a sughi e insalate miste o snack.
Costoluto o Marmande
pomodoro per insalata con frutto grosso leggermente schiacciato, caratterizzato da costolature.
Grappolo
pomodori a grappolo adatti alla cottura al forno o per sughi espressi, ottimi anche in insalata.
Cherry o ciliegino
conosciuti anche come pomodoro ciliegino o “pomini”, sono pomodori di piccole dimensioni, a grappolo.
La grande diffusione, avvenuta negli ultimi decenni, della coltivazione del pomodoro da industria anche in aree più settentrionali rispetto
a quelle tradizionali, ha potuto affermarsi anche grazie allo sviluppo di tecniche agronomiche e di scelte varietali sempre più mirate.
• VARIETÀ E MIGLIORAMENTO GENETICO
I due principali mercati sono INDUSTRIA e FRESCO. Questo comporta diverse esigenze e diversi obiettivi di miglioramento. In generale
il miglioramento genetico ha il comune obiettivo di massimizzare la resa lungo tutta la filiera, riducendo gli scarti e innalzando
produttività e qualità.
Nel segmento pomodoro da industria si distinguono:
• i pomodori pelati, le cui caratteristiche sono le bacche di forma allungata, a due logge e con
pochi semi, le pareti spesse, carnose e sode, la buccia che si stacca facilmente, non c’è fittone
(ovvero l’asse stilare chiaro in corrispondenza dell’attaccatura della bacca al peduncolo).
• i pomodori per concentrati/altri usi (passate, polpa, cubettato), che devono essere di
colore rosso intenso uniforme, alta resa industriale con pochi semi e poche bucce, alto
contenuto di residuo secco, di licopene e di zuccheri.
pomodoro da industria
> la selezione genetica mira a massimizzare le rese produttive in campo e in trasformazione attraverso gamme di prodotto specifiche
per le diverse destinazioni industriali (es. pelato, cubettato, pezzettoni, passata). Altro fronte di miglioramento è quello che punta a
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selezionare frutti dotati di alto contenuto di composti funzionali, per esempio il licopene.
Uno dei principali obiettivi della selezione è poi quello di produrre varietà sempre più resistenti a certe avversità e stress di natura
abiotica, oltre che adatte alla meccanizzazione della raccolta.
Nel segmento pomodoro da mensa sono richiesti frutti regolari, il sapore e la
diversificazione di forma e colore sono tra i principali drivers del mercato.
> la selezione genetica mira a produrre varietà sempre più resistenti a certe avversità
e maggiormente adatte a processi di produzione integrata. Sapore, diversificazione,
resistenza a stress abiotici sono altri importanti campi del miglioramento genetico.
pomodoro da mEnSa
• preparaZione terreno - concimaZione - semina
Occorre grande cura nella preparazione del terreno. Si comincia l’estate precedente con un aratura profonda (40/50
cm), per poi affinare con lavori complementari in autunno-inverno. Se il terreno è argilloso, per ottenere un
affinamento funzionale alle piccole dimensioni dei semi, è consigliata una preparazione anticipata del letto di
semina attraverso erpicature energiche.
la concimazione: non bastano letame o altri concimi organici, il pomodoro necessita di
concimi minerali per assumere i necessari elementi nutritivi. Con quali quantità? In caso
di colture in serra, molto intensive e capaci di generare produzioni molto elevate (12150 t/ha e oltre), sono consigliati 100-150 kg/ha di fosforo, 200-250 kg/ha di potassio,
250/300 kg/ha di azoto.
In caso di colture da pieno campo, la produttività è inferiore e i concimi fosfatici e
potassici vanno interrati durante la preparazione del terreno, mentre quelli azotati
devono essere somministrati in parte al momento della semina/trapianto (metà o 1/3 del
la ConCImaZIonE
totale), in parte in copertura.
Come vengono impiantate le coltivazioni di pomodoro? Con il trapianto, operazione che
necessita di produzione delle piantine in semenzaio perassicurare latemperatura adatta alla
germinazione. La semina è soprattutto a seme singolo in contenitori o in cubetti di terriccio.
I vantaggi della semina in semenzaio? Guadagno di tempo, maggiore uniformità e
precocità, risparmio di seme. Quando? In autunno-inverno per le coltivazioni in serra, in
inverno per le colture anticipate, a febbraio/marzo per le coltivazioni in campo di piena
SEmEnZaIo
stagione, in estate per le coltivazioni in ciclo posticipato.
Dopo 40-60 giorni dalla semina, le piantine di pomodoro, raggiunta l’altezza di 100-150 mm e lo stadio di 4-5 foglie, possono essere
trapiantate (ormai quasi solo a macchina per il pomodoro da industria, a mano per le colture in serra del pomodoro da mercato fresco).
In che periodo? Nelle colture in pieno campo da industria, da inizio aprile a inizio giugno, nelle colture di serra tutto l’anno a seconda degli
areali di produzione. Per assicurare l’attecchimento, il trapianto va integrato con un’irrigazione ausiliaria. Consigliate anche le sarchiature
(per controllare le erbe infestanti, arieggiare il terreno e ridurre l’evaporazione) e in caso di varietà a sviluppo indeterminato, l’apposizione
di sostegno, oltre a operazioni come la scacchiatura (per eliminare i germogli ascellari) e la cimatura (per favorire la maturazione dei frutti).
Soprattutto per le colture in serra è molto diffusa la tecnica della pacciamatura del suolo con film plastici di vario colore che oltre a
contenere lo sviluppo di erbe infestanti, agisce sulle condizioni di umidità della serra e sulle perdite di acqua per evaporazione del suolo.
rICErCa In ClaSSE:
quali varietà di pomodoro si coltivano nella vostra zona? Con quali tecniche? Qual è il periodo della semina?
Il pomodoro 3/5
LA SFIDA IDRICA: IRRIGAZIONE A GOCCIA
In generale il pomodoro teme gli ambienti umidi che favoriscono malattie e marciumi. Gli ambienti preferiti sono quelli a clima molto
secco, con terreni a grande capacità di ritenzione idrica o con possibilità di irrigazione e con un pH compreso tra 5,5 e 8.
L’irrigazione delle piante di pomodoro aumenta e stabilizza le rese e ha un effetto importante sulla qualità del prodotto. Sono
preferibili irrigazioni frequenti e leggere, che, compatibilmente con le caratteristiche di tessitura e struttura dei suoli, garantiscano un
costante approvvigionamento idrico alle piante. Sono da evitare alternanze brusche nel rifornimento di acqua che possano favorire
l’insorgenza di fisiopatie quali marciume apicale o spaccature dei frutti.
Per i pomodori da industria, per ragioni che incidono sulla qualità del prodotto (grado Brix, spaccature e marciumi) e per esigenze di
raccolta meccanica, l’ultima irrigazione va fatta in netto anticipo sulla raccolta.
In caso di disponibilità idrica limitata, le fasi su cui si può ridurre l’apporto di acqua sono quella vegetativa e quella di maturazione.
Marciume apicale e spaccatura dei frutti sono le conseguenze di un dosaggio improprio. Dal punto di vista del miglioramento genetico,
un fronte di ricerca mira a selezionare ibridi con maggiore efficienza idrica.
E dal punto di vista della TECNOLOGIA SUL CAMPO? Una soluzione è la microirrigazione a goccia!
VANTAGGI AGRONOMICI dell’irrigazione a goccia e della fertirrigazione sul pomodoro
• Aumento della resa.
• Migliore qualità della bacca.
• Minore compattamento del suolo.
• Risparmio idrico -> l’acqua non viene dispersa per evaporazione
o per azione del vento e viene distribuita solo dove necessario.
• Possibilità di distribuzione dei nutrienti tramite la fertirrigazione,
essendo il pomodoro un grande consumatore di sostanze nutritive.
• Migliore assimilazione degli elementi nutritivi da parte della pianta
e quindi riduzione di fertilizzante in unità / ha.
• Inferiori costi di gestione dell’irrigazione.
• Minore utilizzo dei trattamenti antiparassitari, contenimento
degli infestanti in ragione della ridotta bagnatura del suolo.
• Incremento produzione/ettaro (+40~ comparata all’aspersione).
Partiamo da un paragone: una coltivazione in pieno campo irrigata in maniera tradizionale richiede più di 60 litri di acqua per 1 kg di
pomodori, mentre con portinnesti efficienti e tecnologie di microirrigazione a goccia, si può ridurre questa risorsa fino a 10 litri!
Il pomodoro ha un coefficiente colturale variabile da 0,4, a inizio stagione fino ad arrivare a 1,1 nei mesi caldi, in fase di ingrossamento dei
frutti e piena vegetazione. Per definire le quantità d’acqua da fornire bisogna moltiplicare il coefficiente colturale per l’evapotraspirato
giornaliero. In totale, per una stagione irrigua, l’apporto idrico complessivo va dai 2.000 m3/ha (pomodorino) ai 6.000 m3/ha (allungato e
tondo) variabili a seconda della pluviometria stagionale.
APPROFONDISCI IN CLASSE
i concetti di coefficiente colturale ed evapotraspirato, vedi anche scheda mais
Con la microirrigazione a goccia, gli apporti idrici vengono commisurati ai fabbisogni in maniera efficiente:
crescenti all’inizio, gradualmente decrescenti. Il numero d’interventi irrigui a goccia varia da 30 a 50 durante
l’intero ciclo colturale, in funzione dell’andamento climatico, della natura del terreno e della durata dei
turni.
Il pomodoro 4/5
Le varie metodologie di microirrigazione a goccia del pomodoro? Per esempio con stesura delle ali gocciolanti in superficie, una affiancata
a ogni singola fila di piantine; oppure con file binate; o ancora, nella versione della subirrigazione leggera che, con un interramento
minimo, consente di ridurre l’evaporazione superficiale aumentando l’efficienza e agendo vicino agli apparati radicali.
Ognuno di questi metodi è utilizzabile per distribuire nutrienti tramite fertirrigazione. Cosa significa? Disciogliere in acqua i nutrienti
per distribuirli in maniera omogenea e localizzata - dal trapianto fino alla maturazione - vicino all’apparato radicale e in una forma
assimilabile dai capillizi radicali.
I nutrienti (per esempio il potassio) agiscono per la traslocazione degli zuccheri, l’attivazione di sistemi
enzimatici, la regolazione dell’apertura degli stomi fogliari, la fotosintesi e il turgore cellulare, la
resistenza alla siccità, l’aumento della densità radicale, la protezione da fisiopatie, l’aumento della qualità
in gradi brix (per esempio, metodo a goccia e fertirrigazione abbinati producono un aumento del grado
19
K
Potassio
39.0983
zuccherino oltre il 5° BRIX contro una media di 4,5°), l’aumento del contenuto di licopene, la conservabilità.
RICERCA IN CLASSE:
qual è l’evapotraspirazione della vostra zona? Quali tecniche di irrigazione utilizzano le aziende agricole che conoscete?
Il pomodoro 5/5