Lo scambio colombiano Pomodoro • I primi semi di pomodoro giunsero probabilmente in Europa già con Cortés, ma esso, ben accetto come pianta ornamentale, faticò molto per essere accettato nell’alimentazione europea. • L’Italia, in questo senso, fu il paese più precoce: il primo botanico ad analizzare la pianta fu Mattioli dell’Orto Botanico di Padova che lo battezzò mala aurea. Gerarde, 1633 • Basilius Besler (1561-1629) • “Pomo d’oro, così detto volgarmente dal suo intenso colore (…) al mio gusto è più presto bello che buono”, Costanzo Felici, De l’insalata, ca. 1570. • “Gli è pianta che è con li rami foglie simile al melanciano” U. Aldrovandi, Lettera 1572. • “I pomi d’oro mangiansi nel medesimo modo che le melanzane”, Castor Durante, Herbario, 1585. • L’idea che il pomodoro, una Solanacea, fosse una pianta velenosa era molto radicata (o comunque afrodisiaco e quindi ambiguo) era talmente persistente che lo stesso nome scientifico della specie (Lycopersicum, poi Lycopersicon) deriva da quello di una pianta velenosa, benché poi affiancato ossimoricamente dal nome della varietà (esculentum). • Per tutto il XVII e il XVIII secolo il pomodoro fu consumato quasi esclusivamente nell’Europa meridionale e ancora agli inizi del XX secolo in Inghilterra perdurava l’antica diffidenza. • La grande diffusione del pomodoro nell’alimentazione europea si ebbe solo dopo lo sviluppo dell’industria conserviera italiana nella seconda metà dell’800 dovuta all’iniziativa di Francesco Cirio che creò la prima grande fabbrica di conserve nel 1875. • La prima ricetta pubblicata di pasta al pomodoro risale al 1839, in un ricettario napoletano. Luis Eugenio Meléndez, Natura morta con cetrioli e pomodori, 1772