Lezione del 5 dicembre Prof soletti

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Lezione del 5 dicembre Prof.ssa Soletti
Indice della lezione:
L’Alunno disabile nel ciclo della Scuola Primaria .......................................................................................... 2
IL RITARDO MENTALE: DISABILITA’ INTELLETTIVE ................................................................................. 5
Il ritardo Mentale................................................................................................................................................... 5
Intelligenza: definizione ..................................................................................................................................... 5
Intelligenza: Misura .............................................................................................................................................. 5
sviluppo psicomotorio .................................................................................................................................... 6
Il DSM V confronto con DSM IV............................................................................................................................. 6
Formulazione della diagnosi secondo l’accordo DSM V .............................................................................. 6
Massima eta’ mentale raggiungibile a seconda delle diverse fasce di gravita’ del ritardo
mentale ...................................................................................................................................................................... 8
NELL’ARCO DELL’ETÀ EVOLUTIVA ............................................................................................................... 8
IL RITARDO MENTALE NELLE DIVERSE FASI EVOLUTIVE ...................................................................... 8
COME SI PRESENTA UN BAMBINO CON RITARDO MENTALE LIEVE E MEDIO A 4 ANNI? .... 8
UN BAMBINO A 4 anni:................................................................................................................................... 8
UN BAMBINO CON RITARDO MENTALE LIEVE A 4 anni .................................................................. 8
UN BAMBINO CON RITARDO MENTALE MEDIO A 4 ANNI .............................................................. 8
COME SI PRESENTA UN BAMBINO CON RITARDO MENTALE LIEVE E MEDIO A 8 ANNI? .... 9
UN BAMBINO CON RITARDO MENTALE LIEVE A 8 anni .................................................................. 9
UN BAMBINO CON RITARDO MENTALE MEDIO A 8 anni ................................................................ 9
…. Quali Disturbi Psichiatrici? .............................................................................................................................10
COSA FARE PER AIUTARE UN BAMBINO CON RITARDO MENTALE ..............................................10
FUNZIONAMENTO COGNITIVO LIMITE ..........................................................................................................10
DEFINIZIONE ........................................................................................................................................................10
ADHD sindrome da deficit dell’attenzione e iperattività ..........................................................................11
L’ATTENZIONE PUÒ ESSERE DEFINITA COME: ......................................................................................11
I sintomi cardine della sindrome sono: ......................................................................................................11
1. La disattenzione in età prescolare ...........................................................................................................12
2. Disattenzione in età prescolare .................................................................................................................12
3. Disattenzione in età prescolare .................................................................................................................12
impulsività in età prescolare ..........................................................................................................................12
IMPORTANTE ............................................................................................................................................................12
1. DISATTENZIONE IN ETÀ SCOLARE .........................................................................................................12
L’ IPERATTIVITÀ .................................................................................................................................................13
VERSANTE PSICOPATOLOGICO .....................................................................................................................13
La comorbidità .....................................................................................................................................................13
Cosa fare per aiutare un bambino con adhd .............................................................................................14
L’ALUNNO DISABILE NELLA SCUOLA L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA (intervento del dott.
Alberigo Battisti) ......................................................................................................................................................15
RILEVAZIONE ISTAT INTEGRAZIONE SCOLASTICA .............................................................................15
La certificazione ...................................................................................................................................................15
La richiesta per il riconoscimento della legge 104/92 .........................................................................16
riconoscimento della legge 104/92 .............................................................................................................16
TUTTO IL RESTO SULLE SLIDE ..........................................................................................................................16
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L’Alunno disabile nel ciclo della Scuola Primaria
Ricapitolando
Disturbi più frequenti
 Nell'anno scolastico 2012-2013, sono
circa 84 mila gli alunni con disabilità
nella scuola primaria (pari al 3,0% del
totale degli alunni)
 Nelle scuole primarie il 21,4% degli
alunni con disabilità non è autonomo
in almeno una delle attività indagate
(spostarsi, mangiare o andare in
bagno)
 l'8,0% non è autonomo in tutte e tre le
attività




Superato
evolutivo
Il ritardo mentale
I disturbi del linguaggio
I disturbi dell'apprendimento
Disturbo dell'attenzione
il periodo
2
classicamente inteso come "psicomotorio", l'individuo entra in una lunga fase, corrispondente
al periodo di latenza (7-12 anni), nel quale compare il processo di astrazione; le funzioni
psichiche superiori conquistano progressivamente un controllo sulle espressività corporee.
La "mente" diventa interprete e mediatrice conscia ed inconscia del corpo nella relazione con
l'altro. Ciò non significa che il "bambino psicomotorio" debba essere sostituito dal "bambino
razionale", ma si ritiene indispensabile, per un valido sviluppo, che il bambino psicomotorio
venga integrato ed adattato alle nuove esigenze di vita caratterizzate da una scelta
intenzionale, programmata e razionalizzata di comportamento sociale.
Nel periodo psicomotorio, una carenza dell'organizzazione motoria provoca un
conseguenziale vissuto del sé in rapporto all'ambiente o viceversa determinati modelli di
riferimento possono condizionare comportamenti tali da limitare organizzazioni motorie e
attività cognitive, determinando vissuti distorti rispetto alle reali potenzialità biologiche.
Pertanto si possono definire patologie psicomotorie i disturbi, la cui genesi è situabile nel
periodo psicomotorio, caratterizzati da un deficit dell'organizzazione motoria (spesso anche
cognitiva) associati a dinamiche emozionali strettamente dipendenti dal disturbo motorio,
oppure caratterizzati da una distorsione relazionale che comporta conseguenziali e specifiche
modalità comportamentali.
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Nel corso evolutivo l'apprendimento di nuovi schemi motori, assume il significato di rendere
sempre più vantaggiosa e competitiva la propria attività. Per raggiungere questo obiettivo
l'organizzazione dello schema deve essere ritrascritta con nuovi collegamenti ad altre
strutture, nuovi processi inibitori, nuovi adattamenti posturo-cinetici e la combinazione
sequenziale di schemi semplici tra loro adattati ed armonizzati in uno schema più complesso
che renderà più specifico e vantaggioso il risultato dell'azione.
IL RITARDO MENTALE: DISABILITA’ INTELLETTIVE
Il ritardo Mentale
Il RITARDO MENTALE è
una condizione clinica complessa che si manifesta in età evolutiva
caratterizzato da
 un deficit cognitivo
 un deficit delle capacità di adattamento
 alterazioni della personalità del soggetto
Intelligenza: definizione
Definizione INTELLIGENZA: capacità generale di adattare il proprio pensiero e condotta di
fronte a condizioni e situazioni nuove.
Etimol: lat intelligere, capire, leggere dentro.
ADATTAMENTO: processo attraverso cui un individuo si adegua all’ambiente (fisico/sociale)
modificando i propri schemi di comportamento (adatt passivo) od operando
sull’ambiente stesso per trasformarlo in funzione delle proprie necessità (adatt attivo:
aggiustamento).
Intelligenza: Misura
QI: misurazione dell’intelligenza dell’individuo in relazione alla sua età
Età Mentale/ età cronologia moltiplicato 100
QS: misurazione dello sviluppo psicomotorio dell’individuo in relazione alla sua età
Sviluppo psicomotorio/ età cronologia
Funzione esplorata (Prove verbali + Prove di performance,Visuopercettive,
visuospaziali,disegno)
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sviluppo psicomotorio
Lo sviluppo psicomotorio è un processo maturativo che nei primi anni di vita consente al
bambino di acquisire competenze e abilità posturali, motorie, cognitive, relazionali. Si tratta di
un progredire
continuo, essenzialmente dipendente dalla maturazione del Sistema Nervoso Centrale (SNC),
con tempi e modalità variabili per ogni bambino, ma in cui è possibile individuare delle
“tappe” che vengono raggiunte secondo una sequenza universalmente analoga.
La conoscenza di questa sequenza è indispensabile per poter cogliere precocemente i segni
indicativi di una distorsione dello sviluppo.
Il DSM V confronto con DSM IV
Cos’è il DSM – V? E’ il manuale diagnostico dei disturbi mentali, detto anche, per il suo largo
utilizzo da parte di psichiatri, psicologi e servizi di salute mentale, la Bibbia della psichiatria.
Siamo ormai alla quinta edizione di uno strumento diagnostico che ha avuto il merito di
portare un linguaggio comune in un ambito assai complesso come quello della pratica clinica
dei disturbi mentali.
Il DSM V propone una documentazione delle diagnosi non assiale (in passato Asse
I,AsseII,AsseIII), con notazioni separate per alcuni importanti fattori psicosociali e contestuali
( in passato Asse IV) e la disabilità (in passatoAsseV) ∙ Al fine di aumentare la specificità
diagnostica, il DSM V ha sostituito la precedente designazione NAS(non altrimenti specificato)
con due opzioni per l’indirizzo clinico: disturbo con altra specificazione e disturbo senza
specificazione (quando il clinico determina che vi sono evidenze per specificare la natura della
manifestazione,allora è possibile attribuire la diagnosi con altra specificazione; al contrario
quando il clinico non è in grado di specificare e descrivere ulteriormente la manifestazione
clinica, allora è possibile utilizzare la diagnosi senza specificazione. → più flessibilità
decisionale all’operatore clinico.
Nel DSM-5 il termine ‘ritardo mentale’ è stato ufficialmente sostituito da ‘disabilità intellettiva
(disturbo dello sviluppo intellettivo)’. Il termine ‘disabilità intellettiva’ è l’equivalente di
‘disturbi dello sviluppo intellettivo’, adottato nella prima bozza dell’ICD-11 (la versione beta
attuale riporta 'disorder of intellectual development'). Per sottolineare una progressiva
convergenza fra i due sistemi classificatori questo secondo termine è stato riportato, fra
parentesi, anche nel titolo del capitolo del DSM.
I nuovi termini del DSM-5 fanno riferimento ad un disturbo con insorgenza nell’età evolutiva
che include deficit intellettivi e adattivi negli ambiti della concettualizzazione, della
socializzazione e delle capacità pratiche.
Formulazione della diagnosi secondo l’accordo DSM V
D’ora in poi, per poter formulare la diagnosi in accordo al DSM, devono venir soddisfatti i
seguenti 3 criteri:
A. Deficit delle funzioni intellettive, come il ragionamento, la soluzione di problemi, la
pianificazione, il pensiero astratto, il giudizio, l’apprendimento scolastico o
l’apprendimento dall’esperienza, confermato sia da valutazione clinica che da prove
d’intelligenza individualizzate e standardizzate.
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B. Deficit del funzionamento adattivo che si manifesti col mancato raggiungimento degli
standard di sviluppo e socio-culturali per l’indipendenza personale e la responsabilità
sociale. Senza supporto continuativo i deficit adattivi limitano il funzionamento in una
o più attività della vita quotidiana, quali la comunicazione, la partecipazione sociale e
la vita indipendente, in più ambiti diversi, come la casa, la scuola, il lavoro e la
comunità.
C. Insorgenza dei deficit intellettivi e adattivi nell’età evolutiva.
I livelli di gravità vengono definiti sulla base del funzionamento adattivo e non sui punteggi di
quoziente intellettivo (QI), poiché è stato giudicato che sia il funzionamento adattivo, nelle
aree della concettualizzazione, della socializzazione e delle abilità pratiche, a determinare il
livello di supporto necessario a mantenere una condizione di vita accettabile. In più, quando
basse (inferiori a 60), le misure di QI perdono di validità.
Dunque si continuano a distinguere 4 livelli di gravità (lieve, moderato, grave e gravissimo),
ma con criteri diversi dal DSM-IV e IV-TR.
Il disturbo è stato collocato in un raggruppamento meta-sindromico, o meta-strutturale,
denominato “disturbi del neurosviluppo”. Il gruppo include condizioni con insorgenza in età
evolutiva, tipicamente precoci, spesso precedenti l’ingresso a scuola e caratterizzate da deficit
di sviluppo che producono compromissioni del funzionamento personale, sociale, scolastico o
occupazionale. Il range di deficit spazia da limitazioni molto specifiche dell’apprendimento e
del controllo delle funzioni esecutive ad una compromissione globale delle abilità sociali o
dell’intelligenza. I disturbi del neurosviluppo si presentano spesso insieme, per esempio
individui con autismo hanno spesso anche disabilità intellettiva (disturbo dello sviluppo
intellettivo) e molti bambini con disturbo da deficit d’attenzione e iperattività hanno spesso
anche un disturbo specifico dell’apprendimento.
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Massima eta’ mentale raggiungibile a seconda delle diverse fasce di gravita’ del ritardo
mentale
 A 16 anni un soggetto con ritardo mentale lieve “funzionerà” come un ragazzo di 912 anni
 A 16 anni un soggetto con ritardo mentale medio “funzionerà” come un bambino di
4,6-8 anni
 A 16 anni un soggetto con ritardo mentale grave “funzionerà” come un bambino di
2-3 anni
 A 16 anni un ragazzo con ritardo mentale gravissimo avrà un’età mentale <12 mesi
NELL’ARCO DELL’ETÀ EVOLUTIVA
 Il 70% dei soggetti rimane nella stessa fascia di gravità;
 Il 20% modifica positivamente il suo QI fino a passare nella fascia superiore;
 Il 10% subisce un peggioramento fino a passare nella fascia di gravità inferiore
IL RITARDO MENTALE NELLE DIVERSE FASI EVOLUTIVE
COME SI PRESENTA UN BAMBINO CON RITARDO MENTALE LIEVE E MEDIO A 4 ANNI?
UN BAMBINO A 4 anni:
- sa organizzare un racconto spontaneo semplice;
- comprendere strutture grammaticali complesse;
- disegnare spontaneamente una figura umana;
- inizia a disegnare una casa;
- sa andare in bicicletta (con le rotelle), fare un salto a piedi uniti, sa salire e scendere le scale;
- sa mangiare da solo, controlla gli sfinteri, si sveste e inizia a vestirsi completamente da solo;
- organizza sequenze di gioco simbolico che condivide con i coetanei.
UN BAMBINO CON RITARDO MENTALE LIEVE A 4 anni
Eta’ mentale: 2 - 3 anni
• Produce una frase SVO ed eventualmente una frase SVOC;
• comprende ordini semplici in sequenza;
• Presenta uno sviluppo motorio-prassico lievemente rallentato
(es: sale e scende con appoggio; pedala +/-; salto -);
• Disegna un cerchio; non esegue una figura umana spontaneamente;
• Usa cucchiaio e forchetta, non controlla completamente gli sfinteri, sveste +/-, veste -;
• Uso funzionale degli oggetti, giochi di accudimento semplici, gioco simbolico di solito
presente ma semplice e poco articolato;
• Possibile isolamento dal gruppo dei coetanei (predilige i bambini più piccoli)
UN BAMBINO CON RITARDO MENTALE MEDIO A 4 ANNI
Età mentale: 1,4 – 1,10 anni
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•
•
•
•
•
•
Si esprime con singole parole o con combinazioni di 2 parole (es: frasi SO mamma
pappa); comprendono ordini semplici contestuali;
Goffi nel correre, cadono spesso; non pedalano; salgono e scendono con difficoltà
(senza alternare e con appoggio);
Eseguono scarabocchi lineari e circolari; non eseguono il cerchio;
Forchetta e cucchiaio +/-; non raggiunto il controllo degli sfinteri; non si svestono e
non si vestono da soli;
Uso funzionale dell’oggetto in presenza dell’adulto; tendono ad eseguire giochi di
movimento poco finalizzati;
Isolamento dal gruppo dei pari.
COME SI PRESENTA UN BAMBINO CON RITARDO MENTALE LIEVE E MEDIO A 8 ANNI?
UN BAMBINO AD 8 ANNI
• Si esprime adeguatamente utilizzando strutture morfo-sintattiche complesse ed un
vocabolario ricco e variegato;
• si muove in modo fluido e coordinato, va in bicicletta senza rotelle;
• si allaccia le scarpe da solo; i disegni sono ricchi di particolari e dettagli, iniziale uso
della prospettiva, la figura umana ha un doppio contorno.
• stabilizzati gli apprendimenti della classe III elementare (leggono e comprendono
adeguatamente un brano di III; sanno scrivere un temino e riassumere un brano letto;
eseguono correttamente addizioni, sottrazione e moltiplicazioni, iniziano la divisione)
• sono autonomi ( si svestono e vestono da soli, si lavano da soli),
• si separano senza difficoltà dalle figure adulte di riferimento;
• interagiscono serenamente con il gruppo dei pari e iniziano ad avere amicizie
privilegiate
UN BAMBINO CON RITARDO MENTALE LIEVE A 8 anni
Eta’ mentale: 4,6- 6 anni circa
• Effettua racconti brevi con semplici nessi causali e temporali ma non logici espliciti;
• spesso presentano goffagine motoria;
• non si allacciano le scarpe da soli; nel disegno eseguono figure geometriche semplici,
disegno narrativo +/-;
• scrivono e leggono al massimo per parole;
• sono abbastanza autonomi, richiedono però spesso il supporto dell’adulto;
• possono presentare ansia di separazione, prediligono giocare con i bambini più piccoli,
difficoltà di socializzazione con il gruppo dei coetanei
UN BAMBINO CON RITARDO MENTALE MEDIO A 8 anni
Eta’ mentale: 3 - 4 anni
• Parlano per frasi SVOC e coordinate semplici, hanno un racconto didascalico con
supporto visivo;
• pedalano con difficoltà, sono molto goffi (es. salto a piedi uniti (+/-);
• nodo –, coltello -, non riescono a disegnare una casa, non stabilizzata la figura umana;
• scrivono e leggono singole lettere, non c’è corrispondenza tra numero e quantità;
• si svestono da soli, collaborano nel vestirsi, non ancora completamente autonomi
anche nel lavarsi i denti;
• molto isolati, gioco simbolico semplice, spesso imitano sequenze di vita quotidiana.
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…. Quali Disturbi Psichiatrici?





Depressione
Disturbi d’ansia
Disturbo Ossessivo-Compulsivo
Disturbi psicotici
Disturbi dl comportamento dirompente
COSA FARE PER AIUTARE UN BAMBINO CON RITARDO MENTALE
 Offrire un ambiente scolastico ricco di attenzioni e di affettività coinvolgendo i
compagni
 L’insegnante deve stabilire con il bambino un rapporto basato oltre che sulla fiducia
reciproca e sul confronto, sulla collaborazione.
 Indispensabile è la disponibilità da parte dell’insegnante a interpretare e soddisfare i
bisogni specifici di cui il bambino con RM è portatore.
 Promuovere e valorizzare l’operatività spontanea attraverso proposte manipolative
per aiutarlo a “saper fare”
 Offrire una didattica diversificata e lavorare in piccoli gruppi
 Promuovere una maggiore “flessibilità cognitiva” aiutandolo gradualmente ad
adattarsi a situazioni nuove e a generalizzare le esperienze apprese
 Aiutarlo a riflettere sull’esperienza attraverso un approccio metacognitivo che lo
sostiene nel difficile sviluppo di un pensiero simbolico e astratto
 Favorire una positiva relazione con il gruppo classe per permettergli di esprimere al
meglio le sue potenzialità e acquisire sicurezza.
 Rapporto con i genitori importante per la continuità tra ambiente scolastico e
ambiente domestico
FUNZIONAMENTO COGNITIVO LIMITE
DEFINIZIONE
 Il Funzionamento Intellettivo Limite corrisponde a un'estensione di valori di QI
maggiori rispetto alla D.I.(di solito 71-84)
 Non è riconosciuto come categoria diagnostica nelle ultime revisioni dei manuali di
classificazione (DSM-V, ICD-11 in pubblicazione)
 Il DSM-IV-TR (2000) vi dedica poche righe (6 righe a pag. 786), limitandosi a dire che
questa diagnosi può essere formulata quando il QI è fra 71 e 84.
 Si tratta di un “limbo” necessario tra normalità e ritardo mentale.
 Una diagnosi di FIL dovrebbe essere effettuata non solo con riferimento al criterio del
QI fra 71 e 84 (o 85), ma anche con riferimento al criterio della presenza di difficoltà di
adattamento (utilizzando le stesse categorie della D.I) e della insorgenza prima dei 18
anni.
 Come il ritardo mentale il funzionamento intellettivo limite non è una sindrome, ma un
“risultato” finale di cause fra loro diverse.
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ADHD sindrome da deficit dell’attenzione e iperattività
L’ATTENZIONE PUÒ ESSERE DEFINITA COME:
Un processo attivo di un insieme di competenze che l’individuo utilizza per categorizzare le
informazioni provenienti dall’ambiente (Taylor, 1986).
Esistono diverse forme di attenzione:
- Attenzione selettiva
- Attenzione simultanea
- Attenzione momentanea
- Attenzione alternata
- Attenzione sostenuta
Attenzione selettiva:
Si intende la capacità che ha l’individuo di rispondere ad un
unico stimolo ambientale ignorando gli altri, prevedendo,
quindi, la capacità di filtrare gli stimoli rilevanti da quelli
non rilevanti.
Attenzione simultanea:
E’ la capacità di prestare attenzione contemporaneamente a
più stimoli provenienti dall’ambiente
Attenzione momentanea:
E’quella che permette di decidere, attraverso le informazioni provenienti dall’ambiente, se
occorre fornire una risposta; questo tipo di attenzione consente di mantenere un contatto
costante con l’ambiente, ignorando le informazioni non rilevanti.
Attenzione alternata:
E’ la capacità di spostare da uno stimolo all’altro la propria attenzione; questa capacità
permette flessibilità e prontezza nelle risposte
Attenzione sostenuta:
E’ l’abilità di mantenere alto il livello di attenzione per il tempo necessarioper portare a
termine il compito.
I sintomi cardine della sindrome sono:
1. Disturbo di sviluppo dell’attenzione con la tendenza ad utilizzare span attentivi più
brevi rispetto all’età cronologica;
2. Difficoltà selettiva a sostenere l’attenzione sopra un obiettivo cognitivo senza un
rinforzo motivazionale costante
3. Marcata impulsività motoria che consiste sia nella tendenza a produrre numerosi
atti motori frammentari non finalizzati sia nell’incapacità ad inibire un’attività motoria
intrapresa;
4. Labilità emotiva latente e vulnerabilità rispetto rispetto allo stress psicologico con un
enorme dispersione ed oscillazioni affettive e con una bassa tolleranza alla
frustrazione e al conflitto.
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1. La disattenzione in età prescolare
 Spesso sembra che non ascoltino o non abbiano sentito;
 Non seguono le indicazioni o le regole di giochi o attività;
 Possono esservi frequenti passaggi da un’attività ad un’altra senza completarne
nessuna;
 Spesso non soddisfano le richieste o non riescono a seguire le istruzioni e non portano
a termine compiti;
 Le situazioni più strutturate che richiedono attenzione protratta vengono avvertite
come spiacevoli e notevolmente avversate.
2. Disattenzione in età prescolare
 Forte oppositorietà;
 Sono facilmente distratti da stimoli irrilevanti e frequentemente interrompono compiti
in corso di svolgimento per prestare attenzione a rumori senza importanza che di
solito sono ignorati da altri (ad esempio: il clacson di un’auto, una conversazione di
sottofondo).
3. Disattenzione in età prescolare
 Possono non riuscire a prestare attenzione ai particolari;
 Spesso hanno difficoltà nell’organizzarsi nel gioco, non mantenendo l’attenzione nelle
attività che stanno svolgendo;
 tendono a disperdere, maneggiare senza cura e danneggiare il materiale utilizzato;
 Il gioco è disordinato e svolto senza minima cura.
impulsività in età prescolare
 Difficoltà ad attendere il proprio turno;
 Difficoltà a tenere a freno le proprie reazioni, frequenti crisi di collera, difficilmente
consolabili, scarsa capacità di autoregolazione;
 Tendono a “sparare” le risposte prima che le domande siano state completate ed
interrompono eccessivamente gli altri;
 Sono invadenti nei confronti degli altri bambini, arraffano oggetti altrui, toccano cose
che non dovrebbero toccare;
 L’impulsività può portare ad incidenti (per es., far cadere oggetti, sbattere contro gli
altri, agguantare un tegame rovente) e al coinvolgimento in attività potenzialmente
pericolose senza considerare le possibili conseguenze.
IMPORTANTE
IRREQUIETEZZA MARCATA, AGGRESSIVITÀ, INSOFFERENZA ALLE REGOLE, DISORDINE E
DISORGANIZZAZIONE, FRUSTRAZIONE PEGGIORANO DI SOLITO NEL PASSAGGIO ALLA
SCUOLA PRIMARIA (DOVE AUMENTANO REGOLE E COMPITI E DIMINUISCONO I MOMENTI
DI GIOCO).
1. DISATTENZIONE IN ETÀ SCOLARE
 Bambini che si distraggono con estrema facilità per la presenza di stimoli esterni,
anche di lieve entità;
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 Possono aåvere difficoltà nel mantenere l’attenzione nelle attività di gioco o nei
compiti;
 Commettono frequenti errori di distrazione, non prestando attenzione ai particolari o
alle spiegazioni;
 Non sembrano ascoltare quando gli si parla direttamente;
 Non portano a termine un compito.
 Sono bambini che perdono i giochi o tutti quegli oggetti necessari per le diverse
attività scolastiche ed extrascolastiche
L’ IPERATTIVITÀ
 Difficoltà a rimanere tranquilli, in tutte quelle situazioni in cui ci si aspetta che il
bambino rimanga seduto;
 Descritti come in continuo movimento come se fossero guidati da un “motorino”;
 Anche quando sono fermi, lo sono in modo apparente perché tamburellano con le dita,
si muovono in continuazione sulla sedia, toccano tutto quello che hanno di fronte;
 Hanno difficoltà a giocare in modo tranquillo e preferiscono dedicarsi soprattutto ad
attività di movimento.
VERSANTE PSICOPATOLOGICO
Difficoltà di regolazione con incapacità a modulare ed organizzare varie aree di
funzionamento:
 Alterazione nella capacità di modulazione degli affetti all’interno delle relazioni
significative del bambino;
 Alterazione nell’organizzazione del comportamento;
 Alterazioni del sonno;
 Turbe dell’alimentazione;
 Turbe del controllo sfinterico.
Attenzione! Autostima limitata, problematica sociali, rendimento scolastico scarso.
Il bambino con Deficit d’attenzione e disturbo iperattivo sperimenta costanti insuccessi nella
rappresentazione quotidiana dell’immagine di sé:
1. Ansia e vissuti di perdita;
2. Inadeguatezza, tristezza, colpa, vergogna, umiliazione
Il bambino cresce sperimentando sempre più pesanti sensi di colpa legati alla sua impulsività
e sregolatezza rispetto alle richieste dell’ambiente intra ed extra-familiare
La comorbidità
1.Disturbi di Apprendimento (10-92%);
2. Disturbo Oppositivo-Provocatorio (35-50%)
3. Disturbo della Condotta (25-45%)
4. Disturbi affettivi (40%)
5. Disturbi da Tic (50%)
6. Disturbo Ossessivo Compulsivo (25%).
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Cosa fare per aiutare un bambino con adhd
 L’insegnante deve porsi come autorevole e competente punto di riferimento
aiutando l’alunno a organizzare meglio gli spazi e il tempo per rendere il proprio
ambiente prevedibile e gestibile:
• Definizione di regole e della routine scolastica;
• Organizzazione dei tempi di lavoro;
• Organizzazione del materiale offrendo un modello per favorire il mantenimento del
materiale in ordine
 Nella gestione delle lezioni:
• Tempi di lavoro più brevi alternati a brevi momenti di pausa che devono essere
frequenti
• Lezioni stimolanti e ricche
• Offrire lezioni dinamiche (gioco di ruoli per favorire la comprensione della lezione)
• Interagire frequentemente, fare in modo che rispondano spesso,
• Abituare l’alunno impulsivo a controllare il lavoro che ha svolto
• Fare in modo che continui autonomamente la parte più facile del compito
aiutandolo in quella difficile
• Evitare competizioni con i compagni
 Nella gestione dei compiti a casa:
• Dare compiti che possa svolgere in autonomia secondo i suoi tempi d’attenzione
• Controllare che i compiti siano stati scritti prima che l’alunno vada a casa
• Controllare i compiti svolti a casa
 Nella gestione del comportamento:
• Definire e mantenere regole chiare (poche ma buone)
• Valorizzare i comportamenti positivi piuttosto che punire quelli negativi (le
punizioni non modificano il comportamento, spesso lo peggiorano)
• Modificare i rinforzi positivi quando non sono più efficaci
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•
•
Stabilire ogni giorno o ogni settimana degli obiettivi facili da raggiungere, dando a
lui dei feedback
DEDICATEGLI TEMPO
L’ALUNNO DISABILE NELLA SCUOLA L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA
(intervento del dott. Alberigo Battisti)
RILEVAZIONE ISTAT INTEGRAZIONE SCOLASTICA
 Nell'anno scolastico 2012-2013, sono circa 149 mila di cui 84 mila gli alunni con
disabilità nella scuola primaria (pari al 3,0% del totale degli alunni) mentre in quella
secondaria di primo grado se ne contano poco più di 65 mila
 Nell'anno scolastico 2010-2011 in Italia sono 139 mila gli alunni con disabilità (il
3,0% del totale degli alunni), di cui circa 78 mila nella scuola primaria (pari al 2,8% del
totale degli alunni) e poco più di 61 mila nella scuola secondaria di primo grado (il
3,4% del totale).
 L'84,5% degli alunni con disabilità della scuola primaria e l'82,1% della scuola
secondaria ha la certificazione ai sensi della Legge 104/92
 Gli insegnanti di sostegno rilevati dal Ministero dell'Istruzione, dell'università e della
ricerca (Miur) sono più di 67 mila: 2 mila in più rispetto allo scorso anno. Nel
Mezzogiorno si registra il maggior numero di ore medie di sostegno settimanali
assegnate.
 Gli insegnanti di sostegno, in entrambi gli ordini scolastici, svolgono prevalentemente
attività di tipo didattico (per l'84% degli alunni con disabilità della scuola primaria e
per l'82,4% di quelli della scuola secondaria di primo grado).
 La quota è rispettivamente dell' 8,6% e del 6,8% se l'insegnante svolge attività
prevalentemente di tipo assistenziale.
 Circa l'8% delle famiglie ha presentato un ricorso negli anni per ottenere l'aumento
delle ore di sostegno.
 Nelle scuole primarie il 21,4% degli alunni con disabilità non è autonomo in almeno
una delle attività indagate (spostarsi, mangiare o andare in bagno) e l'8,0% non è
autonomo in tutte e tre le attività. Nelle scuole superiori di primo grado le percentuali
sono rispettivamente del 14.7% e del 5,5%.
 Il ritardo mentale, i disturbi del linguaggio, dell'apprendimento, e dell'attenzione
rappresentano i problemi più frequenti negli alunni con disabilità in entrambi gli
ordini scolastici considerati
 La partecipazione alle attività extrascolastiche organizzate dalla scuola sembra essere
molto difficile per gli alunni con disabilità. (50 %)
 Percentuali più basse si riscontrano, invece, nella partecipazione ai campi scuola, ai
quali prendono parte il 16,1% degli alunni con disabilità della scuola primaria e il
17,2% di quelli della scuola secondaria di primo grado.
La certificazione
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Atto finale dell’ equipe multidisciplinare su modello Regionale
Codici Scolastici, richiesta di sostegno alle scuole entro giugno dell’aa scolastico
precedente.
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Chi può fare richiesta? Ultime disposizioni
(8 Aprile 2014)
Chi ha diritto al sostegno? Riconoscimento della condizione di disabilità, art 1 comma
1, art 3 comma 3.
Cosa fare per gli alunni con BES?
La richiesta per il riconoscimento della legge 104/92
Certificazione Specialistica → CAF →Visita medico legale (con relazione clinica aggiornata) →
dopo circa 2 mesi →Riconoscimento condizione di disabilità
(a discrezione della commissione medico-legale).
riconoscimento della legge 104/92
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Codici ICD-10 che rientrano generalmente nel riconoscimento art 3 comma 1
Codici Disturbi Settoriali di Sviluppo
Codici Funzionamento cognitivo Limite
Codici Disturbi Psicopatologici
Codici Disabilità Cognitive compensate
Codici ICD-10 che rientrano generalmente nel riconoscimento art 3 comma 3
Codici malattie genetiche
Codici Disabilità Intellettive Lievi con comorbidità
Codici Disturbi Spettro Autistico
Codici Disturbi Settoriali in comorbidità
TUTTO IL RESTO SULLE SLIDE
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