Regione Campania Qualità Management System ASL CASERTA 1 Dir.Dott.Francesco Testa Servizio Controllo di Gestione-ASL Ce1 ISO9002 Registration Number TI-18056 Prefazione. Per l’Azienda Sanitaria Locale Caserta 1 la ricerca del continuo miglioramento delle prestazioni offerte ai propri utenti è un punto cardine. Per ottenere questo obiettivo da oltre 2 anni abbiamo impegnato risorse in termini di uomini, strutture e finanziamenti dando piena attuazione alla proposta del Professor Achille Caputi di condurre un aggiornamento professionale attraverso tecniche di audit e feed-back . Sapevamo, inoltre, di poter contare su una categoria di Medici di Medicina Generale particolarmente vivace dal punto di vista intellettuale e molto avanzata sui temi della formazione professionale permanente e della gestione moderna delle cure primarie. Il successo dell’iniziativa e’ dimostrato dal fatto che agli 81 iniziali si sono associati altri 42 medici Pertanto la costituzione di un gruppo campione di 123 medici non ha trovato particolari difficoltà, così come il faticoso compito di Tutor è stato svolto da sei membri del gruppo con forte motivazione, direi al limite della dedizione. Né il personale della ASL coinvolto in questa esperienza ha fatto mai mancare la sua presenza, il supporto organizzativo e il giusto pungolo allo svolgersi dell’esperienza. A circa tre anni dalla partenza del progetto esprimo la soddisfazione mia e di tutta la dirigenza di questa Azienda per il lavoro svolto dal Prof.Caputi,dai Tutor,dai Direttori del Corso e dai collaboratori del Servizio Controllo di Gestione che si e’ concretizzato nella pubblicazione di molti fascicoli in cui vengono rilevati, analizzati e discussi una serie di processi nell’ambito delle Cure Primarie. La conoscenza dei quali ed il confronto con quanto si fa nel resto del mondo per problemi analoghi costituisce, senza dubbio, fonte di conoscenza e di miglioramento delle proprie performances. Da questo processo ne scatutirà un miglioramento delle prestazioni che i nostri Medici Generali saranno in grado di offrire ai propri assistiti contribuendo al raggiungimento di quell’obiettivo indicato all’inizio di queste righe. Certi di questo e del circuito “virtuoso” che questa esperienza può innescare è intenzione precisa della Azienda continuare a fornire tutto il supporto necessario agli attori di questo processo affinché lo stesso prosegua nei prossimi anni con proficui risultati per la salute pubblica. Il Direttore Generale Dottor Francesco Testa Versione 1 del 30/04/2003 2 Introduzione. “Motivare” le proprie prescrizioni da parte di un medico significa esporsi a critiche. Discutere pubblicamente tali “motivazioni” significa avere il coraggio di cercare il proprio errore ed iniziare un percorso formativo su problemi concreti. Questo è quanto sta facendo un gruppo di Medici di Medicina Generale da circa 3 anni supportato e stimolato dalla Azienda Sanitaria Locale Caserta 1. Come logica conseguenza di tale progetto di formazione permanente, che si basa sulla analisi e sul feed-back delle prescrizioni e sugli audit conseguenti, scaturisce la presente pubblicazione che rappresenta “La depressione in Medicina Generale”. Trattasi, giustamente, di una versione datata 30/04/2003, proprio perché non punto di arrivo, bensì di partenza per un lavoro di applicazione e verifica, che vedrà nel prossimo futuro altre indagini, altri feed-back ed altri audit nel tentativo permanente di “migliorarsi” insieme. Avendo contribuito a questo processo non posso che esprimere ammirazione per questo gruppo di Colleghi sia per l’impegno profuso che, soprattutto per il sentito e dimostrato bisogno di migliorarsi riscontrato in tutti loro. Achille P. Caputi Professore Ordinario di Farmacologia Dipartimento Clinico e Sperimentale di Medicina e Farmacologia. Università di Messina Gruppo di lavoro I Tutors: medici di medicina generale. D’Addio Filippo Del Guerra Michele De Cesare Giovanni Perone Vincenzo Tazza Antonio Coordinatori di Progetto: Michele Tari, Dir. Servizio Controllo Interno di Gestione. Salvatore Moretti, Direttore Responsabile Distretto n. 25. Hanno collaborato: 1. Dipartimento Clinico e Sperimentale di Medicina e Farmacologia. Università di Messina Prof. Achille Caputi, Farmacologo, Direttore di Dipartimento. Prof. Edoardo Spina, Psichiatra. Dr. Vincenzo Arcoraci, Ricercatore. 2. Servizio Controllo Interno di Gestione ASL CE1. Dott.ssa Rosa Cantone, Farmacista. Dott.Michele Mancino-Dott.ssa C.Iodice 3. Supporto organizzativo ed elaborazione dati: Servizio Controllo Interno di Gestione ASL Ce1. Versione 1 del 30 /04 / 2003 4 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. 32. 33. 34. 35. 36. 37. 38. 39. 40. 41. 42. 43. 44. 45. 46. 47. 48. 49. 50. 51. 52. 53. 54. 55. 56. 57. 58. 59. 60. 61. 62. I Medici di Medicina Generale: ADDEO PETRONILLA MARIA AFFINITA CIRO NATALE APPERTI MARIA CLOTILDE BALLETTA ALESSANDRO BARBATO DOMENICO BERNARDI GUIDO BETTI ANTONIO BETTINO GINO BIANCO PASQUALE BOVE MARIO BUONO NICOLA CAMPANILE ANNA CANZANO SILVESTRO CARADONNA MARIA CASTELLANO MARIA CARMELA CENICCOLA MARIANNA CHIRICO MARIA TERESA CIOFFI ANGELO CONSOLI ANGELO CORBISIERO CARMINE CORVINO PASQUALE COSCIONE MARGHERITA CRESCENTE ANGELO D’ACUNZO NOBILE D’ADDIO FILIPPO D’AMICO GIUSEPPE D’ARGENZIO ROSA DE CESARE GIOVANNI DE LUCIA FRANCESCO DE LUCIA FRANCO PIERINO DE MATTEIS ORNELLA DE ROSA MARCANTONIO DE ROSA PATRIZIA DE SIRE GIUSTINO DEL GUERRA MICHELE DELLA ROCCA GIACINTO DELL’AQUILA ANNAMARIA DELLE CURTI DOMENICO DESIATO ANGELO DI DOMENICO MICHELE DI MURRO ONORIO DIODATI GIUSEPPE DI SORBO GIUSEPPE DI SORBO STEFANO DI ZAZZO CESARE FAILLI GIANFRANCO FEDELE GENNARO FERRAIOLO NICOLINA GAGLIONE ANTONIO GIARRUSSO GIOV.ALFONSO GIGLIO ANNA MARIA GIORDANO STEFANO GRECO AGOSTINO IODICE MARIA LUIGIA LASCO FRANCESCA LAURITANO GENNARO LETIZIA GIUSEPPE LETIZIA MARIA LO GRECO PIETRO LOMBARDI INNOCENZO LONARDO ANNA CAMILLA MANCINO ANTONIO 63. MANCONE MANFREDI 64. MARINO ANTONIO 65. MARINO FRANCESCO CARLO 66. MARTIRE SAVERIO 67. MASSI ROBERTO 68. MASSUCCI GIOVAN BATTISTA 69. MASTROIANNI ANNIBALE RENZO 70. MINGIONE FRANCESCO 71. MIRRA BALDASSARRE 72. MONTANARO CARMINE 73. MORETTI SALVATORE 74. MORIELLO PASQUALE 75. NATALE ANTONIO 76. NEGRO CARLA 77. NUNZIATA SERGIO 78. ORLANDO VALERIO 79. PASCARELLA ANDREA 80. PASCARELLA CIRO 81. PASCARELLA DOMENICO 82. PASCARELLA GIUSEPPE 83. PASCARELLA SILVIO 84. PERONE VINCENZO 85. PERRINO MANFREDI 86. PETRAZZUOLI FERDINANDO 87. PICCIRILLO ANDREA 88. PONSILLO LUIGI 89. PONTILLO M.GIOVANNA 90. PORCIELLO ALDO 91. PORFIDIA GIOVANNI 92. PULCINO LUPO GIACOMO 93. RICCARDI GIOVANNI 94. RICCIARDI BENEDETTO 95. ROBERTI MICHELE 96. RUSSO GIOVANNI 97. RUSSO PASQUALE-MARCIANISE 98. SAGNELLI CLEMENTE 99. SALZILLO GIROLAMO 100. SANTANGELO DOMENICO 101. SAVIGNANO L CARLA 102. SERRAO LUIGI 103. SIBILLO ANTONIO 104. SICIGNANO MAURO 105. SIRIGNANO RODOLFO 106. SQUEGLIA FRANCO 107. STRANGES MARIO 108. TARTAGLIONE ETTORE 109. TARTAGLIONE GIACOMO 110. TARTAGLIONE MICHELE 111. TAZZA ANTONIO CARLO 112. TONTOLI FRANCESCO 113. TROMBETTA ANTONIO 114. TROMBETTA LUIGI 115. TROTTA ANGELANTONIO 116. TROVATO FRANCESCO 117. VALENTINO MARIA 118. VARLETTA ANGELO 119. VISCO VALERIO MARINO 120. VISCO MASSIMO 121. VOZZA GIACOMO 122. ZITIELLO VINCENZO 123. ZICCARDI FRANCESCA Versione 1 del 30 /04 / 2003 5 Panor@mica: il nostro data-base. L’esperienza Panor@mica, un data-base contenente dati di farmaco-utilizzazione provenienti da un campione rappresentativo di Medici di Medicina Generale (MMG), giunge al suo terzo anno di vita. La caratteristica di Panor@mica è costituita dal fatto che i dati di prescrizione dei farmaci sono accompagnati dalla motivazione diagnostica, la raccolta dei dati è iniziata da circa tre anni ed oggi la piattaforma dei medici che inviano dati è piuttosto stabile e validata. In questa analisi il campione dei medici con dati validati scaricati con continuità nel data-base è di 133, con una popolazione in carico di 166.570 assistiti. Tabella 1. Analisi del campione ASL Caserta 1 Dbase (esclusi pediatri) I semestre 2002 306 133 359.351 166.570 N medici N assistiti Età media + DS 41,1 + 20,4 Media assistiti/medico N pazienti totale 1174,3 Età media + DS 1252,4 105.369 47,0 + 21,1 Paz che utilizzano antidepressivi (N06A-N05AL01 amisulpiride) Trattamenti effettuati con antidepressivi N pazienti con diagnosi di depressione* Età media + DS 5.935 19.255 4.107 (2,5%§) 52,5 + 17,3 N prescrizioni nei pazienti depressi Media prescrizioni/paziente 15.699 3,8 §La % è stata calcolata sul totale degli assistiti (166.570) Le motivazioni diagnostiche apposte dai medici campione sono codificate secondo l’ICD 9 e sono state ricercate come segue. Versione 1 del 30 /04 / 2003 6 Tabella n. 2: diagnosi ICD 9 incluse nella ricerca. 296.2 296.3 296.5 296.6 296.8 296.9 298.0 298.2 300.4 301.1 309.0 309.1 311 Depressione maggiore, episodio singolo Depressione maggiore, episodio ricorrente Sindrome affettiva bipolare, episodio depressivo Sindrome affettiva bipolare, episodio misto Psicosi maniaco-depressiva, altra e non specificata Psicosi affettive, altre e non specificate Psicosi di tipo depressivo Confusione reattiva Depressione nevrotica Disturbo di personalità depressivo Reazione depressiva breve Reazione depressiva prolungata Disturbo depressivo, non classificato altrove Nel corso del I semestre 2002, 133 medici hanno scaricato i dati in maniera continua ed omogenea effettuando almeno un trattamento in 105.368 pazienti, 5935 soggetti sono stati trattati con antidepressivi per un totale di 19.255 prescrizioni. 4.107 hanno ricevuto una prescrizione farmacologica per diagnosi di depressione. L’età media di tali pazienti (52,5 + 17,3) è più alta dell’età media degli assistiti (41,1 + 20,4) e dei pazienti che hanno ricevuto una prescrizione nel periodo considerato per qualunque patologia (47,0 + 21,1). Le prescrizioni effettuate per depressione sono state 15.699, con una media di 3,8 prescrizioni per paziente in 6 mesi. Versione 1 del 30 /04 / 2003 7 Figura 1. Stratificazione per sesso dei pazienti trattati con antidepressivi rispetto ai pazienti trattati nello stesso periodo per qualsiasi motivazione ed al totale degli assistiti 100% % assistiti Panoramica (166.570) 90% % pz totali (105368) % pz con antidrepessivi (5935) 80% 68,0% 70% 60% 51,5% 56,0% 48,5% 50% 44,0% 40% 32,0% 30% 20% 10% 0% Femmine Maschi I pazienti trattati con antidepressivi presentano un’età media maggiore rispetto a quella degli assistiti e del campione totale dei pazienti. Il sesso femminile è maggiormente rappresentato nei soggetti depressi rispetto al totale dei pazienti ed al totale degli assistiti. Figura 2. Frequenza di depressione negli assistiti, suddivisi per sesso Assistiti (166.570) 88000 80000 72000 85708 (100%) Pazienti (4.107) 80862 (100%) 64000 56000 48000 40000 32000 24000 16000 8000 2802 (3,3%) 1305 (1,6%) 0 Femmine Maschi La prevalenza di depressione è più alta nel sesso femminile (3,3% vs 1,6%) Versione 1 del 30 /04 / 2003 8 Figura 3. Frequenza di depressione negli assistiti, suddivisi per fasce d’età 29209 30000 28576 Assistiti Panoramica (166.570) Pazienti (4.107) 26227 25000 22899 18672 20000 15000 15532 14394 8676 10000 2385 5000 10 (0,1%) 0 0-14 15-24 25-34 753 (3,3%) 789 (2,8%) 522 (1,8%) 167 (0,6%) 35-44 45-54 644 (4,1%) 708 (3,8%) 55-64 65-74 436 (5,0%) 75-84 78 (3,3%) >84 I sottotipi diagnostici utilizzati nelle motivazioni addote dai medici di medicina generale facenti parte del campione sono rappresentati nella tabella seguente. Tabella 3. Sottotipi di diagnosi nei pazienti depressi ICD9 Descrizione N (pz tot=4.107) % 300.4 Depressione nevrotica 2.363 57,5% 311 1.335 32,5% Disturbo depressivo, non classificato altrove 298.0 Psicosi di tipo depressivo 410 10,0% 296.9 Psicosi affettive, altre e non specificate 11 0,3% 309.0 Reazione depressiva breve 9 0,2% 296.5 Sindrome affettiva bipolare, episodio depressivo 7 0,2% 296.3 Depressione maggiore, episodio ricorrente 6 0,1% Psicosi maniaco-depressiva, altra e non specificata 3 0,1% 296.2 Depressione maggiore, episodio singolo 2 0,0% 296.6 Sindrome affettiva bipolare, episodio misto 2 0,0% 301.1 Disturbo di personalità depressivo 2 0,0% 309.1 Reazione depressiva prolungata 2 0,0% 296.8 298.2 Confusione reattiva Versione 1 del 30 /04 / 2003 1 0,0% 9 I 4.107 pazienti depressi sono stati estrapolati dal campione totale di pazienti del I semestre 2002, mediante l’utilizzo di sette diversi codici ICD 9. La patologia più rappresentata è la depressione nevrotica, ricorrente in oltre la metà del campione. Un paziente può essere trattato per diverse sottoclassi diagnostiche e quindi rientrare in più di un gruppo classificativi: la diagnosi, infatti, non è mutuamente esclusiva. Tabella 4. Prescrizioni effettuate nei pazienti depressi, raggruppate per gruppi terapeutici (prescrizioni > 100) ATC4 Descrizione N06A Antidepressivi N05A Antipsicotici N03A Antiepilettici A03F Procinetici N04A Sostanze anticolinergiche N05B Ansiolitici Altro Totale N % 11.440 72,9% 2.348 15,0% 735 4,7% 576 3,7% 118 0,8% 100 0,6% 382 2,4% 100,0 % 15.699 Analizzando le prescrizioni effettuate nei pazienti affetti da depressione, emerge che il 73% delle prescrizioni è coperta dagli antidepressivi ed il 15% dagli antipsicotici. Il dato inerente le prescrizioni di ansiolitici potrebbe essere sottostimato in quanto farmaci non rimborsabili. Tabella 5. Prescrizioni di antidepressivi (N06A+Amisulpride) effettuate nei pazienti depressi, raggruppate per ATC Descrizione Inibitori selettivi della ricaptazione della N06AB serotonina N06AX Altri antidepressivi Inibitori non selettivi della monoaminoN06AA ricaptazione N05AL Benzamidi (amisulpride) Totale ATC5 Versione 1 del 30 /04 / 2003 N % 7765 62,3% 2222 17,8% 1453 11,7% 1020 8,2% 12460100,0% 10 Tabella 6. Antidepressivi (N06A) e benzamidi (N05A) prescritti nei pazienti affetti da depressione (prescrizioni > 200) Molecole (19) Descrizione N % % cum Inib selettivi della ricaptazione della serotonina Inib selettivi della ricaptazione della serotonina Altri antidepressivi Inib selettivi della ricaptazione della serotonina Benzamidi Inib selettivi della ricaptazione della serotonina Inib non selettivi della monoaminoricaptazione Inib non selettivi della monoaminoricaptazione Altri antidepressivi Inib selettivi della ricaptazione della serotonina Altri antidepressivi Citalopram 2.898 23,3% 23,3% Paroxetina Venlafaxina 2.670 1.213 21,4% 9,7% 44,7% 54,4% Sertralina Amisulpride 1.127 1.020 9,0% 8,2% 63,4% 71,6% Fluoxetina 803 6,4% 78,0% Clomipramina 714 5,7% 83,7% Amitriptilina Trazodone 547 509 4,4% 4,1% 88,1% 92,2% Fluvoxamina Reboxetina 267 244 2,1% 2,0% Altro Totale 94,3% 96,3% 448 3,6% 100,0% 12.460 100,0% Valutando gli antidepressivi prescritti, emerge che due inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (citalopram e paroxetina) coprono il 44,7% delle prescrizioni totali. Il database Panor@mica ci consente, in via indiretta, una stima dei casi incidenti in un periodo di tempo determinato fornendo informazioni sui nuovi casi. Per nuovi casi si intendono i soggetti a cui è stata fatta una prescrizione per depressione nel periodo considerato (gen-giu 2002) ed a cui non è stata mai fatta diagnosi di depressione nei 6 mesi antecedenti. La valutazione è stata effettuata sui soggetti depressi dei medici (95 su 133) in possesso dei dati retrospettivi. Versione 1 del 30 /04 / 2003 11 Tabella 7. Campione di pazienti depressi (95 medici), suddivisi in nuovi casi e casi già diagnosticati e trattati nel II semestre 2001 Pazienti % maschi Nuovi casi* Già in terapia§ Totale 1.298 31,6% 1.886 3.184 32,5% 32,1% Età media + Prescrizioni Media DS prescr./pz 51,1 + 17,8 3.015 2,3 9.238 4,9 53,4 + 16,7 52,4 + 17,2 12.253 * pazienti che, nel corso dei 6 mesi precedenti il periodo di monitoraggio, non hanno ricevuto alcuna prescrizione per depressione § pazienti che, nel corso dei 6 mesi precedenti il periodo di monitoraggio, hanno ricevuto almeno una prescrizione per depressione Al fine di valutare il numero dei nuovi casi di depressione trattata nel corso del I semestre 2002, sono stati considerati solo i pazienti dei medici che hanno scaricato in modo adeguato sia nel II semestre 2001, che nel I semestre 2002 (95 medici con un totale di 3.184 pazienti). Di questi, sono stati considerati pazienti incidenti (nuovi casi) coloro i quali non hanno ricevuto alcuna prescrizione per depressione nel corso del II semestre 2001 (40,8% del totale dei pazienti considerati); sono stati considerati prevalenti coloro cui era già stata diagnosticata e trattata la patologia nei 6 mesi precedenti. L’età media dei nuovi casi è più bassa rispetto ai soggetti già in trattamento (51,1 + 17,8 vs 53,4 + 16,7). Il numero medio di prescrizioni nei pazienti già in trattamento è maggiore rispetto a quello dei nuovi casi (4,9 vs 2,3). Tabella 8. Prescrizioni effettuate nei nuovi casi e nei casi già in terapia, raggruppate per ATC (prescrizioni > 200) Descrizione Inibitori selettivi ricaptazione serotonina Altri antidepressivi Inibitori non selettivi monoaminoricapt. Benzamidi Procinetici (levosulpiride) Diazepine,oxazepine e tiazepine Litio Altro Totale Nuovi casi N % Già in terapia N % 1795 59,5% 363 12,0% 210 288 107 27 13 7,0% 9,6% 3,5% 0,9% 0,4% 212 7,0% 3015 Versione 1 del 30 /04 / 2003 Totale N % 4301 46,6% 6096 49,8% 1344 14,5% 1707 13,9% 937 10,1% 673 7,3% 307 3,3% 222 2,4% 193 2,1% 1147 961 414 249 206 9,4% 7,8% 3,4% 2,0% 1,7% 1261 13,7% 1473 12,0% 12253100,0% 12 Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina sono i farmaci più prescritti in entrambi i gruppi di pazienti Nei nuovi casi, inoltre, vengono utilizzati con una frequenza superiore rispetto ai soggetti già in trattamento (59,5% vs 46,6%). Tabella 9. Numero di molecole diverse di antidepressivi con le quali i nuovi casi cominciano il trattamento N° molecole diverse N° pazienti % pazienti 1 1.054 86,6% 2 146 12,0% >3 17 1,4% Totale nuovi casi 1.217 100,0% Tra i 1.298 nuovi casi di depressione, 1.217 (93.8%) hanno iniziato la terapia con un antidepressivo (N06A) o amisulpride. In questi pazienti, la terapia ha inizio, nella maggior parte dei casi (86,6%), con la prescrizione di un unico principio attivo. I pazienti che iniziano con l’associazione di due principi attivi diversi sono il 12%, mentre con più di tre molecole diverse inizia l’1,4% dei nuovi casi. Versione 1 del 30 /04 / 2003 13 Diagnosi e terapia della depressione in MG Introduzione Nell’iniziare la stesura di un PDT per la depressione, grazie alla discussione con i MMG della ASL CE1, ci siamo resi conto che non è possibile descrivere i sintomi necessari ad effettuare una diagnosi psichiatrica con la concretezza sufficiente, invece, per una diagnosi di pertinenza internistica. L’esposizione di criteri diagnostici condivisi, come per esempio quelli del Diagnostic Statistic Manual IV o del ICD 10 non fornisce abbastanza elementi. Gli stessi autori del Manuale (DSM) avvertono che: ” l’uso appropriato di questi criteri richiede una preparazione clinica specialistica”; ed ancora: “è importante che il DSM IV non venga applicato meccanicamente da parte di individui non preparati”. I criteri diagnostici specifici inclusi nel DSM IV sono intesi come linee guida da integrare con il giudizio clinico e non devono essere utilizzati alla stregua di un libro di cucina. D’altra parte non è nemmeno possibile fornire, in poche pagine, un compendio esauriente delle definizioni più “letterarie” proprie della psichiatria non anglosassone. Abbandonato, almeno in parte, l’obbiettivo di un percorso diagnostico “compiuto”, riteniamo tuttavia utile insistere nella stesura di linee guida, perché il rapporto intimo e di lungo periodo fra MMG e paziente (e la sua famiglia) può costituire un vantaggio importante nel trattamento di una persona con sintomi psichiatrici. Il MMG è a conoscenza dei disturbi organici che affliggono il suo malato, può osservare il progredire ed il modificarsi dei sintomi nel tempo, può essere contattato con maggiore facilità rispetto allo specialista ed inoltre è talvolta l’unico referente sanitario con cui il paziente depresso vuole avere contatti. Ulteriori incentivi ci paiono la speciale prevalenza del disturbo depressivo fra i nostri assistiti e la sua capacità di “mimetizzarsi”. Rendere sospettoso per una patologia psichiatrica il MMG quando sintomi somatici non trovano adeguata collocazione sindromica e altrettanto per una patologia organica quando sintomi psichiatrici trovano migliore collocazione in essa, sfatare alcuni luoghi comuni, “smitizzare” alcuni comportamenti terapeutici, incuriosire, al fine di un maggiore approfondimento culturale, volto anche, finalmente, ad una sicurezza diagnostica nel campo dei disturbi depressivi sono gli obbiettivi di queste linee guida. Le Dimensioni del problema Nei giovani adulti, la prevalenza di depressione maggiore è tra il 5 ed il 10%, un numero di soggetti da due a tre volte maggiore presenta sintomi depressivi evidenti pur non soddisfacendo i criteri previsti dal DSM IV; negli anziani la prevalenza di Versione 1 del 30 /04 / 2003 14 sintomatologia depressiva sale al 10-15% potendosi così affermare che almeno 1 paziente su 10 soffre di qualche disturbo depressivo ad almeno 1 su 20 soddisfa i criteri per una diagnosi di episodio depressivo maggiore (1). I disturbi depressivi sono la quarta causa di disabilità al mondo e si prevede diventino la seconda nel 2020, la loro rilevanza epidemiologica e la compromissione che producono sullo stato di salute e su quello funzionale del paziente, nonché per i costi sociali indotti fanno del riconoscimento e del trattamento del paziente depresso un obbiettivo assolutamente rilevante. Descrizione clinica e diagnosi I disturbi depressivi sono divisi secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi Mentali (DSM IV) in: Il disturbo depressivo maggiore: E’ caratterizzato da uno o più episodi depressivi maggiori caratterizzati a loro volta dalla presenza per almeno due settimane da cinque dei seguenti sintomi di cui almeno uno deve essere umore depresso o perdita di interesse o piacere: Umore depresso per la maggior parte del giorno,quasi ogni giorno 1) come riportato dal soggetto o riferito da altri. 2) Marcata diminuzione di interesse o piacere. 3) Marcata perdita di peso (senza essere a dieta) o aumento di peso. 4) Insonnia o ipersonnia. 5) Agitazione o rallentamento psicomotorio. 6) Faticabilità o mancanza di energia. 7) Sentimenti di colpa o di autosvalutazione. 8) Ridotta capacità di pensare o di concentrarsi,o indecisione. 9) Pensieri ricorrenti di morte (non solo paura di morire). Il disturbo distimico: sempre secondo il DSM IV è caratterizzato da almeno due anni di umore depresso con almeno due dei seguenti sintomi 1) Scarso appetito o iperfagia. 2) Insonnia o ipersonnia. 3) Scarsa energia o astenia. 4) Bassa autostima. Difficoltà a concentrarsi o prendere decisioni. 5) 6) Sentimenti di disperazione Versione 1 del 30 /04 / 2003 15 Il disturbo depressivo non altrimenti specificato: è una categoria che include i disturbi con manifestazioni depressive che non soddisfano i criteri per disturbo depressivo, distimia etc. I disturbi depressivi sono quindi un complesso di sintomi che investono: la sfera vegetativa (insonnia, ipersonnia, appetito, desiderio sessuale) la sfera cognitiva (capacita di attenzione, memoria, tolleranza alle frustrazioni, distorsioni negative della realtà) il controllo degli impulsi (omicidio, suicidio) la sfera emozionale (piacere, motivazione, interesse, faticabilità) la sfera somatica (cefalea, tensione muscolare, gastralgie etc.) Il DSM (da cui sono riportati i criteri ) è essenziale per uniformare le diagnosi in ambito scientifico, nel tentativo di categorizzare ciò che nella pratica clinica quotidiana è però difficilmente categorizzabile; esso rimane poco applicabile anche dagli specialisti nella loro pratica professionale di tutti i giorni. Pertanto vi è unanime accordo nel ritenere caratteristico della malattia depressiva, a qualsiasi grado di gravità, il fatto che la persona con depressione patologica ha perso il normale feedback fra realtà ed umore. L’umore del depresso patologico è arrestato in uno stato di stallo, in una sorta di congelamento delle sue possibilità di risposta; esso continua a condizionare l’impatto con le cose costringendo il soggetto depresso a vedere ogni cosa nell’ottica dettata dal suo stato emotivo. Il depresso tenderà a vedere ogni accadimento nella sua luce più sfavorevole, avvolto in un grigiore immodificabile, dove la percezione di essere responsabili colpevolmente della rovina di se stessi e degli altri può essere tanto forte da indurre alla soluzione del suicidio come unica strada possibile. Tra i pazienti depressi va collocata anche una frazioni di pazienti descritti come ”difficili” o come frequenti utilizzatori dell’ambulatorio, capaci di mettere a dura prova la tolleranza e la capacità di sopportazione del medico, si stima che questi pazienti possano raggiungere anche il 4 % dei pazienti in carico, essi riescono a impegnare fino al 20 % del tempo e dell’attenzione del medico, restando un problema di gestione irrisolto per il senso di impotenza che generano, per la concomitanza di più sintomi che non trovano una collocazione “logica”, per grandi difficoltà di comunicazione. In questi pazienti il Medico di Medicina Generale deve riconoscere i segni spesso sfumati, di non immediata interpretazione, coperti talvolta (mascherati si potrebbe dire) da sintomi di una possibile patologia organica (cefalee croniche, Versione 1 del 30 /04 / 2003 16 lombalgie recidivanti, s.fibromialgiche, calo ponderale etc.), elencati confusamente nel corso di tutta la consultazione relegando il messaggio cruciale al momento finale in cui lasciano l’ambulatorio. In questo compito il medico è ostacolato, di solito, dal carico di lavoro, dalle modalità organizzative dello stesso, da una inadeguata formazione post-laurea per gli aspetti del counselling e della gestione della comunicazione. Alcuni suggerimenti che possono tornare utili : garantire un buon contatto visivo porre domande precise e semplici sulla natura dei sintomi fisici riferiti lasciare descrivere liberamente al paziente i sintomi di ordine psichico fare attenzione agli aspetti verbali e non verbali della comunicazione evitare elementi di disturbo (telefonate, lettura di altri documenti etc.) evitare le “dispersioni” riportando l’attenzione sul disturbo principale. Fattori di rischio Sesso: La depressione maggiore è due volte più probabile nelle donne. Età: L’esordio avviene prevalentemente fra i 20 e i 40 anni. Familiarità: Il rischio di ammalarsi raddoppia o triplica se l’anamnesi familiare è positiva per depressione maggiore. Stato civile : Maggiore frequenza negli uomini non sposati o divorziati. Maggiore frequenza nelle donne sposate rispetto alle nubili. Postpartum: Aumentato rischio nei sei mesi dopo il parto. Preconcetti della popolazione generale Il 70% pensa che la Depressione sia causata da “debolezza “. Più del 50% pensa che sia dovuta a al cattivo ambiente familiare o a colpa dell’individuo o comunque ad un comportamento “deviante”. Le credenze più perniciose per il paziente sono certamente 1) che si possa guarire con la sola forza di volontà 2) che si tratti di una malattia incurabile. Versione 1 del 30 /04 / 2003 17 Il Ruolo del Medico di Medicina Generale Alla base di ogni terapia efficace vi è la cooperazione tra medico e paziente, questo ultimo deve essere informato sulla diagnosi, prognosi ed opzioni terapeutiche, compresi gli effetti collaterali ed il periodo di trattamento previsto. E’ inoltre importante puntualizzare con il paziente ed i suoi familiari che: 1) La Depressione è una malattia di interesse medico e non un problema di “mancanza di volontà”. 2) La remissione sintomatologia è la regola 3) I trattamenti sono efficaci e sono diversi 4) Lo scopo della terapia è il recupero del pieno benessere 5) Il rischio di recidiva è elevato dopo il primo episodio, arriva al 90% dopo il secondo. 6) Spiegare quali possono essere i primi segni di una ricaduta. Una buona anamnesi farmacologia e patologica è importante per escludere depressioni “secondarie”. Tra i farmaci che possono essere responsabili di una depressione ci pare opportuno citare: beta bloccanti, alfa metil-dopa, ranitidina, cimetidina, reserpina, tranquillanti maggiori, contraccettivi orali, flunarizina, tapazolo. La sospensione di cortisonici, tireotropici, psicostimolanti, alcool, nicotina può causare un episodio depressivo. Alcune patologie possono accompagnarsi a depressione: M. Parkinson Sclerosi multipla M. Cushing M. Addison Ipotiroidismo Connettiviti Malattie autoimmuni Accidenti cerebrovascolari Strategie terapeutiche Se la capacità di ascolto e una qualche attività di supporto psicologico o di counselling tornano utili nelle forme più blande di disturbo depressivo si può affermare che i farmaci antidepressivi sono efficaci nel trattamento dei disturbi Versione 1 del 30 /04 / 2003 18 depressivi di qualsiasi gravità, ai diversi livelli di assistenza (primaria, specialistica, etc.) ed indipendentemente dalla presenza o meno di malattie fisiche concomitanti. Non ci sono prove di differenze significative dell’effetto positivo dei vari farmaci antidepressivi mentre vi sono certamente differenze negli effetti collaterali e nella interazione con altre terapie. Alcuni assunti possono ritenersi fondati: La terapia farmacologia è l’unico presidio dimostratosi certamente efficace nel trattamento della depressione grave o psicotica. La terapia prima di essere giudicata inefficace deve essere protratta a dosaggio terapeutico per almeno 40 giorni. La terapia efficace, per ridurre il rischio di ricadute, deve essere protratta per almeno quattro-sei mesi. Classificazione dei principali antidepressivi Classe IMAO: iproniazide, fenelzina, isocarbossazide RIMA: moclobemide Meccanismo d’azione Inibizione irreversibile delle monoaminoossidasi Inibizione selettiva e reversibile MAO A Triciclici: Imipramina, amitriptilina, Nortriptilina etc. Inib. non sel. monoam-ricaptazione. Blocco rec. Muscarinici, alfa adrenergici, istaminergici Inibizione selettiva reuptake serotonina S S R I: citalopram, sertralina, paroxetina, fluvoxamina, elopram S N R I: Venlafaxina N a R I : reboxetina N a S S A: mianserina, mirtazapina S A R I: trazodone, nefazodone DOPAMINERGICI: levosulpiride, Amisulpiride, sulpiride VARI: SAMe, Iperico Inibizione specifica reuptake serotonina, dopa e nor inibizione selettiva r.u. noradrenalina Inibizione rec alfa2, 5HTT2, 5ht3 Blocco r.u. ser e rec. 5HT Inib. r.u. DA brup Aumento mutilazione, blocco ricap. MA e lieve inib. MAO Versione 1 del 30 /04 / 2003 19 Solo Same ed Iperico non si sono mostrati validi nella terapia delle depressioni maggiori (pur conservando una certa utilità nelle depressioni di grado lieve-moderato), mentre per tutte le altre classi di Antidepressivi non si è riusciti a dimostrare una prevalenza terapeutica. Gli antidepressivi sono metabolizzati prevalentemente a livello epatico ad opera degli isoenzimi del sistema del citocromo P450 (CYP). Alcuni antidepressivi svolgono un’azione inibitoria nei confronti di alcuni di questi isoenzimi potendo rallentare l’eliminazione di altri farmaci e dando quindi origine ad interazioni farmacologiche. In particolare, la fluvoxamina è un potente inibitore del CYP1A2 e del CYP2C19, la fluoxetina e la paroxetina sono potenti inibitori del CYP2D6. La fluoxetina e la fluvoxamina hanno anche una moderata azione inibitoria nei confronti del CYP2C9 e del CYP3A4. I principali effetti collaterali dei triciclici sono: secchezza delle fauci, diplopia, stipsi, ritenzione urinaria, sonnolenza, tachicardia, ipotensione ortostatica, allungamento del tratto QT dell’elettrocardiogramma, incremento ponderale e disturbi della sfera sessuale. Tali effetti sono secondari alla azione antimuscarinica, antiadrenergica, antiistaminica, all’inibizione dei canali veloci del sodio. Il loro “peso “ deve essere valutato attentamente.Ad esempio, in un paziente con ipertrofia prostatica,l’effetto sulla ritenzione urinaria è certamente sconsigliabile, mentre può essere auspicabile in una donna con lieve incontinenza. Similmente, la sonnolenza deve essere evitata in un autista, ma può essere di aiuto in caso di depressione con insonnia od ansia. L’intossicazione acuta da triciclici in caso di sovradosaggio accidentale o volontario è potenzialmente fatale potendo determinare coma, convulsioni e gravi aritmie. Gli SSRI presentano in generale un più favorevole profilo di tollerabilità rispetto ai triciclici. Questo li rende particolarmente vantaggiosi nel trattamento ambulatoriale delle depressione in soggetti anziani o con comorbidità organica e nella medicina di base. Gli effetti indesiderati di più frequente riscontro sono a carico dell’apparato gastrointestinale (ad es. nausea, vomito, diarrea, inappetenza), del sistema nervoso (ad es. cefalea, ansietà, insonnia, sonnolenza) e della sfera sessuale (ad es. diminuzione della libido, eiaculazione ritardata, anorgasmia). Occasionalmente si possono riscontrare disturbi extrapiramidali, bradicardia, aumento del tempo di sanguinamento da difetto di aggregazione piastrinica, sindrome da inappropriata secrezione di ormone antidiuretico. A differenza dei triciclici, gli SSRI presentano un basso rischio di tossicità in caso di sovradosaggio. Il MMG può iniziare un trattamento farmacologico in monoterapia e condurlo fino alla dose terapeutica consigliata attendendo il tempo necessario affinché si abbiano i primi effetti positivi del farmaco (in genere tre o quattro settimane). In Versione 1 del 30 /04 / 2003 20 caso di scarsa efficacia dopo quaranta giorni di trattamento è opportuno affidare il paziente allo Specialista. In presenza del sospetto di un elevato rischio suicidario l’invio mirato alla consulenza psichiatrica deve essere un obbiettivo primario. Alcune caratteristiche ci possono aiutare nell’identificazione del sospetto di elevato rischio e precisamente: 1) percezione soggettiva di essere senza vie di uscita 2) depressione con associati disturbi del sonno 3) solitudine 4) precarie condizioni fisiche 5) sesso maschile > 45 anni 6) alcolismo 7) pregressi tentativi di suicidio 8) anamnesi familiare positiva per suicidio o disturbi psichiatrici 9) disoccupazione Dati provenienti dalla Scozia stimano che in medicina generale un medico di Famiglia ha, tra i propri assistiti, la probabilità di un suicidio ogni sette anni circa. In forza delle caratteristiche farmacodinamiche e farmacocinetiche l’unica raccomandazione che ci sembra di poter fare alla luce di quanto su esposto è che mentre in una persona giovane ed in buona salute qualsiasi opzione terapeutica è corretta, nella persona anziana, vuoi per problemi di patologie e/o di terapie concomitanti, per eventuali cardiopatie silenti, per il range terapeutico piuttosto ristretto (metabolizzazione più lenta, liquidi corporei diminuiti) è inopportuno intraprendere una terapia con triciclici. Allorquando la monoterapia a dosaggio corretto e per un tempo adeguato non mostri risultati efficaci sono possibili strategie di potenziamento, di pertinenza specialistica, che prevedono l’associazione di più antidepressivi o l’associazione con farmaci non antidepressivi che non hanno ancora una indicazione specifica in scheda tecnica, ma che evidenze scientifiche indicano essere talvolta efficaci. Tali farmaci comprendono i sali di litio, la tiroxina, vari antiepilettici, gli antipsicotici (specie gli atipici) ed il buspirone. Il loro uso appare fortemente limitato a casi particolari ove è opportuno richiedere una attenta precisazione diagnostica e motivazione da parte dello Specialista. L’elettroshock (Terapia elettroconvulsivante) trova ancora applicazione nella depressione psicotica o con grave rallentamento psicomotorio quando non vi sia stata Versione 1 del 30 /04 / 2003 21 risposta a diversi regimi terapeutici. Rimane l’unico intervento terapeutico per la risoluzione rapida della depressione; l’effetto collaterale più importante è la perdita di memoria. Nelle depressioni non gravi in associazione al trattamento farmacologico l’approccio psicoterapico ha mostrato di essere utile per il paziente. Altre forme di terapia quale l’esposizione a quantità di luce standardizzate trova applicazione nelle depressioni stagionali, rare alle nostre latitudini. La terapia del sonno e quella da privazione del sonno aspettano adeguata valutazione. Conclusioni La depressione rappresenta un disturbo mentale che, data la sua gravità, la tendenza alla recidiva, l’alto costo sociale ed individuale che comporta costituisce una condizione medica che necessita di diagnosi e cure adeguate. Il MMG deve trarre vantaggio dalla conoscenza della storia familiare, patologica e farmacologia del suo paziente. Egli è spesso il primo e talvolta l’unico che può interrompere il circolo vizioso tra depressione, somatizzazione, richiesta di analisi, ansia. Fra i sui doveri vi è certamente anche quello di sfatare molti luoghi comuni sulla depressione e di dare delle aspettative corrette sulla terapia. Le informazioni reperibili in letteratura internazionale confermano che nessun antidepressivo è più efficace di un altro; le differenze tra le molecole in uso riguardano sostanzialmente la tollerabilità del farmaco soprattutto per categorie particolari di pazienti, nella popolazione anziana è preferibile adoperare gli SSRI. Versione 1 del 30 /04 / 2003 22 BIBLIOGRAFIA: 1) Blacker CV, Clare AW, Depressive disorder in Primari Care. Br. J. Psychiatry 1987; 150: 737-751. 2) Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali DSM-IV Masson. 3) Gli Psicofarmaci farmacologia e terapia. Aut: C. Bellantuono e M Balestrieri. Il Pensiero Scientifico Editore. 4) Essential Psycopharmacology Aut.: S. M. Stahl Sec Ediz Cambridge. 5) Clinical Evidence. Edizione italiana 2001 6) Trattato Italiano di Psichiatria. P. Cancheri, G. Cassano. Sec Ediz. Il Pensiero Scientifico Editore 7) Principles and Practice of Psycopharmacoterapy. Aut.:Janicak, Davis, et al. Ed.Williams and Wilkins 8) Depressive Disorders Aut.: Maj Sartorius Edit.:Wiley 9) Drugs Interaction Facts 2002 Aut Tatro 10) Matthews k, Milne s. role of doctors in prevention of suicidethe final consultation. Br. J. Gen. Practice 1994. 11) Paykel ES, Priest RG, recognition and management of depression in general practice: consensus statement. BMJ 1992; 305: 198-202. 12) Parma E. I disturbi psichici in medicina generale. UTET 1997. Versione 1 del 30 /04 / 2003 23