La parola del medico a cura del dott. Giuseppe Di Franco La depressione nell’anziano Secondo alcuni studi il 25% degli anziani riferisce sintomi depressivi, anche se soltanto tra l’1% e il 9% dei soggetti di questa fascia di età soddisfa i criteri necessari per porre diagnosi di depressione maggiore. Tassi più elevati di sintomi depressivi vengono descritti tra i pazienti anziani ricoverati in ospedale (36-46%) e tra quelli in Rsa (10-22%). La maggior parte dei soggetti anziani conduce una vita attiva e indenne da depressione, per cui la comparsa di depressione necessita di un tempestivo trattamento medico. L’insorgenza di depressione può precedere un patologia medica (es. malattia di Alzheimer o di Parkinson), può associarsi o seguire a patologia medica (es. infarto cardiaco, diabete, cancro, ipotiroidismo, maculopatia, ictus, sclerosi multipla, cerebropatia vascolare ecc.). Bisogna saper distinguere fra un umore depresso (depressione minore) da un vera e propria sindrome depressiva maggiore. Il gold standard per la diagnosi di depressione è l’esame dello stato mentale affidato a medici che hanno competenze per tale patologia. La più grave conseguenza della depressione maggiore è il suicidio, tuttavia uno stato depressivo esercita un effetto negativo e aggravante sulle altre patologie croniche di cui può essere affetto contemporaneamente l’anziano.