di APA RAFFAELE www.slidetube.it Indicazioni 1) Tutte le forme di edema a genesi cardiaca acuta e cronica. 2) Ascite da insufficienza epatica, insufficienza cardiaca congestizia, ostruzione meccanica. 3) Edemi di origine renale, in particolare in caso di insufficienza renale acuta (l'effetto diuretico della furosemide è presente anche quando la filtrazione glomerulare è fortemente diminuita), nel trattamento dell'insuficienza renale cronica e della sindrome nefrosica (anche in associazione con ACTH o corticosteroidi). 4) Edemi periferici da rallentamento circolatorio. 5) Ipertensione lieve e moderata in monoterapia o in associazione con farmaci antipertensivi. www.slidetube.it Posologia : Orale, Edema Orale. Adulti: dose iniziale di 40 mg in un'unica somministrazione giornaliera; adattare successivamente la posologia in base alla gravità del quadro patologico. In casi lievi, somministrare 20 mg/die oppure 40 mg ogni 2 giorni; in casi più gravi somministrare 80 mg o dosi maggiori in 1-2 dosi al dì o a giorni alterni (possono essere necessarie dosi fino a 600 mg/die). Preferibilmente assumere il diuretico al mattino; se lo schema posologico prevede due somministrazioni giornaliere, assumere la seconda dose nelle prime ore del pomeriggio. La somministrazione serale potrebbe indurre la necessità di urinare durante la notte. Bambini: 1-6 mg/kg/die. www.slidetube.it Ipertensione Orale. Adulti: 40-80 mg/die in monoterapia oppure in associazione con farmaci antipertensivi. Diabetici (diabete di tipo 2): 40-500 mg/die refratti in 2-3 somministrazioni. La furosemide dovrebbe essere impiegata con insufficienza renale e/o sovraccarico di liquidi. Aggiustare le dosi in base alla funzionalità renale. Urgenza ipertensiva (rialzo pressorio in assenza di danno d'organo) Orale. Adulti: 25-50 mg. Nell'urgenza ipertensiva, la pressione arteriosa deve essere ridotta nelle 24 ore successive. Oliguria Orale. Adulti: se il paziente ha risposto al trattamento parenterale (250 mg per infusione ev di 1 h), somministrare per via orale la dose risultata efficace per via endovenosa. Se entro 4-6 ore non si verifica un aumento della diuresi, aumentare la posologia di 250-500 mg. www.slidetube.it Insufficienza renale cronica Orale. Adulti: dose iniziale di 75-150 mg; in caso di mancata risposta terapeutica aumentare la dose a 250 mg. In caso la diuresi non aumenti entro 4-6 ore, incrementare il dosaggio di 250 mg ogni 4-6 ore sino alla somministrazione della dose massima di 2 g; adattare la posologia a seconda della risposta terapeutica (range posologico: 250-2000 mg). Il parametro per valutare l'efficacia del farmaco è l'escrezione di urina che deve arrivare a 2,5 L/die. www.slidetube.it Parenterale. Adulti: 20-50 mg per somministrazione i.m. oppure per iniezione e.v. lenta (durata di 1-2 minuti); se necessario somministrare dosi ulteriori di 20 mg a intervalli inferiori a 2 ore. In caso vengano utilizzate dosi superiori a 50 mg, somministrare il farmaco per infusione e.v. lenta. Bambini: 1-2 mg/kg/die. Edema polmonare Parenterale. Adulti: dose iniziale di 40 mg per iniezione e.v. lenta (durata di 1-2 minuti); in caso di mancata risposta terapeutica entro 1 ora, aumentare la dose a 80 mg. Bambini: 0,5-1,5 mg/kg (sono state somministrate dosi fino a 6 mg/kg). Ipertensione maligna (crisi ipertensiva con danno d'organo) Endovena. Adulti: dosaggio iniziale di 0,5-1 mg/kg (40-60 mg) per iniezione lenta. L'effetto si instaura entro 5 minuti, anche se l'effetto diuretico si manifesta più tardi. La dose può essere aumentata a 1-2 mg/kg in assenza di risposta terapeutica. www.slidetube.it Oliguria Endovena. Adulti: 250 mg diluiti in 250 ml per infusione della durata di 1 ora (velocità massima di infusione: 4 mg/min). In caso la diuresi fosse insufficiente nell'arco di 1 ora, ripetere la somministrazione (500 mg diluiti in 500 ml per infusione di 2 ore). Se l'aumento della diuresi non fosse ancora sufficiente, somministrare 1 g diluito in 1000 ml per infusione (durata di 4 ore). In caso di mancata risposta terapeutica è opportuno inserire il paziente in un programma dialitico (sono state somministrate dosi fino a 6 g/die). www.slidetube.it Associazioni Preparati diuretici In associazione con triamterene Orale. Adulti: 40 mg (furosemide) più 25 mg (triamterene) al giorno oppure ogni 2 giorni, per il trattamento di ritenzione idrica, come coadiuvante nel trattamento dell'ipertensione. Adulti: 40-80 mg (furosemide) più 25-50 mg (triamterene) al giorno oppure ogni 2 giorni, per il trattamento di ascite, stati edematosi. Adulti: 80-160 mg (furosemide) più 25-100 mg (triamterene) 2 volte alla settimana, per il trattamento dell'insufficienza cardiaca congestizia. I n associazione con spironolattone Orale. Adulti: 25-75 mg/die (furosemide) più 37-111 mg/die (spironolattone). Oppure 40160 mg/die (furosemide) più 100-400 mg/die (spironolattone). www.slidetube.it Controindicazioni 1) Ipersensibilità (può essere crociata con i sulfamidici). 2) Anuria, insufficienza renale indotta da farmaci nefrotossici o epatotossici. 3) Ipokaliemia, iponatriemia, ipovolemia, disidratazione. 4) Sovradosaggio da digitalici. 5) Ipotensione grave. 6) Pre-coma o coma epatico. 7) Gravidanza. 8) Allattamento (i diuretici possono inibire la lattazione). www.slidetube.it Avvertenze Omeostasi elettrolitica: durante il trattamento con furosemide monitorare i pazienti per segni di disfunzioni dell'equilibrio idrosalino, specie in caso di trattamento parenterale o di vomito. Monitorare i livelli plasmatici di elettroliti, creatininemia, azotemia, glicemia, uricemia. In caso di ridotta assunzione di sodio cloruro possono manifestarsi sintomi di deficit elettrolitico (sete, cefalea, astenia, anoressia, vomito, confusione, vertigini); può ridursi l'effetto saluretico. Riservare la somministrazione parenterale ai casi di emergenza o quando la somministrazione orale non sia attuabile. Nei pazienti diabetici o con sospetto di diabete monitorare sia la glicemia sia la glicosuria. La ridotta concentrazione di calcio e magnesio potrebbe indurre manifestazioni di tipo tetanico. www.slidetube.it ..avvertenze Ipokaliemia: l'insorgenza di ipokaliemia è più frequente in caso di dieta povera di potassio, diarrea cronica, uso prolungato di lassativi, cirrosi epatica, trattamento contemporaneo con corticosteroidi. In caso di ipokaliemia può essere necessaria la somministrazione di supplementi di potassio o di diuretici risparmiatori dipotassio. Si consiglia di associare alla terapia un regime dietetico ad elevato contenuto di potassio: - lievito di birra (1500 mg/100 g); - frutta secca (mandorle -900 mg/100 g-, prugne secche -706 mg/100 g-, arachidi-680 mg/100 g-, nocciole -600 mg/100 g-); - legumi secchi (piselli -995 mg/100 g-, lenticchie -673 mg/100 g-); - verdura fresca (patate 600 mg/100 g, spinaci 531 mg/100 g, finocchi -407 mg/100 g, cavolfiori -400 mg/100 g, pomodori 310 mg/100 g); www.slidetube.it In caso di ascite da cirrosi epatica, si consiglia di iniziare il trattamento in ambiente ospedaliero. Emergenza ipertensiva (ipertensione maligna): la furosemide è impiegata in caso di emergenza ipertensiva in presenza di insufficienza cardiaca (sovraccarico di volume). In caso di ipovolemia, i diuretici possono provocare vasocostrizione riflessa e pertanto non devono essere somministrati. L'emergenza ipertensiva si verifica quando con un forte rialzo pressorio si manifesta danno d'organo (cervello, cuore, rene, occhio). In genere si assume come limite pressorio una pressione sistolica maggiore di 220 mmHg e/o una diastolica superiore a 130 mmHg. Ridurre la pressione arteriosa del 20-25% in un arco di tempo di 30-60 minuti. Monitorare attentamente i parametri vitali, perché in queste condizioni, la riduzione dei valori pressori potrebbe provocare una riduzione drastica della perfusione nel distratto miocardico e cerebrale e causare infarto, ictus o disturbi visivi. www.slidetube.it Pazienti diabetici: nei pazienti ipertesi e diabetici (diabete di tipo 2) la furosemide dovrebbe essere preferita in presenza di insufficienza renale e/o sovraccarico di liquidi. Tende ad antagonizzare l'iperkaliemia indotta da ACE-inibitori e antagonisti del recettore dell'angiotensina II (nei trial clinici la percentuale di pazienti che hanno dovuto interrompere lo studio per iperkaliemia ammonta a circa l'1,5%). Nei pazienti diabetici, la somministrazione di furosemide può ridurre la tolleranza al glucosio (peggiormento del controllo metabolico). Pazienti non responder ai diuretici tiazidici: la furosemide può essere efficace nel trattamento dei pazienti che non rispondono alla terapia con diuretici tiazidici. www.slidetube.it Ipertrofia prostatica, difficoltà nella minzione: in presenza di queste condizioni valutare attentamente l'impiego di furosemide. L'aumento della diuresi indotta da furosemide può infatti indurre ritenzione urinaria acuta. Cirrosi alcolica: la somministrazione di furosemide in pazienti con cirrosi alcolica può aumentare il rischio di magnesiemia. Gotta: raramente è stato riportato un peggioramento della gotta in seguito a terapia con furosemide (iperuricemia). Insufficienza renale cronica (non associata ad edemi): se la diuresi è inferiore a 2,5 L/die, si consiglia di valutare l'opportunità di inserire il paziente in un programma dialitico. Nei pazienti con insufficienza renale, l'iniezione endovenosa troppo rapida può provocare sordità. Se lo stato di oliguria e azotemia tende a peggiorare, valutare la sospensione della furosemide. Nei pazienti con velocità di filtrazione glomerulare inferiore a 30 ml/min/1,73 m2, la furosemide rappresenta un'alternativa terapeutica ai diuretici tiazidici. www.slidetube.it Ototossicità: la furosemide è ototossica. Rappresentano fattori di rischio: l'iniezione e.v. troppo rapida (la velocità di infusione non deve superare i 4 mg/minuto), insufficienza renale severa, dose elevata, terapia concomitante con antibiotici aminoglicosidici, acido etacrinico o altri farmaci ototossici. Stato di shock: prima di iniziare il trattamento è necessario correggere ipovolemia, ipotensione, disfunzioni elettrolitiche e dell'equilibrio acido-base. Somministrazione sottocutanea: esiste un solo studio pilota su volontari sani relativo all'impiego della furosemide per via sottocutanea (20 mg per iniezione sottocutanea). L'iniezione è stata associata a dolorabilità (Verma et al., 2004). Lupus eritematoso sistemico: raramente con furosemide può manifestarsi attivazione o esacerbazione del lupus eritematoso sistemico. www.slidetube.it Porfiria: la furosemide non è raccomandata in pazienti con porfiria perché può indurre un peggioramento della condizione patologica. Pazienti anziani: nei pazienti anziani (età > 65 anni), la farmacocinetica della furosemide non indica la necessità di un aggiustamento del dosaggio. Poiché però il paziente anziano può presentare più facilmente, rispetto al giovane adulto, un'alterata funzionalità renale, epatica o miocardica e la necessità di ricorrere a più farmaci, la somministrazione del diuretico richiede monitoraggio di segni o sintomi di tossicità sistemica e attenta valutazione delle possibili interazioni farmaco-farmaco. Ipoparatiroidismo conclamato o latente: poiché la furosemide aumenta l'escrezione renale di calcio, i pazienti con ipoparatiroidismo presentano un aumento del rischio di manifestare crisi tetaniche da ipocalcemia. Sono stati riportati episodi di tetano in pazienti con ipoparatiroidismo latente secondario a tiroidectomia. La diminuzione della concentrazione sierica di calcio potrebbe anche indurre iperparatiroidismo. www.slidetube.it Incompatibilità: non mescolare nè diluire la soluzione di furosemide per uso parenterale con: soluzione glucosata acida, soluzioni acide (vitamina B, vitamina C,adrenalina, noradrenalina), soluzioni di sali di basi organiche (alcaloidi, anestetici locali, antistaminici, sedativi). La soluzione di furosemide per uso parenterale è infatti a pH 9 e non contiene tampone; l'acidificazione (pH 7) ne provoca la precipitazione. La soluzione può essere miscelata con soluzioni alcaline, neutre, debolmente acide (soluzione fisiologica isotonica, soluzione Ringer, soluzione glucosata neutra). Non miscelare con altri farmaci nella stessa siringa. Interazioni farmacologiche: evitare la somministrazione contemporanea di furosemide e antibiotici aminoglicosidici, ciclosporina, cloralio idrato. www.slidetube.it Terapia beta-bloccante: in caso di pazienti in trattamento beta-bloccante, monitorare la risposta antipertensiva all'inizio e alla sospensione della terapia con furosemide. Clofibrato: cautela nella somministrazione contemporanea di clofibrato, specie in caso di ipoalbuminemia. Corticosteroidi: in caso di trattamento contemporaneo con corticosteroidi, monitorare i valori della kaliemia. FANS: durante terapia antiinfiammatoria monitorare il paziente per l'eventuale riduzione dell'effetto diuretico e antipertensivo: all'aumento della posologia di furosemide, in caso non si ottenga aumento della diuresi, si consiglia di valutare la somministrazione alternativa di sulindac, con la quale la furosemide non presenta interazione farmacologica. Nei pazienti con ipovolemia o con disidratazione, i FANS possono indurre insufficienza renale acuta. www.slidetube.it Salicilati, cefalosporine: somministrare la furosemide con cautela perché può aumentare la tossicità di questi farmaci. ACE-inibitori: in pazienti in terapia con furosemide ad elevato dosaggio (80 mg/die), la somministrazione della prima dose di ACE-inibitore può provocare ipotensione grave. La sospensione del diuretico prima di iniziare la terapia antipertensiva con un ACEinibitore potrebbe comportare grave edema polmonare come effetto rebound. Litio: in caso di pazienti in terapia antidepressiva con litio, monitorare i valori di litiemia all'inizio e alla sospensione della terapia con furosemide. Bloccanti neuromuscolari: può essere necessario modificare la posologia di bloccanti neuromuscolari, in pazienti che ricevano furosemide. Fenitoina: in pazienti epilettici, trattati con fenitoina, può essere necessario aumentare la dose di diuretico. Digitale: monitorare i livelli di kaliemia e magnesiemia in pazienti digitalizzati trattati con furosemide. Il diuretico infatti aumenta la tossicità della digitale perché la deplezione di potassio che induce sensibilità il tessuto miocardico agli effetti del glucoside. www.slidetube.it Teofillina: monitorare i valori di teofillinemia in caso di terapia diuretica concomitante. Stabilità chimico-fisica: utilizzare la soluzione parenterale contenente furosemide immediatamente dopo la sua preparazione. Doping: la furosemide è inserita nella classe S5 (Diuretici più altre sostanze con effetto mascherante) della lista delle sostanze doping (The 2007 Prohibited List World AntiDoping Code) stilata dalla WADA (World Anti-Doping Agency). Gravidanza: non somministrare la furosemide in gravidanza. La FDA ha inserito la furosemide nella classe C per l'uso dei farmaci in gravidanza. Allattamento: poiché i diuretici possono inibire la lattazione, la furosemide non è raccomandata durante l'allattamento al seno. www.slidetube.it Nati prematuri: la furosemide è stata associata a nefrocalcitosi/nefrolitiasi e a ritardo nella chiusura del dotto arterioso quando somministrata a nati pre-termine. I prematuri infatti risultano particolarmente sensibili agli effetti legati alla perdita di calcio che provoca il diuretico. Trattamenti prolungati possono indurre iperparatiroidismo secondario a ipocalcemia con conseguente diminuzione del contenuto minerale osseo, fratture e calcificazione renale. Quest'ultima ha indotto, nei bambini con immaturità importante, sul lungo periodo, insufficienza renale (Downing et al., 1992). La calcificazione renale da furosemide è stata riscontrata anche in bambini più grandi (Alon et al., 1994). La furosemide è stata associata a ritardo nella chiusura del dotto arterioso (probabile meccanismo mediato dalle prostaglandine: la furosemide aumenta la sintesi della prostaglandina E2, potente dilatatore del dotto arterioso) (Green et al., 1983). Il ritardo nella chiusura del dotto arterioso indotto dal diuretico non ha comunque modificato l'indice di mortalità del gruppo di pazienti considerato (Yeh et al., 1984). Paradossalmente, la furosemide è stata impiegata come diuretico per trattare le alterazioni emodinamiche proprio nei bambini prematuri con pervietà del dotto arterioso. Sulla base dei dati di letteratura, non è raccomandato un uso abituale della furosemide nel trattamento della pervietà del dotto arterioso in neonati prematuri per il rischio associato a ipovolemia grave, agli effetti sul dotto arterioso e alla mancanza di benefici sul lungo periodo (Brion, Soll, 2008). www.slidetube.it Nota: Innova et Bella, nell'ambito delle proprie attivita pro bono, ha condiviso con Wikipedia, l'enciclopedia libera, un accordo di licenza gratuita relativa ai contenuti della sezione "Avvertenze" di Pharmamedix. In particolare I&B autorizza e predispone la pubblicazione dei contenuti di questa sezione "Avvertenze", con licenza GFDL e CC-BY_SA, sulla pagina dell'enciclopedia libera alla Voce "Furosemide". www.slidetube.it Interazioni Antibiotici aminoglicosidici, amfotericina B, cisplatino: possibile potenziamento degli effetti oto- e nefrotossici. Acido etacrinico: in associazione a furosemide aumenta il rischio di ototossicità. L'associazione non è raccomandata. Beta-bloccanti: la furosemide può aumentare i livelli plasmatici e gli effetti betabloccanti di propranololo; non sembra interagire con atenololo (Kirch et al., 1981). Bloccanti neuromuscolari: basse dosi di furosemide potenziano il blocco neuromuscolare indotto da tubocurarina, succinilcolina, mentre dosi elevate (1-4 mg/kg) ne antagonizzano gli effetti (Scappaticci, 1982). Captopril: possibile peggioramento dell'insufficienza renale, specie in caso di stenosi dell'arteria renale bilaterale (Watson et al., 1982). Cefalosporine: la furosemide può aumentare la nefrotossicità di cefaloridina e cefalotina. Ciclosporina: possibile insorgenza di gotta (entrambi i farmaci provocano iperuricemia) (Tiller et al., 1985). www.slidetube.it Clofibrato: furosemide e clofibrato possono competere per il legame con le proteine plasmatiche; possono manifestarsi diuresi marcata, dolore e rigidità muscolare. Cloralio idrato: la somministrazione contemporanea di furosemide e cloralio idrato può provocare instabilità vasomotoria (modificazioni pressorie, flushing del viso, sudorazione). L'associazione farmacologica non è raccomandata. Corticosteroidi, carbenoxolone, liquirizia (dosi elevate), lassativi: possono indurre perdita eccessiva di ioni potassio e conseguente ipokaliemia. Digitalici, farmaci che inducono prolungamento dell'intervallo QT: la furosemide può aumentarne la tossicità miocardica per deplezione di ioni potassio e magnesio. FANS: indometacina, naprossene, ibuprofene possono ridurre la risposta diuretica e l'effetto antipertensivo di furosemide (per inibizione delle prostaglandine a livello renale); l'interazione non sembra manifestarsi dopo somministrazione di sulindac. La somministrazione di indometacina a pazienti con insufficienza cardiaca congestizia, trattati con furosemide, può provocare il peggioramento dello stato clinico (Allan et al., 1981). www.slidetube.it Probenecid: il probenecid può ridurre la clearance della furosemide (per competizione con la secrezione tubulare); non è stata osservata riduzione dell'effetto natriuretico della furosemide. Salicilati: la furosemide ne aumenta la tossicità (la furosemide può aumentare l'esposizione sistemica dei salicilati per riduzione della clearance renale). In associazione ad acido salicilico è stata osservata riduzione transitoria della clearance della creatinina in pazienti con insufficienza renale cronica. Sucralfato: riduce l'assorbimento della furosemide con conseguente riduzione degli effetti farmacologici. I due farmaci devono essere somministrati a distanza di almeno due ore. Teofillina: la furosemide può ridurre gli effetti terapeutici della teofillina (Carpentiere et al., 1985). Warfarin: furosemide e warfarin possono competere per il legame con le proteine plasmatiche. www.slidetube.it Incompatibilità: le soluzioni di furosemide per uso parenterale (sale di sodio) sono incompatibili con calcio gluconato, vitamina C, tetracicline, urea, adrenalina. La soluzione di furosemide precipita se miscelata con soluzione di dobutamina (Hasegawa, Eder, 1984), soluzione glucosata acida, soluzioni acide (vitamina B, vitamina C, adrenalina, noradrenalina), soluzioni di sali di basi organiche (alcaloidi, anestetici locali, antistaminici, sedativi). In particolare la somministrazione parenterale di furosemide è incompatibile con le soluzioni di diltiazemcloruro, dopamina cloruro, labetalolo cloruro, midazolamcloruro, milrinone lattato, nicardipina cloruro, vecuronio bromuro e cisatracurio besilato. www.slidetube.it Effetti collaterali Metabolici: sono i più frequenti, in particolare dopo trattamenti prolungati o somministrazione di dosi elevate. Iponatriemia, ipokaliemia, alcalosi ipocloremica; ipocalcemia associata o meno a tetania, aumento della calciuria, iperglicemia (può peggiorare diabete manifesto; evidenziare diabete latente), glicosuria (incidenza inferiore a quella indotta dal trattamento con diuretici tiazidici), iperuricemia (può precipitare attacchi di gotta). Il trattamento con dosi elevate di furosemide in caso di valori di FGR maggiori di 20 ml/min può provocare grave deplezione elettrolitica. Cardiovascolari: ipotensione ortostatica (più grave in caso di somministrazione contemporanea di narcotici, barbiturici; assunzione di bevande alcooliche). Centrali: visione indistinta, capogiri, vertigini, cefalea, parestesie, affaticamento, sensazione di sete. Ematologici: (poco frequenti) anemia, agranulocitosi, trombocitopenia, leucopenia, anemia aplastica. Epatici: disfunzioni epatiche, ittero colestatico. Dermatologici: pseudoporfiria cutanea (segnalazioni sporadiche) (Breier et al., 1998). www.slidetube.it Gastrointestinali: anoressia, nausea, vomito, crampi addominali, diarrea, costipazione, xerostomia, carie, pancreatite. I farmaci che inducono xerostomia (secchezza delle fauci) e/o iposalivazione possono causare carie ai denti. Locali: tromboflebiti dopo somministrazione e.v., dolore al sito di iniezione i.m. Renali: formazione di calcoli renali in neonati prematuri. Uditivi: tinnito, ipoacusia, vertigini, sordità. La furosemide può provocare ototossicità reversibile dopo somministrazione e.v. di dosi elevate (velocità di infusione maggiore di 4 mg/min), in caso di insufficienza renale oppure di trattamento contemporaneo con farmaci ototossici. E' stata riportata perdita permanente dell'udito anche dopo somministrazione orale in assenza di malattia renale. L'ototossicità si manifesta a concentrazioni plasmatiche di 25 mg/ml; la perdita dell'udito potrebbe essere indotta da una modificazione della composizione elettrolitica a livello dell'endolinfa (Rybak, 1982). Muscoloscheletrici: spasmo muscolare. Sistemici:edema (effetto rebound da sospensione), febbre, debolezza, stanchezza. In letteratura sono riportati casi di edema verificatosi dopo sospensione improvvisa della furosemide. L'edema, più pronunciato rispetto a quello per cui era stato somministrato il diuretico, è poi scomparso nel giro di qualche settimana in assenza di ulteriori trattamenti (MacGregor et al., 1975). Ipersensibilità: esantemi cutanei, orticaria, prurito, porpora, dermatite esfoliativa, eritema multiforme, fotosensibilità. La furosemide può causare nefrite allergica interstiziale con conseguente insufficienza renale; può provocare attivazione o esacerbazione del lupus eritematoso. www.slidetube.it Tossicità Sovradosaggio: in caso di sovradosaggio, la furosemide può provocare disidratazione da diuresi eccessiva (ipotensione) e deplezione elettrolitica (ipokaliemia, ipocloremia, alcalosi). Il trattamento del sovradosaggio consiste nella correzione dell'equilibrio idrosalino. L'eccessiva diuresi può provocare, specie nei pazienti anziani, ipovolemia, disidratazione, collasso circolatorio, trombosi vascolare ed embolia. Carcinogenicità: la furosemide è stata associata ad un lieve aumento dell'incidenza di carcinoma mammario a dosi pari a 17,5 volte la dose massima raccomandata nell'uomo (600 mg) (topi femmine). Nei ratti maschi è stato osservato un piccolo incremento di tumori non comuni a dosi di 15 mg/kg ma non alla dose di 30 mg/kg. Mutagenicità: i dati in vitro non sono risultati fornire indicazioni univoche. Il diuretico non ha evidenziato attività mutagena in cellule batteriche con oppure senza attivazione metabolica anche se in cellule di linfoma di topo, in presenza di attività metabolica epatica la risposta è stata positiva. In alcuni test su cellule umane non è stato riscontrato scambio cromosomico, mentre in altri test i risultati sull'aberrazione cromosomica sono stati contrastanti. www.slidetube.it Gravidanza: in vivo, la furosemide ha determinato morte materna e aborto a dosi pari a 2, 4 e 8 volte la dose massima raccomandata nell'uomo (600 mg/die) (coniglio). In alcuni studi la mortalità fetale ha preceduto quella materna. Nel ratto è stato riscontrato un lieve aumento dell'incidenza di idronefrosi fetale (distensione della pelvi renale e/o dell'uretere) in animali femmine trattate con il diuretico. Nell'uomo la somministrazione del farmaco dopo il primo trimestre di gravidanza non ha provocato effetti negatici nel feto e/o nel neonato (Briggs et al., 2002). Possono insorgere squilibri elettrolitici in neonati nati da madri trattate con il farmaco durante la gravidanza. La FDA ha inserito la furosemide in classe C per l'uso in gravidanza. DL50: Dopo somministrazione orale: 1050 mg/kg (topo), 2600 mg/kg (ratto femmina), 2820 mg/kg (ratto maschio) secondo alcuni autori; 4600 mg/kg (ratto), secondo altri. Dopo somministrazione e.v.: 308 mg/kg (topo), 680 mg/kg www.slidetube.it Farmacologia La furosemide è un diuretico dell'ansa, strutturalmente correlato ai diuretici tiazidici; è un sulfamidico, derivato dell'acido antranilico. Presenta sul C5 un'unità sulfamidica, sul C4 un atomo di cloro, sul C2 un gruppo amminico sostituito. I diuretici dell'ansa sono potenti natriuretici: inibiscono il riassorbimento di ioni sodio fino al 20-25% del sodiofiltrato. L'effetto natriuretico della furosemide è dose-dipendente. La furosemide agisce a livello del tratto ascendente dell'ansa di Henle e del tubulo distale, dove inibisce il riassorbimento attivo degli ioni cloro e, di conseguenza, il riassorbimento passivo degli ioni sodio. Poiché l'escrezione di ioni cloro è maggiore di quella di ioni sodio, la parte di ioni sodio "mancante" è sostituita con ioni potassio. Oltre a cloro, sodio e potassio, la furosemide determina l'escrezione anche di calcio, magnesio, ammonio, bicarbonato e probabilmente anche di fosfato. Il diuretico agisce anche a livello del tubulo renale prossimale, riducendo ulteriormente il riassorbimento di acqua ed elettroliti. L'azione sul tubulo distale è indipendente da qualsiasi azione inibitoria sull'anidrasi carbonica e sull'aldosterone. L'aumento della diuresi riduce il volume extracellulare e tende a ridurre il flusso sanguigno renale; di conseguenza aumenta il riassorbimento prossimale (meccanismo compensatorio che tende a ridurre la diuresi riducendo la quota di elettroliti che raggiunge l'ansa di Henle). La furosemide riduce il gradiente osmotico della porzione midollare dell'ansa di Henle, modificando la capacità del rene di diluire e di concentrare le urine. È un debole inibitore dell'anidrasi carbonica: l'inibizione dell'enzima si verifica solo dopo somministrazione di dosi elevate di farmaco. A differenza dei diuretici tiazidici, la furosemide è attiva anche in caso di grave insufficienza renale (GFR minore di 20 ml/min). Gli effetti diuretici e natriuretici del farmaco risentirebbero del ritmo circadiano: sembrano essere maggiori dopo somministrazione in periodo di riposo (ore 21) rispetto a quelli evidenziati dopo la somministrazione in periodo di attività (ore 9) (Tateishi et al., 1988). www.slidetube.it L'azione diuretica della furosemide si manifesta entro 30-60 minuti (somministrazione orale), in 5 minuti (somministrazione e.v.; dopo somministrazione i.m. l'effetto insorge più lentamente); l'effetto terapeutico dura per 4-6 ore (somministrazione orale), per 2 ore (somministrazione e.v.; dopo somministrazione i.m. l'effetto è più prolungato). La furosemide aumenta l'attività della renina plasmatica, la concentrazione della noradrenalina plasmatica e dell'arginina-vasopressina plasmatica. E' possibile che l'alterazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone possa giocare un ruolo attivo nell'insorgenza della tolleranza acuta. Il diuretico aumenta anche la concentrazione renale prostaglandinica. www.slidetube.it Nei pazienti con insufficienza renale cronica, l'azione diuretica e natriuretica della furosemide risulano maggiori dopo somministrazione in infusione ev rispetto alla somministrazione in bolo (escrezione di Na: 98,1 ± 78 vs 114,4 ± 100 mmoli rispettivamente con la somministrazione in bolo e in infusione; volume urinario totale: 1064 ± 627 vs 1170 ± 764 ml rispettivamente in bolo e in infusione) (Sanjay et al., 2008). In caso di edema polmonare acuto, la furosemide manifesta un effetto venodilatante. In pazienti con insufficienza cardiaca congestizia la furosemide è stata confrontata con torasemide, (diuretico con un assorbimento orale più prevedibile rispetto alla furosemide). Dopo 1 anno di terapia i pazienti trattati con furosemide hanno presentato una maggior incidenza di ricovero ospedaliero per insufficienza cardiaca (32% vs 17%) o per tutte le cause cardiovascolari (59 vs 44%), mentre non è stata osservata nessuna differenza per il ricovero per ogni causa (76% vs 71%). E' stato inoltre evidenziato che i pazienti in terapia con torasemide permanevano meno tempo in ospedale per insufficienza cardiaca (106 vs 296 giorni) e avevano punteggi per dispnea e stanchezza sensibilmente migliori (significatività statistica è stata raggiunta solo per la stanchezza) (Murray et al., 2001). www.slidetube.it In caso di ipertensione polmonare secondaria la torasemide è risultata più efficace della furasemide nel migliorare la gittata cardiaca. La furasemide è stata associata ad un aumento maggiore dei livelli plasmatici di angiotensina II (possibile attivazione del sistema renina-angiotensina) (Von Dossonw et al., 2008). La furosemide sembra inibire la risposta immediata e tardiva allo stimolo antigenico in pazienti asmatici (Bianco et al., 1989). La risposta immediata, che si manifesta entro 60 minuti dallo stimolo antigenico, è dovuta al rilascio di istamina e leucotrieni dai mastociti (Corriere Medico, 1991); la risposta tardiva, che insorge dopo qualche ora, è indotta dal rilascio di mediatori dalle cellule richiamate per chemiotassi dalla stimolazione dei mastociti. I meccanismi proposti per spiegare il ruolo della furosemide nebulizzata sulla risposta antigenica hanno incluso: 1) minore responsività epiteliale causata da variazioni ioniche e osmotiche locali; 2) rilascio di prostaglandine broncodilatanti; 3) inibizione dei mediatori dell'infiammazione; 4) azione antiedematosa sulla mucosa; 5) inibizione dei nervi epiteliali. Nonostante gli effetti sulla risposta allo stimolo antigenico, la furosemide non è risultata modificare gli indici spirometrici sia nei pazienti adulti asmatici sia in quelli pediatrici (Alshehri et al., 2005; Yen, Chen, 2005). www.slidetube.it www.slidetube.it La furosemide inibisce, in vitro, la secrezione di ioni cloro nel lume bronchiale, per blocco della pompa Na+/K+, e a livello delle cellule epiteliali (Corriere Medico, 1990). Studi clinici di piccole dimensioni (studi preliminari) hanno evidenziato un ruolo positivo della furosemide nebulizzata nel trattamento della dispnea (Newton et al., 2008), anche in pazienti con COPD (riduzione dell'intensità della dispnea durante l'esercizio fisico, incremento della tolleranza all'esercizio fisico e miglioramento degli indici spirometrici) (Jensen et al., 2008). Nelle pazienti con preeclampsia severa, la somministrazione postpartum di furosemide (20 mg/die per os per 5 giorni più supplementazione di potassio) ha determinato la riduzione dei valori pressori sistolici in seconda giornata (142 mmHg vs 153 mmHg rispettivamente pazienti trattate e non trattate con il diuretico) e un minor ricorso a terapie antipertensive nel periodo di ricovero ospedaliero (14% vs 26%). Il trattamento con furosemide non ha modificato la durata del ricovero né l'incidenza di eventuali complicanze tardive . (Ascarelli et al., 2005).