PSICOPATOLOGIA DELL’OBESITA’ ORDINE DEI MEDICI – RAGUSA 20 OTTOBRE 2012 DR. GIUSEPPE SAPIENZA psichiatra Traccia della presentazione • • • • • La dimensione del fenomeno Indicazioni sulla prevenzione I quadri clinici in psicopatologia Le ipotesi neurobiologiche Introduzione ai concetti di schema corporeo e immagine corporea • Gli interventi riabilitativi La dimensione del fenomeno Obesità è ormai emergenza mondiale Un’epidemia Un epidemia mondiale Negli USA l’obesità infantile è epidemica L’obesità infantile è un problema di notevole e a a soc sociale ae rilevanza I bambini mangiano troppo e male Obesità sempre più bambini dal chirurgo Sempre più bimbi da chirurgo per obesità La dimensione del fenomeno L’allarme dell’OMS Nel mondo 300 ml di obesi Numero destinato ad aumentare Grave in USA ed Europa, anche in Asia, d a, C Cina aeG Giappone. appo e Non o assente asse te in India, alcune regioni dell’Africa e Sud America Circa 4% dei bb bb. In E Europa ropa è obeso con tendenza ad aumentare Circa 2-8% costi sanitari dovuti ad obesità Indicazioni sulla prevenzione Gli elementi chiave per la prevenzione ed il trattamento dell’obesità sono identificati: 1.Alimentazione 1 Ali t i corretta tt 2.Ruolo uo o de delle e famiglie a g e 3.Attività fisica Indicazioni sulla prevenzione Ministero della Salute (campagne prevenzione)) p p prima regola g p prevenire: Abituare il b. a 3 pasti regolari + 2 spuntini N premiare Non i il b b. con ttroppii spuntini ti i Non o insistere s ste e qua quando do il b b. è sa sazio o Bilanciare l’apporto proteico Abituare il b. ai giochi all’aperto e all’attività fisica Indicazioni sulla prevenzione La cultura della corretta alimentazione inizia dalla mamma: • Lo stile femminile attivo, tipico delle donne con attività extradomestica risulta donne, più attento e fa parte di un progetto di benessere e forma f fisica f • Le madri di famiglia più tradizionali sono più distanti da stili salutistici: meglio seguire la tradizione con pasti completi completi, abbondanti e gradevoli Indicazioni sulla prevenzione La cultura della corretta alimentazione si p da bambini: impara I b. non vanno lasciati «liberi di mangiare come e quando vogliono» vogliono», è difficile far amare ai b. la frutta e verdura con meno dolci, aiutarli a capire qual è un rapporto q con il cibo, anche a sano ed equilibrato causa degli spot pubblicitari I quadri clinici in psicopatologia Fattori etiopatogenetici nell’organizzazione g di anomale forme strutturanti l’immagine corporea: - Studi psicodinamici - Studi cognitivo-comportamentali - Studi St di teoria dell’attaccamento (Bo (Bowlby) lb ) Sin dalla nascita, si susseguono delle tappe ognuno d i qualili caratterizzata dei tt i t d da pulsioni l i i libidiche libidi h dominanti, e da successive modalità di appagamento. t Ogni stadio dello sviluppo ha in sé un significato evolutivo l ti e, a seconda d delle d ll gratificazioni tifi i i o delle d ll frustrazioni ottenute durante il suo decorso, saranno presenti ti nella ll personalità lità dell'adulto d ll' d lt d i tratti dei t tti riconducibili al loro adeguato superamento oppure fi fissazioni i i o regressioni, i i dovuti d ti ad d insuccesso i Durante il primo anno di vita (fase orale) il bambino entra in contatto libidico con il mondo principalmente mediante la bocca, bocca connessa alla funzione alimentare. Poppare, succhiare sono le prime espressioni della pulsione sessuale e il seno materno è il suo primo oggetto. La relazione l i oggettuale l è però ò ambivalente, bi l i quanto la in l madre d è oggetto d'amore quando gratifica il suo bisogno o di odio quando lo nega. Posizione schizo-paranoide (Melania Kleine) Se il bambino, in questa fase orale, sperimenta buon equilibrio nella sua «relazione oggettuale» e, quindi, nella connessa funzione alimentare, troverà tale equilibrio anche nell'età adulta, senza dover ricorrere, di fronte alle difficoltà e strss della vita,, a rapporti pp di forte dipendenza p da figure g affettivamente significative. Se invece v’è stata una relazione oggettuale frustrante, le situazioni stressanti della vita adulta potranno indurre fenomeni di regressione e comportamenti di dipendenza ricorrendo al cibo come strategia di adattamento di fronte a situazioni problematiche ed emotivamente coinvolgenti. L’OBESITA’ RAPPRESENTA IL FRUTTO DI UNA TIPICA MODALITA’ RELAZIONALE OVE SONO STATI ACCUDITI I BISOGNI MATERIALI DEL BAMBINO A SCAPITO DELE SUE ESIGENZE PSICHICHE SI CREA UN MASSICCIO MECCANISMO DI INTROIEZIONE GLI OBESI HANNO BISOGNO DI UN OGGETTO RASSICURANTE CHE IDENTIFICANO CON IL CIBO IL SOGGETTO, ATRAVERSO L’INTROIEZIONE, TENDE A MANTENERE IL POSSESSO DELL’OGGETTO, OGGETTO DETERIORATO. CIRCOLO VIZIOSO CHE SI PRESENTA COME DINAMICA TOSSICOFILICA CHE NON HA POSSIBILITA’ DI ESSERE SODDISFATTA. L‘obesità, così come i Disturbi del Comportamento Ali Alimentare t i in genere, sarebbe bb d dunque l la manifestazione di un mancato o insoddisfacente superamento t d ll della f fase orale l d ll dello sviluppo il psicosessuale e questo fa pensare all'individuo obeso b come - soggetto debole - Carattere C tt f il fragile - eccessivamente bisognoso di affetto e di gratificazioni tifi i i immediate i di t che, h qualora l non vengano immediatamente soddisfatte, lo condurrebbero alla ti t tristezza . Secondo i principi del comportamentismo, ogni tipo di comportamento p è il risultato dell'interazione tra individuo e ambiente, e la sua emissione sarà tanto più frequente p q quanto p q più numerosi e frequenti q saranno gli stimoli ambientali rinforzanti. Un comportamento sarà destinato ad estinguersi quando verranno meno i rinforzi positivi o quando, anche in presenza degli stessi, stessi verranno emessi comportamenti alternativi più vantaggiosi. l stile lo til alimentare li t d ll' b dell'obeso: -fornisce f i d i rinforzi dei i f i positivi, iti i strettamente t tt t connessi con il cibo, quali il soddisfacimento del g sto e la soddisfazione gusto soddisfa ione della fame -fornisce fornisce altri rinforzi, rinforzi non direttamente connessi con il cibo e la fame, ma spesso più potenti, nel perpetuare il comportamento di ricerca ed assunzione del cibo, quali la riduzione dell'ansia e della tristezza. tristezza Orientamento interno/esterno Orientamento internalizzato internalizzato:: le emozioni primarie sono ben discriminate (fin dal primo anno di vita) in quanto la figura di riferimento esprime il proprio stato emotivo in modo non ambiguo Orientamento esternalizzato: basato su uno stile di attaccamento caratterizzato da atteggiamenti ambivalenti della figura di riferimento. L’individuo si definisce solo a partire da una referenza esterna (prevalente nei soggetti con DCA) Campo dipendenza/ indipendenza Q Questa dimensione di i fa f riferimento if i alla ll tendenza d a ricercare nell’ambiente percettivo informazioni e punti di vista degli altri Soggetti “campo dipendenti”: fanno affidamento ai riferimenti esterni (notevole sensibilità ai segnali emotivi provenienti dal contesto interpersonale) Soggetti “campo campo indipendenti”: indipendenti : meno “sensibili” sensibili all’ambiente relazionale esterno, alle relazioni sociali Organizzazione di tipo Disturbi Alimentari Psicogeni Bisogno incondizionato d ddi approvazione ddeglil altri + paura di una disconferma NECESSITA’/TIMORE DI UN RIFERIMENTO ESTERNO Ri Ricerca di sintonia i t i con le l aspettative p tt ti dell’altro d ll’ lt Ipercritica verso gli altri per neutralizzare l’impatto di eventuali rifiuti o disconferme I patterns genitoriali Brunch (1973): genitori dei pazienti con DCA mostrano una eccessiva focalizzazione sull’alimentazione (cibo= mezzo per dare conforto e sollievo) Rizzuto e coll. coll. (1981): la madre non riesce ad adempiere al ruolo di “specchio” Organizzazione di tipo Disturbi Alimentari Psicogeni CONTESTO FAMILIARE: scarsa o distorta comunicazione degli affetti alternanza tra momenti di comprensione e di distacco di alternanza tra p piena approvazione pp e ipercriticismo DELUSIONE I patterns genitoriali Il controllo sulla relazione prevale su tenerezza e calore emotivo ti Ruolo genitoriale con attenzione verso aspetti formali e scarso piacere i verso lla relazione l i LE INTERAZIONI NON SONO MODULATE AT DAI A COMPORTAMENTI TA T O DAI SEGNALI EMOTIVI DEL BAMBINO MA DAGLI STATI INTERNI DELLE MADRI Hild Hilde B Bruch h, facendo propri alcuni presupposti dell'impostazione psicodinamica ed integrandoli con osservazioni dirette sulle famiglie dei bambini e degli adolescenti obesi, obesi ha fornito un modello patogenetico dell'obesità di grande interesse. Non sempre i genitori riconoscono adeguatamente i bisogni del bambino. Il cibo diventa l'unico o quantomeno il principale strumento per rispondere alle esigenze infantili e il bambino, ricevendo cibo, in modo del tutto indipendente dai suoi bisogni, diventerà da una parte incapace di riconoscere le proprie sensazioni di fame e sazietà, dall'altro ricorrerà passivamente al cibo ogniqualvolta provi sensazioni sgradevoli. LA FAMIGLIA DELL’OBESO Padre scialbo e debole,, spesso p sottomesso alla figura g materna. Madre aggressiva e prepotente. Non riesce ad elargire sicurezza ed affetto e compensa con iperalimentazione. iperalimentazione Non riconosce i bisogni del figlio e questo fa si che il figlio non riconosca i suoi stimoli interni. Vive nel terrore dell’allontanamento del figlio e gli impedisce qualsiasi attività che possa renderlo più autonomo. Ambiente ambivalente ed incoerente. Il figlio non riesce a delineare la propria identità. HILDE BRUCH (1973) LA FAMIGLIA DELL’OBESO Vari tipi di transazioni familiari che hanno in comune una modalità: la presenza di legami fragili che scoraggiano lo sviluppo dell’individuo e la sua autonomia. Clima di pseudoarmonia che è l’espressione di una eccessiva protezione e di una incapacità di risolvere i conflitti. Estrema E t passività, i ità scarsa stima ti di sé, é forte f t paura di essere respinti, grande bisogno di essere aiutati e riconosciuti dagli altri altri. S. MINUCHIN (1976) Il modello della Bruch ha posto in rilievo: la difficoltà a riconoscere adeguatamente le proprie sensazioni corporee, ed in particolare quelle della fame e della particolare, sazietà,, nonché a descrivere con il termine "f "fame" " bisogni, bi i sensazioni i i o stati t ti emotivi del tutto diversi tra loro. loro HILDE BRUCH (1973) La Bruch individua quattro tipi di obesità psicogena: OBESITA’ EGOSINTONICA O S OBESITA’ REATTIVA OBESITA’ EVOLUTIVA OBESITA’ SCHIZOIDE OBESITA’ EGOSINTONICA Persone che per una serie di eventi personali, familiari, culturali e spesso anche genetici hanno sviluppato una tendenza all all’obesità obesità che però vivono senza problemi. Sono persone in S i genere estroverse, t b ill ti che brillanti, h raggiungono i posizioni i i i sociali anche molto importanti, hanno un buon senso della realtà e non hanno problemi di immagine corporea. A volte durante l’adolescenza hanno tentato di dimagrire, ma le difficoltà, il malumore, l’irritabilità scatenata dalle restrizioni alimentari li hanno convinti a desistere. Sono persone psichicamente sane e se vengono incluse tra gli obesi psicogeni è per indicare che all’origine non c’è una causa organica, ma semplicemente una tendenza di fondo, una scelta, che nasce sicuramente dall dall’introiezione introiezione di modelli culturali, culturali ma soprattutto da situazioni familiari dove il cibo è stato proposto come oggetto piacevole e non colpevolizzante. OBESITA’ REATTIVA Tipica dell’età adulta. In questi casi l’aumento di peso segue eventiti di perdita dit o di fallimento f lli t materiali t i li o affettivi. ff tti i Si tratterebbe, in definitiva, di una forma di depressione larvata, in cui il vissuto di perdita stimola un bisogno compulsivo a mangiare. I soggetti sono consapevoli dei loro eccessi e vorrebbero fare q qualcosa, ma non ci riescono. La compulsione L l i a mangiare i spesso accade d di sera o di notte tt quando d i pz si sentono più soli ed abbandonati. Cibo come elemento sedativo e consolatorio. Gli AA anglosassoni parlano di “mangiatori notturni”. OBESITA’ REATTIVA HILDE BRUCH (1973) -BINGE EATING DISORDER -NIGHT NIGHT EATING SYNDROME AJ. STUNKARD (1959) OBESITA’ EVOLUTIVA HILDE BRUCH (1973) Caratterizzata da un più complesso intreccio di eventi familiari e psicologici che l’autrice fa risalire ad un eccesso di gratificazioni materiali, tra cui il cibo, a scapito di scarse gratificazioni psichiche, psichiche all all’interno interno di una pseudoarmonia domestica dove, dove nel contesto di una insanabile e perenne crisi di coppia, la rabbia ed il rancore rimangono inespresse e quindi non riconoscibili dal bambino. Il momento del pasto, quindi, assumerebbe un valore simbolico: bisogna “ingoiare” tutto, mostrarsi estremamente passivi. Il cibo viene vissuto come una panacea per tutti i problemi e tutti i conflitti. Il bambino, posto di fronte ad una situazione di questo genere, svilupperebbe ansia, rabbia ed un senso di frustrazione continua,, che i g genitori cercano di sedare con il cibo. g e a sviluppare una Il bambino non riesce più a riconoscere i suoi reali bisogni situazione di autonomia e individualità. OBESITA’ SCHIZOIDE HILDE BRUCH (1973) Questi Q ti pazienti i ti hanno h una scarsa autonomia, t i un’identità ’id tità molto lt labile, l bil una difficoltà a stabilire un confine tra il sé e il non sé, per cui hanno spesso la sensazione di poter essere guidati da forze esterne. L’isolamento è notevole e la soglia alle frustrazioni è molto bassa, spesso tendono ad evitare qualsiasi contatto con gli altri, escluso il cerchio familiare, entro il quale si rinchiudono. A volte tentano una cura dimagrante, ma si fermano perché spesso sono spaventati dalle reazioni di rabbia e di malessere da cui sono presi, vivono un senso di inadeguatezza molto forte, sono convinti di non essere idonei ai compiti anche i più semplici, compiti, semplici vi è una notevole abulia che è aggravata da una fuga in un mondo interno di fantasticherie. Sono soggetti che spesso tendono a scompensarsi e così evidenziare i sottostanti processi psicopatologici, come succede, a volte, dopo cure dimagranti. IL CARATTERE DELL’OBESO Modalità relazionale che tende a costituirsi come una forte dipendenza da un oggetto esterno che dovrebbe essere fonte di sicurezza e di aumento della autostima t ti e della d ll forza. f Il cibo assolve la funzione di un oggetto sostitutivo. Essi presentano una dinamica di bramosia molto intensa, che può spostarsi, quando non si fissa sul cibo, anche su situazioni o altre sostanze costituendo una TENDENZA TOSSICOFILICA DI BASE. BASE Difficoltà a riconoscere e differenziare gli stimoli interni: grande difficoltà a distinguere tra fame e voracità (alexitimia: incapacità di verblizzare le emozioni). Difficoltà ad esprimere una opposizione, opposizione a dire di no. no Il rifiuto dell’altro è vissuto come una minaccia di morte alla propria integrità. Il mangiare serve per compensare questo senso di morte: cibo come fonte di vita e di forza. forza INGOIANO TUTTO. INVADERE LO SPAZIO COMPORTAMENTI ALIMENTARI PSICOPATOLOGICI GRIGNOTTAGE IPERFAGIA PRANDIALE ABBUFFATA IPERFAGIA PRANDIALE 9 PIACERE PER IL CIBO 9 ASPETTO PREVALENTEMENTE CONVIVIALE 9 MANTENIMENTO DEL CONTROLLO SULLE QUANTITA’ 9 ASSENZA DI MALESSERE PSICOLOGICO ALL’ASSUNZIONE DEL CIBO STESSO LEGATO 9 RISULTATO DI CONSOLIDATE ABITUDINI FAMILIARI GRIGNOTTAGE Mangiucchiare piccole quantità di cibo, soprattutto dolci e grassi durante buona parte della giornata Mangiare M i l t lentamente t e apprezzare ciò iò che h sii sta t mangiando Mangiucchiare in risposta a noia o malesseri vari Bassa autostima, tratti ansiosi, veri e propri disturbi d’ d’ansia i e dell’umore d ll’ ABBUFFATA Assunzione di cibo caratterizzta da: - quantità enormi - assunzione disordinata e caotica - assunzione automatica e passiva - bisogno di mangiare inarrestabile e veloce - mancanza di controllo - mancanza di piacere - cessazione per dolore o per la fine del cibo - sensi di colpa, di angoscia, vergogna - assunzione di cibo in solitudine OBESITA’ e DISTURBI della CONDOTTA ALIMENTARE BINGE EATING DISORDER (BED) ( ) ASPETTO SOGGETTIVO ASPETTO OGGETTIVO SENSAZIONE PERDITA CONTROLLO QUANTITA’ CIBO INGERITA Fairburn e Cooper, 1993 OBESITA’ e DISTURBI della CONDOTTA ALIMENTARE BINGE EATING DISORDER (BED) - Caratterizzato dalla frequente comparsa di gravi abbuffate che si verificano, in media, almeno due volte alla settimana in un arco di tempo di almeno sei mesi. - Le e ccrisi s d di voracità, o ac tà, du durante a te le e qua quali il p pz assu assume eg grandi a d qua quantità t tà d di c cibo bo in poco tempo, non sono seguite da comportamenti mirati a consumare le calorie a non assorbire i nutrienti, quali il vomito o l’abuso di lassativi e diuretici. diuretici - In tale disturbo il piacere per il cibo è scomparso e l’unico parametro considerato è quello quantitativo. quantitativo - L’aspetto conviviale è totalmente scomparso ed il cibo risulta essere un grande d problema bl attorno tt all quale l ruota t buona b parte t dell’esistenza d ll’ i t e per questo viene speso detestato dal soggetto che se ne sente schiavo. OBESITA’ e DISTURBI della CONDOTTA ALIMENTARE FAMILIARITA’ PSICHIATRICA POSITIVA SOVRAPPESO ESPOSIZIONE EVENTI TRAUMATICI DIETA RESTRITTIVA BED Stice et al., 2002; Tanofsky-Kraff et al., 2004; Tanofsky-Kraff et al., 2006 NIGHT EATING SINDROME Un altro quadro peculiare associato all’obesità è la NES non ancora caratterizzata come un quadro sindromico indipendente e non presente nel DSM. Già nel 1955 Stunkard e coll. hanno descritto per la prima volta ll’associazione associazione tra abbuffate serali e/o notturne, insonnia e anoressia mattutina. Tali caratteristiche circadiane si accompagnano a simili variazioni del tono dell’umore, essendo il disturbo spesso associato all’Episodio Depressivo Maggiore con caratteristiche atipiche. La NES è poco frequente nella popolazione generale (circa 1,5%), mentre nelle casistiche cliniche la prevalenza oscilla tra il 7.9% ed il 43% dei soggetti obesi. NIGHT EATING SINDROME Birketvedt e coll. hanno riscontrato,, fra le caratteristiche associate a NES,, insonnia iniziale e centrale, elevati livelli di cortisolo e una cronica attivazione dell’Asse Ipotalamo-Ipofisi-Surrene, con ridotta risposta dell’ACTH e del cortisolo al CRH. CRH Questo particolare assetto endocrino può, può secondo gli autori, conseguire da un “esaurimento” delle capacità di risposta dell’asse HPA per iperattivazione cronica e sarebbe coerente, quindi, con l’idea che la NES sia una condizione correlata allo stress. stress Diversamente dai “binge eaters”, i “night eaters” mangiano, in ogni episodio, piccole i l quantità tità di cibo, ib in i genere carboidrati b id ti e il numero di risvegli i li è di 1.7 17 per notte. Le differenze fondamentali tra BED e NES sono, quindi, le dimensioni dell’abbuffata, il momento in cui questa ha luogo e le caratteristiche di comorbidità,, in q quanto la NES è associato p più frequentemente q al Disturbo Depressivo Maggiore. EATING EMOZIONALE Situazione vissuta da quei soggetti che mescolano le emozioni con l'assunzione di cibo e usano il cibo per far fronte alle emozioni che ogni giorno incontrano. L‘eating emozionale comprende vari stili alimentari e le diverse motivazioni ed emozioni che accompagnano la necessità di usare il cibo, spesso in grande quantità, con il fine ultimo di affrontare situazioni di noia, di ansia, di rabbia o di depressione. EATING EMOZIONALE MANGIATORI ANSIOSI Il legame l t tra ansia i e alimentazione li t i è da d tempo t riconosciuto. Esso è frequentemente sperimentato quando si verifica un senso di apprensione o di preoccupazione p p per un evento futuro che sarà spiacevole p p o pericoloso. EATING EMOZIONALE MANGIATORI ANNOIATI La noia è fortemente associata all’eating emozionale ed è forse la più comune forma di mediazione emozionale nell’alimentazione. A volte il cibo, per alcuni pazienti, può essere l’unica motivazione legittima per interrompere un’attività noiosa. E’ molto frequente nelle casalinghe che si ritrovano a non sapere cosa fare, fare perciò iniziano a cucinare e a mangiare. Poiché la noia non è associata a sintomi evidenti, talora può essere difficile da identificare. identificare Può essere utile, utile perciò, perciò analizzare, analizzare insieme al paziente, la registrazione del cibo consumato e verificare se i momenti della giornata, in cui più frequentemente perde il controllo, si associano a situazioni it i i in i cuii eglili non aveva niente i t di stimolante ti l t da d fare. f EATING EMOZIONALE MANGIATORI TRISTI Una delle più comuni immagini che tutti hanno di un individuo affetto da eating emozionale è quella di cercare di sconfiggere la tristezza mangiando. La tristezza deve essere tenuta ben distinta dalla depressione In entrambi i casi c depressione. c’è è un un’esperienza esperienza di perdita, perdita ma mentre la tristezza può essere considerata una risposta fisiologica dell’organismo, la depressione no. La tristezza, infatti, può essere una reazione i d id t che desiderata h deriva d i d una realistica da li ti analisi li i di un evento spiacevole di perdita o di delusione. EATING EMOZIONALE MANGIATORI SOLI La solitudine è spesso associata all all’eating eating emozionale perché il cibo è usato come sostituto di qualcosa che manca. Tuttavia l’aumento di peso conseguente non fa altro che accrescere le difficoltà di instaurare un’adeguata relazione l i con glili altri. l i Nella N ll definizione d fi i i di solitudine li di sii contemplano sia la mancanza di contatto con gli altri che contatti presenti ma superficiali. superficiali EATING EMOZIONALE MANGIATORI ARRABBIATI E’ ampiamente dimostrato che in molte persone la rabbia, sotto forma di risentimento, amarezza, gelosia, indignazione e frustrazione, è associata all’Eating emozionale e al mangiare in eccesso. Assai spesso questi sentimenti derivano dal fatto che non si riesce ad ottenere quello che si desidera Ci sono molti modi per scaricarla, desidera. scaricarla tra i quali il mangiare è uno dei più frequenti: numerosi studi hanno infatti evidenziato che esiste una relazione molto stretta tra alimentazione in eccesso e rabbia repressa, p definibile come un sentimento vissuto ma non espresso manifestamente. Il mangiare può essere per molte persone un modo per far fronte alla rabbia che non sono in grado di esprimere apertamente. EATING EMOZIONALE MANGIATORI CELEBRATIVI Sono quei soggetti che trovano impossibile gioire di qualcosa di positivo e di importante senza abusare con il cibo. Il mangiare nella nostra cultura gioca un ruolo primario in quasi tutte le relazioni sociali, perciò chi abitualmente bit l t usa il cibo ib per rendere d l propria la i vita it sociale i l felice f li t trova molta difficoltà nel prendere parte ad un evento senza mangiare o bere in eccesso. Altri AA. hanno trovato altre tipologie di modelli alimentari: 1 – Emotional eating ( mangiare per gestire i sentimenti ) 2 – Fresh F h food,fast f d f t food f d ( cibi ibi precotti,ad tti d alto lt contenuto t t calorico; l i pochi alimenti freschi ) 3 – Task T k snacking ki ( mangiare i mentre t sii fanno f altre lt cose ) 4 – Sensory,spiritual nourishment ( insaporire al cibo con significati ) 5 – Eating atmosphere (l’estetica e l’ambiente del pasto ) 6 – Social S i l fare f ( mangiare i d solili vs mangiare da i i compagnia) in i ) P concludere Per l d che. h SONO AUSPICABILI ALTRE RICERCHE PER VALUTARE IN CHE MISURA PRATICARE E IMPLEMENTARE QUESTI “EATING EATING STYLES STYLES” POSSONO INTERAGIRE CON IL SOVRAPPESO E L’OBESITA’ Sindromi psichiatriche L’obesità si riscontra frequentemente in p sindromi: molteplici - Sindromi ansiose - Sindromi Si d id depressive i - Disturbo stu bo Bipolare po a e - Disturbi di Personalità - Disturbo controllo impulsi - Sindromi Schizofreniche Bulimia Nervosa Criteri diagnostici DSM IV 1 P 1. Presenza di crisi i i bulimiche b li i h ((abbuffate); bb ff ) discontrolli di lli comportamento alimentare con ingestione di una grande quantità di cibo in un intervallo di tempo generalmente piuttosto breve (2 ore) 2. Alla crisi bulimica, che si verifica in assoluta solitudine, seguono sensi di colpa e depressione dell’umore conseguenti al fatto di aver perso il controllo sul p p proprio p comportamento p alimentare 3. Successivamente comportamenti compensatori (digiuno, iperattività fisica, vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici etc ) atti a ridurre ll’impatto etc.) impatto dell’abbuffata dell abbuffata 4. Come nell"Anoressia Nervosa sono presenti sia la paura dell’aumento di peso che la non corretta valutazione del proprio aspetto fisico ma non si arriva all’emaciazione all emaciazione Le ipotesi neurobiologiche un n recente st studio dio ssu Lancet ha e evidenziato, iden iato mediante PET, che i soggetti obesi hanno carenza di recettori dopaminergici proporzionale p all’indice di direttamente p massa corporea B.D.I. (tanto maggiore ll’indice indice quanto minore il numero di recettori) – (Wang et al. 2001). La carenza di recettori DA è responsabile della carenza delle sensazioni di piacere e disfunzione del sistema della ricompensa Le ipotesi neurobiologiche La carenza di recettori DA, responsabile p e di p piacere delle sensazioni di ricompensa è tipica delle forme di dipendenza ed è stata riscontrata anche nel cervello dei tossico tossicodipendenti e degli alcolisti. Volkow et al. 2003, 2003 hanno dimostrato che la g un ruolo nella assunzione del DA svolge cibo indipendentemente da quello svolto nella regolazione del piacere. Le ipotesi neurobiologiche Ciò comporta una spinta ad una eccessiva per stimolare,, nel cervello,, più p alimentazione p intensamente i circuiti del piacere (reward). La carenza dei recettori DA può spiegare gli insuccessi nel mantenere i risultati delle diete e conseguente crollo dell’autostima ’ L’esercizio L esercizio fisico interviene anche nei circuiti DA-ergici e può giovare su questo fronte. Gli interventi riabilitativi È stata proposta, con successo, l’uso della realtà virtuale nel trattamento dell’obeso dell obeso in quanto permette di modificare anche gli aspetto neuropsicologici (body image) image). G.Riva – Istituto auxologico italiano Milano 2008 Milano, Introduzione ai concetti di schema corporeo e immagine corporea studi sul corpo quale «rappresentazione»: - Neurologici (Bonnier, (Bonnier 1905; Head Head, 1926; Simmel, Simmel 1956) - Psichiatrici (Kolb, 1954 Schoenfeld, 1966) - Psicodinamici (Federn, ‘52; Erikson, ‘50; Fisher & Cleveland, ’68 - Fenomenologici (Mereau Ponty, Ponty ‘65; 65; Galimberti, Galimberti 1983) - Clinici (Stunkard &Mendelson, ‘61; Casper et al. 1979) - Sociologici (Featherstone, ‘82; Frank, ‘91; Schilling, ’83) - Psico-sociali Psico sociali (Garner (G ett al. l ’80; ’80 C Cash&Green,’86;Kaltenbach,’91) h&G ’86 K lt b h ’91) Introduzione ai concetti di schema corporeo e immagine corporea Tutte le rappresentazioni del corpo umano stanno in due concetti fondamentali: - S Schema h corporeo (tutte (t tt le l rappresentazioni di tipo percettivo) - Immagine corporea (tutte le rappresentazioni di tipo affettivo e cognitivo) Introduzione ai concetti di schema corporeo e immagine corporea Lo schema corporeo è la rappresentazione p ottenuta dalla comparazione p ed corporea integrazione continua a livello prevalentemente corticale delle passate esperienze sensoriali con le sensazioni attuali (posturali, (posturali tattili, tattili visive, visive cinestetiche cinestetiche, vestibolari). (Head; Merleau-Ponty) Sedi anatomiche prioritarie: aree primarie e secondarie parietali (temporali, (temporali talamo talamo, reticolare mesenc mesenc.)) Introduzione ai concetti di schema corporeo e immagine corporea Immagine corporea è il modo in cui si vive e sperimenta il proprio corpo: «il modo in cui il corpo appare a noi stessi» (Schilder, 1950). L’ L’esperienza i personale l d dell proprio i corpo. Non o èu un co concetto cetto neurologico, eu o og co, ma a psicologico. Implica lo studio della situazione emotiva ed esistenziale esistenziale, ricordi ricordi, motivazioni, propositi ed intenzioni. Si modifica difi nell corso d della ll vita. it Introduzione ai concetti di schema corporeo e immagine corporea tre sostanziali differenze: 1- ll’intenzionalità 1 intenzionalità è presente in body image image, assente in body schema 2- impersonalità in body schema, identifica= zione in body image (è il mio corpo) 3- body image viene sperimentata anche per alcune parti corporee, body schema è sempre olistico e automatico Introduzione ai concetti di schema corporeo e immagine corporea Quale rapporto fra i due? Anche se gli studi cognitivi e neurofisiologici non hanno trovato continuità anatomiche o funzionali fra le rappresentazioni percettivo– motorie e quelle simbolico-ricostruttive, simbolico-ricostruttive si può supporre che le due modalità possano reciprocamente influenzarsi. (Antinucci, 1993) Introduzione ai concetti di schema corporeo e immagine corporea In sintesi la nostra percezione del corpo è mediata dal nostro sistema cognitivo e dalle nostre emozioni, sensazioni e vissuti. L’immagine L immagine del corpo è qualcosa di più di una percezione o schema, è una FORMA STRUTTURANTE, legata anche al nostro essere parte di un gruppo sociale, soggetta a influenze culturali, quindi elastica ed esposta agli stimoli ambientali ambientali. Introduzione ai concetti di schema corporeo e immagine corporea Se non si modifica l’immagine corporea i gg sono inefficaci. dati oggettivi Un recente studio in Danimarca ha mostrato che il 10% di donne «oggettivamente» magre, continua a percepirsi grasso. L’insoddisfazione ’ f conduce ad un ciclo di p di p peso ((sindrome yyo-yo) y ) diete e recupero con esito finale nell’obesità! Gli interventi riabilitativi • La realtà virtuale modifica l’organizzazione l organizzazione cognitiva (body schema) • La semplice esposizione al sistema virtuale stimola il livello di DA (Wang & all.) e l’attività mentale così indotta stimola il metabolismo • La realtà virtuale, inserita in un sistema terapeutico i più iù ampio, i modifica difi iin modo d permanente l’attività metabolica del cervello misurata i t con lla PET (Optale (O t l & all) ll) Gli interventi riabilitativi Le tecniche terapeutiche che utilizzano, in g la realtà virtuale ((Terapia p maniera integrata Esperienziale Integrata - TEI), sembrano in grado di produrre miglioramenti stabili in quanto capaci di modificare il sistema neuroC Cognitivo ((neurocognitiv enhancement). ) «The use of alternative delivery system technologies in the treatment of patients with eating disorders» (International Journal of eating disorders) Psicopatologia dell’obesità dell obesità Grazie per l’attenzione!