PSICOPATOLOGIA DELL’OBESITA’
ORDINE DEI MEDICI – RAGUSA
20 OTTOBRE 2012
DR. GIUSEPPE SAPIENZA
psichiatra
Traccia della presentazione
•
•
•
•
•
La dimensione del fenomeno
Indicazioni sulla prevenzione
I quadri clinici in psicopatologia
Le ipotesi neurobiologiche
Introduzione ai concetti di schema
corporeo e immagine corporea
• Gli interventi riabilitativi
La dimensione del fenomeno
Obesità è ormai emergenza mondiale
Un’epidemia
Un
epidemia mondiale
Negli USA l’obesità infantile è epidemica
L’obesità infantile è un problema di notevole
e a a soc
sociale
ae
rilevanza
I bambini mangiano troppo e male
Obesità sempre più bambini dal chirurgo
Sempre più bimbi da chirurgo per obesità
La dimensione del fenomeno
L’allarme dell’OMS
Nel mondo 300 ml di obesi
Numero destinato ad aumentare
Grave in USA ed Europa, anche in Asia,
d a, C
Cina
aeG
Giappone.
appo e Non
o assente
asse te in
India,
alcune regioni dell’Africa e Sud America
Circa 4% dei bb
bb. In E
Europa
ropa è obeso con
tendenza ad aumentare
Circa 2-8% costi sanitari dovuti ad obesità
Indicazioni sulla prevenzione
Gli elementi chiave per la prevenzione ed il
trattamento dell’obesità sono identificati:
1.Alimentazione
1
Ali
t i
corretta
tt
2.Ruolo
uo o de
delle
e famiglie
a g e
3.Attività fisica
Indicazioni sulla prevenzione
Ministero della Salute (campagne
prevenzione)) p
p
prima regola
g
p
prevenire:
Abituare il b. a 3 pasti regolari + 2 spuntini
N premiare
Non
i
il b
b. con ttroppii spuntini
ti i
Non
o insistere
s ste e qua
quando
do il b
b. è sa
sazio
o
Bilanciare l’apporto proteico
Abituare il b. ai giochi all’aperto e all’attività
fisica
Indicazioni sulla prevenzione
La cultura della corretta alimentazione inizia
dalla mamma:
• Lo stile femminile attivo, tipico delle
donne con attività extradomestica risulta
donne,
più attento e fa parte di un progetto di
benessere e forma
f
fisica
f
• Le madri di famiglia più tradizionali sono
più distanti da stili salutistici: meglio
seguire la tradizione con pasti completi
completi,
abbondanti e gradevoli
Indicazioni sulla prevenzione
La cultura della corretta alimentazione si
p
da bambini:
impara
I b. non vanno lasciati «liberi di mangiare
come e quando vogliono»
vogliono», è difficile far
amare ai b. la frutta e verdura con meno
dolci, aiutarli a capire qual è un rapporto
q
con il cibo, anche a
sano ed equilibrato
causa degli spot pubblicitari
I quadri clinici in psicopatologia
Fattori etiopatogenetici nell’organizzazione
g
di anomale forme strutturanti l’immagine
corporea:
- Studi psicodinamici
- Studi cognitivo-comportamentali
- Studi
St di teoria dell’attaccamento (Bo
(Bowlby)
lb )
Sin dalla nascita, si susseguono delle tappe ognuno
d i qualili caratterizzata
dei
tt i
t
d
da
pulsioni
l i i libidiche
libidi h
dominanti,
e
da
successive
modalità
di
appagamento.
t
Ogni stadio dello sviluppo ha in sé un significato
evolutivo
l ti
e, a seconda
d delle
d ll gratificazioni
tifi
i i o delle
d ll
frustrazioni ottenute durante il suo decorso, saranno
presenti
ti nella
ll
personalità
lità dell'adulto
d ll' d lt
d i tratti
dei
t tti
riconducibili al loro adeguato superamento oppure
fi
fissazioni
i i o regressioni,
i i dovuti
d
ti ad
d insuccesso
i
Durante il primo anno di vita (fase orale) il bambino entra in contatto
libidico con il mondo principalmente mediante la bocca,
bocca connessa alla
funzione alimentare. Poppare, succhiare sono le prime espressioni
della pulsione sessuale e il seno materno è il suo primo oggetto. La
relazione
l i
oggettuale
l è però
ò ambivalente,
bi l
i quanto la
in
l madre
d è oggetto
d'amore quando gratifica il suo bisogno o di odio quando lo nega.
Posizione schizo-paranoide (Melania Kleine)
Se il bambino, in questa fase orale, sperimenta buon equilibrio nella sua
«relazione oggettuale» e, quindi, nella connessa funzione alimentare,
troverà tale equilibrio anche nell'età adulta, senza dover ricorrere, di fronte
alle difficoltà e strss della vita,, a rapporti
pp
di forte dipendenza
p
da figure
g
affettivamente significative.
Se invece v’è stata una relazione oggettuale frustrante, le situazioni
stressanti della vita adulta potranno indurre fenomeni di regressione e
comportamenti di dipendenza ricorrendo al cibo come strategia di
adattamento di fronte a situazioni problematiche ed emotivamente
coinvolgenti.
L’OBESITA’ RAPPRESENTA IL FRUTTO DI UNA TIPICA MODALITA’
RELAZIONALE
OVE SONO STATI ACCUDITI I BISOGNI MATERIALI DEL
BAMBINO A SCAPITO DELE SUE ESIGENZE PSICHICHE SI
CREA UN MASSICCIO MECCANISMO DI INTROIEZIONE
GLI OBESI HANNO BISOGNO DI UN OGGETTO
RASSICURANTE CHE IDENTIFICANO CON IL CIBO
IL SOGGETTO, ATRAVERSO L’INTROIEZIONE, TENDE A MANTENERE
IL POSSESSO DELL’OGGETTO, OGGETTO DETERIORATO. CIRCOLO
VIZIOSO CHE SI PRESENTA COME DINAMICA TOSSICOFILICA CHE
NON HA POSSIBILITA’ DI ESSERE SODDISFATTA.
L‘obesità, così come i Disturbi del Comportamento
Ali
Alimentare
t
i
in
genere, sarebbe
bb
d
dunque
l
la
manifestazione di un mancato o insoddisfacente
superamento
t
d ll
della
f
fase
orale
l
d ll
dello
sviluppo
il
psicosessuale e questo fa pensare all'individuo
obeso
b
come
- soggetto debole
- Carattere
C tt
f il
fragile
- eccessivamente bisognoso di affetto e di
gratificazioni
tifi
i i immediate
i
di t che,
h qualora
l
non vengano
immediatamente soddisfatte, lo condurrebbero alla
ti t
tristezza
.
Secondo i principi del comportamentismo, ogni tipo
di comportamento
p
è il risultato dell'interazione tra
individuo e ambiente, e la sua emissione sarà tanto
più frequente
p
q
quanto p
q
più numerosi e frequenti
q
saranno gli stimoli ambientali rinforzanti.
Un comportamento sarà destinato ad estinguersi
quando verranno meno i rinforzi positivi o quando,
anche in presenza degli stessi,
stessi verranno emessi
comportamenti alternativi più vantaggiosi.
l stile
lo
til alimentare
li
t
d ll' b
dell'obeso:
-fornisce
f i
d i rinforzi
dei
i f i positivi,
iti i strettamente
t tt
t
connessi con il cibo, quali il soddisfacimento del
g sto e la soddisfazione
gusto
soddisfa ione della fame
-fornisce
fornisce altri rinforzi,
rinforzi non direttamente connessi
con il cibo e la fame, ma spesso più potenti, nel
perpetuare il comportamento di ricerca ed
assunzione del cibo, quali la riduzione dell'ansia
e della tristezza.
tristezza
Orientamento interno/esterno
„
„
Orientamento internalizzato
internalizzato:: le emozioni primarie sono
ben discriminate (fin dal primo anno di vita) in quanto
la figura di riferimento esprime il proprio stato emotivo
in modo non ambiguo
Orientamento esternalizzato: basato su uno stile di
attaccamento caratterizzato da atteggiamenti
ambivalenti della figura di riferimento. L’individuo si
definisce solo a partire da una referenza esterna
(prevalente nei soggetti con DCA)
Campo dipendenza/ indipendenza
„
„
„
Q
Questa
dimensione
di
i
fa
f riferimento
if i
alla
ll tendenza
d
a
ricercare nell’ambiente percettivo informazioni e punti
di vista degli altri
Soggetti “campo dipendenti”: fanno affidamento ai
riferimenti esterni (notevole sensibilità ai segnali
emotivi provenienti dal contesto interpersonale)
Soggetti “campo
campo indipendenti”:
indipendenti : meno “sensibili”
sensibili
all’ambiente relazionale esterno, alle relazioni sociali
Organizzazione di tipo Disturbi
Alimentari Psicogeni
„
Bisogno incondizionato
d
ddi approvazione ddeglil
altri + paura di una disconferma
NECESSITA’/TIMORE DI UN
RIFERIMENTO ESTERNO
„
Ri
Ricerca
di sintonia
i t i con le
l aspettative
p tt ti dell’altro
d ll’ lt
Ipercritica verso gli altri per neutralizzare
l’impatto di eventuali rifiuti o disconferme
„
I patterns genitoriali
„
„
Brunch (1973): genitori dei pazienti con DCA
mostrano una eccessiva focalizzazione
sull’alimentazione (cibo= mezzo per dare
conforto e sollievo)
Rizzuto e coll.
coll. (1981): la madre non riesce ad
adempiere al ruolo di “specchio”
Organizzazione di tipo Disturbi
Alimentari Psicogeni
CONTESTO FAMILIARE:
„ scarsa o distorta comunicazione degli affetti
„ alternanza tra momenti di comprensione e di
distacco
di
„ alternanza tra p
piena approvazione
pp
e
ipercriticismo
DELUSIONE
I patterns genitoriali
„
„
„
Il controllo sulla relazione prevale su tenerezza e calore
emotivo
ti
Ruolo genitoriale con attenzione verso aspetti formali e
scarso piacere
i
verso lla relazione
l i
LE INTERAZIONI NON SONO
MODULATE
AT DAI
A COMPORTAMENTI
TA
T O
DAI SEGNALI EMOTIVI DEL BAMBINO
MA DAGLI STATI INTERNI DELLE
MADRI
Hild
Hilde
B
Bruch
h,
facendo
propri
alcuni
presupposti
dell'impostazione psicodinamica ed integrandoli con osservazioni dirette
sulle famiglie dei bambini e degli adolescenti obesi,
obesi ha fornito un modello
patogenetico dell'obesità di grande interesse.
Non sempre i genitori riconoscono adeguatamente i
bisogni del bambino. Il cibo diventa l'unico o
quantomeno il principale strumento per rispondere
alle esigenze infantili e il bambino, ricevendo cibo, in
modo del tutto indipendente dai suoi bisogni,
diventerà da una parte incapace di riconoscere le
proprie sensazioni di fame e sazietà, dall'altro
ricorrerà passivamente al cibo ogniqualvolta provi
sensazioni sgradevoli.
LA FAMIGLIA DELL’OBESO
Padre scialbo e debole,, spesso
p
sottomesso alla figura
g
materna.
Madre aggressiva e prepotente. Non riesce ad elargire
sicurezza ed affetto e compensa con iperalimentazione.
iperalimentazione
Non riconosce i bisogni del figlio e questo fa si che il figlio
non riconosca i suoi stimoli interni. Vive nel terrore
dell’allontanamento del figlio e gli impedisce qualsiasi
attività che possa renderlo più autonomo.
Ambiente ambivalente ed incoerente. Il figlio non riesce a
delineare la propria identità.
HILDE BRUCH (1973)
LA FAMIGLIA DELL’OBESO
Vari tipi di transazioni familiari che hanno in comune una
modalità: la presenza di legami fragili che scoraggiano lo
sviluppo dell’individuo e la sua autonomia.
Clima di pseudoarmonia che è l’espressione di una eccessiva
protezione e di una incapacità di risolvere i conflitti.
Estrema
E
t
passività,
i ità scarsa stima
ti
di sé,
é forte
f t paura di essere
respinti, grande bisogno di essere aiutati e riconosciuti dagli
altri
altri.
S. MINUCHIN (1976)
Il modello della Bruch ha posto in rilievo:
la
difficoltà
a
riconoscere
adeguatamente
le
proprie
sensazioni
corporee,
ed
in
particolare quelle della fame e della
particolare,
sazietà,,
nonché a descrivere con il termine
"f
"fame"
" bisogni,
bi
i sensazioni
i i o stati
t ti
emotivi del tutto diversi tra loro.
loro
HILDE BRUCH (1973)
La Bruch individua quattro tipi di obesità psicogena:
OBESITA’ EGOSINTONICA
O S
OBESITA’
REATTIVA
OBESITA’ EVOLUTIVA
OBESITA’ SCHIZOIDE
OBESITA’ EGOSINTONICA
Persone che per una serie di eventi personali, familiari, culturali e
spesso anche genetici hanno sviluppato una tendenza all
all’obesità
obesità che
però vivono senza problemi.
Sono persone in
S
i genere estroverse,
t
b ill ti che
brillanti,
h raggiungono
i
posizioni
i i i
sociali anche molto importanti, hanno un buon senso della realtà e non
hanno problemi di immagine corporea.
A volte durante l’adolescenza hanno tentato di dimagrire, ma le difficoltà,
il malumore, l’irritabilità scatenata dalle restrizioni alimentari li hanno
convinti a desistere.
Sono persone psichicamente sane e se vengono incluse tra gli obesi
psicogeni è per indicare che all’origine non c’è una causa organica, ma
semplicemente una tendenza di fondo, una scelta, che nasce
sicuramente dall
dall’introiezione
introiezione di modelli culturali,
culturali ma soprattutto da
situazioni familiari dove il cibo è stato proposto come oggetto piacevole e
non colpevolizzante.
OBESITA’ REATTIVA
Tipica dell’età adulta. In questi casi l’aumento di peso segue
eventiti di perdita
dit o di fallimento
f lli
t materiali
t i li o affettivi.
ff tti i Si
tratterebbe, in definitiva, di una forma di depressione larvata,
in cui il vissuto di perdita stimola un bisogno compulsivo a
mangiare. I soggetti sono consapevoli dei loro eccessi e
vorrebbero fare q
qualcosa, ma non ci riescono.
La compulsione
L
l i
a mangiare
i
spesso accade
d di sera o di notte
tt quando
d i
pz si sentono più soli ed abbandonati. Cibo come elemento sedativo e
consolatorio.
Gli AA anglosassoni parlano di “mangiatori notturni”.
OBESITA’ REATTIVA
HILDE BRUCH (1973)
-BINGE EATING DISORDER
-NIGHT
NIGHT EATING SYNDROME
AJ. STUNKARD (1959)
OBESITA’ EVOLUTIVA
HILDE BRUCH (1973)
Caratterizzata da un più complesso intreccio di eventi familiari e psicologici che
l’autrice fa risalire ad un eccesso di gratificazioni materiali, tra cui il cibo, a scapito di
scarse gratificazioni psichiche,
psichiche all
all’interno
interno di una pseudoarmonia domestica dove,
dove
nel contesto di una insanabile e perenne crisi di coppia, la rabbia ed il rancore
rimangono inespresse e quindi non riconoscibili dal bambino.
Il momento del pasto, quindi, assumerebbe un valore simbolico: bisogna “ingoiare”
tutto, mostrarsi estremamente passivi.
Il cibo viene vissuto come una panacea per tutti i problemi e tutti i conflitti. Il
bambino, posto di fronte ad una situazione di questo genere, svilupperebbe ansia,
rabbia ed un senso di frustrazione continua,, che i g
genitori cercano di sedare con il
cibo.
g e a sviluppare una
Il bambino non riesce più a riconoscere i suoi reali bisogni
situazione di autonomia e individualità.
OBESITA’ SCHIZOIDE
HILDE BRUCH (1973)
Questi
Q
ti pazienti
i ti hanno
h
una scarsa autonomia,
t
i un’identità
’id tità molto
lt labile,
l bil una
difficoltà a stabilire un confine tra il sé e il non sé, per cui hanno spesso la
sensazione di poter essere guidati da forze esterne.
L’isolamento è notevole e la soglia alle frustrazioni è molto bassa, spesso
tendono ad evitare qualsiasi contatto con gli altri, escluso il cerchio familiare,
entro il quale si rinchiudono.
A volte tentano una cura dimagrante, ma si fermano perché spesso sono
spaventati dalle reazioni di rabbia e di malessere da cui sono presi, vivono un
senso di inadeguatezza molto forte, sono convinti di non essere idonei ai
compiti anche i più semplici,
compiti,
semplici vi è una notevole abulia che è aggravata da una
fuga in un mondo interno di fantasticherie.
Sono soggetti che spesso tendono a scompensarsi e così evidenziare i
sottostanti processi psicopatologici, come succede, a volte, dopo cure
dimagranti.
IL CARATTERE DELL’OBESO
Modalità relazionale che tende a costituirsi come una forte dipendenza da un
oggetto esterno che dovrebbe essere fonte di sicurezza e di aumento della
autostima
t ti
e della
d ll forza.
f
Il cibo assolve la funzione di un oggetto sostitutivo.
Essi presentano una dinamica di bramosia molto intensa, che può
spostarsi, quando non si fissa sul cibo, anche su situazioni o altre sostanze
costituendo una TENDENZA TOSSICOFILICA DI BASE.
BASE
Difficoltà a riconoscere e differenziare gli stimoli interni: grande difficoltà a
distinguere tra fame e voracità (alexitimia: incapacità di verblizzare le
emozioni).
Difficoltà ad esprimere una opposizione,
opposizione a dire di no.
no
Il rifiuto dell’altro è vissuto come una minaccia di morte alla propria
integrità. Il mangiare serve per compensare questo senso di morte:
cibo come fonte di vita e di forza.
forza
INGOIANO TUTTO.
INVADERE LO SPAZIO
COMPORTAMENTI ALIMENTARI PSICOPATOLOGICI
GRIGNOTTAGE
IPERFAGIA PRANDIALE
ABBUFFATA
IPERFAGIA PRANDIALE
9 PIACERE PER IL CIBO
9 ASPETTO PREVALENTEMENTE CONVIVIALE
9 MANTENIMENTO DEL CONTROLLO SULLE QUANTITA’
9 ASSENZA DI MALESSERE PSICOLOGICO
ALL’ASSUNZIONE DEL CIBO STESSO
LEGATO
9 RISULTATO DI CONSOLIDATE ABITUDINI FAMILIARI
GRIGNOTTAGE
Mangiucchiare piccole quantità di cibo, soprattutto dolci e
grassi durante buona parte della giornata
Mangiare
M
i
l t
lentamente
t e apprezzare ciò
iò che
h sii sta
t
mangiando
Mangiucchiare in risposta a noia o malesseri vari
Bassa autostima, tratti ansiosi, veri e propri disturbi
d’
d’ansia
i e dell’umore
d ll’
ABBUFFATA
Assunzione di cibo caratterizzta da:
- quantità enormi
- assunzione disordinata e caotica
- assunzione automatica e passiva
- bisogno di mangiare inarrestabile e veloce
- mancanza di controllo
- mancanza di piacere
- cessazione per dolore o per la fine del cibo
- sensi di colpa, di angoscia, vergogna
- assunzione di cibo in solitudine
OBESITA’ e DISTURBI della CONDOTTA ALIMENTARE
BINGE EATING DISORDER (BED)
(
)
ASPETTO
SOGGETTIVO
ASPETTO
OGGETTIVO
SENSAZIONE
PERDITA
CONTROLLO
QUANTITA’ CIBO
INGERITA
Fairburn e Cooper, 1993
OBESITA’ e DISTURBI della CONDOTTA ALIMENTARE
BINGE EATING DISORDER (BED)
- Caratterizzato dalla frequente comparsa di gravi abbuffate che si
verificano, in media, almeno due volte alla settimana in un arco di tempo di
almeno sei mesi.
- Le
e ccrisi
s d
di voracità,
o ac tà, du
durante
a te le
e qua
quali il p
pz assu
assume
eg
grandi
a d qua
quantità
t tà d
di c
cibo
bo in
poco tempo, non sono seguite da comportamenti mirati a consumare le
calorie a non assorbire i nutrienti, quali il vomito o l’abuso di lassativi e
diuretici.
diuretici
- In tale disturbo il piacere per il cibo è scomparso e l’unico parametro
considerato è quello quantitativo.
quantitativo
- L’aspetto conviviale è totalmente scomparso ed il cibo risulta essere un
grande
d problema
bl
attorno
tt
all quale
l ruota
t buona
b
parte
t dell’esistenza
d ll’ i t
e per
questo viene speso detestato dal soggetto che se ne sente schiavo.
OBESITA’ e DISTURBI della CONDOTTA ALIMENTARE
FAMILIARITA’
PSICHIATRICA
POSITIVA
SOVRAPPESO
ESPOSIZIONE
EVENTI
TRAUMATICI
DIETA RESTRITTIVA
BED
Stice et al., 2002; Tanofsky-Kraff et al., 2004; Tanofsky-Kraff et al., 2006
NIGHT EATING SINDROME
Un altro quadro peculiare associato all’obesità è la NES non
ancora caratterizzata come un quadro sindromico indipendente
e non presente nel DSM.
Già nel 1955 Stunkard e coll. hanno descritto per la prima volta
ll’associazione
associazione tra abbuffate serali e/o notturne, insonnia e
anoressia mattutina. Tali caratteristiche circadiane si
accompagnano a simili variazioni del tono dell’umore, essendo il
disturbo spesso associato all’Episodio Depressivo Maggiore con
caratteristiche atipiche.
La NES è poco frequente nella popolazione generale (circa
1,5%), mentre nelle casistiche cliniche la prevalenza oscilla tra il
7.9% ed il 43% dei soggetti obesi.
NIGHT EATING SINDROME
Birketvedt e coll. hanno riscontrato,, fra le caratteristiche associate a NES,,
insonnia iniziale e centrale, elevati livelli di cortisolo e una cronica attivazione
dell’Asse Ipotalamo-Ipofisi-Surrene, con ridotta risposta dell’ACTH e del
cortisolo al CRH.
CRH Questo particolare assetto endocrino può,
può secondo gli
autori, conseguire da un “esaurimento” delle capacità di risposta dell’asse
HPA per iperattivazione cronica e sarebbe coerente, quindi, con l’idea che la
NES sia una condizione correlata allo stress.
stress
Diversamente dai “binge eaters”, i “night eaters” mangiano, in ogni episodio,
piccole
i
l quantità
tità di cibo,
ib in
i genere carboidrati
b id ti e il numero di risvegli
i
li è di 1.7
17
per notte.
Le differenze fondamentali tra BED e NES sono, quindi, le dimensioni
dell’abbuffata, il momento in cui questa ha luogo e le caratteristiche di
comorbidità,, in q
quanto la NES è associato p
più frequentemente
q
al Disturbo
Depressivo Maggiore.
EATING EMOZIONALE
Situazione vissuta da quei soggetti che mescolano le
emozioni con l'assunzione di cibo e usano il cibo per far
fronte alle emozioni che ogni giorno incontrano.
L‘eating emozionale comprende vari stili alimentari e le
diverse motivazioni ed emozioni che accompagnano la
necessità di usare il cibo, spesso in grande quantità, con il fine
ultimo di affrontare situazioni di noia, di ansia, di rabbia o di
depressione.
EATING EMOZIONALE
MANGIATORI ANSIOSI
Il legame
l
t
tra
ansia
i e alimentazione
li
t i
è da
d tempo
t
riconosciuto.
Esso
è
frequentemente
sperimentato
quando si verifica un senso di apprensione o di
preoccupazione
p
p
per un evento futuro che sarà spiacevole
p
p
o pericoloso.
EATING EMOZIONALE
MANGIATORI ANNOIATI
La noia è fortemente associata all’eating emozionale ed è forse la più
comune forma di mediazione emozionale nell’alimentazione. A volte il
cibo, per alcuni pazienti, può essere l’unica motivazione legittima per
interrompere un’attività noiosa. E’ molto frequente nelle casalinghe che
si ritrovano a non sapere cosa fare,
fare perciò iniziano a cucinare e a
mangiare.
Poiché la noia non è associata a sintomi evidenti, talora può essere
difficile da identificare.
identificare Può essere utile,
utile perciò,
perciò analizzare,
analizzare insieme al
paziente, la registrazione del cibo consumato e verificare se i momenti
della giornata, in cui più frequentemente perde il controllo, si associano
a situazioni
it
i i in
i cuii eglili non aveva niente
i t di stimolante
ti l t da
d fare.
f
EATING EMOZIONALE
MANGIATORI TRISTI
Una delle più comuni immagini che tutti hanno di un individuo affetto
da eating emozionale è quella di cercare di sconfiggere la tristezza
mangiando. La tristezza deve essere tenuta ben distinta dalla
depressione In entrambi i casi c
depressione.
c’è
è un
un’esperienza
esperienza di perdita,
perdita ma
mentre la tristezza può essere considerata una risposta fisiologica
dell’organismo, la depressione no. La tristezza, infatti, può essere
una reazione
i
d id t che
desiderata
h deriva
d i
d una realistica
da
li ti
analisi
li i di un
evento spiacevole di perdita o di delusione.
EATING EMOZIONALE
MANGIATORI SOLI
La solitudine è spesso associata all
all’eating
eating emozionale
perché il cibo è usato come sostituto di qualcosa che
manca.
Tuttavia l’aumento di peso conseguente non fa altro che
accrescere le difficoltà di instaurare un’adeguata
relazione
l i
con glili altri.
l i Nella
N ll definizione
d fi i i
di solitudine
li di
sii
contemplano sia la mancanza di contatto con gli altri che
contatti presenti ma superficiali.
superficiali
EATING EMOZIONALE
MANGIATORI ARRABBIATI
E’ ampiamente dimostrato che in molte persone la rabbia, sotto forma di
risentimento, amarezza, gelosia, indignazione e frustrazione, è associata
all’Eating emozionale e al mangiare in eccesso. Assai spesso questi
sentimenti derivano dal fatto che non si riesce ad ottenere quello che si
desidera Ci sono molti modi per scaricarla,
desidera.
scaricarla tra i quali il mangiare è uno dei
più frequenti: numerosi studi hanno infatti evidenziato che esiste una
relazione molto stretta tra alimentazione in eccesso e rabbia repressa,
p
definibile come un sentimento vissuto ma non espresso manifestamente. Il
mangiare può essere per molte persone un modo per far fronte alla rabbia
che non sono in grado di esprimere apertamente.
EATING EMOZIONALE
MANGIATORI CELEBRATIVI
Sono quei soggetti che trovano impossibile gioire di qualcosa di positivo e
di importante senza abusare con il cibo. Il mangiare nella nostra cultura
gioca un ruolo primario in quasi tutte le relazioni sociali, perciò chi
abitualmente
bit l
t usa il cibo
ib per rendere
d
l propria
la
i vita
it sociale
i l felice
f li
t
trova
molta difficoltà nel prendere parte ad un evento senza mangiare o bere in
eccesso.
Altri AA. hanno trovato altre tipologie di modelli alimentari:
1 – Emotional eating ( mangiare per gestire i sentimenti )
2 – Fresh
F
h food,fast
f d f t food
f d ( cibi
ibi precotti,ad
tti d alto
lt contenuto
t
t calorico;
l i
pochi alimenti freschi )
3 – Task
T k snacking
ki ( mangiare
i
mentre
t sii fanno
f
altre
lt cose )
4 – Sensory,spiritual nourishment ( insaporire al cibo con significati )
5 – Eating atmosphere (l’estetica e l’ambiente del pasto )
6 – Social
S i l fare
f
( mangiare
i
d solili vs mangiare
da
i
i compagnia)
in
i )
P concludere
Per
l d
che.
h
SONO AUSPICABILI ALTRE RICERCHE PER VALUTARE IN CHE MISURA
PRATICARE E IMPLEMENTARE QUESTI “EATING
EATING STYLES
STYLES” POSSONO
INTERAGIRE CON IL SOVRAPPESO E L’OBESITA’
Sindromi psichiatriche
L’obesità si riscontra frequentemente in
p sindromi:
molteplici
- Sindromi ansiose
- Sindromi
Si d
id
depressive
i
- Disturbo
stu bo Bipolare
po a e
- Disturbi di Personalità
- Disturbo controllo impulsi
- Sindromi Schizofreniche
Bulimia Nervosa
Criteri diagnostici DSM IV
1 P
1.
Presenza di crisi
i i bulimiche
b li i h ((abbuffate);
bb ff ) discontrolli
di
lli comportamento
alimentare con ingestione di una grande quantità di cibo in un
intervallo di tempo generalmente piuttosto breve (2 ore)
2. Alla crisi bulimica, che si verifica in assoluta solitudine, seguono
sensi di colpa e depressione dell’umore conseguenti al fatto di aver
perso il controllo sul p
p
proprio
p comportamento
p
alimentare
3. Successivamente comportamenti compensatori (digiuno,
iperattività fisica, vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici
etc ) atti a ridurre ll’impatto
etc.)
impatto dell’abbuffata
dell abbuffata
4. Come nell"Anoressia Nervosa sono presenti sia la paura
dell’aumento di peso che la non corretta valutazione del proprio
aspetto fisico ma non si arriva all’emaciazione
all emaciazione
Le ipotesi neurobiologiche
un
n recente st
studio
dio ssu Lancet ha e
evidenziato,
iden iato
mediante PET, che i soggetti obesi hanno
carenza di recettori dopaminergici
proporzionale
p
all’indice di
direttamente p
massa corporea B.D.I. (tanto maggiore
ll’indice
indice quanto minore il numero di recettori)
– (Wang et al. 2001). La carenza di recettori
DA è responsabile della carenza delle
sensazioni di piacere e disfunzione del
sistema della ricompensa
Le ipotesi neurobiologiche
La carenza di recettori DA, responsabile
p
e di p
piacere
delle sensazioni di ricompensa
è tipica delle forme di dipendenza ed è stata
riscontrata anche nel cervello dei tossico
tossicodipendenti e degli alcolisti.
Volkow et al. 2003,
2003 hanno dimostrato che la
g un ruolo nella assunzione del
DA svolge
cibo indipendentemente da quello svolto
nella regolazione del piacere.
Le ipotesi neurobiologiche
Ciò comporta una spinta ad una eccessiva
per stimolare,, nel cervello,, più
p
alimentazione p
intensamente i circuiti del piacere (reward).
La carenza dei recettori DA può spiegare gli
insuccessi nel mantenere i risultati delle
diete e conseguente crollo dell’autostima
’
L’esercizio
L
esercizio fisico interviene anche nei circuiti
DA-ergici e può giovare su questo fronte.
Gli interventi riabilitativi
È stata proposta, con successo, l’uso della
realtà virtuale nel trattamento dell’obeso
dell obeso in
quanto permette di modificare anche gli
aspetto neuropsicologici (body image)
image).
G.Riva – Istituto auxologico italiano
Milano 2008
Milano,
Introduzione ai concetti di schema corporeo
e immagine corporea
studi sul corpo quale «rappresentazione»:
- Neurologici (Bonnier,
(Bonnier 1905; Head
Head, 1926; Simmel,
Simmel 1956)
- Psichiatrici (Kolb, 1954 Schoenfeld, 1966)
- Psicodinamici (Federn, ‘52; Erikson, ‘50; Fisher & Cleveland, ’68
- Fenomenologici (Mereau Ponty,
Ponty ‘65;
65; Galimberti,
Galimberti 1983)
- Clinici (Stunkard &Mendelson, ‘61; Casper et al. 1979)
- Sociologici (Featherstone, ‘82; Frank, ‘91; Schilling, ’83)
- Psico-sociali
Psico sociali (Garner
(G
ett al.
l ’80;
’80 C
Cash&Green,’86;Kaltenbach,’91)
h&G
’86 K lt b h ’91)
Introduzione ai concetti di schema corporeo
e immagine corporea
Tutte le rappresentazioni del corpo umano
stanno in due concetti fondamentali:
- S
Schema
h
corporeo (tutte
(t tt le
l
rappresentazioni di tipo percettivo)
- Immagine corporea (tutte le
rappresentazioni di tipo affettivo e
cognitivo)
Introduzione ai concetti di schema corporeo
e immagine corporea
Lo schema corporeo è la rappresentazione
p
ottenuta dalla comparazione
p
ed
corporea
integrazione continua a livello
prevalentemente corticale delle passate
esperienze sensoriali con le sensazioni
attuali (posturali,
(posturali tattili,
tattili visive,
visive cinestetiche
cinestetiche,
vestibolari). (Head; Merleau-Ponty)
Sedi anatomiche prioritarie: aree primarie e
secondarie parietali (temporali,
(temporali talamo
talamo, reticolare mesenc
mesenc.))
Introduzione ai concetti di schema corporeo
e immagine corporea
Immagine corporea è il modo in cui si vive e
sperimenta il proprio corpo: «il modo in cui il
corpo appare a noi stessi» (Schilder, 1950).
L’
L’esperienza
i
personale
l d
dell proprio
i corpo.
Non
o èu
un co
concetto
cetto neurologico,
eu o og co, ma
a
psicologico. Implica lo studio della
situazione emotiva ed esistenziale
esistenziale, ricordi
ricordi,
motivazioni, propositi ed intenzioni. Si
modifica
difi nell corso d
della
ll vita.
it
Introduzione ai concetti di schema corporeo
e immagine corporea
tre sostanziali differenze:
1- ll’intenzionalità
1
intenzionalità è presente in body image
image,
assente in body schema
2- impersonalità in body schema, identifica=
zione in body image (è il mio corpo)
3- body image viene sperimentata anche per
alcune parti corporee, body schema è
sempre olistico e automatico
Introduzione ai concetti di schema corporeo
e immagine corporea
Quale rapporto fra i due?
Anche se gli studi cognitivi e neurofisiologici
non hanno trovato continuità anatomiche o
funzionali fra le rappresentazioni percettivo–
motorie e quelle simbolico-ricostruttive,
simbolico-ricostruttive si
può supporre che le due modalità possano
reciprocamente influenzarsi.
(Antinucci, 1993)
Introduzione ai concetti di schema corporeo
e immagine corporea
In sintesi la nostra percezione del corpo è
mediata dal nostro sistema cognitivo e dalle
nostre emozioni, sensazioni e vissuti.
L’immagine
L
immagine del corpo è qualcosa di più di
una percezione o schema, è una
FORMA STRUTTURANTE, legata anche al
nostro essere parte di un gruppo sociale,
soggetta a influenze culturali, quindi elastica
ed esposta agli stimoli ambientali
ambientali.
Introduzione ai concetti di schema corporeo
e immagine corporea
Se non si modifica l’immagine corporea i
gg
sono inefficaci.
dati oggettivi
Un recente studio in Danimarca ha mostrato
che il 10% di donne «oggettivamente»
magre, continua a percepirsi grasso.
L’insoddisfazione
’
f
conduce ad un ciclo di
p
di p
peso ((sindrome yyo-yo)
y )
diete e recupero
con esito finale nell’obesità!
Gli interventi riabilitativi
• La realtà virtuale modifica l’organizzazione
l organizzazione
cognitiva (body schema)
• La semplice esposizione al sistema virtuale
stimola il livello di DA (Wang & all.) e l’attività
mentale così indotta stimola il metabolismo
• La realtà virtuale, inserita in un sistema
terapeutico
i più
iù ampio,
i modifica
difi iin modo
d
permanente l’attività metabolica del cervello
misurata
i
t con lla PET (Optale
(O t l & all)
ll)
Gli interventi riabilitativi
Le tecniche terapeutiche che utilizzano, in
g
la realtà virtuale ((Terapia
p
maniera integrata
Esperienziale Integrata - TEI), sembrano in
grado di produrre miglioramenti stabili in
quanto capaci di modificare il sistema neuroC
Cognitivo
((neurocognitiv enhancement).
)
«The use of alternative delivery system technologies in
the treatment of patients with eating disorders»
(International Journal of eating disorders)
Psicopatologia dell’obesità
dell obesità
Grazie per l’attenzione!