PROGETTO PILOTA PER LA PREVENZIONE E LA LOTTA AI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE A. ANALISI DEL CONTESTO L'obesità infantile è un problema di notevole rilevanza sociale. Il fenomeno, denunciato a gran voce dai più autorevoli nutrizionisti, è il risultato di un bilancio energetico positivo protratto nel tempo, cioè si introducono più calorie di quante se ne consumano. L'Italia è ai primi posti in Europa per il numero di bambini in soprappeso e i dati sono destinati ad aumentare, con il risultato di una stima di circa 400.000 nuovi casi l'anno. Secondo i dati dell'Istat, elaborati sulla base degli standard proposti dall'Internazionale obesità task force, in Italia i bambini e gli adolescenti obesi sono mediamente il 4%, con differenti percentuali nelle fasi pre-puberale e puberale, con una maggiore diffusione di maschi nel Mezzogiorno. Una quota è rappresentata dai "super obesi", che presentano grandi estremi di obesità di difficile cura e prognosi. Si riscontra un eccesso di peso soprattutto nella fascia di età 6-9 anni (33% nei maschi e 34,6% nelle femmine): è in soprappeso, comunque, il 26,9% dei maschi e il 21,2% delle femmine fra i 6 e i 17 anni. Circa il 25-50% dei bimbi mantiene l'eccesso ponderale anche in età adulta, complici fattori familiari, genetici o connessi a variabili ambientali, scarsa attività fisica, oscillazioni di peso ripetute e mancata adesione a corretti protocolli di follow-up. L'obesità, infatti, è il risultato di diverse cause con un'eziologia multifattoriale che chiama in causa alimentazione, sedentarietà, fattori genetici e ambientali; la presenza di uno o di entrambi i genitori affetto da obesità è il fattore di rischio più importante per la comparsa del disturbo nel bambino. Negli ultimi anni si è arrivati alla conclusione che il miglior trattamento per la diminuzione e risoluzione dell'obesità infantile sia la prevenzione in ambito pediatrico, nell'educazione ad una alimentazione sana ed equilibrata e in alcuni comportamenti familiari che possono indurre un rapporto sbagliato con il cibo con conseguenti comportamenti alimentari erronei e, quindi, lo sviluppo del disturbo. È auspicabile il rispetto di semplici regole come: il controllo del peso e della statura con regolarità; fare cinque pasti al giorno eliminando i "fuoripasto"; consumare almeno cinque porzioni di frutta o verdura al giorno; bere molta acqua limitando le bevande zuccherate; ridurrei grassi a tavola, in particolare salumi, fritti, condimenti, dolci; evitare di utilizzare il cibo come premio; privilegiare il gioco all'aperto; camminare a piedi in tutte le occasioni possibili; praticare uno sport con regolarità e limitare uso dei videogiochi. La vera prevenzione della grave obesità risiede nello studio della malattia e nella precoce identificazione delle famiglie e dei soggetti a rischio, troppo spesso, infatti, i pazienti si rivolgono ai centri in uno stato di salute già gravemente compromesso. I disturbi del comportamento alimentare sono spesso associati alle DISMORFOFOBIE. Con questo termine si indica una " sensazione soggettiva di deformità o di difetto fisico per il quale il paziente ritiene di essere notato dagli altri, nonostante il suo aspetto fisico rientri nei limiti della norma" (Bollettino dell' Accademia delle Scienze Mediche di Genova-1886). Molte persone sono insoddisfatte del loro aspetto fisico e ovviamente questo di per sé non rappresenta un sintomo di interesse psichiatrico. La semplice insoddisfazione del proprio aspetto diviene patologica quando le persone dismorfofobiche ritengono che gli altri siano consapevoli della loro deformità fino al punto che l'ansia e la preoccupazione portano ad un disturbo della funzionalità sociale. Sicuramente la dismorfofobia è connessa al cambiamento fisico e rimanda al travaglio dell'identità, può essere cioè considerata come una simbolizzazione attraverso il corpo dei conflitti legati al processo di separazione-individuazione e come travaglio verso una progressiva accettazione delle nuove caratteristiche acquisite dal corpo. Di fondamentale importanza sono, quindi, i processi attraverso i quali la persona giunge ad acquisire la propria identità, cioè il vissuto della propria immagine globale e la corrispondenza che si ha in mente. Una distorsione dell'immagine corporea è presente quando l'immagine che si vede riflessa nello specchio è profondamente diversa da quella mentale e, di solito, non corrisponde in modo frustrante. Questo accade nell'adolescenza, in modo particolare, se pensiamo che sia un’epoca in cui il profondo mutamento del corpo si associa alla disperata ricerca e al consolidamento della propria identità personale. Esistono dei comportamenti che rappresentano degli indicatori di attenzione per una diagnosi tempestiva e, anche, per un'opera efficace di prevenzione: Indicatori fisici Indicatori comportamentali Indicatori emotivi Atteggiamenti Vertigini o svenimenti Indebolimento e perdita di capelli Irregolarità nel ciclo mestruale e/o dismenorrea Anomalie della termoregolazione Irregolarità nel sonno Uso frequente della bilancia Rifiuto di mangiare in compagnia o mangiare di nascosto Parlare eccessivamente di peso, cibo, calorie Negare problemi con il cibo e porsi in maniera aggressiva /difensiva qualora se ne parli Passare da una dieta all'altra Ansia Depressione Apatia Apprezzamento o meno di sé determinato dal peso Estrema sensibilità al giudizio altrui Percezione irrealistica della forma del proprio corpo Eccessiva e costante preoccupazione per peso, forma fisica e cibo La distorsione dell'Immagine Corporea è l'indicatore principale delle alterazioni di peso sia in eccesso, con il conseguente rischio di sfociare nella Bulimia, sia in difetto con la possibilità di tradursi in Anoressia; non è possibile osservare fenomeni di alterazioni significative dell'Immagine Corporea e dei disturbi che esso rende visibili, senza riferirsi all'attuale contesto giovanile. Rappresenta, infatti, un aspetto del malessere abbastanza diffuso che trova modalità espressive attraverso comportamenti sempre più a rischio, come i comportamenti esasperati di violenza negli stadie tutti gli atteggiamenti che rappresentano un rischio per la vita (corse in moto, rave-party con assunzione di sostanze stupefacenti, alcool in misura smodata, violenza nelle scuole). In questi ultimi 20 anni si è conclamata una frattura nella relazione tra i giovani e gli adulti, che è esplosa in famiglia e nel mondo della scuola. Se fino a circa 10 anni fa la difficoltà relazionale si avvertiva fondamentalmente nei licei, adesso è presente anche nella scuola media inferiore, con elementi predittivi che si potrebbero cogliere già dalla scuola elementare. Al determinarsi di tale situazione hanno probabilmente contribuito da un lato il senso di inadeguatezza, il disagio e la rabbia dei giovani (giustificata o no), dall'altra la scarsa capacità degli adulti di comprenderli nella loro problematicità, mostrando invece di esserne indispettiti e irrigiditi; i ragazzi, quindi, si sono sentiti autorizzati e spinti ad essere sempre più autonomi, più intenzionati a dimostrare la loro forza, la loro indifferenza e distacco dalle regole sociali degli adulti. A questo si aggiunga il crescere di sentimenti di solitudine ed angoscia trai ragazzi (si è innalzata la percentuale di suicidi e/o tentati suicidi), per superare la quale, vincendo il senso di disperazione connesso, nasce la necessità di far ricorso al gruppo, nel quale sentirsi accolti, anche, aperto anche a coloro che fanno uso di droghe. Le cause di questa situazione sono diverse, possiamo racchiuderle nell'incapacità di noi adulti di contenere e gestire in modo attuale le problematiche giovanili: la famiglia è spesso assente; la scuola presenta molte inadeguatezze determinate da troppi carichi, pochi mezzi, ma soprattutto i docenti sono stati esautorati dai giovani. La scuola è stata delegata silenziosamente, ma non ufficialmente, di quegli aspetti educativi di cui prima si faceva carico la famiglia. La società pressa con proposte di modelli irraggiungibili, spesso estremamente negativi e sempre troppo precoci che spingono a comportamenti devianti. Il mondo degli adulti trasmette, attraverso i mass-media, modelli di comportamento sociale e di immagine di sé costruiti sull'apparenza, rinforzando in tal modo i sentimenti di onnipotenza che sono propri dei ragazzi di questa età. B. OBIETTIVI L'obiettivo generale di questo progetto è riuscire a dare ai giovani l'opportunità di manifestare il proprio disagio (di cui un'espressione attualmente emergente è l'Immagine Corporea alterata), di trovare comprensione e accoglienza da parte degli adulti attraverso la presenza di responsabili scolastici attenti, competenti e tramite strumenti multimediali opportunamente predisposti, e di dare loro un'informazione corretta anche tramite alcuni loro coetanei. Obiettivi specifici sono: offrire ai ragazzi, delle scuole inferiori e superiori, gli strumenti teorici e pratici che consentano di intervenire in modo efficace e preventivo sul disagio giovanile in termini individuali e collettivi; creare uno spazio sulla piattaforma informatica Dire Giovani in cui le problematiche dei ragazzi possano essere espresse,accolte e opportunamente sostenute. In questo spazio sarà data voce all'informazione costruita dai ragazzi in forma audio-video. C. AZIONI PREVISTE, METODOLOGIE E RISULTATI ATTESI Il progetto pilota prevede che vengano avviate le attività informative e formative dei ragazzi, dei genitori e dei docenti interessati; procedendo alla messa a punto di uno spazio, costruitoappositamente, su un portale per giovani già esistente con il coinvolgimento di esperti per la gestione dei temi specifici sull'obesità. Soggetti coinvolti a) docenti e genitori selezionati in base alla loro sensibilità al problema b) direttori didattici delle scuole coinvolte, sensibili e disponibili all'esecuzione del progetto c) ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori, al fine di verificarne lo stile di vita come predittivo di comportamenti alimentari errati con i conseguenti disturbi e di consulenza per i ragazzi che vivono questo tipo di disagio Destinatari a) I docenti, ai quali viene offerta un'opportunità di informazione e formazione specifica. b) Gli studenti delle scuole coinvolte, stimabili in numero di circa n. 10.000 (in scuole medie inferiori e scuole medie superiori), ai quali viene offerta sia un’informazione specifica, sia un servizio multimediale creato ad hoc. Azioni a) Selezione delle scuole in base alla sensibilità dei direttori didattici b) informazione agli studenti, dando loro la possibilità di accedere ad uno sportello, creato all'interno della scuola, dove potranno accedere ai temi sopra indicati attraverso la disponibilità degli specialisti c) formazione di 2/4 studenti (in ogni scuola coinvolta nel progetto) per diventare informatori con stampo giornalistico e, quindi, poter a loro volta informare in modo corretto i propri coetanei attraverso lo spazio previsto su Dire Giovani d) informazione/formazione dei docenti interessati. Metodologie: organizzazione di seminari informativi della durata di circa 2/3 ore in ogni scuola coinvolta; gestione di sportelli di ascolto, creati nelle scuole coinvolte. Contenuti: conoscenza del mondo dei giovani e delle loro problematiche; le dinamiche relazionali e la comunicazione tra adulti e ragazzi; le caratteristiche e le specificità della relazione d'aiuto in questi contesti; teorie e tecniche d'uso degli strumenti di comunicazione multimediale e) Creazione e gestione di uno spazio sulla piattaforma multimediale all'interno del portale Dire Giovani (agenzia di stampa) realizzato in collaborazione con il servizio di psicologia dell'Istituto di Ortofonologia di Roma, e con la collaborazione degli esperti della S.I.M.A. Società Italiana Medicina dell’Adolescenza. Metodologie: creazione di uno spazio apposito sul portale Dire Giovani, riservato ai ragazzi con la consulenza di esperti (che animano e filtrano i contenuti per il portale), sul tema dei disturbi del comportamento alimentare, in questo spazio vi saranno anche gli elaborati audio-videoscritti dei ragazzi formati come informatori/giornalisti e il loro migliore prodotto verrà fatto circolare nello spazio previsto per questo progetto sul portale Dire Giovani in Internet. Contenuti: vedi tabella successiva CONTENUTI Video interviste ad esperti Video conferenze / eventi incontri Video interviste ai ragazzi coinvolti nel progetto Videopost (poesie, ecc.) Videochat (conversazioni tra i giovani e con gli esperti) Video produzioni ragazzi (teatro, video musicali, minifiction) Video provenienza internet Risultati attesi a) informazione corretta e riuscire a proporre alternative negli stili di vita per prevenire tali difficoltà. b) creare un collegamento reale con i ragazzi, le famiglie, i docenti e le strutture scolastiche, lo psicologo della scuola c) promuovere la conoscenza di tutte le dinamiche che vivono i ragazzi per poter intervenire sia sui problemi in atto, sia in un'ottica di prevenzione