Paesi Bassi

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07/07/2014 |
Paesi Bassi
La denominazione P. per designare le regioni attorno alla Schelda, alla Mosa e al basso Reno, ossia i P. attuali
e il Belgio, risale all'XI sec. Nel XIV-XV sec. i duchi di Borgogna riunirono i territori tra i fiumi Somme ed Ems.
Dopo le guerre di Borgogna i P. passarono agli Asburgo e, dopo la spartizione dell'Impero seguita alla morte di
Carlo V (1558), al loro ramo spagnolo. Dal 1568 l'opposizione al centralismo del re di Spagna e la
rivendicazione della libertà confessionali per i prot. sfociarono nella guerra di indipendenza ("guerra degli
Ottant'anni"). Con l'Unione di Utrecht (1579) le sette province settentrionali si separarono dai P. meridionali (il
futuro Belgio), rimasti catt. o tornati alla vecchia fede. Denominate Province Unite e prevalentemente prot., in
seguito alla pace di Vestfalia (1648) esse ottennero l'indipendenza, poi difesa anche contro la Francia di Luigi
XIV e l'Inghilterra (quattro guerre commerciali). La Costituzione repubblicana lasciava ampia autonomia alle
province, i cui delegati formavano gli Stati Generali, istituzione centrale con sede all'Aia; la carica di statolder
("luogotenente", capo dell'esecutivo) fu ricoperta in via quasi ereditaria dai principi della casa d'Orange.
Grazie alla rete commerciale su scala mondiale della Compagnia olandese delle Indie orientali e, in misura
minore, di quella delle Indie occidentali, nel XVII sec. ("sec. d'oro") le Province Unite ascesero al rango di
potenza coloniale. Nel XVIII sec. il loro peso politico ed economico però si ridimensionò; i P. meridionali nel
1713 passarono dal ramo spagnolo a quello austriaco degli Asburgo.
La Repubblica batava, istituita nel 1795 in seguito alla conquista franc. delle Province Unite, nel 1806 venne
trasformata nel Regno d'Olanda affidato a Luigi Bonaparte (fratello di Napoleone), poi annesso alla Francia nel
1810. Il congresso di Vienna accorpò le province settentrionali e meridionali nel Regno Unito dei P., la cui
corona fu affidata a Guglielmo I di Orange-Nassau; la politica linguistica, i contrasti confessionali e la forte
coscienza nazionale delle regioni meridionali portarono alla secessione del Belgio nel 1830. Durante il regno
di Guglielmo III furono varate riforme liberali (1866-68), che trasformarono i P. in una monarchia
costituzionale; al 1917-19 risalgono l'introduzione del suffragio universale maschile e femminile e del sistema
elettorale proporzionale. Rimasti neutrali nella prima guerra mondiale, nel 1920 i P. aderirono alla Soc. delle
Nazioni. Malgrado una rigorosa neutralità, nel 1940 il regno venne invaso dal Terzo Reich, prima di essere
liberato dalle truppe alleate dal 1944. Nel secondo dopoguerra l'integrazione nel blocco occidentale (membro
fondatore della NATO) e gli sforzi per l'unificazione europea presero il posto della politica di neutralità. Con la
decolonizzazione i P. persero gran parte dei loro domini d'oltremare (l'Indonesia divenne indipendente nel
1949, il Suriname nel 1975), mantenendo solo le Antille olandesi (Piccole Antille) fino alla loro dissoluzione nel
2010.
Autrice/Autore: Thomas Maissen, Kathrin Marthaler / vfe
1 - Epoca moderna
1.1 - Rapporti culturali
Dal XV sec. lungo l'itinerario renano si svilupparono intensi contatti tra i P. e le città conf., inizialmente
soprattutto Basilea. Otto Klingen di Utrecht (nel 1472) e Andreas Oudorp di Alkmaar (nel 1484 e 1491) furono
rettori dell'Univ. di Basilea, dove tra il 1532 e il 1676 risultarono immatricolati oltre 400 studenti, soprattutto
di diritto e medicina, provenienti dai P.; alcuni di essi (come ad esempio Johannes Acronius) in seguito
occuparono anche una cattedra. Erasmo da Rotterdam fu invece attirato a Basilea, dove nel 1516 incontrò
Ulrich Zwingli, dall'attività tipografica locale. Durante i suoi studi nell'ateneo basilese, Andrea Vesalio di
Bruxelles fece stampare da Giovanni Oporino l'epocale opera De humani corporis fabrica (1543); Bonaventura
Vulcanio di Bruges pubblicò a Basilea un'edizione dell'enciclopedia di Isidoro di Siviglia.
Un avvocato dell'Aia, Cornelis Hoen, influenzò la dottrina di Zwingli che, diffusa nei P. da Hinne Rode, a sua
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volta ispirò la confessione di fede dei predicatori della Frisia orientale (1528), il primo testo di orientamento
zwingliano pubblicato fuori dalla Svizzera. A Basilea trovarono rifugio profughi religiosi di spicco, tra cui
l'anabattista David Joris, che vi rimase in incognito. Una raccolta di prediche (Decadi) di Heinrich Bullinger,
tradotta nel 1560, nei P. venne stampata in dieci edizioni tra il 1563 e il 1622. La confessione di fede
zurighese del 1545 fu tradotta e pubblicata in olandese nel 1644 insieme alla Fidei expositio di Zwingli; lo
stesso avvenne con la Confessio helvetica posterior nel 1724 e nel 1736.
Verso il 1570 tra i prot. dei P. l'influsso zurighese scemò a scapito di quello ginevrino, soprattutto a causa
dell'opposizione tra il modello zwingliano di Chiesa di Stato e il sistema presbiteriano calvinista, che poneva
l'accento sull'autonomia ecclesiastica (controversia di Leida fra Caspar Coolhaes e il ginevrino Lambert
Daneau, 1581-82). Giacomo Arminio, capofila dei rimostranti sostenitori della Chiesa di Stato e oppositore
della dottrina calvinista della predestinazione, aveva studiato a Ginevra e a Basilea (1582-84) così come il
controrimostrante Caspar Heidanus. Nel XVI sec., all'epoca della presenza di Teodoro di Beza, ca. 300
studenti originari dei P. (fra cui Filips Marnix van Sint Aldegonde, Ubbo Emmius e Guy de Brès, autore della
Confessio Belgica del 1561) risultano immatricolati all'Acc. di Ginevra. Le Istituzioni della religione cristiana di
Giovanni Calvino furono pubblicate in olandese nel 1560. Nei P. vennero raccolte cospicue somme di denaro a
favore di Ginevra e della sua Acc. (anni 1590-1600) e per la fortificazione della città (XVII sec.).
Al sinodo di Dordrecht (1618-19), in cui i controrimostranti prevalsero nella questione della doppia
predestinazione, i cant. rif. furono largamente rappresentati, tra l'altro dagli antisti di Sciaffusa (Hans Conrad
Koch) e Zurigo (Johann Jakob Breitinger, che nel 1619 fece celebrare il felice esito del sinodo con una giornata
di digiuno e preghiera, ispirandosi apparentemente a un modello olandese). Nella Conf. la scelta ortodossa in
materia di doppia predestinazione venne poi ribadita anche con la Formula Consensus del 1675. Nei P.
meridionali operarono singoli ecclesiastici sviz. (ad esempio Nicolas Dufour); Thomas Henrici, originario delle
Fiandre, fu dal canto suo membro del capitolo cattedrale e vescovo ausiliario del principato vescovile di
Basilea.
Nella seconda metà del XVII sec. Basilea perse rapidamente attrattiva per gli studenti dei P. (l'ultima
immatricolazione risale al 1676), mentre complessivamente ca. 700 studenti rif. provenienti dalla Svizzera
(spec. da Berna, Zurigo, Ginevra e Losanna) frequentarono le nuove Univ. delle Province Unite, e in
particolare l'ateneo di Leida, dove studiarono tra l'altro François Turrettini, Lukas Gernler, Anton Klingler,
Laurenz Zellweger e, nel 1682, Jacob Bernoulli e Samuel Frisching. Johann Heinrich Hottinger (1620-1667) nel
1667 fu chiamato a insegnare a Leida, dove aveva anche studiato; già nel 1642 Friedrich Spanheim vi aveva
ottenuto una cattedra. Nella stessa città dal 1725 Albrecht von Haller studiò medicina (tra l'altro con Herman
Boerhaave). Breitinger e Koch, i già cit. delegati al sinodo di Dordrecht, si formarono all'Univ. di Franeker,
mentre altri Svizzeri, tra cui Hans Caspar Escher (1678-1762) e il naturalista Johann Jakob Scheuchzer
(1672-1733), frequentarono l'ateneo di Utrecht. Dal 1695 al 1705 Johann Bernoulli fu titolare della cattedra di
matematica a Groninga. Alcuni studenti sviz. nei P. entrarono in contatto con le opere di autori controversi
come Ugo Grozio, Cartesio, Thomas Hobbes e Baruch Spinoza. Oltre che al modello franc., la vita sociale del
primo Illuminismo si ispirò anche all'esempio olandese (cultura salottiera, lettura del Mercure politique).
L'importazione di oggetti d'arte fiamminghi, ad esempio arazzi, ebbe inizio già nel XV sec. Il pittore Jan
Hackaert lavorò per la fam. Werdmüller a Zurigo, dove esercitò un forte influsso sul suo collega Conrad Meyer
(1618-1689). Diversi artisti sviz. compirono periodi di formazione nei P. (ad esempio David Herrliberger) o si
ispirarono a soggetti olandesi, come alcuni orafi o i medaglisti della fam. ginevrina Dassier. Dal 1763 al 1791
Benjamin Bolomey fu ritrattista per la fam. dello statolder Guglielmo V e diresse l'Acc. di pittura dell'Aia.
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1.2 - Rapporti politici e diplomatici
Nel 1575 Adam Petri diede alle stampe a Basilea la sua storia della rivolta delle Province Unite contro la
Spagna. Senza il beneplacito delle autorità, alcuni drappelli sviz. combatterono a fianco di Guglielmo
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d'Orange, mentre mercenari catt., agli ordini ad esempio di Walter von Roll, servirono la Spagna. Se l'autore
del dialogo anonimo Emanuel-Erneste (1580) riteneva che il modello sviz., improntato alla bellicosità e
all'amore per la libertà, fosse inadatto agli ab. dei P., considerati rammolliti e cortigiani, quello del Discours
(1583) sulle migliori forme di governo raccomandò ai P. l'adozione dell'imperium mixtum sviz. La riforma
dell'esercito promossa dalla casa d'Orange ispirò viceversa i nuovi regolamenti militari non solo delle città rif.
di Berna (regolamento delle esercitazioni, 1615; riforma militare, 1628), Zurigo (riforme di Georg von Peblis,
1629; Kriegs-Büchlein di Johann Konrad Lavater, 1644) e Ginevra, ma anche della città di Friburgo, catt. L'idea
della correzione dei detenuti, attestata attorno al 1630 a Berna e Zurigo, si ispirava probabilmente al nuovo
penitenziario (Tuchthuis) di Amsterdam. Il Regentten Kräntzli (1632) di Hans Conrad Heidegger riprese in
parte alla lettera la Politica del neostoico Giusto Lipsio.
Le relazioni diplomatiche ebbero inizio con Pieter van Brederode che, dopo studi a Basilea, nel 1618 divenne
inviato dei P. nella Conf. Durante il congresso di Vestfalia il borgomastro basilese Johann Rudolf Wettstein,
delegato dei cant. rif., seguì con attenzione la politica dei P., che si separarono anch'essi dall'Impero nel 1648.
Su incarico dei cant. rif., nel 1653 lo sciaffusano Johann Jakob Stokar tentò senza successo di negoziare una
pace tra l'Inghilterra e le Province Unite, potenze marittime prot. rivali. Nel 1655-56 Rudolf van Ommeren
condusse trattative per il sostegno ai valdesi del Piemonte e per fornire assistenza (che però non riuscì ad
accordare) ai cant. rif. nella prima guerra di Villmergen; nel 1665-66, alla vigilia della guerra di Devoluzione
tra la Francia e la Spagna, tentò invano di reclutare truppe mercenarie da schierare contro il vescovo di
Münster.
Durante la guerra d'Olanda (1672-78), il residente delle Province Unite a Basilea Abraham Malapert e il conte
Friedrich von Dohna protestarono con scarso successo contro l'impiego, in violazione alle capitolazioni militari,
di mercenari sviz. negli attacchi franc. ai P. Gli sforzi olandesi di assoldare a loro volta truppe sviz. non ebbero
successo; reclutamenti individuali furono comunque ricorrenti, e non mancarono trattati come
L'affermissement des republiques de Hollande & de Suisse (1675) che presentavano i discendenti di
Guglielmo Tell e di Guglielmo d'Orange come alleati. La politica espansionistica di Luigi XIV, ma soprattutto la
revoca dell'editto di Nantes e l'espulsione dei valdesi dalla Savoia (1686), almeno tra i rif. suscitarono il
sentimento di una minaccia comune. I P. inviarono nella Conf. l'ugonotto Gabriel Convenant e Johann Ludwig
Fabricius, professore a Heidelberg originario di Sciaffusa, per ottenere il ritorno dei valdesi in Savoia;
Convenant partecipò anche alla spedizione militare che portò al rientro degli espulsi (glorieuse rentrée).
Nel marzo del 1693 il successore di Convenant, Petrus Valkenier, riuscì ad arruolare in forma ufficiale un
nuovo reggimento composto da 1600 Grigionesi grazie a una capitolazione privata con Hercules Capol di
Flims, che aveva conseguito il dottorato in medicina a Leida nel 1665. Sempre nel 1693 Zurigo concesse
l'ingaggio di 800 uomini; Berna seguì nel 1696, e anche Sciaffusa, Neuchâtel e Ginevra autorizzarono
reclutamenti. Nel 1700 11'200 mercenari sviz. combattevano per le Province Unite nella guerra di
Successione spagnola; nella battaglia di Malplaquet del 1709 affrontarono reparti conf. al servizio della
Francia. Valkenier si impegnò anche in favore dei valdesi e degli anabattisti espulsi da Berna e Zurigo, che
furono sostenuti dai mennoniti dei P., come avvenne ad esempio nel 1711 per un gruppo di 340 rifugiati
Bernesi.
All'alleanza perpetua raggiunta nel 1712 tra Berna e i P. seguì, nel 1714, un accordo per il reclutamento di
truppe negoziato da François-Louis de Pesmes de Saint-Saphorin; i P. garantirono quale contropartita aiuti in
denaro in caso di attacchi contro Berna. Nel 1713 anche le Tre Leghe, malgrado le resistenze da parte catt.,
stipularono un'alleanza difensiva con i P. Nel 1748 venne poi conclusa una capitolazione con tutti i cant. rif.
(tranne Basilea) e con Glarona, Appenzello Esterno, San Gallo e Neuchâtel, che portò alla costituzione di un
reggimento della Guardia e di quattro reggimenti di linea, per un totale di 20'400 soldati sviz. al servizio delle
Province Unite. Reparti poco numerosi combatterono anche per i P. meridionali sotto dominio austriaco. Dopo
che ancora nel 1781 Neuchâtel aveva fornito un reggimento coloniale alla Compagnia olandese delle Indie
orientali, con la fondazione della Repubblica batava nel 1795 le truppe sviz. furono congedate.
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1.3 - Rapporti economici
Oltre a trovarsi sull'asse commerciale che, seguendo il Reno, collegava i centri economici delle Fiandre e delle
Province Unite all'Italia settentrionale, la Conf. costituiva anche un mercato, benché secondario, per le
esportazioni dei P., e soprattutto per i prodotti tessili e coloniali. Nel 1625 commercianti olandesi
parteciparono al progetto - non attuato - di Henripolis, città ideale che avrebbe dovuto sorgere nei pressi di
Neuchâtel e favorire il commercio di lunga distanza, danneggiato dalla guerra dei Trent'anni. A Basilea
l'espansione del settore delle passamanerie fu dovuta all'arrivo di immigrati olandesi e ancor più ai telai in
grado di tessere più nastri contemporaneamente, il primo dei quali fu importato dai P. nel 1667 da Emanuel
Hoffmann. Le esportazioni sviz. di prodotti tessili (cotone, lino) verso i P. presero avvio nel XVIII sec.
Contestualmente alle attività tessili si svilupparono anche le relazioni commerciali e finanziarie, ad esempio
tramite la banca rif. ginevrina e la fam. sangallese Högger, che operò ad Amsterdam e annoverò, con Paul
Ivan (1760-1816), un pres. della Banca dei P. Nel XVIII sec. Berna sottoscrisse titoli di credito olandesi e frisoni
non solo a titolo di investimento, ma anche in chiave antifranc.
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2 - XIX e XX secolo
2.1 - Relazioni bilaterali
Ottenuta l'indipendenza, nel 1814 il Regno Unito dei P. istituì a Berna una rappresentanza diplomatica,
trasformata in consolato generale nel 1832. Per motivi politici ed economici, un anno dopo la Dieta fed. decise
di aprire un consolato ad Amsterdam, a cui poi seguì un'altra sede consolare a Rotterdam (1847). Nel 1894 i
P. inaugurarono una legazione a Berna. Nel 1904 il Consiglio fed. decise di accreditare il ministro sviz. a
Londra presso il governo olandese, e nel 1917 istituì una legazione all'Aia (1917), in primo luogo al fine di
ottenere un seggio nel consiglio amministrativo della Corte permanente di arbitrato fondata nel 1899. Dal
1874 la Conf. mantenne un consolato a Batavia (oggi Giacarta, Indonesia) e dal 1917 a Medan (Sumatra, oggi
Indonesia). Durante la prima guerra mondiale la Svizzera rappresentò gli interessi olandesi in Russia. In
seguito alle pressioni del ministero degli affari esteri ted., il Consiglio fed. chiuse la legazione all'Aia (1940) e
poi i consolati di Rotterdam (1941) e Amsterdam (1942); su ordine degli occupanti giapponesi, nel 1942
cessarono la loro attività anche i consolati di Batavia e di Medan. Dopo il 1945, sia la legazione sia i consolati
furono riaperti. Durante la seconda guerra mondiale la Svizzera assunse il mandato di potenza protettrice dei
P. in Cina (ufficialmente) nonché in Bulgaria e in Francia (de facto). Nel 1957 i P. e la Conf. elevarono le
rispettive legazioni (a Berna e all'Aia) al rango di ambasciate. All'inizio del XXI sec., i P. mantenevano in
Svizzera quattro consolati (Basilea, Ginevra, Lugano, Zurigo); la Conf. disponeva dei consolati generali di
Amsterdam e Rotterdam e di consolati a Oranjestad (Aruba) e Willemstad (Antille olandesi), oltre che di una
missione presso l'Org. per la proibizione delle armi chimiche all'Aia.
Autrice/Autore: Kathrin Marthaler / vfe
2.2 - Movimenti migratori
Malgrado la denuncia, nel 1829, dell'ultima capitolazione stipulata dal re dei P. nel 1814-15 con cant. rif. e
catt., e nonostante l'introduzione del divieto di prestare servizio militare all'estero nel 1859, nel XIX-XX sec.
diversi Svizzeri si arruolarono nelle truppe coloniali olandesi. Nel XIX sec. i porti di Amsterdam e Rotterdam
costituirono luoghi di transito privilegiati per l'emigrazione sviz. oltreoceano e nelle colonie olandesi.
Tra i viaggiatori olandesi in Svizzera, numerosi già all'inizio del XX sec., vi furono anche membri della fam.
reale. Durante una di queste visite (1926), lo Stato ginevrino consegnò alla principessa Juliana un estratto
anagrafico che ne attestava la cittadinanza di Ginevra. Nel corso del XX sec., la colonia elvetica nei P.
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aumentò, fino a raggiungere 7076 persone nel 2008, anno in cui gli Olandesi in Svizzera erano 17'788.
Autrice/Autore: Kathrin Marthaler / vfe
2.3 - Rapporti economici
Nel XIX sec. i rapporti commerciali bilaterali si intensificarono. La Svizzera importava soprattutto generi
alimentari e materie prime (tra cui il carbone), di origine prevalentemente coloniale, ed esportava prodotti
industriali. Il porto di Amsterdam e spec. quello di Rotterdam servivano da piazze di trasbordo per il
commercio sviz. con i Paesi d'oltreoceano. Il potenziamento della navigazione sul Reno fino a Basilea stimolò
poi ulteriormente gli scambi reciproci. Un primo accordo commerciale nel 1862 fallì perché alcuni cant. non
accordavano la libertà di domicilio agli ebrei; solo la convenzione relativa alla creazione di consolati sviz. nelle
colonie dei P. venne ratificata. Dopo l'abolizione di tutte le restrizioni alla libertà di domicilio per i non cristiani
da parte della Svizzera (1866), la Conf. e i P. nel 1875 conclusero un trattato di amicizia, di commercio e di
domicilio, modificato per l'ultima volta nel 1996.
Per sgravare i consolati e rinsaldare i rapporti commerciali, nel 1917 i P. aprirono due Camere di commercio a
Zurigo e Ginevra; la Camera di commercio sviz. ad Amsterdam risale al 1933. Nei P. la crisi economica
mondiale portò a un crescente interventismo statale, che ostacolò gli scambi commerciali con la Svizzera.
Dopo la seconda guerra mondiale il piano Marshall favorì la ricostruzione dell'economia dei P., che
parteciparono attivamente all'integrazione economica europea (Comunità europea del carbone e dell'acciaio,
1952; CEE e Comunità europea dell'energia atomica, 1957). Nel secondo dopoguerra le relazioni bilaterali
furono gravate dal contenzioso sull'oro sottratto dai nazisti alla Banca centrale olandese e rivenduto alla BNS
per 562 milioni di frs. Malgrado la restituzione dell'oro depredato fosse regolamentata dall'accordo di
Washington, i P. avanzarono comunque pretese nei confronti della Conf., lasciate cadere in seguito per ragioni
legate al diritto intern. e per non danneggiare i buoni rapporti reciproci.
L'ulteriore sviluppo della navigazione commerciale sul Reno dopo il 1950 favorì l'intensificazione degli scambi
tra i due Paesi, testimoniata anche dalla convenzione sulla doppia imposizione del 1951 (completata nel
1966), dal trattato commerciale del 1957, dall'accordo di libero scambio tra l'AELS e la CEE (1972) e dagli
accordi bilaterali tra Svizzera e UE (1999). Via Rotterdam giungono nella Conf. anche petrolio greggio e
prodotti raffinati; nel 2005 i P. fornivano il 25% delle importazioni sviz. di prodotti petroliferi e il 39% di quelle
di gasolio. Nel 2008 le esportazioni elvetiche verso i P. ammontavano a 6,3 miliardi di frs., e le importazioni a
9 miliardi. Nel 2007 gli investimenti diretti sviz. (principalmente nei settori bancario e assicurativo e
nell'industria chimica) erano pari a 34 miliardi di frs., mentre quelli olandesi nella Conf. si aggiravano attorno
a 84 miliardi, ciò che faceva dei P. il principale investitore estero in Svizzera tra gli Stati dell'UE.
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2.4 - Rapporti culturali
Dopo il 1800 i rapporti culturali furono meno intensi che durante l'età moderna. La mobilità studentesca
reciproca comunque non si interruppe; nel 1888 gli studenti olandesi in Svizzera fondarono una propria ass.
(Hollandia). All'inizio del XXI sec. la Fondazione Nederland-Zwitserland, creata nel 1947, e la Soc. SvizzeraOlanda, costituita nel 1948, si occupavano di promuovere le relazioni culturali. In entrambi i Paesi esistono
inoltre reti associative, come ad esempio la Nederlandse Vereniging (Zurigo, Lucerna, Svizzera orientale,
Ginevra, Vallese, Friburgo), la Vereniging Nederland (Basilea) e la Vereniging De Nederlandse Club in Ticino.
Nel XIX sec. il movimento del Risveglio ginevrino influenzò anche le chiese prot. dei P. Le comunità
parrocchiali olandesi rif. di Basilea (Nederlandse Evangelische Vereniging) e Ginevra-Losanna (Nederlandse
Protestantse Gemeente) agiscono in stretto contatto con le Chiese sviz. Le opere dei paesaggisti e dei pittori
di genere dei P. del XVII sec., molto ambite dal collezionismo borghese, stimolarono e ispirarono molti artisti
sviz. del XIX sec., tra cui Alexandre Calame, Otto Frölicher e Albert Anker. Dopo la seconda guerra mondiale
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ballerini e artisti performativi olandesi influenzarono anche la scena sviz. Molti operatori culturali elvetici
vissero e lavorarono nei P., attirati dall'atmosfera cosmopolita, da un ambiente culturale stimolante e
dall'efficienza delle istituzioni. Nel 2003 si è svolta ad Amsterdam una manifestazione (Surprising Switzerland)
che ha presentato un quadro variegato della cultura elvetica.
Autrice/Autore: Kathrin Marthaler / vfe
Riferimenti bibliografici
Archivi
– AFS
– Documentazione del DFAE
Fonti
– DDS
Bibliografia
– C. J. Benziger Die Schweiz in ihren Beziehungen zu Holland, [1921]
– E. Dieterich, Die Bedeutung der Niederlande für die Schweiz im gegenseitigen Handelsverkehr, 1924
– E. Bonjour, Die Schweiz und Holland in ihren geschichtlichen Beziehungen, 1936
– Historische Übersicht der niederländisch-schweizerischen Beziehungen, 1969
– A. Holenstein et al. (a cura di), The Republican Alternative, 2008 (con bibl. sulle relazioni bilaterali)
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