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19/03/2014 |
Ucraina
Nel IX sec. tribù slave orientali si unirono per costituire il
cosiddetto regno di Kiev (Rus' di Kiev), che nel 988 fu
cristianizzato da Bisanzio e nell'XI e XII sec. conobbe il
periodo di massima fioritura politica e culturale. In seguito
all'invasione mongola (1240) e a divisioni ereditarie, cadde
sotto la dominazione lituana e polacca (XIV-XVI sec.). Con le
spartizioni della Polonia (1772, 1793 e 1795), la maggior
parte dell'U. passò alla Russia, mentre Galizia e Bucovina
andarono all'Austria. Se dopo il 1848 tra gli Ucraini austriaci
(Ruteni) si sviluppò un sentimento nazionale, quelli soggetti
all'Impero zarista (Piccoli Russi) furono esposti alle politiche
di russificazione. Nel 1917 fu fondata la Repubblica popolare
ucraina (RPU), nel 1919 la Repubblica socialista sovietica
ucraina (parte dell'Unione Sovietica). Dopo la seconda
guerra mondiale a quest'ultima furono annesse l'U.
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occidentale (ceduta alla Polonia nel 1921), la Bucovina
settentrionale e l'U. carpatica, e nel 1954 anche la Crimea.
Dopo la dichiarazione di indipendenza (24.8.1991), l'U.
divenne una repubblica semipresidenziale.
I primi contatti con la Svizzera risalgono all'epoca dell'Umanesimo e della Riforma, quando studenti ruteni
frequentavano l'Univ. di Basilea e l'Acc. di Ginevra. Nel 1782 il conte Grégoire de Razoumowsky si stabilì a
Losanna, dove fu tra i fondatori della Soc. di scienze fisiche (1783). Tra gli Ucraini che compirono viaggi in
Svizzera nel XIX o all'inizio del XX sec. figurano Nikolaj Vasil'evic Gogol, Marko Vovčok, narratrice, Maxim
Kovalevsky, storico del diritto, e Lesja Ukraïnka, poetessa. All'inizio del XIX sec. l'U. fu meta di emigrazione
per Svizzeri, che fondarono Novoï Lancy nei pressi di Odessa, Zürichtal in Crimea e la colonia viticola di
Chabag (Šabo) in Bessarabia. Nel 1820 fu aperto un consolato sviz. a Odessa. Alla fine del XIX sec. fam. di
pasticcieri grigionesi, tra cui gli Stiffler e i Fanconi, furono proprietari di rinomate pasticcerie e caffè a Kiev,
Odessa e Kharkov. Dopo il 1870 fra gli studenti e i profughi politici giunti dall'Impero zarista vi furono anche
numerosi Ucraini, come Nikolaj Siber, studioso di economia politica, e Michel Dragomanov, storico che
aspirava a un'U. autonoma in una federazione russa ispirata al modello sviz. Durante la prima guerra
mondiale Ginevra, Losanna e Berna furono centri delle attività degli Ucraini in esilio (ufficio stampa ucraino,
ufficio delle nazionalità della Russia ecc.). Dal 1918 al 1926 la RPU risp. il suo governo in esilio mantennero
una missione diplomatica a Berna; a Kiev esisteva un consolato sviz. dal 1902. Nel periodo interbellico a
Ginevra, sede della SdN, furono attivi emigrati ucraini, rappresentanti della RPU e uomini politici dell'U.
occidentale (Yevhen Konovalets, Eugène de Batchinsky, Mychajlo Jeremijiw, Milena Rudnycka). Nel 1945 gli
Ucraini residenti in Svizzera si riunirono nella Soc. ucraina della Svizzera. Attorno al 1980 un comitato con
sede a Thun (Kuratorium Geistige Freiheit) pubblicò in ted. testi di dissidenti, difensori dei diritti civili e poeti
d'opposizione ucraini. Dal 1992 al 2003 fu attiva una Soc. sviz.-ucraina per la promozione dei contatti
reciproci.
Dopo il riconoscimento dell'U. da parte della Svizzera (23.12.1991), nel 1993 furono accreditati un
ambasciatore sviz. a Kiev e un ambasciatore ucraino a Berna. Nel 1996 entrò in vigore un accordo di
commercio e di cooperazione economica tra i due Paesi. Nel 2010 le esportazioni sviz. in U. ammontavano a
466 milioni di frs., le importazioni a 56 milioni. Lo stesso anno la Svizzera ha versato all'U. oltre 10 milioni di
frs. di aiuti tra l'altro per la sanità, la riforma della giustizia e la gestione sostenibile delle risorse. Org. private,
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com. ed ecclesiastiche fornivano assistenza medica e umanitaria, spec. in favore delle vittime dell'incidente al
reattore di Cernobyl (dal 1986). Nel 2010 4843 cittadini ucraini risiedevano in Svizzera e 148 cittadini sviz. in
U. (di cui 58 con doppia nazionalità).
Archivi
– AFS
Bibliografia
– AA. VV., Schweizer im Zarenreich, 1985
Autrice/Autore: Monika Bankowski-Züllig / vfe
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