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Commentary,15marzo2016
LA CINA SCOMMETTE SUI SERVIZI IN CRESCITA
NICHOLAS R. LARDY
I
©ISPI2016 timori di un brusco rallentamento dell’economia
cinese e la prospettiva che il governo possa lasciar
svalutare la sua moneta di almeno il 20% sono tra le
cause più spesso citate per spiegare la volatilità dei
mercati globali e il deterioramento delle previsioni
dell’economia globale nel 2016. Un’interpretazione
ancora più pessimistica è avanzata da una crescente
minoranza che rifiuta il dato ufficiale del 6,9% come
tasso di crescita dello scorso anno, sostenendo che la
crescita cinese sia già precipitata verso cifre più basse.
Tuttavia, questa narrativa si focalizza eccessivamente
sul settore industriale cinese, in crescita moderata ormai
da sei anni, mentre rivolge scarsa attenzione a come i
servizi siano diventati il maggior volano della crescita
economica cinese, contribuendo oggi a più della metà
del Pil. La visione eccessivamente pessimista non è
coerente con la forte crescita dei salari, del reddito delle
famiglie, del traffico passeggeri aereo e ferroviario,
delle spese per il tempo libero e degli altri indicatori
della forte crescita del settore dei servizi.
Numerosi fattori suggeriscono che i servizi, quali il
commercio all’ingrosso e al dettaglio, le spese per hotel
e ristoranti, per la sanità e l’educazione, i servizi di lea-
sing, commerciali e finanziari e l’information technology, continueranno a trainare la crescita economica
cinese. Cominciamo con la demografia. Nell’ultimo
periodo in Cina i salari sono cresciuti rapidamente, a un
livello tale per cui per molti anni il reddito delle famiglie
è aumentato più velocemente del Pil. Ora che la popolazione in età da lavoro si sta effettivamente riducendo, è
probabile che questo trend si rafforzi, stimolando ulteriormente la crescita della spesa per il consumo privato.
Contestualmente la Banca mondiale classifica la Cina
come un paese a reddito medio-alto, un livello di sviluppo che si verifica quando la quota dei servizi nella spesa
per il consumo privato cresce inesorabilmente, mentre la
quota dei beni della spesa per consumo si riduce. La
combinazione di questi due fattori trainerà la domanda di
servizi. Il graduale declino dell’altissimo tasso di risparmio delle famiglie cinesi sarà il terzo fattore che rafforzerà questo trend. Il governo cinese ha fatto progressi
significativi nel realizzare una rete di sicurezza sociale
negli ultimi dieci anni. Avendo garantito una qualche
forma di assicurazione sanitaria al 95% della popolazione
e il diritto alla pensione a una quota crescente di essa, il
risparmio precauzionale si sta riducendo, abbassando
così il tasso di risparmio delle famiglie.
Nicholas R. Lardy, Anthony M. Solomon Senior Fellow at the Peterson Institute for International Economics*
*Questo articolo è stato pubblicato in inglese da PIIE (8 marzo 2016), http://piie.com/publications/briefings/piieb16-3.pdf
1 Le opinioni espresse sono strettamente personali e non riflettono necessariamente le posizioni dell’ISPI. Le pubblicazioni online dell’ISPI sono realizzate anche grazie al sostegno della Fondazione Cariplo. commentary
traverso la domanda di consumo piuttosto che tramite
gli investimenti.
©ISPI2016 Un quarto importante fattore che probabilmente continuerà a trainare la produzione di servizi è il tasso di
cambio. Per buona parte degli anni Duemila la sottovalutazione del renminbi ha rappresentato un sussidio alle
esportazioni cinesi, in maggior parte costituite da prodotti industriali, e allo stesso tempo una tassa implicita
sui servizi, largamente non commerciabili. Tale sottovalutazione ha così incrementato i profitti della produzione industriale a spese dei servizi, dirottando gli investimenti lontano dai servizi verso l’industria. Si è
iniziato ad avvertire un cambiamento nel 2005 quando il
tasso di cambio è divenuto più flessibile. La rivalutazione della valuta è proseguita negli ultimi anni, come
riconosciuto dal Fondo monetario internazionale (Fmi)
e persino dal Tesoro americano. A metà 2015 il Fmi si è
spinto persino a dichiarare che “la sostanziale rivalutazione del renminbi in termini reali quest’anno ha portato
il tasso di cambio a un livello che non è più sottovaluto”.
Questa affermazione è confermata sorprendentemente
dall’allocazione degli investimenti in Cina. La quota dei
servizi negli investimenti si è ridotta per la maggior
parte degli anni Duemila, ma nel 2015 ha registrato un
aumento per il terzo anno consecutivo, costituendo
quasi il 60% degli investimenti.
Poiché il settore dei servizi richiede una maggior intensità di lavoro rispetto alla produzione industriale, la
quota crescente di servizi nel Pil ha condotto a una
maggiore crescita dell’occupazione urbana rispetto al
passato. Questa crescita ha un effetto retroattivo sul
mercato del lavoro, contribuendo all’ulteriore incremento del reddito delle famiglie.
Il rallentamento della crescita industriale negli scorsi
cinque anni riflette un rallentamento degli investimenti
nelle proprietà immobiliari. La crescita di questi investimenti è scesa dal 33% del 2010 all’1% dello scorso
anno, trascinando al ribasso la crescita della domanda di
acciaio, cemento, e di altri materiali da costruzione.
Infatti, il declino assoluto nella produzione di acciaio
grezzo e di cemento è alla base dell’analisi degli ultra
pessimisti. Se nel 2010 il calo della domanda per i materiali da costruzione ha rallentato la crescita industriale
complessiva del 13%, nel 2015 ha inciso solo per il 6%,
mentre le vendite di proprietà immobiliari sono cresciute sensibilmente nello stesso anno invertendo così il
declino registrato nel 2014. Tuttavia, data l’ampia offerta di abitazioni ancora invendute, specialmente nelle
città di terzo e quarto livello, è probabile che gli investimenti nelle proprietà immobiliari registreranno una
contrazione in termini assoluti nei prossimi anni, rallentando ulteriormente la crescita industriale. Ma per le
ragioni descritte sopra, è probabile che la crescita nel
settore dei servizi si mantenga forte e che limiti la decelerazione della crescita del Pil nel 2016 a meno di un
punto percentuale. La crescita quest’anno dovrebbe
essere almeno del 5,9%. Guardando ancora più lontano,
se nel 2016 le vendite dovessero recuperare ancora
quest’anno, la spirale negativa degli investimenti nelle
proprietà immobiliari dovrebbe terminare e persino
migliorare leggermente nel 2017, arrestando la fonte del
rallentamento della crescita cinese.
Ognuno di questi fattori che trainano la crescita del settore dei servizi in Cina, con la possibile eccezione del
rafforzamento della rete di sicurezza sociale, è di tipo
strutturale. La loro influenza quindi persisterà indipendentemente dalle capacità dei legislatori cinesi. Inoltre,
è improbabile che le autorità rinneghino la loro decennale politica di rafforzamento della rete di sicurezza
sociale, che non è soltanto popolare politicamente, ma
che ha anche contribuito in maniera rilevante
all’obiettivo della dirigenza di generare la crescita at-
È facile esagerare l’impatto avverso del rallentamento
della crescita cinese sull’economia globale attraverso la
riduzione dei prezzi delle commodities. Il collasso dei
prezzi globali delle commodities, che chiaramente ha
avuto un impatto negativo su molte nazioni esportatrici,
in alcuni casi è stato causato dalla forte espansione
dell’offerta dei materiali piuttosto che dalla caduta della
domanda
cinese.
L’importanza
dell’aumento
dell’offerta nel trascinare al ribasso i prezzi è particolarmente evidente nel caso del greggio. Le importazioni
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errate. L’intervento diretto del governo nel mercato finanziario nell’estate del 2015 tramite l’acquisto delle
azioni è visto oggi come un errore. Per questo uno dei
principali promotori di questa politica è stato esonerato
dai suoi compiti di chief security regulator e i successivi
cali netti sui mercati di Shenzhen e Shanghai di
quest’anno non hanno convinto il governo a comprare
azioni e ad aumentare i prezzi. I segnali mandati ai
mercati a partire dall’agosto dello scorso anno riguardanti l’evoluzione delle politiche sul tasso di cambio
non sono stati sufficientemente chiari, ma a ciò si è
cercato di porre rimedio attraverso istruzioni chiare e
dettagliate da parte del governatore della banca centrale
e di altri funzionari di alto livello.
cinesi di greggio sono cresciute del 9% sia nel 2014 che
nel 2015, superando il tasso di crescita delle importazioni nel 2011-13. La Cina è un fattore ancora più rilevante nel mercato globale dei minerali ferrosi ma l’anno
scorso le importazioni cinesi di minerali ferrosi sono
cresciute solamente del 2%. Certamente si è registrata
una decelerazione rispetto alla crescita media dell’8%
degli anni precedenti, ma il livello record di produzione
globale di minerali ferrosi probabilmente ha contribuito
al netto declino del loro prezzo nel 2015 in misura
maggiore rispetto alla più modesta decelerazione nella
domanda di importazioni cinesi.
I ribassisti si domandano, infine, se la leadership cinese
sia in grado di sostenere il complesso compito di allontanare l’economia cinese dalla dipendenza da
un’eccessiva espansione del credito e da livelli di investimento elevatissimi verso una crescita più sostenibile
e bilanciata, basata su un ruolo ancora maggiore del
mercato. Questa narrativa spesso descrive il processo
decisionale di almeno gli ultimi tre decenni come quasi
perfetto, in contrasto con gli evidenti errori degli ultimi
mesi. Ma il processo di riforma economica cinese è
sempre stato segnato da tentativi e da errori. Il punto
chiave, però, è che la Cina impara dalle sue politiche
©ISPI2016 La forza del settore dei servizi probabilmente permetterà all’economia cinese di evitare un brusco rallentamento nei prossimi anni. La dirigenza cinese potrà
sfruttare questa opportunità per ridurre l’ingente indebitamento delle sue imprese, molte delle quali di proprietà pubblica, e più in generale, per implementare
l’estesa agenda di riforme economiche che il Partito
comunista cinese ha delineato più di due anni fa. Questa
è la base più realistica per una crescita sostenibile e per
portare la Cina fra le nazioni ad alto reddito.
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