In Cina lo straordinario sviluppo economico degli ultimi decenni ha promosso un benessere diffuso ma ha anche prodotto o lasciati irrisolti squilibri gravi a livello strutturale, sociale, culturale. Accanto a un numero crescente di ricchi e super ricchi convivono ancora milioni di persone in condizioni di estrema povertà. Nel vuoto ideologico e nello spaesamento esistenziale conseguenti all’esplosione liberista, che cosa si sta delineando in quel vastissimo paese? Per rafforzare il proprio consenso interno e migliorare l’immagine della Cina sullo scacchiere internazionale, il Partito comunista guarda con rinnovato interesse alle radici del suo patrimonio culturale, riscoprendo i principi etici del confucianesimo, garanti del «buon governo» e di quella «società armoniosa» che hanno caratterizzato l’impero per oltre duemila anni. Maurizio Scarpari ha insegnato Lingua cinese classica all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Tra i suoi libri recenti: «Il Confucianesimo. I fondamenti e i testi» (Einaudi, 2010) e «Mencio e l’arte di governo» (Marsilio, 2013); per il Mulino «Il Daoismo» (con A. Andreini, 2007); per le Grandi Opere Einaudi ha curato «La Cina» (2009-2013), sulla civiltà cinese dalle origini ai giorni nostri.