Riquadro 3 Le prospettive di crescita dell’economia cinese Dopo circa 30 anni di performance economica straordinaria, caratterizzata da una crescita media annuale del Pil attorno al 10 per cento, la Cina è attualmente la seconda economia mondiale e la prima economia per livello di esportazioni e di pro­ duzione manifatturiera. A fronte del previsto rallentamento dell’attività economica mondiale il Fmi, nel rapporto China Economic Outlook pubblicato lo scorso 6 febbraio, ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita della Cina, che nel 2012 dovrebbe attestarsi all’8,2 per cento (+9,2 nel 2011). Infatti, mentre la domanda interna continua a espandersi a tassi elevati, le esportazioni nette hanno già iniziato a contribuire negativamente all’incremento del Pil (-0,5 per cento nel 2011). Il tasso di inflazione, inoltre, è previ­ sto in diminuzione anche se esistono significativi rischi al rialzo dovuti a un’offerta rigida dei beni alimentari e alla conseguente reattività dei prezzi anche a piccoli shock (come il manifestarsi, ad esempio, di avverse condizioni meteorologiche). Tra gli elementi che possono frenare la crescita, oltre alle condizioni con­ giunturali, rilevano anche fattori strutturali rispetto ai quali hanno segnalato l’oppor­ tunità di agire in modo tempestivo sia il Fmi sia la Banca Mondiale (quest’ultimo nel rapporto China 2030, pubblicato il 27 febbraio 2012). Tali istituzioni hanno eviden­ ziato, infatti, che la crescita dell’economia cinese ai ritmi registrati negli ultimi anni non è sostenibile, soprattutto sul piano ambientale e sociale, a meno di significative riforme strutturali orientate al pieno sviluppo dell’economia di mercato. Tra i vari interventi si suggerisce la liberalizzazione delle attività produttive e distributive, ad oggi controllate in gran parte da imprese di proprietà pubblica, la privatizzazione del sistema bancario e la riforma del settore agricolo. Si auspicano, inoltre, investimenti in istruzione e ricerca e nelle fonti di energia pulita e rinnova­ bile. Le crescenti diseguaglianze in termini di sicurezza sociale e distribuzione del reddito richiedono una riforma che tuteli i diritti dei lavoratori e che estenda signifi­ cativamente l’assistenza sanitaria e i servizi pubblici essenziali. Viene altresì sottolineata l’importanza di intervenire sul sistema fiscale e sull’allocazione delle risorse pubbliche ai governi locali, in modo da contenere sprechi e fenomeni di corruzione. Infine, si raccomanda una maggiore integrazione con l’economia globale, auspicando anche la ripresa dei negoziati sul commercio multilaterale di Doha e l’integrazione del settore finanziario cinese con quello mondiale. La necessità di intraprendere riforme urgenti è stata riconosciuta dal primo ministro cinese che, nel marzo 2012, ha abbassato l'obiettivo di crescita per il 2012 al 7,5 per cento, anche in considerazione del rallentamento economico globale, e ha an­ nunciato un aumento della spesa pubblica per l’istruzione e nuove regole sull'espro­ priazione delle terre rurali. Il primo ministro cinese, infine, ha indicato che lo yuan è ormai vicino all'equilibrio sui mercati valutari e che pertanto ne verrà consentita una maggiore flessibilità. Relazione per l’anno 2011 La congiuntura economica 80