7 - Durkheim - 20 marzo - Dipartimento di Scienze Umane per la

Paolo Jedlowski
(2002)
Il mondo in questione. Introduzione alla storia del
pensiero sociologico
Carocci
capitolo 4
su Emile Durkheim
Emile Durkheim
(1858-1917)
Quali domande si faceva Durkheim
• ci sono cose che facciamo perché siamo inseriti in un
ambiente sociale, e non le faremmo se non lo fossimo?
• per spiegare scelte, azioni, pensieri, pratiche dobbiamo
cercare delle cause che stanno negli individui o nella
società?
• che cosa ci tiene legati agli altri membri di una società?
• che cosa tiene insieme una società, per cui la società
non si disgrega?
• esistono quindi fenomeni che sono solo sociali e non
individuali?
• fenomeni solo sociali proverebbero che esiste qualcosa
come “la società”.
• allora della società si potrebbe dare una scienza.
Lavoro di gruppo
rappresentazioni collettive
• non sono riducibili ai singoli individui
appartenenti alla collettività
• vengono create dall’interazione
• sono insieme esterne all’individuo (sono sociali)
• e interne (l’individuo partecipa alla società)
• servono a dare senso e ordine al mondo, ma
allo stesso tempo esprimono, simbolizzano,
interpretano delle relazioni sociali
rappresentazioni collettive
•
•
•
•
simboli
immagini
parole
slogan
• idee
• credenze
• valori
di una collettività
“Tutte le volte che siamo in presenza di un
tipo di pensiero o di azione che s’impone
uniformemente alle volontà o alle
intelligenze individuali, questa pressione
esercitata sull’individuo nasconde
l’intervento della collettività”
Émile Durkheim, Les formes élémentaires de la vie religieuse, Presses
Universitaires de France, 2003, p. 619-620.
“E’ una fatto sociale ogni modo di fare
che può esercitare sull’individuo una
costrizione esterna,
che in una data società si presenta in modo
generale
che possiede un’esistenza propria,
indipendente dalle sue manifestazioni
individuali.”
Mi fate voi degli esempi
di fatti sociali...
I modi collettivi di agire e pensare
“Per l’individuo è molto difficile (non
diciamo impossibile) modificarli
perché sono dotati della supremazia
morale e materiale che la società
esercita sui suoi membri”. “I modi collettivi di agire e di
pensare sono reali al di fuori degli
individui: sono cose dotate di
esistenza propria. L’individuo li trova
completamente costituiti e non può
far sì che non ci siano, o che siano
diversamente da come sono.
L’individuo è quindi obbligato a tener
conto di essi”. “Certo, l’individuo partecipa a farli
nascere: ma perché nascano, c’è
bisogno dell’azione di MOLTI individui
insieme. La sintesi di questa azione
collettiva ha luogo al di fuori di ciascuno
(per effetto di una PLURALITA’ di
coscienze) e fissa al di fuori di noi, sono
modi di agire e giudizi che non
dipendono dalla volontà degli individui
prese singolarmente” “C’è un termine che esprime
bene tutto questo: “istituzione”.
Cioè ogni credenza e condotta
istituita dalla collettività.
La sociologia è la scienza delle
istituzioni.”
(Durkheim, Le regole del metodo sociologico,
pp. 19-20)
da dove vengono
questi “fatti sociali”?
”Il pensiero veramente e propriamente
umano non è un dato primitivo; è un
prodotto della storia”
Émile Durkheim, Les formes élémentaires de la vie religieuse, Presses
Universitaires de France, 2003, p. 619-620.
In ciascuno di noi, in proporzioni variabili, c’è l’uomo
di ieri. L’uomo di ieri è persino predominante in
noi, poiché il presente non è che poca cosa
confrontato a questo lungo passato nel corso del
quale ci siamo formati e da cui risultiamo.
Soltanto, quest’uomo del passato non lo
sentiamo, perché è inveterato in noi, forma la
parte di noi inconsapevole. Di conseguenza,
siamo portati a non tenerne conto. Viceversa,
delle acquisizioni più recenti della civiltà abbiamo
un sentimento vivo, perché, essendo recenti, non
hanno ancora avuto il tempo di organizzarsi nella
parte inconsapevole di noi.
Durkheim (1938) L’evolution pédagogique en France, p. 16.
Un po’ di interazione...
Lev Tolstoj
Guerra e pace
Libro secondo, parte seconda, cap. XV.
Anche il reggimento era una casa, e una
casa immutabilmente cara e preziosa
come la casa dei genitori.
Rostòv sentì quella calma, quel
sostegno, quella coscienza di trovarsi
a casa sua, al posto suo, che già
aveva sentito sotto il tetto paterno.
Non c’era tutto quel disordine del
libero mondo dov’egli non trovava il
suo posto e sbagliava nella scelta.
Qui al reggimento tutto era chiaro e
semplice.
Rientrato di nuovo in queste condizioni
precise della vita di reggimento, Rostòv
provò una gioia e una calma simile a
quelle che prova un uomo stanco
coricatosi per riposare.
p. 459 – 460
Emile Durkheim (1893)
La divisione del lavoro sociale.
società semplici

società complesse
Emile Durkheim (1893)
La divisione del lavoro sociale.
Emile Durkheim (1893)
La divisione del lavoro sociale.
società semplici
solidarietà meccanica

società complesse
solidarietà organica
il primo “fatto sociale” della storia della sociologia
Emile Durkheim (1897) Il suicidio
tr. it. UTET, Torino, 1969.
Fonte: Emile Durkheim (1897) Il suicidio tr. it. UTET, Torino, 1969. pp. 70-71
tasso
___eventi__
in
percentuale
popolazione
Quale può essere il fattore che cambia da
un paese all’altro e spiega la variazione
nel tasso di suicidi?
• Lettura autonoma delle scritture vs. lettura
dell’autorità religiosa.
• Morale decisa da soli vs. morale decisa
dall’autorità.
• Darsi norme da soli, vs. forza sociale della
norma.
• Varietà delle norme vs. uniformità delle
norme.
Emile Durkheim (1897) Il suicidio
tr. it. UTET, Torino, 1969.
Suicidio:
1. anomico
2. egoistico
3. altruistico
Lev Tolstoj
Guerra e pace
Libro secondo, parte seconda, cap. XV.
Si sorprendeva in pensieri così
strani che ne era spaventato.
- Come potete giudicare le azioni
dell’imperatore? Che diritto abbiamo
noi di discutere? Noi non possiamo
capire…
A noi tocca compiere il nostro
dovere, farci fare a pezzi e non
pensare, ecco tutto.
Durkheim: Ricapitolando...
• Paradigma “olistico”. La società è un tutto, che ha qualcosa di
più delle sue parti (cioè gli individui), presi singolarmente.
• La società pre-esiste all’individuo, e governa gli individui. La
coscienza collettiva è precedente a quella individuale.
• La sociologia studia la società, e i “fatti sociali”, che vanno
trattati come cose, esterni agli individui.
• I fatti sociali (rappresentazioni sociali, norme,...) si impongono
sugli individui e esercitano una costrizione su di loro.
• La sociologia studia le istituzioni che durano, sono permanenti
in una società.
• I crimini sono una di queste manifestazioni sociali presenti in
ogni società – proprio il fatto che siano in tutte le società ci
dice che non sono patologici, ma normali. Per questo
reprimerli crudamente non è una buona idea. Bisogna dare sì
un’occasione di espiazione.