Paolo Jedlowski (2002) Il mondo in questione. Introduzione alla storia del pensiero sociologico Carocci capitolo 4 su Emile Durkheim Emile Durkheim (1858-1917) Quali domande si faceva Durkheim • ci sono cose che facciamo perché siamo inseriti in un ambiente sociale, e non le faremmo se non lo fossimo? • per spiegare scelte, azioni, pensieri, pratiche dobbiamo cercare delle cause che stanno negli individui o nella società? • che cosa ci tiene legati agli altri membri di una società? • che cosa tiene insieme una società, per cui la società non si disgrega? • esistono quindi fenomeni che sono solo sociali e non individuali? • fenomeni solo sociali proverebbero che esiste qualcosa come “la società”. • allora della società si potrebbe dare una scienza. Un po’ di interazione... Lev Tolstoj Guerra e pace Libro secondo, parte seconda, cap. XV. Anche il reggimento era una casa, e una casa immutabilmente cara e preziosa come la casa dei genitori. Rostòv sentì quella calma, quel sostegno, quella coscienza di trovarsi a casa sua, al posto suo, che già aveva sentito sotto il tetto paterno. Non c’era tutto quel disordine del libero mondo dov’egli non trovava il suo posto e sbagliava nella scelta. Qui al reggimento tutto era chiaro e semplice. Rientrato di nuovo in queste condizioni precise della vita di reggimento, Rostòv provò una gioia e una calma simile a quelle che prova un uomo stanco coricatosi per riposare. p. 459 – 460 Emile Durkheim (1893) La divisione del lavoro sociale. società semplici società complesse Emile Durkheim (1893) La divisione del lavoro sociale. Emile Durkheim (1893) La divisione del lavoro sociale. società semplici solidarietà meccanica società complesse solidarietà organica il primo “fatto sociale” della storia della sociologia Emile Durkheim (1897) Il suicidio tr. it. UTET, Torino, 1969. Fonte: Emile Durkheim (1897) Il suicidio tr. it. UTET, Torino, 1969. pp. 70-71 tasso ___eventi__ in percentuale popolazione Quale può essere il fattore che cambia da un paese all’altro e spiega la variazione nel tasso di suicidi? • Lettura autonoma delle scritture vs. lettura dell’autorità religiosa. • Morale decisa da soli vs. morale decisa dall’autorità. • Darsi norme da soli, vs. forza sociale della norma. • Varietà delle norme vs. uniformità delle norme. Emile Durkheim (1897) Il suicidio tr. it. UTET, Torino, 1969. Suicidio: 1. anomico 2. egoistico 3. altruistico Lev Tolstoj Guerra e pace Libro secondo, parte seconda, cap. XV. Si sorprendeva in pensieri così strani che ne era spaventato. - Come potete giudicare le azioni dell’imperatore? Che diritto abbiamo noi di discutere? Noi non possiamo capire… A noi tocca compiere il nostro dovere, farci fare a pezzi e non pensare, ecco tutto. Lavoro di gruppo rappresentazioni collettive • non sono riducibili ai singoli individui appartenenti alla collettività • vengono create dall’interazione • sono insieme esterne all’individuo (sono sociali) • e interne (l’individuo partecipa alla società) • servono a dare senso e ordine al mondo, ma allo stesso tempo esprimono, simbolizzano, interpretano delle relazioni sociali rappresentazioni collettive • • • • simboli immagini parole slogan • idee • credenze • valori di una collettività “Tutte le volte che siamo in presenza di un tipo di pensiero o di azione che s’impone uniformemente alle volontà o alle intelligenze individuali, questa pressione esercitata sull’individuo nasconde l’intervento della collettività” Émile Durkheim, Les formes élémentaires de la vie religieuse, Presses Universitaires de France, 2003, p. 619-620. “E’ una fatto sociale ogni modo di fare che può esercitare sull’individuo una costrizione esterna, che in una data società si presenta in modo generale che possiede un’esistenza propria, indipendente dalle sue manifestazioni individuali.” Mi fate voi degli esempi di fatti sociali... I modi collettivi di agire e pensare “Per l’individuo è molto difficile (non diciamo impossibile) modificarli perché sono dotati della supremazia morale e materiale che la società esercita sui suoi membri. I modi collettivi di agire e di pensare sono reali al di fuori degli individui: sono cose dotate di esistenza propria. L’individuo li trova completamente costituiti e non può far sì che non ci siano, o che siano diversamente da come sono. L’individuo è quindi obbligato a tener conto di essi. Certo, l’individuo partecipa a farli nascere: ma perché nascano, c’è bisogno dell’azione di MOLTI individui insieme. La sintesi di questa azione collettiva ha luogo al di fuori di ciascuno (per effetto di una PLURALITA’ di coscienze) e fissa al di fuori di noi modi di agire e giudizi che non dipendono dalla volontà degli individui prese singolarmente C’è un termine che esprime bene tutto questo: “istituzione”. Cioè ogni credenza e condotta istituita dalla collettività. La sociologia è la scienza delle istituzioni.” (Durkheim, Le regole del metodo sociologico, pp. 19-20) da dove vengono questi “fatti sociali”? ”Il pensiero veramente e propriamente umano non è un dato primitivo; è un prodotto della storia” Émile Durkheim, Les formes élémentaires de la vie religieuse, Presses Universitaires de France, 2003, p. 619-620. In ciascuno di noi, in proporzioni variabili, c’è l’uomo di ieri. L’uomo di ieri è persino predominante in noi, poiché il presente non è che poca cosa confrontato a questo lungo passato nel corso del quale ci siamo formati e da cui risultiamo. Soltanto, quest’uomo del passato non lo sentiamo, perché è inveterato in noi, forma la parte di noi inconsapevole. Di conseguenza, siamo portati a non tenerne conto. Viceversa, delle acquisizioni più recenti della civiltà abbiamo un sentimento vivo, perché, essendo recenti, non hanno ancora avuto il tempo di organizzarsi nella parte inconsapevole di noi. Durkheim (1938) L’evolution pédagogique en France, p. 16. Durkheim: Ricapitolando... • Paradigma “olistico”. La società è un tutto, che ha qualcosa di più delle sue parti (cioè gli individui), presi singolarmente. • La società pre-esiste all’individuo, e governa gli individui. La coscienza collettiva è precedente a quella individuale. • La sociologia studia la società, e i “fatti sociali”, che vanno trattati come cose, esterni agli individui. • I fatti sociali si impongono sugli individui e esercitano una costrizione su di loro. • La sociologia studia le istituzioni che durano, sono permanenti in una società. • I crimini sono una di queste manifestazioni sociali presenti in ogni società – proprio il fatto che siano in tutte le società ci dice che non sono patologici, ma normali. Per questo reprimerli crudamente non è una buona idea. Bisogna dare sì un’occasione di espiazione.