6 - la norma

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Antonio Schizzerotto, Carlo Barone
Sociologia dell’istruzione
Il Mulino
Capitolo 9
Paolo Jedlowski Il mondo in questione
“Erwin Goffman” p. 262-266
Marradi, A. Raccontare storie, Carocci,
Roma 2005 (pp. 13-27)
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Alcune definizioni
I valori sono ciò a cui le norme si ispirano: sono degli atteggiamenti culturali
di fondo, degli orientamenti diffusi che contribuiscono a dare significato
all'esistenza, gli scopi che gli individui possono proporsi di raggiungere e i
mezzi che è lecito usare.
I ruoli sono insiemi di comportamenti regolati da norme, attraverso cui
l'individuo interagisce con gli altri. Tipicamente i ruoli sono complementari: a
quello del marito corrisponde quello della moglie, a quello dell'insegnante
quello dello studente, a quello del medico quello del paziente e così via.
Ciascun individuo svolge tuttavia una pluralità di ruoli (un uomo adulto ad
esempio puo essere simultaneamente marito, padre, impiegato,
rappresentante sindacale e così via). L'insieme dei ruoli principali che un
individuo ricopre è ciò che gli conferisce il suo status, cioè la posizione
che egli occupa complessivamente all'interno della sua società.
Le istituzioni sono sotto-unità del sistema sociale che implicano più ruoli
interagenti tra loro. Un'istituzione, per esempio, è la famiglia, così come lo
è la scuola, al cui interno interagiscono insegnanti e studenti.
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Le norme
le norme sono uno di questi fenomeni
relazionali, sociali, che scompaiono
quando “tutto va come ci si aspetta”
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Una norma esiste quando la sua
violazione comporta una sanzione
(Talcott Parsons)
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Durkheim sulla norma
• “Non è soltanto un modo abituale di agire, è un
modo obbligatorio di agire, sottratto, cioè, in
qualche misura, all’agire individuale.”
• “La società è interessata al dominio dell’ordine e
della pace; l’anomia è un male perché la società
ne soffre: per vivere, ha bisogno di coesione e
regolarità.”
Emile Durkheim (1893) Division du travail social
prefazione alla 2° edizione, V-VI
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Durkheim sul reato
• “Il solo carattere comune a tutti i reati è
che essi consistono in atti universalmente
riprovati dai membri di una società”
• “Il reato offende cioè sentimenti comuni a
tutte le coscienze sane di uno stesso tipo
sociale”
Emile Durkheim, (1893) La Division du Travail social , tr. it. La
divisione del lavoro sociale, Comunità, Milano, 1977
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Durkheim sui
sentimenti collettivi offesi
Devono essere sentimenti forti:
“non velleità incerte e superficiali, ma emozioni e
tendenze fortemente radicate in noi”.
“Devono essere precisi: riferirsi a una pratica ben
definita. Questa pratica può essere semplice o
complessa, positiva o negativa, consistere cioè
in un’azione o un’astensione, ma sempre
determinante”.
Emile Durkheim, (1893) La Division du Travail social , tr. it.
La divisione del lavoro sociale, Comunità, Milano, 1977
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Durkheim sull’utilità del reato
“L’autorità della coscienza morale non deve essere
eccessiva, altrimenti nessuno oserebbe criticarla, ed
essa si congelerebbe troppo facilmente in una forma
immutabile. Per progredire, l’originalità individuale deve
potersi esprimere … persino l’originalità del criminale …
deve essere possibile”
Socrate:
“il suo crimine, cioè, la sua indipendenza di pensiero, rese
un servizio non solo all’umanità, ma al suo paese”, “servì
a preparare una nuova moralità e una nuova fede – di
cui gli ateniesi avevano bisogno”.
Emile Durkheim (1985) Le regole del metodo sociologico.
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Blackwell dictionary of sociology:
la norma
• E’ relativa a un comportamento / un modo di
apparire
• E’ l’associazione tra il comportamento e la
sanzione.
• Le norme aiutano a creare modelli di
comportamento attesi in ciascun sistema sociale
• Aiutano a definire e mantenere i confini tra
insiders e outsiders
• Trasformano i valori da comportamenti
desiderabili in attese reali con forti conseguenze
sociali.
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Le norme
• Da chi vengono?
Da individui che occupano posizioni
collegate con quelle del soggetto
• Per l’individuo hanno carattere esterno,
oggettuale, in misura varia obbligante e
costrittivo
• Le norme sono una delle cose che vengono
trasmesse con la socializzazione.
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In che ambito agisce una norma?
In una società
oppure in parti di essa:
in una cultura,
in una subcultura
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controllo sociale
Meccanismi espliciti che una società mette
in opera, per far conformare i
comportamenti degli individui a ruoli,
norme e consuetudini sociali.
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Montesquieu:
“la
tirannia è tagliare l’albero
per raccogliere una mela”.
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Il filtro affettivo
Stephen Krashen (2003)
Explorations in Language Acquisition and
Use.
Portsmouth: Heineman
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sanzioni negative
e
sanzioni positive
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Erwin Goffman
I frame: Erwin Goffman
• Relazioni faccia a faccia con altri
• La società si basa sulla condivisione e l’accordo di
comportamenti
• Agisco scegliendo per me un certo ruolo sociale
• Gli altri mi rimandano quell’immagine
• Selezioniamo insieme un frame una cornice (a che gioco
stiamo giocando, che pièce teatrale stiamo recitando)
• Il frame, come un metamessaggio, definisce “di che cosa
si tratta”, che cosa intendiamo come significativo. Posso
dire ‘scemo’ al mio amico – siccome il frame è l’amicizia,
non si offende, ma mi da una spinta, e io non mi offendo.
Erwin Goffman: salvare la faccia
• Il problema è quando la scena si incrina: la
società vive di accordi fragili.
• Imbarazzo, ridicolo.
• Mettiamo in atto strategie per “salvare la faccia”
altrui, ripristinare la “normalità”
• L’ordine sociale è garantito dalla “reciproca
accettazione di un’illusione”
• Viviamo di ritualità, di routine che sono preziose
per noi, per salvaguardare la convivenza, e la
nostra stessa percezione di noi stessi.
• 1959: La vita quotidiana come rappresentazione
Qual è la posta in gioco per
Goffman?
Socializzazioni indesiderabili
• Uno dei primi libri di Goffman Asylums (1961)
• Matti ricoverati in manicomi
• Socializzati a diventare un “buon paziente”:
ottuso, innocuo, mansueto
• Ma tutto questo rinforza la dipendenza, la
cronicità, la malattia mentale grave
• È patogeno – la malattia si costruisce attraverso
il frame sociale e i ruoli
• Nell’istituzione totale “manicomio” le routine si
sono trasformate in norme.
riflessività
Seminario.
Norme e frame:
“big Bill” Corsaro
i gattini / due mariti
Il gioco quale routine: i giochi di ruolo
• nei giochi di ruolo i bambini imparano l’uso dei ruoli
sociali.
• Imparano non solo qualcosa su quello specifico ruolo,
ma anche che esiste qualcosa come un ruolo
• che i ruoli sono un modo di vedere, flessibile e rigido – i
ruoli possono essere smessi e modificati
• I ruoli sono legati al contesto del comportamento, e
quindi a una cornice
• Il gioco ha un potere trasformativo, permette di giocare
con la cornice
Ma non saranno troppo complesse
le cornici, trattando di bambini?
Non si tratta di categorie adulte
usate per interpretare i bambini?
Seminario.
Norme e frame:
“big Bill” Corsaro
non c’è zuppa inglese
Cornici: giocare con il gioco
“Non c’è zuppa inglese”
“Stefano prima e Alberto subito dopo devono aver
pensato: ‘Dov’è il divertimento in questo?’.
Hanno così manipolato e strattonato la cornice
ordinando di proposito i gusti che Emilia non
aveva o che non voleva fingere di avere. L’intero
gioco di ruolo è quindi diventato ‘giocare con il
gioco’.
William Corsaro (2010) “Giochi di bambini” in: Il futuro nel presente, p.105.
New Sociology of Education
il ruolo di studente e di insegnante
non sono ruoli standard e definiti
una volta per tutte
Danby & Baker, (2000) “Unravelling the Fabric of Social
Order in Block Area “in Hester & Francis, Local
Educational Order, Amsterdam, Banjamin.)
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Norme ed efficacia
buon ordine in aula
impegno dell’insegnante
buon ordine in aula
alti livelli di apprendimento
Arum, R. Beattie, I. Pitt, R., Thompson, J. Way, S. (2003) Judging School
Discipline: The Crisis of Moral Authority in American Schools Cambridge,
Massachussets, Harvard University Press
Coleman, Hoffman & Kilgore (1982) High School Achievement: Public, Catholic
and Private Schools Compared, New York, Basic Books
Newman, F.M., Rutter, R.A., & Smith, M.S. (1989) “Organizational Factors that
Affect Teachers’ Sense of Efficacy, Community and Expectations” in: Sociology29
of
Education, 62, pp. 221-238
Tratto da: Antonio Schizzerotto, Carlo Barone (2006) Sociologia dell’istruzione,
Il Mulino Bologna.
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Non solo sanzioni
Oltre all’ordine, è necessario un consenso
minimo sui valori dello studio:
“Ottenere dagli studenti un trasferimento
delle proprie lealtà dal gruppo dei pari e
dalla cultura popolare verso i libri e le
idee.”
Steven Brint (2006), Scuola e società Il Mulino, p. 301
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Gli insegnanti hanno 3 risorse
per il consenso:
1. accettazione da parte degli studenti
dell’autorità dell’insegnante
2. offerta implicita da parte della scuola di
uno scambio conveniente: conoscenze
utili e qualifiche, credenziali, in cambio di
cooperazione e rispetto
3. interesse sostantivo dei contenuti
curricolari e delle attività svolte in aula
(almeno per alcuni studenti).
Steven Brint (2006), Scuola e società Il Mulino, p. 301
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• E’ sbagliato considerare gli studenti come
persone immature, poco razionali, prive di
cultura, scarsamente capaci di rapportarsi
adeguatamente agli altri: questo è un
pregiudizio adultocentrico
• viceversa, gli studenti possono essere
capaci di manipolare, anche in modo
piuttosto sofisticato, un’ampia gamma di
situazioni e norme.
(Hammersley e Woods 1976 The Process of Schooling London,
Routledge.)
• Uno studio empirico ha osservato che gli
insegnanti possiedono un corpus articolato di
tecniche per mantenere l’ordine in classe.
• Il potere del docente dipende anche dalla
possibilità di controllare ciò viene apprezzato
e ritenuto importante dagli studenti: le attività
scolastiche piacevoli, i voti, le pause.
• Gli insegnanti imparano presto che la
capacità di dosare sapientemente
ricompense positive e negative è parte
fondamentale del loro bagaglio di
competenze pedagogiche.
Lacey (1977) The Socialisation of Teachers London, Methuen.
• Le valutazioni degli insegnanti non
tengono in considerazione solo i livelli di
apprendimento effettivo, ma anche se non
soprattutto, la conformità dello studente
alle regole dell’interazione in classe. Le
sanzioni negative al comportamento
inadeguato sono anche i voti bassi.
Questo è un fatto. Rimane da discutere se
sia un bene o un male.
Williams (1976) Teacher prophecies and the inheritance of inequality in “Sociology of
Education”, 49, pp. 223-236.
• Voi che ne pensate? Il voto basso come
sanzione disciplinare? La bocciatura come
sanzione?
Socializzazione primaria
Trasmette:
• linguaggio
• abilità relazionali
• competenza emozionale
• norme
• comportamenti
• istituzioni
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Norme
Due teorie:
1.Teoria normativa
Talcott Parsons (1981)
Il sistema sociale,
Comunità, Milano (ed. originale 1951)
2. Teoria coercitiva
Louis Althusser 1978
“Ideologia e apparati ideologici “
in: Barbagli (a cura di) Istruzione, legittimanzione, conflitto.
Il Mulino, Bologna, (ed. orig. 1970)
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Discussione in plenaria
Gruppo di tre lezioni:
• Gruppi
• Interazione in classe
• Norme
Alla fine, prepariamoci a un dibattito, dove
metteremo in relazione quello che è stato detto
a lezione con le nostre esperienze scolastiche
da studenti e di tirocinio.
N.B. Ciò che è stato detto a lezione si può
confermare, ma anche mettere in discussione, o
precisare, o limitare, o… .
Tesina n. 1
Rifletto sulle mie esperienze di
insegnamento.
Come ho affrontato la questione delle norme
con i miei allievi?
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