INTOLLERANZA ALIMENTARE
Cosa significa intolleranza alimentare?
L'intolleranza alimentare è una teoria che la medicina non ha ancora completamente
definito e codificato. L'osservazione empirica che alcuni pazienti presentano sintomi
correlati all’assunzione di determinati alimenti, non si accompagna sempre a un riscontro
clinico supportato da esami di laboratorio inequivocabili. Nell'ambito della medicina e delle
metodiche diagnostiche scientificamente convalidate, le reazioni avverse agli alimenti per
ora riconosciute sono: l'allergia alimentare, l'intolleranza al glutine (celiachia),
l'intolleranza conseguente al deficit di enzimi (lattasi e intolleranza al lattosio, 2%
circa della popolazione), e le reazioni idiosincrasiche (reazioni apparentemente non
giustificate).
Molto resta però da capire, anche perché è sempre più frequente il caso di pazienti che
presentano miglioramento della sintomatologia con la semplice sospensione di determinati
alimenti. La diagnostica convenzionale, scientificamente riconosciuta, delle reazioni
"allergiche" agli alimenti sono:
- Test di provocazione orale
- PRIST o Ig E totali nel siero
- Prick test o test cutaneo (patch test) o Istamina plasmatica
- Diete d'eliminazione e di reintroduzione graduale.
Nell'ambito delle metodiche non convenzionali e scientificamente non convalidate, si parla
sempre di più di intolleranza alimentare, alimentando la confusione già presente. E' quindi
importante iniziare a distinguere le diverse forme di reazioni avverse agli alimenti.
Allergia alimentare: provocata da una reazione immunologica immunomediata, causata
da aumento delle IgE e dell'istamina, provoca la comparsa di sintomi in breve tempo, allo
stesso modo dell'allergia ai pollini.
La diagnosi più sicura si effettua con il R.A.S.T..
Intolleranza alimentare propriamente detta: reazione immunologica provocata dalle IgA e
dalle IgG. La più conosciuta è l'intolleranza al glutine,chiamata anche celiachia, e la diagnosi
si effettua con la ricerca di anticorpi specifici. I sintomi possono comparire sino al terzo giorno
successivo all'introduzione del glutine.
Intolleranza alimentare per deficit enzimatico: la più conosciuta è l'intolleranza al lattosio,
causata da un deficit dell'enzima lattasi. Ne è colpito il 2% della popolazione circa.
A fronte di queste considerazioni è più corretto parlare esclusivamente di campo di disturbo
alimentare, anziché di intolleranza alimentare, proprio per evitare di cadere in confusione.
CAMPO DI DISTURBO ALIMENTARE
Cosa significa campo di disturbo alimentare?
Si presume che si tratti dell'incapacità o impossibilità dell'organismo a metabolizzare
completamente o ad utilizzare in maniera corretta determinati alimenti o gruppi di alimenti.
Con l'alimentazione noi ricaviamo la nostra energia vitale, di conseguenza, un alimento non
ben tollerato, non solo non ci dà energia, ma addirittura ci porta a consumare energia per
poterlo poi digerire ed eliminare.
Ecco perché in caso di CAMPO DI DISTURBO ALIMENTARE si accusano spesso e volentieri
sintomi come la stanchezza e la sonnolenza dopo i pasti e poi durante tutta la giornata.
Si eredita il campo di disturbo alimentare?
Non è un disturbo congenito né ereditario, lo si acquisisce con il tempo, quando, per esempio
sussistono delle disfunzioni digestive/enzimatiche di lieve entità, o alterazioni della flora
batterica intestinale. Pertanto, anche in assenza di sintomi importanti può lentamente
instaurarsi un cattivo utilizzo di determinati alimenti che col tempo può generare disturbi a
carico dell’apparato digerente (dispepsia, stipsi, diarrea, colon irritabile)ed anche a livello
metabolico endocrino e degli altri apparati, con sovrappeso-obesità , ipertensione e diabete.
Quali possono essere le cause del campo di disturbo alimentare?
Una delle possibili cause dell'insorgere di tale problema, è l'alterazione dell' ecosistema
intestinale che può essere sostenuta da: terapie antibiotiche, stress, inquinamento ambientale,
scarsa qualità degli alimenti, una cattiva masticazione, una cattiva digestione, ecc.. Per questo
motivo il fenomeno si può riscontrare con sempre maggiore frequenza.
Spesso, i disturbi associati all'assunzione di determinati alimenti possono essere correlati ad
una non ottimale funzionalità di uno o più organi.
Ad esempio, le persone che soffrono di problemi a carico della colecisti possono avere
maggiori disturbi se mangiano cibi a base di uova o ricchi di grassi, perché essi possono
affaticare lteriormente l'organo in questione.
In conclusione i campi di disturbo alimentari possono aumentare alcuni sintomi accentuando la
disfunzione dell'organo o dell'apparato, ma non ne sono la causa scatenante; si possono
quindi definire fattori di disturbo dell'organismo (campi di disturbo alimentare).
Sono stati proposti moltissimi test per individuare queste”intolleranze o meglio campi di
disturbo.alimentare: nessuno è affidabile e riproducibile come richiede il metodo scientifico
sperimentale galileiano che è alla base dalla ricerca scientifica moderna, tanto è vero che né il
nostro servizio sanitario nazionale né le compagnie di assicurazione americane li rimborsano:
pertanto i loro risultati vanno sempre interpretati dal gastroenterologo clinico e riferiti alla storia
clinica di quel singolo paziente in esame, che , non dimentichiamolo mai, è individuo unico e
irripetibile e richiede sempre una terapia personalizzata.