Idrocefalo normoteso dell`anziano: la demenza che non è demenza

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COMUNICATO STAMPA
Idrocefalo normoteso dell'anziano: la demenza che non è
demenza, ma è trattabile
Sala Colucci, Centro Congressi della Camera di Commercio
Corso Venezia 47/49, Milano
Mercoledi 27 maggio 2015
h 17:00 – 20:00
MILANO – Mercoledì 27 maggio 2015 alle ore 17:00 presso la Sala Colucci del Centro
Congressi della Camera di Commercio a Milano si terrà un incontro aperto a Medici e al
pubblico dedicato alla patologia dell'Idrocefalo Cronico Normoteso nell'anziano.
L'evento, organizzato e coordinato dal professor Giovanni Broggi, è rivolto a tutti i
pazienti che soffrono di distrurbi dell’equilibrio e della memoria e ai loro famigliari, ai
medici di medicina generale, neurologi, neurochirurghi, geriatri, neuropsicologi,
psicogeriatri, neuroradiologi e esperti di medicina neuroriabilitativa e punta l'attenzione
sull’importanza di un corretto approccio diagnostico perché, secondo i più recenti studi
epidemiologici sull’argomento, la condizione di “malattia sommersa” che ancora circonda
l’idrocefalo normoteso potrebbe portare a sottostimare il numero complessivo dei casi.
L'Idrocefalo normoteso dell’anziano è una malattia meno conosciuta della malattia di
Alzheimer, eppure rappresenta una percentuale attorno al 20% del totale delle demenze
diagnosticate negli over 65, cioè interessa l'1.5% di tutta la popolazione con età
superiore a 65 anni.
Spesso i sintomi (difficoltà nel camminare, deficit cognitivo, incontinenza) sono confusi
con quelli dell’Alzheimer, del Parkinson o di altre forme di demenza senile, perché più
comuni. ma, a differenza delle altre demenze che sono spesso irreversibili, l’idrocefalo è
curabile.
Il percorso diagnostico è pertanto decisivo: una diagnosi errata può significare per il
paziente la limitazione all’utilizzo di una terapia inadeguata con conseguente condizione
di incurabilità. Alcuni test clinici permettono di sospettare la diagnosi corretta, che viene
poi convalidata con esami neuro-radiologici ed altri accertamenti strumentali.
Così un percorso che dal medico di famiglia porti al neurologo, e eventualmente al
neurochirurgo, si traduce nella maggioranza dei casi in un esito positivo. La
neurochirurgia offre, ai pazienti affetti da idrocefalo normoteso, prospettive di ottima cura
che, a fronte di una diagnosi corretta e tempestiva, sfiorano la quasi totalità dei casi.
L’intervento neurochirurgico consiste nel posizionamento, all’interno del cranio, di un
catetere di piccole dimensioni connesso a una valvola regolabile, e facilmente gestibile,
che ripristina la circolazione del liquido cefalo-rachidiano, drenando l’eccesso nella
cavità addominale, dove i suoi componenti di proteine e elettroliti possono essere
riassorbiti e riutilizzati
la Segreteria Organizzativa
per conto del Prof. Broggi
Per informazioni: tel.: 0363 1848776
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