Termini, Scajola è ottimista «Ci sono 8-10 offerte pronte» «Abbiamo 8-9-10 offerte, che stiamo valutando e che presenteremo il5 marzo al tavolo dellauto per valutare quale garantisce meglio i posti di lavoro: abbiamo tempo un anno e mezzo». Su Termini Imerese il governo d ufficialmente forfait e si limita a «prendere atto» della decisione di chiudere,come dimostrano anche le parole del ministro allo Sviluppo Claudio Scajola: recuperare Fiat non lo ritiene possibile, lunica speranza che una delle manifestazioni dinteresse raccolte dal ministero abbia una qualche credibilit Secondo la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, alcune delle offerte sarebbero «degne di attenzione». Per ora, lunica nota quella di Simone Cimino del fondo Cape Natixis, che nella fabbrica siciliana vorrebbe produrre lauto elettricaad energia solare. Nelle stimedi Cimino potrebbero venire assunti gli eventuali esuberi ex Fiat dal 2012, e coinvolte le 900 ed oltre persone dellindotto. «Termini Imerese per la Fiat un discorso chiuso - riprende Scajola - ma il Lingotto agevoler aiuter non ostacoleruna soluzione diversa. Ha dichiarato di voler chiudere, nellambito della riorganizzazione che sta facendo in Italia. Prendiamo atto della decisione». Poi: «Abbiamo perchiesto al gruppo di aumentare la produzione, e aumenter», dice Scajola. E cos laumento della produzione in Italia, da 650mila a 900mila vetture, gideciso e pianificato da Sergio Marchionne (limpegno era stato assunto col governo nellincontro di dicembre), diventa improvvisamente merce di scambio politica, lo zuccherino con cui il governo cerca di indorare la pillola di Termini. Nel frattempo, questa una novit sarebbe pronta la risoluzione dellAgenzia delle entrate sul credito di 500 milioni vantato da Fiat verso lo Stato per gli ecoincentivi 2009. Che il governo abbia rinunciato del tutto ad essere un interlocutore per Fiat lo dimostra anche la rapida chiusura della polemica sugli incentivi, i 270 milioni ricevuti dal gruppo per la ricerca e gli investimenti: «Non vanno restituiti chiarisce Scajola - Con Marchionne il Lingotto ha investito molto sullauto. E allora via le polemiche, ma Fiat si ricordi che lItalia ha dato alla Fiat come la Fiat ha dato allItalia». TUTTI IN AMERICA Per lex ministro del Lavoro Cesare Damiano, Pd, «le soluzioni debbono responsabilizzare lazienda e mantenere lattivitdello stabilimento nellambito della filiera dei prodotti automobilistici». Mentre anche la presidente del Piemonte Mercedes Bresso vuole chiarezza sugli stabilimenti, posizione condivisa dai sindacati («lunica cosa che hanno fatto con molta solerzia dividersi i dividendi, per il resto tutto occultato, Fiat chiarisca i suoi obiettivi», dice il segretario Cisl Raffaele Bonanni), oltreoceano latteggiamento decisamente diverso. Da mesi fioccano indiscrezioni, maiconfermate, sulle nuove produzioni Fiat che verranno trasferite negli stabilimenti americani, dal Canada al Messico. Unica notizia confermata la produzione della Cinquecento a Toluca, in Messico, con un investimento di 550 milioni di dollari e la creazione di 500 posti di lavoro. Nessuno intanto smentisce laffermazione secondo la quale produrre la nuova Alfa Romeo 169 in America significa produrla sul posto, mentre non avrebbe alcun senso esportarla dallItalia. Questo peraprirebbe dei problemi per Pomigliano DArco, che non detto verrebbero risolti con larrivo della Panda. Come spiega Enzo Masini, coordinatore Fiat della Fiom: «Il fatto che le auto di media o alta gamma verranno fatte con il marchio Lancia o Alfa Romeo implica che nessuna di queste verrpi prodotta in Italia». Il che aumenta le tensioni sociali. Ieri, ad esempio, a Castellamare due operai della Fincantieri, che aveva occupato la Statale 145, sono finiti allospedale dopo una carica della Polizia.