Happy Melfi, in Fiat li vogliono carini e coccolosi. Come i pinguini di

Giovedì, 16 Marzo 2017
Il commento
Happy Melfi, in Fiat li vogliono
carini e coccolosi. Come i
pinguini di Madagascar
Ho letto troppe storie di coercizioni
psicologiche e di battaglie sindacali per poter
ritenere il video una dichiarazione di serenità
Autore: Marika Borrelli
Data di pubblicazione: Martedì, 25 Marzo 2014
Ultimamente si fa un gran parlare di felicità. La si cerca dappertutto perché non la si trova più. La cerchiamo su
Twitter (http://www.orticalab.it/Ma-cosa-ti-dice-Twitter, http://www.orticalab.it/La-felicita-al-tempo-di-twitter ),
tenta di spiegarcela il Rapporto dell’ONU
(http://unsdsn.org/resources/publications/world-happiness-report-2013/), ce la confuta il Rapporto del CENSIS.
Tutto ciò non ci aiuta, e così noi mortali ci arrendiamo e proviamo a ballare per essere felici. Almeno per la durata
del motivetto cantato da Pharrell Williams "Happy", perché — è noto — è il fare che cambia l’essere. Vuoi mettere
che ad agire da felici si diventa felici per davvero?
La mania di ballare "Happy" — in circostanze e luoghi pseudo occasionali, per lo più in collettivo — contagia quasi
tutti. Io non l’ho ancora fatto. Ma potrei pure essere tentata. La caratteristica migliore degli eventi "happy" sono la
loro estemporaneità coreografica e scenografica. Funzionano meglio, però, se gli sgambettamenti sono fatti per
strada, tutt’al più in una scuola. La strada è simbolo di libertà, la scuola di gioventù spensierata. Vedere gente che
balla "Happy" in luoghi chiusi — anche se fosse un ristorante — puzza di falsa libertà, di organizzato. Poi, siamo
abituati a scuole ballerine: "Grease", "Saranno Famosi", "Glee".
Immaginatevi, quindi, la pena che mi ha fatto il video "Happy a Melfi" girato nella fabbrica SATA, il mega impianto
della FIAT, quello in cui si è combattuto contro la cosiddetta ’doppia battuta notturna’ (sarebbe un orario di lavoro
massacrante), quello in cui sono stati licenziati e poi reintegrati dopo diversi gradi di giudizio tre operai, quello che
nei fatti si fonda sulle abolite gabbie salariali. Della SATA di Melfi mi sono occupata molte volte (qui:
http://www.orticalab.it/Obama-Fiom-2-0-e-tutti-a-casa , http://www.orticalab.it/Metodo-FIAT ,
http://www.orticalab.it/Di-parcheggi-ed-altre-storie-Fiat , http://www.orticalab.it/La-storia-di-Silvia-C-paradigma)
. Sono stata a manifestarci, qualche anno fa. Ho letto libri in materia e posso garantirvi che, in definitiva, è anche
un gran bel posto per studiarci antropologia.
Ho guardato dunque il video della danza collettiva in SATA, sbalordita. (Lo trovate qui:
www.youtube.com/watch?v=Tt-EvlIi-lM) Ho letto i commenti e qualche articolo sull’argomento. Ovviamente, le
opinioni dei commentatori sono manichee (totalmente a favore o totalmente contro), mentre un articolo su «Il
Messaggero» cerca di mescolare il tutto in una specie di cappuccino tiepido. Naaa. Decisamente. «La Repubblica»,
invece, il dubbio sulla reale felicità della fabbrica se lo fa venire, qui:
http://www.repubblica.it/economia/2014/03/24/news/e_davvero_happy_la_fiat_in_fabbirca_si_balla_sulle_note
_di_pharrell_williams-81774740/ e qui:
http://espresso.repubblica.it/attualita/2014/03/24/news/melfi-gli-operai-fiat-ballano-in-fabbrica-propaganda-deg
na-dell-istituto-luce-1.158300 )
Si può lanciare il video presentandolo come si vuole (finanche come un’idea balzata in testa ad un tecnico
brasileiro in trasferta a San Nicola di Melfi, giusto per confondere le idee e tentare di mistificare il giudizio), ci si
può illudere che le cose siano cambiate in Fiat (ma non sono cambiate), ovvero che massì-ridiamo-qualche-volta,
tuttavia a me la danza, il video, le facce, l’asetticità del posto non convincono.
Ho letto troppe storie di coercizioni psicologiche (indotte indirettamente dallo stato socio-economico di partenza
dei luoghi in cui si volle installare l’impianto, ovvero perpetrate in fabbrica, il famoso "metodo Fiat") e di battaglie
sindacali per poter ritenere il video una dichiarazione di serenità, ovvero una rinascita psicologica di un impianto
fra i più ’terribili’ in termini di organizzazione del lavoro.
Il video è per i mercati esteri, oserei suggerire. Lì dove non arriva l’eco degli scontri Landini-Marchionne, dove non
conoscono la satira di Crozza sull’argomento. Dove, inoltre, l’immagine Fiat s’avvale degli effetti — anche
emozionali — conseguenti alla ripresa economica statunitense. Solo statunitense.
E poi, questa fabbrica così candida, pulita, luccicante che manco un ospedale. Non riesco ad accettare la controintuitiva idea che abbiano dovuto distogliere dal lavoro parecchie decine di persone per girare la clip. Alla Fiat.
Ah, cosa non si fa per l’immagine!
Che sia posticcia la rappresentazione è più che lecito sospetto, anzi quasi certo. Mi chiedo se l’ideatore di questo
bluff abbia messo in conto una quantità di pernacchi mediatici. Ma più che altro, sono convinta che la
rappresentazione abbia lo scopo di seminare dubbi sul famigerato ’metodo Fiat’ e confusione cognitiva intorno
alla percezione mediatica che si ha dell’impianto di Melfi.
Mi viene in mente l’esortazione continua del capo dei pinguini di Madagascar, quelli terribili che si credono sempre
feroci agenti della CIA in incognito. Dice Skipper: "Vi voglio carini e coccolosi".
Della serie "felici-a-comando".
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Madagascar