Le relazioni sindacali dopo il caso Fiat - Progetto e

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Le relazioni sindacali dopo il caso
Fiat: il conflitto intersindacale
Il c.d. caso Fiat è stato determinato da un conflitto
particolarmente acceso fra la parte datoriale e
l’organizzazione sindacale di categoria Fiom- Cgil con riguardo
all’adozione di un nuovo modello di disciplina contrattuale dei
rapporti di lavoro, prima ideato per lo Stabilimento di
Pomigliano d’Arco nei pressi di Napoli e poi via via esteso a
tuti gli stabilimenti e alle imprese del gruppo.
Tale nuovo modello è contenuto in un contratto collettivo c.d.
di primo livello (perché concentra in sé le funzioni e gli istituti
del livello nazionale e aziendale) che ha sostituito il contratto
collettivo dei Metalmeccanici fino ad allora applicato.
L’operazione è stata resa possibile anche dalla «fuoriscita»
della Fiat dalla confederazione Confindustria che non la
obbliga più ad applicare tutti gli accordi da essa sottoscritti
Il conflitto si è concluso con la sottoscrizione del
nuovo contratto da parte delle organizzazioni
sindacali, fatta eccezione per la Fiom- Cgil. (c.d.
contratto collettivo separato)
Tale contratto è l’unico attualmente applicato ai
dipendenti della Fiat
Quali conseguenze per la Fiom- Cigl?
a) Non avendo sottoscritto l’unico contratto collettivo
applicato nell’azienda Fiat, la Fiom – Cgil si è trovata
esclusa dalla possibilità di costituire una propria
rappresentanza sindacale in azienda ai sensi dell’art. 19
st.lav.
b) Non essendo più iscritta alla Confidustria la Fiat non
applica più nessun altro contratto collettivo o accordo
interconfederale, tra cui l’accordo del 20 dicembre 1993
sulla costituzione delle RSU.
Soluzione: in base al nuovo art. 19 st.lav. anche la Fiom potrà costituire
una rappresentanza sindacale aziendale perché , pur non avendo
sottoscritto contratti collettivi applicati nell’azienda, abbiano
partecipato alla trattativa (Corte Cost. 231/2013)
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