Politecnico di Bari L3 in Ingegneria Edile (corso A) Esame di Analisi Matematica I A.A. 2007/2008 - 04 luglio 2008 1. Calcolare la radice quarta del numero √ 3 1 + i. 6 2 Soluzione: Indicati con ρ il modulo del numero complesso dato e con ϑ il suo argomento abbiamo che √ 3 π ρ= e ϑ= . 3 3 √ 3 1 + i sono Quindi le radici quarte di 6 2 1 π π z0 = √ + i sin cos 8 12 3 12 1 7 7 z1 = √ cos π + i sin π 8 12 12 3 13 1 13 z2 = √ cos π + i sin π 8 12 12 3 1 19 19 z3 = √ cos π + i sin π . 8 12 12 3 2. Data la funzione f (x) = arcsin (log3 (2x + 1)) , (a) determinare l’insieme di definizione X di f ; ◦ (b) determinare X̄, X, Dr (X), ∂X; (c) determinare gli insiemi X1 = {x ∈ X f (x) > 0}, X2 = {x ∈ X f (x) = 0} e X3 = {x ∈ X f (x) < 0}; (d) calcolare f (X); (e) studiare la derivabilità di f in X. Soluzione: L’insieme di definizione X di f è dato dalla soluzione di −1 ≤ log3 (2x + 1) ≤ 1 1 da cui abbiamo che X = − 3 , 1 . ◦ Ovviamente X̄ = X, X = − 13 , 1 , Dr (X) = X, ∂X = − 31 , 1 . La funzione è maggiore di 0 nell’insieme ottenuto risolvendo 0 < log3 (2x + 1) ≤ 1 e quindi X1 = ]0, 1]. Inoltre X2 = {0} e X3 = − 31 , 0 . Poiché X è un intervallo chiuso e limitato e f è continua in X (essendo composta di funzioni continue) allora f (X) è un intervallo chiuso e limitato. Se poi osseviamo che la funzione arcoseno è compresa tra − π2 e π2 , f − 13 = − π2 e f (1) = π2 , allora f (X) = − π2 , π2 . Infine, la funzione f : 1 ◦ ◦ • è derivabile in X (composta di funzioni derivabili) e per ogni x ∈ X f 0 (x) = 2 q ; (2x + 1) 1 − log23 (2x + 1) log 3 • non è derivabile (a destra) in − 13 perché lim f 0 (x) = +∞ x→− 13 + oppure, dalla definizione di derivata, f − 31 + h − f − 31 lim h h→0+ arcsin log3 2h + = lim+ h h→0 = 1 3 + posto t = arcsin log3 2h + = lim 6t 31−cos t − 1 lim+ 12 log 3 = +∞ t t→0+ = t→0 1 3 π 2 + π 2 poiché, da t = arcsin log3 abbiamo che 1 2h + 3 + π , 2 π 1 (− cos t =) sin t − = log3 2h + 2 3 e quindi 1 1−cos t 3 −1 ; 6 • analogamente al punto precedente, non è derivabile (a sinistra) in 1 perché h= lim f 0 (x) = +∞ x→1− oppure, lim h→0− f (1 + h) − f (1) h = arcsin (log3 (2h + 3)) − h lim h→0− π 2 = posto t = arcsin (log3 (2h + 3)) − = lim− t→0 π 2 2t 3 (3cos t−1 = − lim− t→0 − 1) 4 = +∞. 3t log 3 3. Calcolare l’ordine di infinitesimo e la parte principale per x → 2 della funzione g(x) = (x − 2) − sin(x − 2) + log 1 + x2 − 4 . Soluzione: I tre termini che compongono la funzione g sono infinitesimi del primo ordine quanto x → 2. Inoltre la parte principale di sin(x − 2) è x − 2 e la parte principale di log 1 + x2 − 4 è 4(x − 2) poichè log 1 + x2 − 4 x2 − 4 log 1 + x2 − 4 lim = lim · = 4. x→2 x→2 x−2 (x2 − 4) x−2 2 Quindi l’ordine di infinitesimo della funzione g per x → 2 è 1 e la parte principale è (x − 2) − (x − 2) + 4(x − 2) = 4(x − 2). 4. Calcolare Z 1 dx sin x + cos x + 3 Soluzione: Ricordando che sin x = 2 tan x2 1 + tan2 x2 cos x = abbiamo Z 1 2 1 dx = sin x + cos x + 3 Z 1 − tan2 1 + tan2 x 2 x 2 1 + tan2 x2 dx tan2 x2 + tan x2 + 2 posto t = tan x 2 Z 1 dt t2 + t + 2 √ 2 7 √2 t + 7 arctan 7 = = √ 2 7 7 = arctan √2 7 √1 7 tan x2 + +c √1 7 +c 5. Dopo aver enunciato e dimostrato il teorema di Lagrange, applicarlo, se possibile, alla funzione h : [2, 3] → R ∀x ∈ [2, 3] : h(x) = |x2 − 1|. 6. Enunciare e dimostrare il teorema degli zeri. 3