VERBALE N° 31 Nicolò Ciarrocchi 05/04/2016 SCHOPENHAUER E

VERBALE N° 31
Nicolò Ciarrocchi
05/04/2016
SCHOPENHAUER E NIETZSCHE
La lezione è iniziata con una breve introduzione riguardo i più tipici errori di
scrittura riguardo i nomi dei suddetti filosofi, in previsione di eventuali errori in
vista dell’esame.
Il primo filosofo di cui si è andati a parlare è Schopenhauer, che venne
considerato come il fautore della filosofia “Anti-Hegeliana” infatti, sia lui che
Nietzsche, furono fortemente contrari all’eccessivo ottimismo Hegeliano.
Con Schopenhauer si parla di Irrazionalismo Filosofico che ricorda molto,
soprattutto per alcune sue caratteristiche, il Romanticismo.
Lentamente si diffonde l’idea che l’uomo è destinato ad essere infelice perché
sente delle mancanze e ciò porta al Desiderio; comunque, anche se l’uomo
riuscisse a soddisfare alcuni dei suoi desideri, poco dopo se ne presenterebbero
molti di più, e il non poterli realizzare tutti porta, inevitabilmente, all’infelicità e
al dolore.
Schopenhauer, inoltre, si concentra anche sulla figura dell’uomo che è visto come
Puro Desiderio.
Più dettagliatamente lo definisce come un animale metafisico, cioè l’unico
animale che riflette su se stesso.
L’uomo, dice Schopenhauer riprendendo Hobbes, che cercando di realizzare i
propri desideri non fa altro che provare a darsi delle sicurezze, sicurezze che,
però, sono fondate su insicurezze. (Mancanze(insicurezze)Desideri (tentativi
di darsi delle certezze).
Schopenhauer, comunque, afferma che l’uomo, nel corso della sua vita, non
accetta praticamente mai la realtà e per sfuggire al dolore non fa altro che crearsi
delle maschere, dei pretesti che gli permettano di trovare delle sicurezze; una
delle suddette maschere è la Civiltà stessa, che è considerata un illusione per
sfuggire alla morte e lo fa attraverso la religione, le leggi, le invenzioni umane ecc
ecc…Ogni genere di felicità/piacere non sono un punto di arrivo, ma solo un
illusione momentanea.
Significativa, a riguardo, è una celebre frase di Schopenhauer:” l’uomo è un
pendolo che oscilla fra dolore e noia”.
In netta antitesi con il Destino Logico di Hegel, Schopenhauer introduce il
Destino Tragico, che è visto come regolatore della storia e della realtà, secondo il
quale l’esistenza non è altro che un continuo EX-ISTERE che significa “essere al
di là della stabilità/ che non si può stabilizzare”
Generalizzando il discorso, sia Schopenhauer che Nietzsche, con la loro filosofia
cercano di portare l’uomo a cogliere la vita cosi come si presenta e che tutto è
relativo.
Affermarono anche che l’Occidente(da Occid(morte) e Ente(dell’essere))è stato
inaugurato da Socrate e Platone poiché diedero vita ad una filosofia metafisica(si
ricordi la creazione dell’Iperuranio da parte di Platone); ciò porto, per
Schopenhauer alla nascita di una malattia filosofica che porterà l’uomo ad
evadere dal reale(“ la filosofia è come se avesse posto sul mondo un velo di
Maya(delle illusioni)” cit. Schopenhauer)
Aggiunsero anche che, comunque, c’è stata anche una corrente “filosofica” che
ha osservato la realtà così come era, questa corrente “filosofica” fu la tragedia
greca che vide due grandi “Veri filosofi” come Sofocle e Eschilo.
Per concludere c’è da sottolineare che Nietzsche e Schopenhauer erano
leggermente differenti, infatti, il primo, spesso criticò il secondo a causa della sua
eccessiva passività alla vita, infatti Nietzsche introdusse il concetto di
“Superuomo” che indica tutti gli uomini che riescono a superare tutto quello che
è un’illusione e che non sfuggono al presente