Il mondo come
rappresentazione
Schopenhauer si pone come punto di
incontro per numerose esperienze
filosofiche; il suo pensiero filosofico
risulta essere influenzato da:
PLATONE ( teoria delle idee, distinzione
tra mondo sensibile e iperuranio)
KANT (impostazione soggettivistica,
distinzione tra fenomeno e noumeno)
ILLUMINISMO (filone materialista)
ROMANTICISMO (tema dell' infinito e del
dolore)
FILOSOFIA ORIENTALE DEI VEDA
Per Schopenhauer la conoscenza è possibile
mediante le strutture a priori dello spazio e del
tempo, che egli deriva da Kant, e anche mediante un
terzo principio a priori, “il principio della ragion
sufficiente”, secondo il quale “Nulla è senza ragione
perché sia”. In base al principio della ragion
sufficiente, essendo a priori, la conoscenza è in noi e
non nelle cose. Oggetto del principio di ragion
sufficiente non è il mondo reale ma la nostra
rappresentazione di esso.
La filosofia di Schopenhauer muove dall’assunto kantiano di
fondo, secondo il quale il mondo si dà sul piano della
conoscenza come rappresentazione. Come fenomeno del
quale non abbiamo modo di accertare la corrispondenza con
la realtà oggettiva. Secondo Schopenhauer noi non
conosciamo direttamente il mondo ma (come affermava Kant
), l’immagine che deriva dalle nostre strutture conoscitive
applicate ai dati sensoriali, cioè come lenti colorate che ci
permettono, sì, di vedere , ma in modo deformato dal quale
non possiamo risalire a ciò che vedremmo senza queste lenti.
Il filosofo tedesco parte dal presupposto che
l'individuo sia la manifestazione di una volontà
(VOLUNTAS) infinita che lo rende non libero,
condizionato in ogni scelta: perciò la vita per lui è
''un pendolo che oscilla tra dolore e noia''. La
voluntas è considerata:
Impulso
Unica
Eterna
Senza scopo
Incausata
L’uomo può sfuggire al dolore?
Schopenhauer per annientare la volontà di vivere, traccia un percorso
definendo tre vie di liberazione, tre “quietivi” (trifarmaco):
Arte, è la contemplazione disinteressata delle idee che eleva l'uomo al di
sopra della voluntas, ma è solo un quietivo temporaneo.
•
Etica, la quale implica un impegno a favore del prossimo.
•
Ascesi, che permette l'annientamento della voluntas attraverso il digiuno,
la macerazione e la castità fino al raggiungimento del nirvana buddista.
•
Questo trifarmaco è un atto di disobbedienza nei
confronti della potenza della volontà che ordina all’uomo
di vivere per riprodursi. Il suicidio non è contemplato in
quanto sarebbe un atto della volontà di vivere.
Perché sia possibile per Schopenhauer applicare i tre
rimedi occorre un’azione preliminare che consiste nel
dissolvere il “velo di maya”, con questa espressione il
filosofo rifacendosi all’antica sapienza indiana indica
l’atto di andare al di là delle illusioni rappresentate dal
mondo e dietro le quali si nasconde la volontà di vivere.
Per Schopenhauer, così come per Nietzsche e anche per Giorgio De Chirico, l’arte
rappresenta il compito più alto e la vera attività metafisica della vita.
Schopenhauer e Nietzsche per primi insegnarono il profondo significato del non senso
della vita e come tale non senso potesse venir tramutato in “arte” . Quest’affermazione di
De Chirico riassume una concezione dell’arte moderna fortemente innovatrice di cui egli
per primo in Italia fu portatore. Egli infranse la concezione estetica dell’arte figurativa
ricercando nuove forme espressive. La pittura metafisica assembla
decontestualizza, li immerge in atmosfere e visioni mentali
gli oggetti, li
imprevedibili ,
quasi oniriche.
“L’arte non ha nulla da raccontare, da imitare, da dichiarare. Soltanto spiazzando
continuamente le nostre aspettative e le nostre certezze, esso vuole insinuare un dubbio,
il più grande dei dubbi: se la vita fosse solo un’immensa menzogna, l’ombra di un sogno
fuggente?”
G. De Chirico