BERGSON
LO SLANCIO VITALE
L'EVOLUZIONE CREATRICE
(1907)
BERGSON TENTA DI RAGGIUNGERE, CON
UNA VISIONE GLOBALE, IL SUPERAMENTO DI
OGNI DUALISMO SPIRITO -CORPO, CONCEPITI
NON COME REALTÀ DISTINTE, MA COME POLI
DI UNA MEDESIMA REALTÀ.
UN NUOVO EVOLUZIONISMO
• Bergson propone una concezione evoluzionistica
diversa:
• dall’evoluzionismo meccanicistico (come quello proposto
da Darwin), secondo il quale l’evoluzione avviene senza
progetto, per caso (le mutazioni) e per il solo effetto di
cause efficienti (la selezione naturale);
• da quello finalistico, per cui l’evoluzione realizza un certo
piano preordinato.
EVOLUZIONISMO DETERMINISTA
• Entrambe le concezioni:
• sono deterministiche, determinano l’evoluzione o per mezzo
del passato (causa efficiente) o per mezzo del futuro
(causa finale);
• e si lasciano sfuggire l’aspetto essenziale dell’evoluzione: il
divenire, la creazione del nuovo.
VITA: NOVITÀ IMPREVEDIBILE
• La vita biologica va concepita come la vita della
coscienza:
• non è una macchina che funzioni in un modo
determinato, ripetitivo,
• ma è continua novità, imprevedibilità, creatività
che, conservando il passato, cresce su di sé; è
soggetto di durata, irreversibile e in continuo
arricchimento.
LO SLANCIO VITALE
• L’intera realtà è slancio vitale, forza creativa che
produce incessantemente nuove e più numerose
forme di vita.
• La stessa materia è slancio vitale degradato, che
ha perduto creatività e che diviene ostacolo
(come un’onda che rifluisce ostacolando quella
che incalza).
LE SCELTE DELLA VITA
• Lo slancio vitale non è costretto a scegliere una tra
molte possibilità (come l’individuo), ma può seguirle
tutte:
• la vita non segue una direzione unica e semplice (come
una palla di cannone), ma divide il suo slancio in traiettorie
divergenti (come le schegge di una granata).
• Questo movimento non procede con successo in tutte le
direzioni: molte vie risultano senza uscita.
VEGETALI E ANIMALI
• La prima biforcazione fondamentale dello slancio
vitale è quella che da origine alla divisione tra:
• vegetali, capaci di fabbricare sostanze organiche con
quelle minerali (funzione clorofilliana), e
• animali, costretti a muoversi per cercare il proprio
nutrimento: proprio da questa esigenza si è sviluppata la
coscienza.
ARTROPODI E VERTEBRATI
• Nell’ambito dell’evoluzione animale le forme che
hanno avuto maggior successo sono:
• gli artropodi, culminanti negli insetti (soprattutto gli
imenotteri: api, vespe, formiche) che hanno perfezionato
l’istinto;
• i vertebrati che culminano nel l’uomo, in cui giunge a
perfezione l’ intelligenza.
ISTINTO E INTELLIGENZA
• Sono due modi (sempre connessi e mai
radicalmente separati) per risolvere il medesimo
problema della vita.
• L’istinto è la facoltà di utilizzare strumenti organici (gli organi
corporei); è ereditario, inconsapevole, ripetitivo.
• L’intelligenza è la facoltà di utilizzare strumenti artificiali; non
è ereditaria, è consapevole e creativa; rivolta non alle cose
ma ai loro rapporti.
LIMITI DELL’INTELLIGENZA
• L’intelligenza (da cui deriva la scienza) è diretta ai
fini della vita, perciò si trova a suo agio con la
materia inorganica:
• si rappresenta chiaramente ciò che è solido, discontinuo,
immobile;
• coglie il divenire e la durata in modo “cinematografico”,
come una successione stati immobili, senza poterne
afferrare la continuità (“mille fotografie di Parigi non sono
Parigi”).
OLTRE L’INTELLIGENZA
• Né l’istinto né l’intelligenza ci danno la realtà; essa
tuttavia non ci è negata perché l’intelligenza può
tornare consapevolmente all’istinto facendosi
intuizione.
• L’intuizione è un istinto divenuto disinteressato e
cosciente di sé; è immediata come l’istinto,
consapevole come l’intelligenza.
INTUIZIONE E METAFISICA
• Mentre l’intelligenza gira attorno alle cose,
prendendone infinite vedute, l’intuizione si porta al
loro interno, cogliendone l’aspetto essenziale.
• È la facoltà con cui possiamo conoscere la durata, la
libertà e lo slancio vitale che anima ogni cosa,
• che ci permette, cioè, di realizzare l’organo della
comprensione della vita: la metafisica.
LE DUE FONTI DELLA MORALE
E DELLA RELIGIONE (1932)
LO SLANCIO VITALE CHE ANIMA IL MONDO
ORGANICO SI CONTINUA NELL’ATTIVITÀ
CREATRICE DELL’UOMO, LE CUI FORME
SONO L’ARTE, LA FILOSOFIA, LA MORALE E
LA RELIGIONE. QUESTE ULTIME SONO
INDAGATE NELL’OPERA DEL 1932.
SOCIETÀ CHIUSE E APERTE
• Il mondo umano, come quello vitale, è
caratterizzato dall’alternativa tra lo slancio creativo
e la solidificazione in forme immobili: Bergson,
infatti, distingue tra:
• società chiuse, in cui l’individuo è parte di un tutto senza
iniziativa e libertà;
• società aperte in cui si continua lo sforzo creatore della vita.
MORALE DELL’OBBLIGAZIONE
• La morale della società chiusa si origina dalla
pressione sociale.
• In essa l’individuo si adegua, per abitudine, alle
regole già codificate della società in cui si trova
inserito (come la formica nel formicaio);
• regole che mirano alle esigenze di difesa e di
conservazione della società stessa.
MORALE ASSOLUTA
• La morale della società aperta è la stessa proposta
del Cristianesimo, dei saggi di Grecia e dei profeti
d’Israele:
• crea valori universali, che non valgono solo per il
gruppo a cui si appartiene, ma per l’intera umanità
(=società aperta);
• è dinamica, rompe gli schemi fissi, e fa appello alla
persona, mirando all’amore verso tutti gli uomini.
RELIGIONE STATICA
• Ai due tipi di morale corrispondono due forme
religiose.
• Alla morale dell’obbligazione corrisponde la
religione statica, caratterizzata da miti e
superstizioni,
• che si sviluppa naturalmente, per scopi vitali contro
la minaccia che, a volte, proviene dall’intelligenza.
SCOPI VITALI
• La religione statica:
• rafforza i legami sociali, contro le tendenze egoistiche (il
pensare solo a sé);
• dà la speranza nell’immortalità, contro la consapevolezza
della precarietà del futuro;
• dà la fiducia di poter influire sulla realtà, allorché la tecnica
risulta impotente.
RELIGIONE DINAMICA
• Avversa ad ogni cristallizzazione di dogmi, si
identifica con il misticismo.
• Presuppone un uomo geniale, ed è un tentativo di
mettersi in contatto “con lo sforzo creatore che la
vita manifesta” che “è di Dio, se non è Dio stesso.”
• La presenza della mistica in tutte le religioni è l’unica prova
possibile dell’esistenza di Dio (resterebbe ingiustificata se
non fosse una esperienza reale).
C’È BISOGNO DI MISTICI
• Bergson ritiene superiore la mistica cristiana per la
quale l’estasi è slancio per l’azione nel mondo e
l’amore di Dio coincide con l’amore del prossimo.
• L’umanità odierna ha urgente bisogno di geni
mistici: la tecnica ha ingrandito enormemente la
sua capacità di azione sulla natura, questo “corpo
ingrandito” “attende un supplemento di anima”.