Prof. Lucia Gangale HENRY BERGSON (Parigi, 18 ottobre 1859 – Parigi, 4 gennaio 1941) Lo slancio vitale – partendo da una visione contingentista dell’Universo, Bergson afferma che esso è animato da un’energia vitale, lo slancio vitale (élan vital) che egli identifica con la forza stessa di Dio. Si tratta di un impulso creatore di forme sempre nuove, imprevedibili e varie attraverso una evoluzione creatrice. La forza di Dio si esercita nel mondo in energia incoercibilmente libera, e quindi non subordinata al meccanicismo o al finalismo, perché altrimenti perderebbe la sua assoluta spontaneità. La differenza con l’evoluzionismo di Spencer è palese. In Spencer lo sviluppo avviene per cause puramente meccaniche. Bergson rifiuta l’evoluzionismo e propone l’evoluzione creatrice, cioè un processo di continua creazione attraverso il quale ogni forma della realtà è nuova e irriducibile a quelle antecedenti. Non è accettato il finalismo, perché assegnare alla realtà un fine significa pensare ad un modello preesistente che essa dovrebbe attuare, e quindi pensare ad un piano di sviluppo prestabilito. Invece l’evoluzione creatrice è un processo che ha in sé la propria legge e si attua in fasi successive e sempre nuove, irriducibili le une alle altre. La materia – Lo slancio vitale alle volte si arresta immobbilizzandosi e si cristallizza in forme finite, dando origine alla materia. La materia è una interruzione momentanea del flusso di energia, ed è pervasa dallo slancio vitale che foggia e crea forme sempre nuove, spingendola ad espandersi in nuove strutture viventi. Dio – Si identifica con lo slancio vitale, motivo per il quale Bergson fu accusato di panteismo. Egli in una lettera del 1912 si difende da tale imputazione affermando che Dio rimane distinto dai mondi creati. Il tempo – E’ concepito in duplice modo: - tempo spazializzato: lo coglie l’intelligenza, che lo considera in modo simile allo spazio; - durata: come durata il tempo è colto solo dall’intuizione, che lo considera una successione continua di processi che si compenetrano in uno sviluppo imprevedibile e libero, in cui il passato dura vivendo nel presente e l’uno e l’altro prolungandosi nel futuro. Prof. Lucia Gangale Intuizionismo: è così chiamato il sistema filosofico di Bergson, perché in esso tutto si incentra sul valore dell’intuizione, considerata come organo della filosofia. L’intuizione immergendosi direttamente nella realtà ne coglie l’essenza, immedesimandosi nella vita. Invece l’intelligenza rimane alla superficie delle cose, fissandone solo gli aspetti esteriori. Morale aperta e morale chiusa: la morale aperta o dinamica è quella che non si esprime in formule e comandi impersonali, ma si afferma col sacrificio volontario, l’eroismo e lo slancio spontaneo dell’anima in forme sempre nuove e progressive. La morale chiusa o statica, è quella che si fonda su regole fisse imposte dalla società all’individuo e sulla costrizione dello stesso Religione statica e dinamica: la religione statica è quella conservatrice e convenzionalmente rigida, costituita da favole e superstizioni. Essa porta l’uomo e la società a nutrirsi di timori, ispirando fiducia nella Provvidenza e nell’immortalità La religione dinamica si identifica col misticismo e porta l’individuo ad immedesimarsi con lo slancio vitale creatore di Dio stesso. Questo tipo di religione corrisponde all’intima natura dell’uomo e lo rende partecipe dello sforzo creativo di Dio. Con essa l’individuo in uno slancio mistico diventa cooperatore dello stesso slancio vitale, cioè dello stesso Dio.