Henri Bergson: L’evoluzione creatrice e la tesi dello slancio vitale Manuale pp. 227 - 230; 285 - 288 (testo antologico) Marco Chinaglia 25 maggio 2013 Henri Bergson, L’evoluzione creatrice, 1907: importanza dell’opera L’autore supera la precedente concezione dualistica della realtà (lo spirito si distingue dalla materia) mostrando come non solo la coscienza umana, ma l’intero universo sia interpretabile secondo il concetto di “durata” Per Bergson la sua filosofia è “il vero evoluzionismo … il vero prolungamento della scienza … insieme di verità constatate e dimostrate”. La struttura dell’opera Tre capitoli: 1) L’evoluzione della vita. Meccanicismo e finalismo 2) Le direzioni divergenti dell’evoluzione vitale: torpore, intelligenza, istinto 3) a) Il significato della vita, l’ordine della natura e la forma d’intelligenza b) La critica all’intellettualismo e la giustificazione storica del metodo impiegato. 1 Le premesse alla tesi bergsoniana Spencer: l’evoluzione universale (teoria dell'evoluzione estesa a tutti i campi del sapere umano) Critica spiritualistica alla scienza Progressi della psicologia nel '900 Il concetto di vita in Bergson Secondo Bergson, la vita è sempre creazione e imprevedibilità, e nello stesso tempo conservazione integrale e automatica del passato Le sorti dell’individuo e della natura sono diverse La sorte della Natura La Natura di fronte alle “biforcazioni”, crea serie divergenti di specie che si evolvono separatamente, dividendo il proprio slancio originario (natura come “fascio di steli” senza una linea di evoluzione unica e semplice, ma con numerose diramazioni, di cui molte senza uscita) 2 La sorte dell’Uomo Ad un certo punto dell’esistenza umana le potenzialità diverse tipiche dell’età infantile hanno imposto una scelta. L’unicità della natura: lo slancio vitale Il divenire della vita è un’incessante novità, una creazione libera ed imprevedibile, senza un disegno preformato, ma ha un’unità che precede la biforcazione (élan vital) e che conferisce alla natura stessa la vita (evoluzione creatrice identificata con Dio come continua sorgente, non centro statico). Lo slancio vitale (conatus, volontà) è un’energia spontanea, libera e creatrice. Presupposti bergsoniani Rifiuto di un disegno prestabilito e preformato (il futuro determina) Rifiuto del meccanicismo (il passato determina; ex.: la vista e l’occhio, organi complicati con funzioni semplici, non possono essere spiegati meccanicamente) 3 La metafora: la mano nella limatura di ferro Una mano affondata in una grande quantità di limatura di ferro si comprime e resiste via via che la mano avanza, finché, all’arrestarsi di essa, i grani di limatura di ferro si dispongono dando origine ad una forma determinata, cioè quella della mano immobile e di una parte del braccio Mano e braccio invisibili: a) Spiegazione meccanicista: la posizione di ciascun grano di ferro dipende dall’azione esercitata su di esso dai grani vicini b) Spiegazione finalista: esiste un piano d’insieme per raggiungere l’assetto raggiunto Spiegazione bergsoniana Movimento della mano che attraversa la limatura: indivisibile e positiva azione dello slancio vitale Posizione assunta dai grani di limatura di ferro: suddivisione dello slancio vitale in individui e specie, e, in ciascun individuo, nei vari organi che lo compongono, e, in ciascun organo, negli elementi che lo costituiscono Resistenza della limatura di ferro nei confronti del movimento della mano: resistenza della materia bruta nei confronti della forza della vita Le conseguenze: le variazioni della natura Lo slancio vitale si conserva lungo tutte le linee evolutive nelle quali si ramifica ed è la causa profonda delle variazioni della natura, almeno di quelle trasmesse regolarmente per via ereditaria e che, aggiungendosi a quelle già esistenti, creano nuove specie. In sostanza, secondo Bergson, nelle forme superiori si conservano i caratteri di quelle inferiori. 4 Le biforcazioni dello slancio vitale: piante “Gli esseri viventi si specializzano in diverse funzioni”: Piante: “ingabbiate nella notte dell’incoscienza”, hanno la capacità di “fabbricare” le sostanze organiche che servono loro da nutrimento a partire dalle sostanze minerali che traggono dal terreno (sviluppo della funzione clorofilliana) Le biforcazioni dello slancio vitale: animali Gli animali hanno acquisito una coscienza e una mobilità sempre più svegli, dovuti alla necessità di spostarsi in cerca di cibo (sviluppo dei centri nervosi): a) Artropodi (insetti e imenotteri vetta massima): successo sviluppo istinto Le biforcazioni dello slancio vitale: animali (2) Vertebrati (uomo): successo sviluppo dell’intelligenza 5 Le biforcazioni dello slancio vitale: animali (3) a) Echinodermi e molluschi: vicolo cieco Cos’è quindi l’evoluzione per Bergson? L’evoluzione per Bergson è un percorso libero ed imprevedibile (“non una palla di cannone, ma lo scoppio di una granata”), che imprime alla materia le forme più svariate Intelligenza ed istinto Intelligenza: facoltà di fabbricare strumenti artificiali a) Consapevole b) Creativa c) Capace di variare Istinto: facoltà di utilizzare o costruire strumenti organizzati (gli organi corporei) a) Cieco e limitato b) Manca di coscienza c) Ereditario, ripetitivo, rigido d) Trova soluzioni adeguate per un solo problema 6 L’intelligenza umana L’uomo: a) Homo faber: sopperiva alla deficienza di strumenti naturali per difendersi dai nemici, dalla fame e dal freddo con la creazione di strumenti artificiali b) - - Homo sapiens: intelligenza umana e scienza Scienza: compito costruire strumenti inorganici utili all’uomo Intelligenza: rappresenta ciò che è solido, discontinuo ed immobile; è naturalmente incapace di comprendere il movimento, il divenire e la vita Metafora del meccanismo cinematografico: si cerca di riprodurre il movimento mediante una successione di istanti che, presi isolatamente, non rappresentano se non cose immobili, perdendo il senso della continuità del divenire Il rapporto tra intelligenza ed istinto Intelligenza ed istinto sono facoltà per sopravvivere non facilmente separabili e distinguibili (“Una frangia d’intelligenza c’è nell’istinto, un alone d’istinto c’è nell’intelligenza”) Diversi ma simili (“due soluzioni divergenti, ma parimenti eleganti dello stesso problema”): - Ci sono cose che solo l’intelligenza può cercare, ma che non troverà mai - Solo l’istinto potrebbe scoprirle, ma non le cercherà mai 7 Il “ritorno consapevole”: l’intuizione Intuizione: facoltà intermedia tra istinto ed intelligenza: a) intelligenza istintiva (immediata come l’istinto) b) istinto intelligente (consapevole come l’intelligenza) L’intuizione come organo della filosofia Intuizione: l’istinto divenuto disinteressato e consapevole di sé stesso, capace di un indefinito processo di autoriflessione. Funzioni: a) Ci fa capire l’arte (intuizione estetica) b) Ci fa distinguere tempo spazializzato e tempo della vita c) Ci rende consapevoli della libertà d) È l’organo della metafisica (Dio, religione, morale) 8