Cannabis , sì alla coltivazione controllata

25/09/2016
Pag. 13 Ed. Udine
diffusione:55012
tiratura:76804
Cannabis , sì alla coltivazione controllata
TRIESTE - Coltivare noi la marijuana per scopi terapeutici? Oggi come oggi no, certo che no. Ma se
servirà, possiamo farlo in piena legittimità. In tal caso ci attrezzeremo, poiché l'iter è complicato».
Maria Sandra Telesca, assessore regionale alla Salute, dopo il via libera del Governo alla legge regionale
sull'impiego di farmaci a base di cannabinoidi, spiega che la prospettiva di coltivazioni friulane di marijuana
è lecita sulla carta ma di non facile praticabilità sul piano effettivo: «Occorre una procedura complessa che
passa attraverso l'autorizzazione del Ministero della Salute», chiarisce l'esponente della Giunta regionale.
Tutto questo con tanto di rigorose vigilanze da parte delle forze dell'ordine, trattandosi di sostanza
considerata stupefacente dalla legge italiana.
«In ogni caso la prima cosa da fare è verificare quanti siano effettivamente i pazienti che ne abbiano
necessità in Friuli Venezia Giulia e se in ragione di tale fabbisogno sia necessario o meno pensare ad una
produzione in proprio».
L'assessore regionale precisa che la Direzione centrale della Salute sta già compiendo un'analisi
dettagliata sul territorio, ma i risultati non sono ancora disponibili.
I farmaci cannabinoidi vengono impiegati generalmente nella terapia del dolore per alcune specifiche
patologie a cominciare da quelle di tipo neurologico, dai quali è venuta alla Regione una accorata richiesta
di varare norme sul tema.
«Ultimamente pare che la situazione sia un po' migliorata - spiega Telesca - ma è vero che per lungo
tempo questi pazienti hanno dovuto affrontare problemi importanti sia sul fronte della prescrizione dei
farmaci che su quello dell'acquisto nelle farmacie».
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TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 26/09/2016
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I FARMACI Dopo il via libera del Governo, la Regione verifica il fabbisogno terapeutico in Fvg Cannabis, sì
alla coltivazione controllata L'assessore Telesca: sono molte le richieste per la cura del dolore , soprattutto
dai malati neurologici
25/09/2016
Pag. 10
diffusione:16000
Ail, è sempre un bilancio di vita e speranza
Assistenza e ricerca al primo posto Il direttore del Civile Ezio Belleri annuncia la prossima apertura di un
centro per le cure palliative
Un numero preso da solo è freddo, un mero segno grafico. Se attorno a questa cifra sterile si muove però
un intero mondo fatto di solidarietà e di amore verso il prossimo, ecco che anche un numero può
trasformarsi in qualcosa di vivo e significativo. IL BILANCIO di missione 2015 della sezione bresciana
dell'Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma, è il perfetto esempio di come la passione di
donne e uomini trasformi i dati sulla carta in messaggi di speranza. Presentato ieri all'azienda Guido
Berlucchi di Borgonato, «il bilancio esprime i grandi risultati che abbiamo ottenuto durante il 2015 - ha
affermato Giuseppe Navoni, presidente dell'Ail di Brescia, che proprio quest'anno festeggia quindici anni
dalla sua fondazione -. Dietro i numeri si celano persone che con impegno, tenacia e senza nessun
tornaconto personale hanno donato all'Ail tempo, fatica e denaro». Nel 2016 la vendita delle uova di
Pasqua, uno dei principali strumenti che l'Ail ha a disposizione per raccogliere fondi a favore della ricerca e
del supporto ai pazienti, «ha riscosso un successo assoluto - ha spiegato Navoni -, con più di 20 mila
prodotti che sono stati acquistati in due giorni». 700 i volontari impegnati in 160 piazze dei comuni
bresciani. Ma la festa di ieri nelle cantine della Guido Berlucchi a Borgonato, alla quale hanno presenziato
anche autorità del mondo politico quali Alberto Cavalli e la consigliera provinciale Laura Parenza, è stata
soprattutto l'occasione per rilanciare le sfide future. «A fine anno sarà attivo il nuovo Day Hospital
Ematologico al piano terra del Satellite all'Ospedale Civile di Brescia, 700 metri quadrati di struttura che
verranno inaugurati ufficialmente a gennaio 2017 - ha annunciato il presidente dell'Ail -. Abbiamo stanziato
1 milione di euro affinchè questo luogo, dedicato a Giulia Bonetta e fondamentale per accogliere le persone
in momenti così delicati, potesse divenire realtà». Il direttore generale dell'Asst di Brescia Ezio Belleri ha
lodato «il grande sostegno che l'associazione ha sempre dato all'ospedale». Belleri ha inoltre colto
l'occasione per annunciare una grande novità che coinvolgerà la struttura sanitari cittadina. «Grazie alla
riforma voluta dalla Regione, saremo in grado di aprire un centro per le cure palliative al Civile - ha
affermato il direttore generale -. Poter gestire direttamente questo aspetto è importantissimo, ora
aspettiamo il parere del Pirellone ma i presupposti sono più che positivi». Sul fronte Ail invece, la seconda
delle due sfide dell'immediato futuro riguarda uno degli aspetti che più stanno a cuore all'associazione, la
ricerca scientifica. Il Centro ricerca dell'Ail verrà ampliato grazie allo sforzo congiunto dell'organizzazione,
che stanzierà 250 mila euro, e della Fondazione Cariplo. Nel frattempo l'Ail continuerà con tutti i progetti
che la caratterizzano. Le sei «case arcobaleno», bilocali destinati a pazienti in cura oncologica e ai loro
familiari, continueranno a pulsare di vita, mentre i volontari lavoreranno per tenere viva la solidarietà. Anche
i medici svestiranno i camici per aiutare l'Ail nel corso del «Doctor's show» di sabato 19 novembre,
spettacolo di musica e cabaret realizzato dai professionisti della salute. In quindici anni l'Associazione
italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma ha intensificato la sua attività, per ricordare Alessandra,
Alessio e Alessandro, i tre bambini a cui è dedicata la sezione di Brescia, e per donare un futuro a chi ha
paura di poterlo perdere. © RIPRODUZIONE RISERVATA
TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 26/09/2016
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SALUTE E SOLIDARIETÀ. . Nelle cantine della Guido Berlucchi a Borgonato sono stati diffusi i dati relativi
all'attività svolta nel 2015, espressione di passione e impegno
25/09/2016
Pag. 64 N.39 - 25 settembre 2016
diffusione:176150
tiratura:234041
A volte anche ci cura
Lentamente la cannabis sta riconquistando un posto nell'armamentario medico, dove era stata fino al 1941,
quando invece venne dichiarata, oltre che pericolosa, "senza alcuna utilità medica". Ecco alcuni dei campi
di applicazione, secondo le ricerche più recenti.
M.B.
DOLORE CRONICO. Se usata insieme agli oppioidi permette di ridurne il dosaggio, con minimi effetti
collaterali e nessuna tossicità d'organo. Come antidolorifico è efficace contro dolori di ossa e articolazioni
del corpo. SCLEROSI MULTIPLA. È uno degli ambiti in cui si hanno più evidenze della sua azione: riduce
sensibilmente gli spasmi muscolari e i dolori, migliora il tono muscolare e facilita il sonno. Su queste basi, si
è sviluppato il Sativex, un farmaco che include oltre al Thc il cannabidiolo, che non ha effetti psicotropi.
MIELOPATIE E PARKINSON. In entrambe le patologie, usata come lenitivo aiuta a tenere sotto controllo
alcuni effetti della terapia, come la rigidità muscolare e i dolori. GLAUCOMA. Dal 1978 negli Usa il Thc è
usato in combinazione con altri farmaci per stabilizzare la pressione oculare ed evitare gli sbalzi improvvisi,
responsabili dei danni maggiori. ll suo effetto però è breve, ma si sta studiando come prolungarne i benefici.
EPILESSIA. Il Thc può ridurre i sintomi della forma notturna farmaco-resistente. DIABETE. Aiuta a
controllare le complicanze, in particolare i dolori neuropatici, migliorando sensibilmente la qualità di vita del
malato. INAPPETENZA. In Nepal e Bhutan, da secoli, i contadini mescolano foglie di marijuana al mangime
dei maiali, per ingrassarli. La cannabis infatti stimola la fame ed è quindi utile contro l'inappetenza (anche
negli umani). NAUSEA E VOMITO DA FARMACI. La marijuana riduce la sensazione di nausea e il vomito
causati dalla chemioterapia, da farmaci antiblastici e antivirali.
I semi si comprano qui (ed è legale) Quando si cercano sul web semi di canapa da piantare è facile
imbattersi in premesse cosi: «Si specifica che la coltivazione di cannabis in Italia viene vietata dagli Art.28 e
73 DPR 309/90, se non in possesso di apposita autorizzazione. Specifichiamo inoltre che in Italia i semi
sono esclusi dalla nozione legale di cannabis: questo significa che essi non sono da considerarsi sostanza
stupefacente». In altri termini, la semenza è legale ed è legale anche acquistarla, poi dipende dall'uso che
se ne fa: coltivarla infatti è reato. Se poi il cliente vuole seminare lo stesso, la responsabilità è soltanto sua.
Ecco alcuni negozi fisici e virtuali dove c'è un ricco menù di semi da acquistare: ROMA Hemporium Via dei
Campani 53 tel. 06 88816157 MILANO Green Town, Via Pilo 14 tel. 02 36510646 NAPOLI Fumerò via
Sedile di Porto 60 tel. 081 5514324 TORINO Panoramix Genetics, via Bellezia 15 tel. 011 4367078;
GENOVA Hempatia via San Donato 32, tel. 010 426715 FIRENZE Campo di canapa via Leopardi 4, tel.
055 2260104 BOLOGNA Foglie d'erba via Brugnoli 17/E, tel. 051 523668. In Internet: Sensiseeds.com/it
Dutch-passion.com Ministryofcannabis.com
TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 26/09/2016
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Battaglie Diritti civili
26/09/2016
Pag. 15
diffusione:163662
tiratura:241998
La marijuana "di Stato" arriva nelle farmacie
Prodotta in Italia, potranno richiederla anche gli ospedali Da ottobre sarà più facile accedere alle terapie
antidolorifiche
GABRIELE MARTINI
Il conto alla rovescia è finito. Seppur con qualche mese di ritardo sulla tabella di marcia, la marijuana di
Stato arriva in farmacia. Il primo raccolto di cannabis terapeutica made in Italy è riposto in 1600 barattoli,
ognuno contenente 5 grammi, allineati su un tavolo dello Stabilimento chimico farmaceutico militare di
Firenze. Nei prossimi giorni verrà firmata la convenzione con il Ministero della Sanità e il lotto sarà spedito
negli ospedali e nelle farmacie che ne faranno richiesta. Il via libera A due anni dal via libera dei ministri
della Difesa e della Salute alla coltivazione, dai primi giorni di ottobre anche per i pazienti italiani diventa più
facile e meno costoso avere accesso alle terapie a base di cannabis. La marijuana viene impiegata come
farmaco contro il dolore. E' in grado di alleviare le sofferenze a pazienti oncologici, affetti da Hiv o che
soffrono di patologie gravi come sclerosi multipla, Sla e glaucoma. L'uso medico della cannabis è autorizz
ato dal 2007 dietro prescrizione medica, ma finora l'erba veniva importata dall'Olanda. Con notevole
dispendio di denaro e faticose trafile burocratiche. La prima varietà di marijuana terapeutica prodotta dallo
Stato italiano, coltivata a partire da 120 talee arrivate dal centro di ricerca Crea di Rovigo, si chiama FM 2
(Farmaceutico militare 2). Contiene due principi attivi: il 5-6% di Thc (tetraidrocannabinolo) e altrettanto di
Cbd (cannabidiolo). «In Gazzetta è previsto che la cannabis di Stato sia venduta alle farmacie a sei euro al
grammo più due per le spese di spedizione», spiega il colonnello Antonio Medica, direttore dello
Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare. Ma il prezzo finale verrà fissato dal ministero che dovrà
stabilire anche il ricarico del farmacista. «Da parte nostra non c'è alcun guadagno, anzi: se saremo in grado
di ottimizzare i processi produttivi, il prezzo potrebbe ancora scendere». Fino a oggi tredici Regioni
(Piemonte, Liguria, Lombardia, Venet o, Friuli Venezia Giulia, Emilia- Romagna, Toscana, Umbria,
Abruzzo, Marche, P uglia, Basilicata e Sicilia) hanno adott ato le ggi o provvedimenti che disciplinano l'uso
terapeutico di medicinali a base di cannabis. Ma solo in alcune di queste regioni l'erogazione è davvero a
carico dei Servizi sanitari regionali. Il «produttore» Lo Stabilimento chimico farmaceutico militare fiorentino
è un'azienda pubblica nata per fabbricare medicinali per le forze armate, poi passata a produrne anche per
la popolazione civile. La prossima tappa è sviluppare una nuova varietà di cannabis ad alto contenuto di
Thc (12%) e senza Cbd perché ci sono medici che preferiscono così. Nelle serre la coltivazione è a ciclo
continuo. Dal seme al prodotto finito, il processo dura circa 90 giorni. «Possiamo arrivare a quattro raccolti
l'anno - spiega il colonnello Medica -. Per ora l'importazione dall'Olanda continuerà, l'ingresso della
cannabis di Stato sarà graduale. A pieno regime puntiamo a produrne 100 chilogrammi l'anno», ossia il
fabbisogno nazionale calcolati dal Ministero della Salute. «E' una stima insufficiente», protestano però le
associazioni dei pazienti. I conti li fa Marco Perduca, ex senatore radicale oggi membro dell'Associazione
Coscioni: «Considerando una media di 1,5 grammi giornalieri a paziente, arriviamo a soddisfare appena le
esigenze di 200 malati. La domanda reale è cinquanta volte di più, riguarda almeno diecimila persone». I
pazienti confidano che, finalmente, la cannabis di Stato sia davvero alla portata di tutti. Finora c'è anche
chi, per contenere i costi, ha dovuto rivolgersi al mercato nero. «All'inizio ero contrario all'utilizzo della
cannabis dolore, ma di fronte ai risultati scientifici ho cambiato idea. Oggi curo ottocento pazienti», racconta
Paolo Poli, ex primario dell'unità di terapia del dolore dell'ospedale di Pisa e presidente della Società
italiana ricerca cannabis. «Un punto di forza è la drastica riduzione di effetti collaterali».
1600 barattoli I barattoli che contengono il primo raccolto di cannabis terapeutica made in Italy, ognuno con
5 grammi
TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 26/09/2016
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il caso
26/09/2016
Pag. 15
diffusione:163662
tiratura:241998
TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 26/09/2016
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2007 anno L'uso medico della cannabis è autorizzato dal 2007 con prescrizione medica, ma finora l'erba
era importata dall'Olanda
Foto: I laboratori La cannabis arriva dallo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, azienda
pubblica nata per produrre medicinali per i militari e passata a produrne anche per i civili
Foto: ROBERTO CACCURI/CONTRASTO
Foto: FM2 Farmaceutico Militare 2 è il nome della prima varietà di cannabis terapeutica prodotta dallo Stato
italiano
26/09/2016
Pag. 5
diffusione:16000
Addio alle ricette rosse L'80% sono già digitali
Entro l'anno completata la svolta Veneto e Campania le più virtuose Solo per carta e stampa previsti
risparmi annui per 250 milioni
Livia ParisiROMAChi prima chi dopo, chi più velocemente e chi a stento, tutte le Regioni hanno ormai
introdotto la ricetta elettronica, portando in Italia la quota delle prescrizioni digitali all'80%. Tanto che l'addio
alle ricette rosse potrebbe diventare realtà entro fine 2016, sostituite da un semplice promemoria cartaceo
accompagnato da un codice digitale. Un risultato che porterà milioni di risparmi alla sanità pubblica, anche
se difficili da calcolare.«Se si considera che in un anno, di impegnative per farmaci se ne fanno circa 600
milioni e che ognuna costa 40 centesimi solo per la stampa e la carta fornita dal Poligrafico di Stato (con
filigrana antifalsificazione), il risparmio per il solo 2017 potrebbe essere di almeno 250 milioni. A cui
aggiungere i risparmi nel trasporto per portare i ricettari da Roma verso il resto d'Italia e quelli che derivano
dal controllo informatizzato delle ricette al posto di quello manuale», è quanto ha chiarito Daniele D'angelo,
direttore di Promofarma, società di informatica di Federfarma. «Questo traguardo costituisce un grande
risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale, ma anche per gli italiani», ha sottolineato la presidente di
Federfarma Annarosa Racca, «perché la ricetta digitale vale su tutto il territorio del Paese». «I cittadini
possono andare con l'impegnativa del proprio medico in qualsiasi farmacia italiana e avere il farmaco
dispensato pagando il ticket della propria regione di appartenenza. Spesso la gente ancora non lo sa», ha
aggiunto. In base agli ultimi dati di Promofarma, relativi a luglio, la media italiana di ricette digitali rispetto al
totale di quelle emesse è del 77%. Le regioni però non procedono affatto di pari passo, ma con qualche
sorpresa rispetto al solito. In cima alla classifica delle virtuose, infatti, troviamo la Campania e il Veneto con
l'89,5% delle ricette dematerializzate, seguite da Molise (88,4%) e Sicilia (87,8%). In coda la Calabria
(26,7%) e la provincia autonoma di Bolzano (2,6%) partite per ultime, rispettivamente a luglio e giugno, ma
che negli ultimi due mesi hanno già fatto molti progressi. «Visto che i dati sono relativi a luglio, pensiamo
sia realistico arrivare al 90% di ricette elettroniche in tutta Italia entro fine anno», ha commentato D'Angelo.
Questo infatti era l'obiettivo dell'Agenda Digitale, «perché anche quando il sistema sarà a regime resterà
sempre una quota pari a circa il 10% di farmaci per i quali continuerà a essere utilizzata la ricetta rossa,
come per i farmaci in distribuzione per conto e quelli contenenti sostanze psicotrope». Tra i fautori della eprescription, Enzo Chilelli, direttore generale Federsanità Anci, associazione che riunisce asl e aziende
ospedaliere italiane e lavora per i processi i semplificazione. «Sarebbe il caso», ha detto, «venisse usata
per tutti i farmaci, anche per la prescrizione di oppiacei smettendo di stampare le inutili ricette rosse».
TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 27/09/2016
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SANITÀ. Verranno sostituite da un semplice promemoria cartaceo accompagnato da un codice
27/09/2016
Pag. 19
diffusione:11115
tiratura:22220
A PERUGIA - L'associazione "Con Noi" organizza dal 3 al 26 ottobre l'ottavo corso per la formazione dei
Volontari per le cure palliative. Il corso è gratuito e si svolgerà in 12 ore di approfondimento teorico, 20 ore
di tirocinio e un colloquio motivazionale finale il tutto presso la Formazione Ausl in via del Giochetto, Parco
Santa Margherita. Per informazioni contattare i seguenti numeri: 075/8044336 327/8567516 oppure
scrivere un email a: connoi@ tiscali.it B
TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 27/09/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
L'associazione "Con Noi" vicina a chi soffre
27/09/2016
Pag. 13 N.35 - 27 settembre 2016
tiratura:40000
Risposte cliniche concrete per arginare le sofferenze
Sostenere un bimbo incurabile è possibile, efficace e attuabile L'Italia riconosce per legge il diritto dei minori
alle terapie
«Dispiace quando si sente parlare di eutanasia come unica soluzione che garantisca una fine della vita
dignitosa, perché non è vero. Esistono, infatti, le cure palliative pediatriche il cui fine è prevenire o
controllare ogni forma di sofferenza fisica, psicologica ed emozionale. L'Italia è l'unico paese al mondo che
riconosce per legge il diritto, anche ai minori, di accedere a cure palliative specifiche per la loro età». Lo
afferma Silvia Lefebvre D'Ovidio, responsabile della Fondazione Maruzza, da quindici anni in prima linea
per le cure palliative, che interviene dopo il caso dell'eutanasia su un minorenne avvenuta nei giorni scorsi
in Belgio. «Le cure palliative pediatriche offrono la possibilità di affrontare nella maniera più adeguata
possibile i sintomi, la paura, lo stress e la disperazione che la vita nella inguaribilità spesso comporta. E
questo fino alla morte, nel rispetto del bambino, della famiglia, dei loro valori e della loro storia», aggiunge
Franca Benini, pediatra, esperta di terapia del dolore e cure palliative pediatriche del Dipartimento di
Pediatria dell'Università di Padova e Responsabile scientifico dell'Area Pediatrica della Fondazione
Maruzza. «Non è certamente facile - né privo di complessità e responsabilità gestire attraverso le cure
palliative pediatriche un bambino/ ragazzo con una malattia inguaribile: ma possibile, efficace e attuabile».
«L'eutanasia non è una scelta "dovuta" per impossibilità di soluzioni possibili - conclude Benini - perché
queste esistono, ma è una scelta forse fatta più per seguire una propria filosofia e concezione di vita. E se il
paziente è un bambino, se chi deve decidere sono altri rispetto a lui, il tutto si complica ulteriormente. È
proprio in queste situazioni che diventa necessario sostenere bambini e genitori, con risposte cliniche
concrete ed efficaci, con capacità di condivisione e comprensione, offrendo, con competenza e scienza
quello che la medicina palliativa offre. Se fosse sufficientemente conosciuto quanto le cure palliative
possono fare, secondo me, daremmo più valore alla vita di tutti; del bambino in primo luogo, della sua
famiglia e di tutte le persone coinvolte nella sua quotidianità». La Fondazione Maruzza è nata nel 1999 con
lo scopo di garantire a ogni persona affetta da patologia inguaribile, dignità, rispetto e la miglior qualità di
vita possibile durante la malattia attraverso il riconoscimento e l'applicazione delle cure palliative come
diritto fondamentale, soprattutto nei pazienti più fragili come i bambini e gli anziani.
TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 27/09/2016
22
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FONDAZIONE MARUZZA
27/09/2016
Pag. 23 N.41 - 3 ottobre 2016
diffusione:80971
tiratura:131686
L'IPNOSI CURA ANCHE LA FIBROMIALGIA
Lo confermano recenti studi: questa forma di psicoterapia aiuta a tenere sotto controllo il dolore cronico e
migliora la vita di chi ci convive
Valeria Ghitti
La chiamano "malattia invisibile", perché non dà segni riscontrabili con esami clinici. Però la fibromialgia si
fa sentire, con un dolore intenso, diffuso e invalidante, spesso associato a stanchezza cronica, oltre che
ansia e depressione. Un problema in ascesa: solo al Centro di terapia del dolore dell'Università di Milano,
negli ultimi cinque anni i casi sono raddoppiati. E difficile da risolvere: i sintomi vengono combattutti per lo
più con antidepressivi, spesso associati a psicoterapie. Alcune di recente applicazione, come l'ipnosi.
agisce sull'emotività «Un studio su 16 pazienti fibromialgici ha evidenziato come l'ipnosi, in sinergia con le
cure standard e protratta per almeno sei mesi, sia molto più efficace dei soli farmaci sia per ridurre
l'intensità del dolore sia per migliorare qualità del sonno e tono dell'umore», rivela Giuseppe De Benedittis,
neurochirurgo, psichiatra, terapista del dolore, vicepresidente della Società italiana di ipnosi. Agisce
soprattutto sulla componente emotiva che accompagna sempre la sensazione dolorosa e che è
particolarmente presente in questa malattia. «In base ai più recenti studi di neuroimaging (tecnologie che
misurano il metabolismo cerebrale per studiare la relazione tra l'attività di certe aree cerebrali e specifiche
funzioni cerebrali), l'ipnosi stimola varie strutture del sistema nervoso centrale e periferico coinvolte nella
modulazione e nel controllo del dolore, ma in particolare la corteccia cerebrale cingolata anteriore, dove
viene elaborata la componente cognitivo-affettiva del dolore», conferma De Benedittis. in trance si trovano
risorse nascoste «Durante la seduta, infatti, si entra in uno stato di coscienza modificato, che permette alle
parole del terapeuta di arrivare alle aree cerebrali inconsce: queste, in trance, acquisiscono capacità
percettive e cognitive uguali a quelle che si sperimenta da svegli», spiega la psicoterapeuta Costanza
Licari, segretario dell'Associazione medica italiana per lo studio dell'ipnosi. «In breve, si genera nella mente
una sorta di sogno con percezioni e sensazioni piacevoli che sembrano vere. Generano un cambiamento, a
livello inconscio, che perdura dopo il risveglio, attenuando la sensazione di dolore». costi e durata Il
percorso per imparare a gestire la malattia è personalizzato, richiede almeno 10-15 sedute a cadenza
settimanale, seguite dall'insegnamento di tecniche di autoipnosi. Si fa per lo più privatamente (60-90 euro a
seduta). AGF
50
la percentuale dei casi trattati in cui l'ipnosi ha ridotto il dolore
una mano per le future mamme >L'IPNOSITERAPIA È UNA COLLAUDATA ALTERNATIVA
ALL'EPIDURALE per affrontare il travaglio. «In otto sedute, svolte privatamente a cadenza settimanale, a
partire dalla 32esima settimana di gestazione, facciamo vivere alla gestante, in trance, le diverse fasi del
parto, insegnandole a controllare le reazioni dolorose nel momento delle doglie», spiega l'ostetrica e
psicoterapeuta Silvia Giacosa, presidente dell'Amisi, Associazione medica italiana per lo studio dell'ipnosi.
«Studi recenti hanno dimostrato che la preparazione al parto con l'ipnosi si traduce in minor dolore e
travaglio più breve, con effetti positivi anche sul bambino».
TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 27/09/2016
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starbene attualità
29/09/2016
Pag. 25
diffusione:31132
tiratura:42221
Il cuore oltre le cure in casa
Quando il peso degli anni si fa sentire, magari aggravato dai sintomi di malattie croniche o irreversibili,
nessun luogo è più accogliente della propria casa. Uno spazio rassicurante, un rifugio dove grazie
all'associazione Curare a casa può essere garantita la necessaria assistenza. Nata nel 1992, l'associazione
si propone di prestare gratuitamente assistenza e sostegno ai malati e alle loro famiglie, promuovendo una
cultura che favorisce la qualità di vita per garantire la dignità del malato in casa o, nei casi più gravi, in
hospice. Il servizio è rivolto a malati in assistenza domiciliare integrata per i quali è stato approvato un
programma di cure palliative ed è fatto di ascolto attivo, parole e silenzi, azioni semplici, presenza discreta
e disponibile. «La nostra attività» ricorda il presidente Marco Visentin «unica nell'Ulss 6, viene svolta in
convenzione con l'azianda sanitaria, in sinergia con l'equipe multidisciplinare che segue il paziente».
L'assistenza è affidata a volontari che seguono una formazione specifica. Un corso è partito da poco e c'è
ancora la possibilità di partecipare.www.curareacasa.it
TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 29/09/2016
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ASSISTENZA GRATUITA IN CONVENZIONE CON L'ULSS 6 NELLE CURE PALLIATIVE E IN HOSPICE
29/09/2016
Pag. 18 Ed. Grosseto
diffusione:46133
tiratura:60782
Raccolta fondi per la Isal
GROSSETO Sono 135 le città italiane ed estere che quest'anno manifesteranno in piazza e negli ospedali
la necessità di affrontare efficacemente il problema del dolore cronico. L'occasione è la Giornata Cento
Città contro il Dolore organizzata per l'ottavo anno consecutivo da Fondazione Isal. Durante la Giornata
Cento Città contro il Dolore, nelle piazze e nelle strutture sanitarie delle principali città italiane ed europee,
volontari e medici saranno a disposizione delle persone per svolgere consulenze mediche gratuite, dare
informazioni sul dolore cronico e sulle possibilità di trattamento e di cura, far conoscere l'esistenza dei tanti
centri di terapia del dolore sparsi sul territorio nazionale e raccogliere fondi destinati alla ricerca. Anche la
città di Grosseto partecipa alla Giornata: l'appuntamento con medici e volontari è sabato in piazza Ettore
Socci dalle 11 alle 19. La raccolta fondi per la Fondazione Isal è organizzata dalla Mutua per la Maremma.
TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 29/09/2016
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Raccolta fondi per la Isal la giornata contro il dolore
29/09/2016
Pag. 22 N.142 - ottobre 2016
diffusione:25000
Un oppioide più sicuro per il trattamento del dolore
Valentina Daelli
Può ridurre il dolore come la morfina, ma non presenta gli effetti collaterali degli oppioidi: è una nuova
sostanza, sviluppata grazie a un approccio computazionale che ha permesso di analizzare rapidamente tre
milioni di molecole per scoprire la struttura chimica ottimale. I risultati dello studio, pubblicati su «Nature»,
sono incoraggianti sia per la ricerca di antidolorifici «perfetti» sia per l'uso di questo approccio per lo
sviluppo di altri tarmaci. La somministrazione di oppioidi, molto potenti nel trattamento del dolore, pone una
serie di problemi sia per gli effetti collaterali di depressione respiratoria sia per la dipendenza che possono
indurre. Negli Stati Uniti l'abuso di tarmaci oppioidi e le morti per overdose sono cresciuti negli ultimi
decenni, tanto da far parlare di una vera e propria epidemia. Un gruppo di ricercatori ha cercato un modo
per aggirare gli effetti negativi di queste sostanze, sintetizzando una nuova molecola sulla base dei risultati
di simulazioni computazionali. Lo scopo era di trovare la struttura chimica ottimale per interagire con un tipo
di recettore per gli oppioidi, in modo da garantire gli effetti analgesici evitando le conseguenze indesiderate.
La sostanza sintetizzata è stata poi testata su un gruppo di topi, e ha mostrato di essere efficace come la
morfina nel ridurre il dolore, senza però indurre problemi respiratori e di dipendenza. La combinazione di
metodi utilizzati dalla ricerca apre la strada per lo sviluppo di un farmaco da testare sugli esseri umani.
TOM HUSSEY, GETTY IMAGES, DE AGOSTINI PICTURE LIBRARY, ADAM GAULT, KARIN SMEDS,
TERAPIA DEL DOLORE - Rassegna Stampa 30/09/2016
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M&C NEWS
30/09/2016
Pag. 122 N.10 - ottobre 2016
diffusione:66211
tiratura:113800
Schiena al caldo e passa il dolore
Secondo stime recenti circa 15 milioni di persone si trovano a fare i conti con il mal di schiena, che nella
sua forma più diffusa, la lombalgia, non risparmia i giovani, soprattutto quelli che passano ore davanti al
computer. La sedentarietà, oltre a sovrappeso, posture scorrette, colpi d'aria o di freddo e stress rientra tra
le cause del dolore acuto alla parte bassa della schiena, che arriva all'improvviso e rende difficoltoso
qualsiasi movimento. Salvatore Caruso, farmacista di Siracusa, indica i rimedi più opportuni per farvi fronte.
«Spesso per alleviare i sintomi dolorosi possono bastare impacchi caldi sulla schiena con una borsa
d'acqua calda o appositi sacchetti di cereali (di solito grano, farro o riso) scaldati nel forno. Se non sono
sufficienti è consigliabile applicare cerotti medicati a base di diclofenac o piroxican, antinfiammatori che
hanno un doppio vantaggio: combattono il dolore muscolare e agiscono direttamente sulla sua causa,
ovvero l'infiammazione. La loro azione per via transdermica, cioè con applicazione sulla zona interessata
dal dolore, è preferibile rispetto all'assunzione per via orale delle stesse molecole (capsule, sciroppi o
granulati): il cerotto medicato consente un rilascio lento e prolungato del principio attivo, agisce in maniera
continuativa per molte ore sull'infiammazione e non ha effetti collaterali a livello gastrico. Vantaggio,
quest'ultimo, non indifferente soprattutto per chi deve già assumere altri farmaci per bocca».
Foto: CONSIGLIO
Foto: FARMACISTA
Foto: DEL NOSTRO
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