federazione ordini dei farmacisti - Ordine dei Farmacisti di Salerno

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FEDERAZIONE ORDINI DEI
FARMACISTI
Rassegna Stampa del 26/09/2016
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INDICE
IN PRIMO PIANO
25/09/2016 QS - QuotidianoSanita.it
La settimana in Parlamento. Audizione Lorenzin sui nuovi Lea e poi gli Ordini in
Commissione sulla riforma
5
SANITÀ NAZIONALE
26/09/2016 Corriere della Sera - Nazionale
Cliniche e banche di ovuli spagnole alla conquista dell'eterologa in Italia
7
26/09/2016 Corriere della Sera - Nazionale
le nostre istituzioni che non sanno comunicare
9
26/09/2016 Eventi - Il Sole 24 Ore
Master per il farmacista clinico
10
26/09/2016 Eventi - Il Sole 24 Ore
Vicino ai giovani per un orientamento efficace
12
26/09/2016 Eventi - Il Sole 24 Ore
La salute si prenota sul web
13
26/09/2016 La Repubblica - Nazionale
Cure alternative, scontro sul meeting
14
26/09/2016 La Repubblica - Nazionale
"Care mamme basta falsi miti ecco perché i figli vanno vaccinati"
15
26/09/2016 La Stampa - Nazionale
La marijuana "di Stato" arriva nelle farmacie
17
26/09/2016 La Stampa - Nazionale
"Adesso quella legale costa troppo La compro in strada, pago la mafia"
19
26/09/2016 Il Fatto Quotidiano
Appena inaugurato, l'ospedale si allaga
20
26/09/2016 Il Fatto Quotidiano
Ma mi faccia il piacere
21
26/09/2016 Il Mattino - Nazionale
Farmaci venduti on line, uno su tre risulta inefficace
22
VITA IN FARMACIA
26/09/2016 QN - Il Resto del Carlino - Ascoli
Cittadella a Montegallo, Errani: «Niente show, ricostruiremo tutto»
24
26/09/2016 QN - Il Giorno - Milano
Ecco la prima farmacia comunale E il sindaco polemizza col Governo
25
26/09/2016 QN - La Nazione - Umbria Terni
Debiti in Comune, i Cinque Stelle «Il sindaco chieda scusa e si dimetta»
26
26/09/2016 Il Gazzettino - Venezia
Caltana riavrà la farmacia
27
PROFESSIONI
26/09/2016 La Repubblica - Affari Finanza
Biotech e terapie innovative la Palo Alto del basso Lazio
29
PERSONAGGI
26/09/2016 Gazzetta del Sud - Cosenza
Addio alle " ricette rosse " In Italia l ' 80% ormai è digitale
32
26/09/2016 La Gazzetta Del Mezzogiorno - Bari
Sgambetti, inciampi, scintille maretta politica sul siderurgico
33
26/09/2016 L'Arena di Verona
Addio alle ricette rosse L'80% sono già digitali
34
26/09/2016 La Liberta
Vicino l'addio alle ricette rosse: in Italia l'80% è digitale, vantaggi per i cittadini
35
26/09/2016 La Sicilia - Nazionale - Catania
Ricette on line, i medici dell ' Isola tra i più digitalizzati in Italia
36
26/09/2016 Il Nuovo Quotidiano di Puglia - Taranto
«Avviare un'azione ispettiva nello stabilimento di Taranto»
37
26/09/2016 Il Quotidiano del Sud - Irpinia
Addio ricetta rossa entro il nuovo anno
38
IN PRIMO PIANO
1 articolo
25/09/2016
Sito Web
QS - QuotidianoSanita.it
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Edizioni regionali
La settimana in Parlamento. Audizione Lorenzin sui nuovi Lea e poi gli
Ordini in Commissione sulla riforma
Il ministro è atteso in settimana alla Camera per illustrare alla Commissione Affari Sociali i nuovi Lea. E la
stessa Commissione pronta a un tour de force di audizioni con Ordini e associazioni (Farmindustria, Fnovi,
Fofi , Onb, Ipasvi, Tsrm) sul Ddl Lorenzin su ordini professionali e sperimentazioni cliniche. Prosegue poi
l'esame Ddl Responsabilità professionale (Senato) e quello sul testamento biologico (Camera).
25 SET - La Camera dei deputati si torna a riunire lunedì 26 settembre (alle ore 11,30 e in seduta
pomeridiana, con eventuale prosecuzione notturna) con la discussione generale del Testo Unificato C. 652284-A recante Misure per il sostegno e la valorizzazione dei comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti
e dei territori montani e rurali, nonché disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici.
Giovedi 29 settembre (al termine delle votazioni) avrà luogo la discussione generale del Testo Unificato C.
3317-3345-B recante Istituzione del Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione e deleghe al
Governo per la ridefinizione della disciplina del sostegno pubblico per il settore dell'editoria e dell'emittenza
radiofonica e televisiva locale, della disciplina di profili pensionistici dei giornalisti e della composizione e
delle competenze del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti. Procedura per l'affidamento in
concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale (approvate, in testo unificato, dalla
Camera e modificate dal Senato) .
IN PRIMO PIANO - Rassegna Stampa 26/09/2016
5
SANITÀ NAZIONALE
12 articoli
26/09/2016
Pag. 21
diffusione:256969
tiratura:369226
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Cliniche e banche di ovuli spagnole alla conquista dell'eterologa in Italia
Ieri esportavano i gameti, ora i big della fecondazione aprono a Milano e Modena
Simona Ravizza [email protected]
MILANO Le spedizioni si sono moltiplicate. Adesso ogni mese ben 150 pacchetti di ovuli partono da
Marbella per l'Italia. In casse chiamate dry shipper, perché garantiscono il trasporto a temperature sotto i
196 gradi in azoto liquido, i gameti viaggiano per due ore e mezzo in aereo oppure per due giorni in auto.
La loro destinazione sono gli ospedali e le cliniche che vogliono eseguire la fecondazione eterologa ma
che, in assenza totale di donatrici italiane, sono costretti a rivolgersi all'estero per procurarsi gli ovociti. Il
mittente è Ovobank, una delle più importanti banche spagnole di ovuli (costola del centro di riproduzione
assistita Fiv Marbella). Lo stesso fanno anche altre banche, con un ritmo sempre più sostenuto: nel 2015
sono arrivati 2.100 contenitori di ovociti, mentre nei primi sei mesi di quest'anno sono già 2.500 (il loro
numero, in pratica, è raddoppiato).
Ma a furia di inviare ovuli nel nostro Paese, e ben consapevole della difficoltà della fecondazione eterologa
a decollare, il proprietario di Ovobank e Fiv Marbella Enrique Criado Scholz si è domandato: perché non
esserci noi direttamente a Milano? Detto fatto. Da neppure un mese in via Guglielmo Corrado Röntgen, a
due passi dai nuovi edifici dell'Università Bocconi, ha aperto il Fiv Milano. Dove prima c'erano gli ambulatori
di un noto andrologo milanese, Giovanni M. Colpi, oggi c'è la succursale della clinica spagnola. Le coppie
possono sottoporsi a tutte le visite mediche, le ecografie di controllo e fare congelare i campioni di seme
che vengono spediti al laboratorio di Marbella: in questo modo le pazienti devono recarsi in Spagna, solo
per poche ore, per il trasferimento degli embrioni (contro i quattro-cinque viaggi di un tempo). «Il nostro
obiettivo è semplificare la vita alle coppie italiane - sottolinea Enrique Criado Scholz -. E adesso puntiamo a
ospitare in via Röntgen una vera e propria banca di ovuli, per velocizzare le spedizioni nel resto d'Italia.
Siamo in attesa delle autorizzazioni del ministero della Salute e della Regione Lombardia».
Così i big esteri della fecondazione sono alla conquista dell'Italia. La questione è sempre la stessa: a due
anni e mezzo dalla sentenza della Corte Costituzionale che cancella il divieto di fecondazione eterologa
(ossia con ovuli o sperma esterni alla coppia), si contano solo venti donatrici italiane. Un numero
inconsistente dovuto al fatto che la legge non ammette nessun rimborso spese per chi dona gli ovuli. E chi
può accettare di sottoporsi a cure ormonali pesanti e entrare in sala operatoria solo per aiutare un'altra
donna ad avere un figlio? Ovobank, per dire, prevede un rimborso spese per le sue 1.300 donatrici, tra i 18
e i 30 anni, che va dai 600 ai mille euro. L'apertura di Fiv Milano è l'ultima, ma non la sola. Sempre a
Milano, in via Pallavicino, già nel febbraio 2015 l'Institut Marquès di Barcellona aveva inaugurato una
succursale dell'omologa clinica di Barcellona. E, dopo avere trattato 7.000 pazienti italiane nella sua clinica
di Barcellona, Eugin è arrivata a Modena. A riprova che lo sbarco in Italia dei big dell'eterologa ormai è una
tendenza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I casi
A Milano
ha aperto
un centro
la spagnola Ovobank In città era già presente dal febbraio 2015 l'Institut Marquès
di Barcellona A Modena
è sbarcata
la clinica Eugin, anch'essa catalana
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/09/2016
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Pag. 21
diffusione:256969
tiratura:369226
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2.100 Gli ovociti arrivati
da banche estere in Italia
nel corso
del 2015
2.500 I gameti «importati»
in Italia
nei primi
sei mesi dell'anno
7.000 Le pazienti italiane
trattate
in Spagna dalla Eugin, che ora
è a Modena
La parola
Eterologa
È un tipo di fecondazione assistita in cui per il concepimento si usano i gameti (sperma, ovulo o entrambi)
di un donatore o di una donatrice invece di quelli dei futuri genitori. In Italia era stata vietata dalla legge 40
del 2004. La Corte Costituzionale l'ha reintro-dotta nel 2014 stabilendo che il divieto violava i diritti
fondamentali
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/09/2016
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26/09/2016
Pag. 35
diffusione:256969
tiratura:369226
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il caso della campagna sulla fertilità
le nostre istituzioni che non sanno comunicare
Difficoltà Nella Pubblica Amministrazione sono assenti interlocutori specializzati
Alberto Contri
C aro direttore, a fronte della necessità di comunicare una iniziativa di oggettiva importanza sanitaria e
sociale, il Ministero della Sanità ha messo in campo una comunicazione assai modesta subito male
interpretata. In seguito alle proteste, è stata imbastita in gran fretta una nuova comunicazione che ha
proposto stereotipi stigmatizzati come razzisti. Una toppa peggiore del buco, si potrebbe dire.
Il caso è emblematico di ciò che avviene troppo spesso nella Pubblica Amministrazione, e fa comprendere
perché nelle Facoltà universitarie, salvo rare eccezioni come la recente campagna sulla sicurezza stradale,
le campagne governative vengono impiegate nella didattica per elencare i principali errori da non
commettere. È la riprova del fatto che nelle Istituzioni esiste una modesta e assai vetusta cultura della
comunicazione, che confonde ancora il giornalismo con la pubblicità, per cui nel migliore dei casi a capo
degli uffici preposti ci sono giornalisti che raramente sanno cosa sia un Grp (indice di pressione
pubblicitaria), e figuriamoci cosa conoscono del programmatic e delle sofisticate tecniche per gestire i
media digitali. Oppure ci sono alti dirigenti come la Dottoressa Rodrigo appena rimossa dal suo incarico,
che di formazione è avvocato!
È opportuno poi sapere che quando vengono indette le gare fra agenzie di pubblicità, di norma si privilegia
l'acquisto dei progetti al prezzo più basso, visto che per motivi strutturalmente evidenti manca la
competenza per giudicare sia l'efficacia creativa di una campagna che i suoi effetti sul corpo sociale. Inoltre
le risorse complessive che si investono sono quasi sempre sotto la soglia minima necessaria a remunerare
media e agenzie, per cui le sigle più titolate o hanno smesso di partecipare alle gare pubbliche o ci hanno
messo a lavorare le risorse meno costose e quindi meno preparate. L'ultimo incidente dimostra che la
mancanza di interlocutori realmente specializzati nella Pubblica Amministrazione rende difficile mettere
sulla giusta strada le agenzie e i professionisti esterni, e rende inoltre arduo giudicarne il lavoro. A questo
perverso combinato-disposto si aggiunge il fatto che la Ministra Lorenzin ha approvato una campagna
giudicandola (tardivamente) brutta, affermando inoltre che «interessa il messaggio e non la campagna»,
quando sono proprio la stessa cosa (la forma è un contenuto, ripeteva Testori). Ma c'è dell'altro: ha pure
chiesto che i «creativi» la aiutino a fare campagne migliori ma gratis, richiesta che certo non le verrebbe in
mente di fare ad un idraulico chiamato d'urgenza per un allagamento nei gabinetti del ministero. Dal che si
deduce quale sia il rispetto per un mestiere che richiede grande know-how e notevoli competenze
multidisciplinari. Peggio ci sentiamo quando il Presidente del Consiglio annuncia di voler supervisionare le
campagne dei ministeri: chi lo farà? Forse il responsabile del Dipartimento dell'Editoria, che è un
giornalista? Un coordinamento è certo auspicabile, ma ad opera di una struttura con pubblicitari e tecnici di
adeguato curriculum.
A questo proposito, un anno fa abbiamo suggerito al Sottosegretario Lotti l'ipotesi che fosse Pubblicità
Progresso, con mezzo secolo di storia alle spalle nella realizzazione di campagne sociali di successo, a
svolgere un ruolo di advisor per la comunicazione pubblica, secondo un moderno principio di sussidiarietà.
Non è mai pervenuta alcuna risposta. I risultati si vedono .
.
Presidente Fondazione Pubblicità Progresso
Docente di Comunicazione Sociale all'Università IULM
© RIPRODUZIONE RISERVATA
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/09/2016
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26/09/2016
Pag. 14 N.19 - 26 settembre 2016
Eventi - Il Sole 24 Ore
Master per il farmacista clinico
Il percorso di studi internazionale mira a definire uno standard professionale
Le evoluzioni dei quadri normativi, le nuove proposte da parte delle autorità sanitarie, la progressiva visione
popolare sulla salute, le nuove frontiere di mercato concorrenziale, i farmaci biotecnologici 2.0 e la
sostenibilità di tale innovazione portano sempre più all'incontrovertibile necessità di dover incoraggiare una
rivoluzione della figura professionale del farmacista che deve acquisire nuove competenze capaci di
rispondere velocemente alla domanda di salute in farmacia. È questo l'obiettivo che si sono poste le
Università di Cagliari e di Milano, insieme all'Università di Granada quando, oramai 5 anni fa, hanno deciso
di dare vita al master internazionale in Clinical Pharmacy. "Anche la professione del farmacista ha la
necessità di mutare, di assecondare le nuove esigenze in accordo con i tempi, lo sviluppo e l'evoluzione
nell'ambito clinico e sanitario" dice il professor Corrado Giua, coordinatore scientifico del master e
presidente della Sifac (Società Italiana di Farmacia Clinica). "Nonostante questa via non venga
adeguatamente recepita dalle proposte di riforma del nostro corso di laurea in Farmacia e Ctf, ancora
troppo flebili e distanti da un professione che vede al centro del suo fare il paziente, il master sin dalla sua
nascita ha deciso di contribuire in modo concreto alla definizione e al consolidamento della figura del
farmacista clinico nel panorama delle professioni in Italia". Scorrendo le pagine del sito
www.masterclinicalpharmacy.it si legge cosa vuoi dire oggi svolgere l'attività da farmacista clinico all'interno
della farmacia di comunità: "Fornire assistenza ai pazienti, promuovere la salute e la prevenzione delle
malattie, monitorare e promuovere l'aderenza alle terapie, garantendo l'uso sicuro ed efficace dei farnuci",
e ancora "il farmacista, attraverso un corretto inquadramento clinico delle minor diseases, accompagna il
paziente nel campo nella scelta del farmaco più appropriato oppure lo invita a consultare il medico se
riscontra delle situazioni che non risultano essere di sua pertinenza". Tutti i professionisti sanitari agiscono
attraverso linee guida e procedure di riferimento standardizzate e certificate. "Tale iodice operativo - spiega
Ccrrado Giua - non è stato ancora contemplato per il setting professionale del farmacista per il quale non
sono disponibili documenti di indirizzo validati che gli consentano di inquadrare clinicamente i frequenti
disturbi minori riferiti in farmacia. Il nostro obiettivo, come master universitario e come società scientifica, è
la standardizzazione del modello interventistico su solide basi scientifiche, e in collaborazione con la classe
medica, per la gestione dei disturbi minori. Tale modello consentirebbe al farmacista di garantire il
medesimo approccio terapeutico al paziente, a prescindere dalla propria localizzazione geografica,
apportando una maggiore armonizzazione nella presa in carico dell'assistito. Si delinea così la figura del
farrnacista clinico che, guidato da flow chart e protocolli standardizzati, offre al paziente una risposta chiara,
univoca e affidabile, configurandosi come riferimento clinico di prima istanza nel trattamento delle patologie
minori. La farmacia clinica ridefinisce quindi completamente l'attuale approccio al paziente, talvolta
superficiale o basato su quesiti disorganizzati, con l'obiettivo di armonizzare la gestione dei disturbi minori
attraverso protocolli basati su un corretto ragionamento clinico". Università, società scientifiche, farmacie e
mondo delle imprese insieme per affrontare la sfida della nuova frontiera della farmacia: è questo il metodo
che farà del farmacista un farmacista clinico capace di porre la domanda di salute del paziente al centro
della propria attività professionale. Il Farmacista 2.0 è una realtà.
Il Master in Clinical Pharmacy Tipologia: master universitario Apertura bando: fine settembre - ottobre
Durata master: da novembre a settembre Modalità di svolgimento: • moduli intensivi juìì immersion di 1
settimana a dicembre, aprile, giugno rispettivamente a Milano, Granada e Cagliari • 1 modulo in Fad da
svolgersi in autonomia durante l'anno; ' progetti di ricerca con il supporto di Centri scientifici o clinici di
eccellenza; • possibilità di stage in aziende. Costi: 3.000 euro comprensivo del soggiorno del modulo di
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/09/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
• SIFAC / Il presidente della Società Italiana di Farmacia Clinica Corrado Giua è coordinatore scientifico
dell'iniziativa con le Università di Cagliari, Milano e Granada
26/09/2016
Pag. 14 N.19 - 26 settembre 2016
Eventi - Il Sole 24 Ore
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Milano Sito: www.masterclinicalpharmacy.it
Foto: Corrado Giua, coordinatore scientifico del master
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/09/2016
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26/09/2016
Pag. 19 N.19 - 26 settembre 2016
Eventi - Il Sole 24 Ore
Vicino ai giovani per un orientamento efficace
La chiave è nel potenziamento disciplinare, percorso attuato in partnership con la Scuola Empedocle,
gratuito per ipiù meritevoli
In nessun campo come in quello sanitario sono maggiormente evidenti gli effetti di un'educazione
d'eccellenza. A beneficiarne sono tutti: i malati - per ovvi motivi - e la popolazione sana, la quale deve
essere informata ed educata su argomenti cruciali come i vaccini e l'alimentazione. Inoltre, l'educazione
sanitaria è uno straordinario strumento di sviluppo economico e di promozione sociale. I primi ostacoli sul
percorso di una formazione d'eccellenza emergono quando il giovane, apprestandosi a completare gli studi
di scuola media superiore, deve decidere se intraprendere un difficile percorso di ammissione ai corsi
universitari a numero programmato quali quelli di medicina, odontoiatria, veterinaria, farmacia e biologia. "In
questa fase è indispensabile aiutare i ragazzi a capire se hanno le attitudini, il bagaglio culturale e la
determinazione necessari a raggiungere l'obiettivo", spiega Giuseppe Teti, professore ordinario di
Microbiologia dell'Università di Messina e direttore della Fondazione Mario Teti, costituitasi nel 2002 con il
concorso della Regione Calabria e dell'Università di Messina. "Spesso prevale a questo punto la
percezione che gli strumenti e le conoscenze di base offerti dalla scuola secondaria non siano sufficienti a
superare gli esami di ammissione, che appaiono come ostacoli insormontabili". Per sostenere i giovani
nell'orientamento professionale e facilitare il loro accesso ai corsi di laurea delle professioni mediche e
sanitarie, la Fondazione Mario Teti ha stabilito una partnership con la Scuola Empedocle. "Grazie a questa
collaborazione ogni anno, ormai da più di dieci anni, viene offerta agli studenti delle quarte e quinte classi
delle scuole medie superiori della Calabria dapprima l'opportunità di seguire una serie di incontri di
orientamento e, successivamente, per gli studenti più meritevoli, la possibilità di seguire gratuitamente,
proprio presso le sedi dell'Empedocle a Messina e Catania, un percorso di potenziamento disciplinare che li
metta in grado di superare i test di accesso ai corsi di laurea a numero programmato", approfondisce il
direttore Giuseppe Teti. "La scelta della Fondazione di entrare in partnership con la Scuola Empedocle
scaturisce dal ruolo unico svolto, nel panorama formativo nazionale, da questa scuola". Il Liceo Scientifico
Empedocle, fondato da Sergio e Giuseppe Pedullà, è da due anni, secondo la valutazione della
Fondazione Agnelli (progetto Eduscopio), 0 miglior liceo scientifico siciliano e tra i migliori a livello
nazionale. Il Liceo fonda la propria unicità sull'introduzione, tra le discipline del curriculum, di materie di
area biologica, per proseguire, nel triennio, con l'insegnamento della fisica, della biologia e della chimica in
lingua inglese (Clil). Da tre anni la Scuola Empedocle offre percorsi di studio extracurricolari per l'accesso
alle scuole di specializzazione mediche, oltre a quelli, istituiti da 25 anni, per l'accesso alle facoltà a numero
programmato. Gli accordi con il McDaniel College e con le Università di Budapest, Pécs e Szegéd, nonché
il progetto "Cambridge International Examination" (finalizzato al conseguimento delle certificazioni A/Level
di biologia, chimica e fisica) hanno permesso a molti studenti italiani di studiare in contesti internazionali di
alto profilo. Infine il progetto "Human Bodies" risponde a un'esigenza didattica molto sentita dai giovani
medici e chirurghi attraverso corsi teorico-pratici di Anatomia e Tecniche operatorie su cadaveri, in
collaborazione con l'Università di Malta. Per ulteriori informazioni: www.fondazionicalabria.it e
www.scuolaempedocle. it.
Foto: Bianca e Mario Teti a Milano nei primi anni Sessanta
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/09/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
FONDAZIONE MARIO TETI / Fondato senza scopi di lucro nel 2002, è centro di cultura, ricerca e
formazione nel campo delle scienze mediche e sociosanitarie
26/09/2016
Pag. 13 N.19 - 26 settembre 2016
SANITÀ E TERZA ETÀ
Eventi - Il Sole 24 Ore
La salute si prenota sul web
Visite e analisi si scelgono sul web, consigli medici e cartella clinica online
Oggi esiste una soluzione molto semplice per prenotare una visita o una prestazione sanitaria, dal
computer di casa o dal cellulare. Si chiama Saniclic ed è un portale web, attivo da circa un anno e mezzo,
che permette di prenotare online e gratuitamente la prestazione sanitaria necessaria, scegliendo tra l'offerta
erogata da strutture e professionisti d'eccellenza della sanità privata. "Si tratta - dice l'ingegnere Roberto
Bozzi, presidente di Cosesa Sri e ideatore del servizio Saniclic - del primo anello di congiunzione per un
nuovo modello sanitario integrato, uno strumento per unire pubblico e privato e creare un'offerta più
efficiente e vicina ai bisogni degli utenti". Lo sviluppo del progetto ha considerato alcuni punti base, quali i
costi per gli utenti, il tempo di accesso ai servizi, la vicinanza alle strutture e l'ampiezza della gamma dei
servizi. Esistono già alcuni portali che propongono un'offerta simile, ma quello che differenzia Saniclic è la
tipologia di prestazioni a cui è possibile accedere. Il portale è infatti stato realizzato insieme a partner
selezionati che costituiscono un network di alta qualità per la fornitura dei servizi sociosanitari: medici
specialisti e di medicina generale, laboratori di analisi e diagnostica strumentale, cliniche, farmacie,
cooperative sociali, fornitori di servizi domiciliari e socioassistenziali, centri termali e benessere. Il
funzionamento è molto semplice: una volta selezionata la tipologia di visita, il professionista o la struttura, il
luogo. Saniclic fornisce una proposta rispondente alla ricerca effettuata, indicando la disponibilità, il costo e
la zona della città in cui il professionista o la struttura operano, e permettendo, inoltre, di avere informazioni
più approfondite relative al servizio e al medico scelto e alla modalità di erogazione delle prestazioni.
Accedendo al proprio profilo personale è possibile consultare lo stato delle prenotazioni effettuate ed
eventualmente modificarle, cambiando la data e l'ora o cancellando l'appuntamento. A oggi il portale
coinvolge circa 100 strutture e 500 professionisti, offre 3.000 prestazioni per la salute, 900 visite
specialistiche, 1.300 esami di diagnostica strumentale, 600 esami di laboratorio, 200 servizi di assistenza a
domicilio. Il tutto nel territorio della regione Toscana. Il portale però sta espandendo la propria offerta su
tutto il territorio nazionale, a partire dalle regioni che hanno una maggiore richiesta di servizi salutari privati,
come la Lombardia, l'Emilia Romagna e il Lazio. Sono inoltre stati avviati accordi con grandi gruppi
assicurativi e società di mutuo soccorso per venire incontro a quel 6% della popolazione italiana che ha un
fondo sanitario integrativo. Oltre al confronto su tutta la gamma dei servizi disponibili, il portale, attivo 7
giorni su 7 e 24 ore su 24, offre servizi aggiuntivi quali l'indirizzo sui percorsi di cura, facilitazioni logistiche,
informazioni sulla copertura assicurativa e un numero verde di supporto al quale rivolgersi. L'utente può,
inoltre, creare un proprio "diario salute", una sorta di agenda per la prevenzione e cura, in cui inserire dati e
informazioni personali, documenti salutari, promemoria per monitorare nel tempo il proprio stato di salute,
terapie farmacologiche in atto, eventi sanitari, allergie e intolleranze. In questo spazio il cittadino può
accedere anche ai referti medici che, previa autorizzazione, possono essere resi disponibili al medico
curante per un consulto online. Un metodo assolutamente innovativo offerto ai cittadini per tenere in ordine
e sotto controllo la loro storia personale relativamente alla salute e al benessere. SaniBlog è infine uno
spazio dedicato alle domande e ai dubbi sulla salute, nel quale i cittadini possono confrontarsi con i medici
e le strutture specialistiche scrivendo e chiedendo informazioni di loro interesse. Per ulteriori informazioni
visitare www.saniclic.it.
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/09/2016
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COSESA / La "medicina del territorio" collega in rete specialisti, farmacie , prestazioni e servizi specialistici
26/09/2016
Pag. 19
diffusione:251862
tiratura:369812
Cure alternative, scontro sul meeting
L'Istituto di sanità contro il convegno al Senato per includere ayurveda e antroposofia nel servizio pubblico
"Nelle istituzioni non si promuovano pratiche antiscientifiche". Tra gli interventi anche il medico anti-vaccini
MICHELE BOCCI
«No alle medicine non convenzionali e al medico anti vaccini in Senato». Un convegno in programma per
giovedì prossimo a Roma riporta alla luce la contrapposizione tra chi vorrebbe una maggiore presenza nel
servizio pubblico di omeopatia, fitoterapie a altre discipline e chi non le ritiene scientificamente validate e
quindi le vuole relegare alla libera scelta di pazienti paganti. E a schierarsi è anche un esponente
importante del sistema sanitario, cioè Walter Ricciardi, presidente dell'Istituto superiore di sanità. Forse non
è un caso che tutto avvenga in un periodo nel quale sono sempre più diffusi i sospetti nei confronti della
medicina ufficiale, le campagne contro la vaccinazione e i tentativi di molte persone di abbandonare le
strade di cura conosciute per fidarsi di "santoni" di vario genere, talvolta con esiti drammatici. Questi
fenomeni non sono necessariamente connessi alle medicine alternative (peraltro tra loro diverse) che però
finiscono per essere prese di mira.
Il Cicap, Comitato per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze fondato da Piero Angela, nei
giorni scorsi ha fatto un appello a Ricciardi perché prendesse posizione sul convegno al Senato e lui non si
è fatto ripetere due volte l'invito. «Accolgo l'appello fatto al presidente Piero Grasso di non promuovere
pratiche antiscientifiche nei luoghi istituzionali - ha detto Ricciardi - Non bisogna confondere la libertà di
cura con i criteri con cui deve essere garantito un equo accesso alle cure per tutti i cittadini e che deve
riguardare terapie e metodi di provata efficacia, condivisi dalla comunità scientifica, in modo da evitare
sprechi di risorse».Per Cicap l'unica disciplina «ad aver dato risultati sperimentali positivi, pur con alcune
limitazioni, è la fitoterapia». Ad organizzare il convegno sono Maurizio Romani, omeopata toscano espulso
da M5S e ora nel Gruppo misto, e la Associazione per la medicina centrata sulla persona. Nella
presentazione dell'appuntamento Romani, che vorrebbe arrivare a una legge, ha scritto tra l'altro come la
medicina occidentale dominante abbia bisogno dell'attenzione al paziente e al suo benessere promossa
dalle discipline alternative. «L'attenzione è anche rivolta alle capacità di auto-guarigione», scrive.
Giovedì parleranno esperti di agopuntura, omeopatia, fitoterapia, discipline già presenti in almeno 100
ambulatori pubblici in tutta Italia. Sono 14 le Regioni che hanno sottoscritto accordi con i medici che le
praticano per portarle nelle loro strutture, anche per questo l'uscita di Ricciardi ha lasciato interdetti gli
organizzatori. Ma nella sala del Senato si parlerà anche di ayurveda, antroposofica, omotossicologica,
osteopatia, chiropratica e shiatsu che invece per ora sono quasi assenti dal servizi sanitario nazionale. In
più, a moderare una delle sezioni c'è Roberto Gava, uno dei più noti medici anti vaccinisti, tra coloro che
vede un nesso tra questi medicinali e l'autismo (smentito dal mondo scientifico).
LE DISCIPLINEOMEOPATIA Usa prodotti di origine vegetale, minerale e animale per creare, a dosaggi
minimi, una malattia virtuale simile a quella naturale e far rispondere le difese dell'organismo AYURVEDA
Antichissima medicina tradizionale indiana che usa piante, minerali, massaggi e altre tecniche per
prevenire o per affrontare le malattie SHIATSU È una disciplina del benessere che utilizza punti simili a
quelli dell'agopuntura ma prevede la stimolazione attraverso una pressione di tipo manuale AGOPUNTURA
È una disciplina tradizionale cinese che utilizza la puntura di aghi i quali sarebbero in grado di riequilibrare
l'energia vitale dell'organismo FITOTERAPIA Si basa su piante medicinali che vengono utilizzate in base a
principi attivi in grado di svolgere funzioni terapeutiche, come se fossero farmaci di sintesi chimica
www.iss.it www.senato.it PER SAPERNE DI PIÙ
Foto: IN CALO Le vaccinazioni in Italia sono in calo dal 2012, in particolare per morbillo, parotite e rosolia
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/09/2016
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La polemica
26/09/2016
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"Care mamme basta falsi miti ecco perché i figli vanno vaccinati"
È totalmente sbagliato pensare che i vaccini siano troppo pesanti per i bimbi piccoli
ROBERTO BURIONI
MOLTO spesso mi capita di incontrare dei "genitori informati" che, sulla base di un lungo studio su Internet
e dopo la compulsazione di Wikipedia, hanno deciso di non vaccinare i loro figli secondo i tempi prescritti;
altri ancora mi rivolgono la domanda: «Ma non è meglio aspettare?». No, non è meglio aspettare, e vi
spiegherò il motivo. Una delle preoccupazioni delle mamme, e ovviamente anche dei padri, è relativa al
fatto che il sistema immunitario di un bambino - secondo la vulgata antivaccinista - non può reggere quello
che loro immaginano essere uno shock per le deboli difese infantili. Non sanno che, nel momento in cui
sono nati, i loro piccoli sono passati da un ambiente sterile come l'utero materno a un mondo dove hanno
incontrato miliardi di batteri, funghi, virus e parassiti, dai quali il loro sistema immunitario li sta difendendo
attivamente, altrimenti sarebbero già morti. Qualcuno si è addirittura divertito a calcolare a quanti antigeni
un bimbo sarebbe in grado di rispondere in tutta sicurezza e piena efficienza in una singola vaccinazione:
sono più di diecimila! Insomma, i vaccini non sono troppi per il sistema immunitario del nostro bimbo:
rappresentano un nulla rispetto a quello che il suo organismo deve riconoscere per sopravvivere in un
mondo pieno di agenti infettivi. Altra convinzione è che si vaccini troppo presto, tanto che i "genitori
informati" sovente decidono di aspettare che i figli siano più forti. Questa è proprio una cretinata, perché
non è troppo presto: ritardando le vaccinazioni, senza avere alcun beneficio, lasceremmo solo aperta la
porta a patogeni pericolosissimi proprio nel momento in cui i bambini sono più vulnerabili. Un esempio
chiaro è quello della pertosse.
La pertosse è infatti una malattia non solo pericolosa, ma estremamente contagiosa e pure difficile da
diagnosticare. La vaccinazione, anche quando non riesce a impedire l'infezione, previene comunque la
malattia o la fa decorrere in forma assai lieve [...].
Un bimbo appena venuto al mondo non ha un sistema immunitario pronto ad affrontare la moltitudine di
batteri e virus che possono attaccarlo. Noi lo aiutiamo stimolandolo con i vaccini, ma il suo organismo
comunque ha bisogno di tempo per "costruire" una risposta efficace contro i patogeni più pericolosi, che
possono causare conseguenze gravissime quando infettano dei bambini appena nati. La natura ha
provveduto a una difesa molto efficace: gran parte della protezione del neonato dagli agenti infettivi,
durante i primi mesi di vita, viene data dalla mamma, che durante la gravidanza trasferisce al feto,
attraverso la placenta, tutti i suoi anticorpi.
Quindi il bimbo, quando nasce, ha un repertorio anticorpale sostanzialmente identico a quello della madre,
grazie al quale è protetto da infezioni che, in un neonato, potrebbero avere conseguenze gravissime. Gli
anticorpi vengono trasferiti dalla madre al feto fino al momento del parto; da quel giorno in poi il bimbo deve
fare da sé.
Ma se, per esempio, la mamma è arrivata alla gravidanza senza aver mai avuto la varicella e senza essere
mai stata vaccinata, non potrà trasferire al bambino gli anticorpi contro la varicella.
Quindi il figlio, fin dal primo giorno di vita, non avrà alcuna protezione. Capito questo, si capisce anche
perché è importante vaccinarsi e perché - prima di considerare una gravidanza - è meglio valutare se si è
immuni contro i più importanti patogeni e, nel caso, se è necessario sottoporsi alla vaccinazione o fare un
richiamo. [...] Ho sentito molte mamme affermare: «Io non vaccino mio figlio, tanto lo allatto al seno e gli
trasferisco i miei anticorpi». Questo è un ragionamento completamente errato. La protezione che vi ho
descritto non dipende dall'allattamento al seno. Il latte materno conferisce al bimbo, oltre a un nutrimento
completo e bilanciato, gli anticorpi di tipo IgA che sono importanti per la protezione da alcune infezioni.
Tuttavia, per quanto riguarda le malattie di cui abbiamo detto sopra, gli anticorpi efficaci sono solo quelli
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IL CASO / L'IMMUNOLOGO DEL SAN RAFFAELE
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SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/09/2016
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che la mamma trasferisce durante la gravidanza, ammesso che li abbia. Per averli il modo più certo è
vaccinarsi.
Quindi è importantissimo, per mille questioni, nutrire il bimbo con il latte materno, se possibile.
Ma non ingannatevi pensando che se allattate vostro figlio non ci sia bisogno di vaccinarlo: è vero il
contrario.
Dunque, future mamme, controllate se siete immuni contro queste pericolose malattie e, se non lo siete,
vaccinatevi prima di cercare d'avere un bimbo.
(L'autore è immunologo al San Raffaele di Milano. Il testo è tratto dal suo libro in uscita "Il vaccino non è
un'opinione")
IL LIBRO IL VACCINO NON È UN'OPINIONE Il libro di Roberto Burioni, edito da Mondadori, sarà da
domani nelle librerie di tutta Italia
Foto: IL PERSONAGGIO Roberto Burioni, immunologo al San Raffaele di Milano, è noto per la sua
battaglia pro-vaccini fatta anche sui social
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La marijuana "di Stato" arriva nelle farmacie
Prodotta in Italia, potranno richiederla anche gli ospedali Da ottobre sarà più facile accedere alle terapie
antidolorifiche
GABRIELE MARTINI
Il conto alla rovescia è finito. Seppur con qualche mese di ritardo sulla tabella di marcia, la marijuana di
Stato arriva in farmacia. Il primo raccolto di cannabis terapeutica made in Italy è riposto in 1600 barattoli,
ognuno contenente 5 grammi, allineati su un tavolo dello Stabilimento chimico farmaceutico militare di
Firenze. Nei prossimi giorni verrà firmata la convenzione con il Ministero della Sanità e il lotto sarà spedito
negli ospedali e nelle farmacie che ne faranno richiesta. Il via libera A due anni dal via libera dei ministri
della Difesa e della Salute alla coltivazione, dai primi giorni di ottobre anche per i pazienti italiani diventa più
facile e meno costoso avere accesso alle terapie a base di cannabis. La marijuana viene impiegata come
farmaco contro il dolore. E' in grado di alleviare le sofferenze a pazienti oncologici, affetti da Hiv o che
soffrono di patologie gravi come sclerosi multipla, Sla e glaucoma. L'uso medico della cannabis è autorizz
ato dal 2007 dietro prescrizione medica, ma finora l'erba veniva importata dall'Olanda. Con notevole
dispendio di denaro e faticose trafile burocratiche. La prima varietà di marijuana terapeutica prodotta dallo
Stato italiano, coltivata a partire da 120 talee arrivate dal centro di ricerca Crea di Rovigo, si chiama FM 2
(Farmaceutico militare 2). Contiene due principi attivi: il 5-6% di Thc (tetraidrocannabinolo) e altrettanto di
Cbd (cannabidiolo). «In Gazzetta è previsto che la cannabis di Stato sia venduta alle farmacie a sei euro al
grammo più due per le spese di spedizione», spiega il colonnello Antonio Medica, direttore dello
Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare. Ma il prezzo finale verrà fissato dal ministero che dovrà
stabilire anche il ricarico del farmacista. «Da parte nostra non c'è alcun guadagno, anzi: se saremo in grado
di ottimizzare i processi produttivi, il prezzo potrebbe ancora scendere». Fino a oggi tredici Regioni
(Piemonte, Liguria, Lombardia, Venet o, Friuli Venezia Giulia, Emilia- Romagna, Toscana, Umbria,
Abruzzo, Marche, P uglia, Basilicata e Sicilia) hanno adott ato le ggi o provvedimenti che disciplinano l'uso
terapeutico di medicinali a base di cannabis. Ma solo in alcune di queste regioni l'erogazione è davvero a
carico dei Servizi sanitari regionali. Il «produttore» Lo Stabilimento chimico farmaceutico militare fiorentino
è un'azienda pubblica nata per fabbricare medicinali per le forze armate, poi passata a produrne anche per
la popolazione civile. La prossima tappa è sviluppare una nuova varietà di cannabis ad alto contenuto di
Thc (12%) e senza Cbd perché ci sono medici che preferiscono così. Nelle serre la coltivazione è a ciclo
continuo. Dal seme al prodotto finito, il processo dura circa 90 giorni. «Possiamo arrivare a quattro raccolti
l'anno - spiega il colonnello Medica -. Per ora l'importazione dall'Olanda continuerà, l'ingresso della
cannabis di Stato sarà graduale. A pieno regime puntiamo a produrne 100 chilogrammi l'anno», ossia il
fabbisogno nazionale calcolati dal Ministero della Salute. «E' una stima insufficiente», protestano però le
associazioni dei pazienti. I conti li fa Marco Perduca, ex senatore radicale oggi membro dell'Associazione
Coscioni: «Considerando una media di 1,5 grammi giornalieri a paziente, arriviamo a soddisfare appena le
esigenze di 200 malati. La domanda reale è cinquanta volte di più, riguarda almeno diecimila persone». I
pazienti confidano che, finalmente, la cannabis di Stato sia davvero alla portata di tutti. Finora c'è anche
chi, per contenere i costi, ha dovuto rivolgersi al mercato nero. «All'inizio ero contrario all'utilizzo della
cannabis dolore, ma di fronte ai risultati scientifici ho cambiato idea. Oggi curo ottocento pazienti», racconta
Paolo Poli, ex primario dell'unità di terapia del dolore dell'ospedale di Pisa e presidente della Società
italiana ricerca cannabis. «Un punto di forza è la drastica riduzione di effetti collaterali».
1600 barattoli I barattoli che contengono il primo raccolto di cannabis terapeutica made in Italy, ognuno con
5 grammi
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/09/2016
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il caso
26/09/2016
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2007 anno L'uso medico della cannabis è autorizzato dal 2007 con prescrizione medica, ma finora l'erba
era importata dall'Olanda
Foto: I laboratori La cannabis arriva dallo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, azienda
pubblica nata per produrre medicinali per i militari e passata a produrne anche per i civili
Foto: ROBERTO CACCURI/CONTRASTO
Foto: FM2 Farmaceutico Militare 2 è il nome della prima varietà di cannabis terapeutica prodotta dallo Stato
italiano
26/09/2016
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"Adesso quella legale costa troppo La compro in strada, pago la mafia"
Alessandro: ne faccio uso perché ho la sclerosi
LORENZO GOTTARDO
TORINO Alessandro Raudino, è un giovane siciliano di 3 4 anni af fetto da sclerosi multipla, ma è anche il
fondatore della prima associazione dedicata alla cannabis per uso farmacologico, Cannabis Cura Sicilia.
Da anni si batte perché il valore terapeutico del Thc, il principio contenuto nella cannabis, riceva una giusta
considerazione non solo dallo Stato italiano ma anche dal Sistema Sanitario nazionale. Quando nel 2006 ti
è stata diagnosticata la malattia come sei stato curato? «Mi hanno curato con iniezioni di un farmaco
chemioterapico, il Cobaxone, per due anni. Ma il farmaco non ha fatto altro che aggravare la mia situazione
con diversi effetti collaterali di cui il più grave è stato un tumore al colon». Come hai scoperto la cannabis
terapeutica? «Io e la mia compagna abbiamo fatto ricerca su internet e abbiamo scoperto che tra le cure
alternative c'era anche la cannabis. Però tre anni fa, quando ho iniziato a farne uso, in pochi la
conoscevano come cura e i medici a cui mi sono rivolto mi hanno spesso trattato come se fossi un
drogato». Allora come si poteva ottenere? «Bisognava andare in farmacia e con la ricetta medica
acquistare la Bedrocan, varietà di cannabis importata dall'Olanda per uso farmacologico, al costo di 40
euro al grammo. Un prezzo assolutamente fuori mercato che non si poteva sostenere a lungo». E tu come
hai fatto? «Ho dovuto scegliere se stare male oppure curarmi e finanziare le mafie. A malincuore, ho scelto
la seconda strada e continuerò a farlo perché non ho scelta. Solo così riesco a dormire e a ridurre gli
spasmi della malattia. Ecco, si può dire che lo Stato mi costringe a finanziare la mafia perché, se coltivo la
mia cannabis, rischio di finire in galera per spaccio, e se vado a comprarla in farmacia, oggi la pago 25 euro
al grammo. Sono 1300 euro al mese solo per curarmi». Quanto costa la cannabis con cui ti curi adesso?
«La s i p u ò co m p ra re p e r strada dai 5 euro al grammo in su. Ma a livello di qualità è molto più sc
adente pe rché non si sa come quella pianta è stata essiccata, o se contiene sostanze chimiche nocive per
la salute». E adesso che lo Stato italiano ha iniziato a produrre la propria cannabis? «Ancora non si sa nulla
di preciso, nemmeno i costi o le regioni a cui è destinata. L'unica cosa sicura è che per quest'anno
praticamente la cannabis di Stato è già finita perché ne hanno prodotti solo 10 chili. Di cui al momento la
commercializzazione, che doveva partire ad agosto, è bloccata».
Se l'acquisto legalmente la pago 25 euro al grammo: in totale mi costa 1300 euro al mese Alessandro
Raudino Presidente di Cannabis Cura Sicilia
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/09/2016
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Intervista
26/09/2016
Pag. 18
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tiratura:90556
Appena inaugurato, l'ospedale si allaga
CHIARA DAINA
Pezzi di controsoffitto a terra. Secchi e teli ovunque. Scene immortalate sugli smartphone dagli infermieri
del pronto soccorso dell ' ospedale Grassi di Ostia dove il 16 settembre è piovuto dentro alle corsie.
Allagata l ' area di triage, la sala d ' attesa per i pazienti e l ' ingresso ambulanze. Spazi inagibili per almeno
24 ore. Parliamo di una struttura inaugurata appena nove mesi fa, uno dei 12 pronto soccorso romani
ristrutturati con i fondi del Giubileo. I lavori di ammodernamento e l ' opera di riqualificazione sono costati
2,1 milioni di euro. Mentre tutto il pacchetto di interventi sanitari programmati dalla Regione in occasione
dell ' anno santo della misericordia ammonta a 88 milioni di euro. La segreteria provinciale di Nursind
ricorda che già sei mesi fa con la prima pioggia invernale l ' acqua si era infiltrata nel controsoffitto del
pronto soccorso e oggi chiede un ' i ndagine sui collaudi. Il commissario dell ' Asl 3 di Roma, Giuseppe
Legato, nominato a gennaio, riconosce la gravità del danno ma, con in mano un report della ditta che ha
eseguito i lavori, mette in discussione che il rifacimento abbia riguardato la zona finita sott ' acqua. Come è
possibile?
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/09/2016
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SA N I TÀ KO Ostia e i fondi del Giubileo
26/09/2016
Pag. 1
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tiratura:90556
MARCO TRAVAGLIO
Ora e sempre coerenza. " Sembra che Monti dirà no alle Olimpiadi a Roma 2020 ... troppi soldi, troppo
vaghi i ritorni. Fa bene, il coraggio di dire no quando serve " (Ettore Rosato, ora capogruppo Pd alla
Camera, 14.2.2012). " Olimpiadi, sommato il Governo ha fatto la cosa giusta. Non era il momento " (Paolo
Gentiloni, ora ministro Pd degli Esteri, 14.2.2012). " M o nti dice no a Roma2020 non c o n v i n t o dal
progetto. È un anno che pubblicamente dico che quel progetto non va bene. Non mi hanno ascoltata "
(Anna Paola Concia, allora deputata Pd, 14.2.2012). " Ol impiadi, il governo Monti ha preso una decisione
meditata " (Stefano Bonaccini, ora governatore Pd dell'Emilia Romagna, 14.2.2012). Prima della cura. " No
di Monti alle Olimpiadi. Alemanno riprovi con quelle invernali visto l ' allenamento che ha fatto " (David
Sassoli, eurodeputato Pd, 14.2.2012). " A Monti ho fatto complimenti per no alle Olimpiadi. Saper rinunciare
in certi casi è aumentare tasso di serietà e responsabilità " (Sassoli, 15.2.2012). Dopo la cura. " Il no della
Raggi alle Olimpiadi è una decisione infantile che priva i romani di importanti risorse per riqualificare e
ristrutturare, senza colate di cemento, una città al declino " (David Sassoli, Pd, vicepresidente Parlamento
europeo, 22.9.2016). Prima della cura. " Monti ha preso una decisione saggia ... dinanzi a troppe incognite
e costi poco chiari in un momento in cui il nostro Paese è impegnato ad uscire da una pesante crisi
economica. Dubbi più che fondati, visti gli esempi del passato. Basta pensare all ' esperienza di Italia ' 90 o
a più recenti mondiali di nuoto " (Stefano Pedica, deputato IdV, 14.2.2012). Dopo la cura. " Il no della Raggi
alle Olimpiadi? L ' unica cosa irresponsabile è aver detto no alle Olimpiadi per mettere una toppa nel M5S
piuttosto che pensare al futuro della Capitale " (Stefano Pedica, Pd, già candidato alle primarie per il
sindaco di Roma, 21.9.2016) Prima della cura. " Da sportiva ero assolutamente a favore di Roma 2020 e
avrei sottoscritto l ' appello firmato dai 60 campioni, ma sono più comprensibili le ragioni addotte da Monti "
(Evelina Christillin, Corriere della sera, 15.2.2012). Dopo la cura. " Il no della Raggi alle Olimpiadi è politico
e non mi trova d ' accordo. Un ' occasione persa per Roma e l ' Italia " (Christillin, Corriere della sera ,
22.9.2016). Autonomia operaia. " Non si può solo dire no per evitare le responsabilità. La Raggi pare
telecomandata " (Luca Cordero di Montezemolo, presidente Comitato promotore Roma 2024, Corriere della
sera , 23.9). Bei tempi quando Montezemolo era così autonomo e indipendente da Gianni Agnelli. Prossima
fermata. " Non si fermano le grandi opere, ma i ladri " (Matteo Renzi, Pd, presidente del Consiglio, 24.9).
Per chiedergli i voti al Senato. #Matteostaisereno. " Renzi batte i pugni in Europa, ma in Italia stia sereno "
(Eugenio Scalfari, la Repubblica , 25.9). Come Letta. Cretinity Day/1. " In relazione alle polemiche relative
alle accuse di razzismo rivolte al Ministero della Salute per un ' immagine contenuta in uno degli opuscoli
sulla prevenzione della fertilità predisposti per il Fertility Day " (Beatrice Lorenzin, Ncd, ministro della
Salute, 22.9). Quindi la malattia da prevenire è la fertilità: bastava dirlo e si capiva tutto. Cretinity Day/2. " C
' è un sacco di gente che spira a fare il ministro della Salute " (Lorenzin, 22.9). Purtroppo anche lei. Ha
parlato Che Guevara. " Legalità contro la paura, altrimenti vince la destra " (Giuseppe Sala, Pd, sindaco di
Milano, la Repubblica , 19.9). Infatti a Milano ha vinto lui. Prima e dopo. " C ' è vita dopo la morte. Ne ho le
prove " (Renato Farina, Libero , 25.9). È prima che non c ' è. Il titolo della settimana/1. " Il leghista Pini
discuterà di immigrazione con Obama " ( Il Resto del Carlino , 18.9). Ueilà, negher, sei arrivato col
gommone? Il titolo della settimana/2. " E ad Arcore si festeggia il ritorno di Dudù e Dudina. All ' ufficio di
presidenza azzurro " ( il Giornale , 25.9). Resta da capire chi dei due farà il presidente. MARCO
TRAVAGLIO
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/09/2016
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Ma mi faccia il piacere
26/09/2016
Pag. 8
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tiratura:66152
Farmaci venduti on line, uno su tre risulta inefficace
Boom di vendite sui siti illegali già superato il volume d'affari del traffico mondiale di eroina Il contrasto Al
via una task force contro i laboratori criminali Siglato un patto tra Federfarma Sitox e Aifa
Il fenomeno della vendita online di farmaci falsi o contraffatti è sempre più diffuso su scala mondiale.
Rappresenta il 10 per cento del mercato farmaceutico mondiale e riguarda un farmaco su tre per la cura di
una malattia. Nell'Unione Europea sono aumentati in misura allarmante le scoperte di medicinali falsificati
sotto i profili dell'identità, della storia, dell'origine. E le ultime indagini sulla conoscenza del fenomeno da
parte della popolazione mostrano un dato sconfortante: la scarsa consapevolezza della pericolosità per la
salute di questi prodotti. Un recente rapporto statunitense mette in luce che il 91 per cento dei siti che
vendono farmaci sul web sono riconducibili a grandi gruppi associati, un business mondiale che, si stima,
vada a superare quello dell'eroina. Si calcola, che per ogni 1.000 dollari investiti, la criminalità può
guadagnare intorno a 20.000 dollari dal traffico di eroina e fino a 400.000 dal commercio di farmaci
contraffatti. I produttori spesso operano in Paesi come la Russia, la Cina, l'India, le Mauritius, la Turchia e
la commercializzazione dei prodotti medicinali contraffatti non ha frontiere, una realtà che sta invadendo il
mondo, con danni per la salute, talora irreparabili. Cosa spinge a rivolgersi a Internet? Il minor costo, a
volte anche di 10 volte, rispetto ai farmaci disponibili in farmacia, l'arrivo comodamente a casa in modo
riservato, senza bisogno di prescrizione medica. E così ci si mette in casa prodotti contraffatti, che
contengono sostanze non controllate, di scarsa qualità, con una possibile quantità di principio attivo minore
di quello dichiarato in etichetta, o addirittura tossici. Proprio nei giorni scorsi, nel tentativo di contrastare il
fenomeno, è stato sottoscritto un patto da Società italiana di tossicologia (Sitox), Società italiana di
farmacologia (Sif), Agenzia italiana del farmaco (Aifa); e Federfarma; Farmindustria. L'obiettivo è fermare i
laboratori criminali che usano il web per vendere farmaci in Europa e nel mondo: soprattutto stupefacenti,
prodotti contro la disfunzione erettile, dimagranti, anabolizzanti, ma anche salvavita come antibiotici,
antivirali o antitumorali. Un mercato miliardario che sta crescendo grazie alla pubblicità su internet. I dati a
livello mondiale: il 10% dei medicinali sul mercato - in tutto il mondo - è contraffatto; in Asia, Africa e
America Latina il 30% dei farmaci venduti è contraffatto; in Europa la distribuzione dei farmaci illeciti è stata
segnalata praticamente in tutti gli Stati dell'Unione Europea.
Foto: Medicine illegali Il sequestro di una partita di farmaci contraffatti da parte degli uomini del Nucleo anti
sofisticazione: anche on line è boom di vendite
SANITÀ NAZIONALE - Rassegna Stampa 26/09/2016
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L'allarme
VITA IN FARMACIA
4 articoli
26/09/2016
Pag. 2 Ed. Ascoli
diffusione:106784
tiratura:150223
DUE DRAMMI DIVERSI, una sola volontà. Ricominciare. Non perdere le radici di paesini che hanno avuto
le loro storie centenarie, provare a guardare avanti. E' stata una domenica particolare per Montegallo e
Pescara del Tronto. Nel piccolo comune ai piedi del Monte Vettore è stata inaugurata la cittadella
dell'Emilia-Romagna: una scuola, la sede del Comune, un presidio medico-ambulatoriale con la farmacia,
la sede del Corpo forestale, la chiesa. Tutto in soli diciassette giorni, grazie all'impegno di chi non ha perso
un attimo per poter realizzare il primo Centro multifunzionale allestito nell'area del sisma in Centro Italia. Ieri
mattina c'erano l'assessore regionale alla Difesa del suolo e Protezione civile, Paola Gazzolo, il sindaco
Sergio Fabiani, il commissario alla ricostruzione, Vasco Errani, il capo del Dipartimento nazionale della
protezione civile Fabrizio Curcio, l'assessore alla Protezione civile delle Marche Anna Casini. «NON
CERCO applausi, questo non è un talk show. Il mio obiettivo è far sì che un territorio come Montegallo, che
attualmente ha circa 560 abitanti, dopo la ricostruzione ne abbia 700. Perché quello che vogliamo è un
nuovo modello capace di attirare gente» ha detto Vasco Errani, che ha puntualizzato anche sull'area del
cratere che sarà definita nei prossimi giorni: «Il Governo è stato chiaro, e spero di esserlo anche io una
volta per tutte: chi ha subito danni dal terremoto sarà risarcito al cento per cento, che sia dentro il cratere o
no». «Approvo al mille per mille le sue parole - gli fa eco il sindaco del piccolo paesino, Sergio Fabiani -. I
soldi pubblici devono essere spesi soltanto per chi ne ha bisogno. Qui per fortuna non ci sono stati morti,
ma i danni sono evidenti. Il 75% delle case è stato dichiarato inagibile. Oggi è stata una giornata importante
per noi, Errani e Curcio ci hanno confortati, le Marche e l'Emilia Romagna non ci fanno sentire soli. Le
persone devono rimanere a Montegallo, e sono sicuro che lo faranno. Perché siamo gente di montagna, ci
rialzeremo subito: il nostro è un territorio vocato al turismo e chi lo ha visitato sa che spettacolo può trovare
qui». NEL POMERIGGIO c'è stata la celebrazione della messa del vescovo Giovanni D'Ercole, mentre a
pochi chilometri di distanza, un'altra funzione veniva celebrata a Pescara del Tronto. La piccola frazione ha
pianto i suoi 47 morti. Vite spezzate in pochi secondi. Vite che chi ce l'ha fatta non vuole dimenticare, in un
posto completamente devastato che sarà difficile da ricostruire. Ma adesso c'è da ricostruire il cuore di chi
ha perso i suoi cari, di chi ha la morte nell'anima. Flavio Nardini I pastori
In breve
La struttura
In soli 17 giorni a è stato realizzato il primo Centro multifunzionale allestito nell'area del sisma in Centro
Italia: una scuola, la sede del Comune, un presidio medico-ambulatoriale con la farmacia, la sede del
Corpo forestale, la chiesa
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 26/09/2016
24
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Cittadella a Montegallo, Errani: «Niente show, ricostruiremo tutto»
26/09/2016
Pag. 2 Ed. Milano
diffusione:40181
tiratura:65422
di VALERIA GIACOMELLO - PANTIGLIATE - UNA FOLLA per l'inaugurazione della prima farmacia
comunale cittadina. Un lungo percorso, iniziato nel 2013 e portato a termine, fra mille difficoltà burocratiche,
dall'amministrazione comunale in carica. «Ci abbiamo creduto fino in fondo - spiega l'assessore ai Lavori
pubblici Antonella Galimberti - perché eravamo certi di avere intrapreso la strada giusta». La «farmacia di
tutti i cittadini», come è stata definita dal sindaco Claudio Veneziano, è ubicata nella parte vecchia del
paese a pochi metri dalla parrocchia. Una sistemazione temporanea: entro qualche anno, infatti, dovrebbe
venire ospitata nel vecchio palazzo comunale destinato a diventare una piccola cittadella della salute con
ambulatori annessi. GIANNI TERRIBILE, amministratore unico di FarmCom, la società partecipata
costituita da dodici Comuni di cui Pantigliate è entrata a far parte, precisa che, mentre FarCom si occupa
della gestione tecnica della farmacia, è l'amministrazione comunale a dettare le linee politiche: «Il nostro
maggiore impegno sarà di garantire ai cittadini tutti i servizi promessi. Maggiori saranno i risultati di
gestione, maggiori i successivi investimenti». CLAUDIO VENEZIANO al taglio del nastro si è tolto qualche
sassolino dalla scarpa: «La realizzazione della farmacia comunale rappresenta una battaglia vinta dalla
nostra amministrazione. È singolare che il Governo, accanto a leggi che obbligano i Comuni a
convenzionarsi fra di loro per razionalizzare le spese, ne promulghi altre per togliere la possibilità ai Comuni
di utilizzare società partecipate. Abbiamo però raggiunto l'obiettivo finale e apriamo in regola al 100% con
tutti i requisiti normativi. Questa farmacia rappresenta una ricchezza economica per tutti i cittadini visto che,
oltre ai servizi erogati, porterà delle entrate alle casse comunali». PAROLE di ringraziamento verso la
comunità di Pantigliate sono state espresse da Antonella Notarnicola, direttrice della nuova farmacia:
«Nella fase preparatoria all'apertura siamo stati accolti con grande calore. Questo atteggiamento positivo ci
stimola a dare il massimo e a cercare una continua conferma di apprezzamento in merito alle attività che
svolgeremo». Fin da subito una novità certamente apprezzata da tutti: l'orario di apertura sarà continuato,
senza pausa pomeridiana.
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 26/09/2016
25
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Ecco la prima farmacia comunale E il sindaco polemizza col Governo
26/09/2016
Pag. 6 Ed. Umbria Terni
diffusione:81509
tiratura:120211
Debiti in Comune, i Cinque Stelle «Il sindaco chieda scusa e si dimetta»
- TERNI - «E' UFFICIALE, il 'buon governo' e la 'competenza' del centrosinistra locale, hanno indebitato i
cittadini ternani per oltre 15 milioni di euro. A questi vanno aggiunti circa un milione e 700mila euro di debiti
fuori bilancio, le cui spese, se correttamente inserite nel bilancio di previsione del 2015, avrebbero
probabilmente condotto al predissesto già un anno fa». A sostenerlo è Federico Pasculli, consigliere
comunale del Movimento 5 Stelle. Che aggiunge: «La Giunta, con la connivenza della maggioranza,
governa pertanto illegittimamente, assumendo gravi decisioni politiche senza averne più diritto. Su questo
fronte ci stiamo già adoperando perché si faccia chiarezza. Forse non è chiaro che i loro errori ricadranno
sulla testa di noi cittadini». «SAREMO costretti a subire altri tagli ai servizi locali - continua il consigliere
pentastellato - e molto probabilmente perderemo alcuni beni della collettività grazie alla privatizzazione di
aziende partecipate come le farmacie comunali e l'Asm. Se non bastasse tutto ciò saremo costretti a
vedere aumentate le nostre tasse. Per questo - conclude Pasculli - riteniamo doveroso che la maggioranza
e il sindaco Di Girolamo, informino con una lettera di scuse i cittadini. Una lettera accompagnata da
dimissioni immediate».
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 26/09/2016
26
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TERNI PASCULLI: 'SUBIREMO ALTRI TAGLI AI SERVIZI'
26/09/2016
Pag. 42 Ed. Venezia
diffusione:55012
tiratura:76804
S.MARIA DI SALA - I cittadini di Caltana dovranno attendere, presumibilmente, ancora sei mesi per
rivedere aperta la "loro" farmacia, ma intanto una luce la stanno già intravvedendo in fondo al tunnel. Lo
assicura il sindaco di Santa Maria di Sala, Nicola Fragomeni, che con il direttore generale dell'UlSS 13
Giuseppe Dal Ben e con l'intervento dell'avvocatura della Regione, hanno trovato la quadra per l'avvio
dell'iter necessario a questa riapertura. Ora il provvedimento sarà portato in Consiglio comunale per
l'approvazione della delibera che consentirà l'apertura della sospirata farmacia; il che potrebbe essere per
la fine di gennaio 2017. (c.pet.)
VITA IN FARMACIA - Rassegna Stampa 26/09/2016
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Caltana riavrà la farmacia
PROFESSIONI
1 articolo
26/09/2016
Pag. 54 N.31 - 26 settembre 2016
diffusione:400000
IL DISTRETTO FARMACEUTICO ARRETRA: NEI PRIMI SEI MESI 2016 LE ESPORTAZIONI SONO
DIMINUITE DELL'11%. UN CALO FISIOLOGICO DOPO LA CAVALCATA DEGLI ANNI PASSATI. E I
COLOSSI PRESENTI SUL TERRITORIO RILANCIANO CON SOSTANZIOSI INVESTIMENTI
Eugenio Occorsio
Roma È il fiore all'occhiello dell'economia laziale anche se ultimamente si è un po' scolorito. Il distretto
farmaceutico del Sud Lazio, la fascia che scende da Pomezia, Aprilia, fino a Sabaudia e Latina - 121
imprese con 15.500 addetti diretti e 6mila indotti vale 9 miliardi di esportazioni l'anno, un terzo del totale
dell'export del settore italiano. L'anno scorso valeva ancora di più, perché l'export è sceso dell'11% nei
primi sei mesi di quest'anno (la peggior performance fra tutti i comparti industriali), ma comunque rimane un
cluster di primaria importanza, «dove tutti vogliono venire a investire perché ormai si è creato quel circuito
virtuoso di competenze, interscambio, indotto specializzato, che è la forza di un distretto industriale»,
spiega Massimo Scaccabarozzi, presidente della Farmindustria nonché della Janssen (gruppo J&J) di
Borgo San Michele vicino Latina. Produce farmaci contri i tumori, l'epatite, il diabete. «Abbiamo appena
finito un ciclo di investimenti da 100 milioni e ne stiamo avviando un altro da 80 milioni, con una produzione
"in continuo", dalla materia prima alla compressa tutto all'interno dello stesso stabilimento, che è
all'avanguardia mondiale. Vi lavorano 800 dei 1300 dipendenti del gruppo in Italia, e i nostri prodotti sono
per il 93% esportati». Nel 2015 il Lazio è diventato la prima regione in Italia per l'export di prodotti
farmaceutici con un valore del fatturato di poco inferiore ai 10 milioni di euro, +15% rispetto al 2014: fra i
distretti solo il cluster biomedicale di Mirandola, l'aeronautico pugliese e l'Ict dell'Aquila hanno fatto meglio.
E probabilmente la scivolata del primo semestre si spiega con la crescita vertiginosa dopo la quale è
fisiologico un assestamento. Il settore incide per il 47% sul'export manifatturiero del Lazio nel 2015, e per
l'82% nella provincia di Latina. La chiave del successo del Pharma-Lazio è la specializzazione della catena
produttiva, logistica e distributiva: le aziende laziali possono garantire il top della qualità e rispettare tempi
di consegna di sei mesi, mentre in media il mercato richiede un anno. I margini di crescita sono ampi, e
proseguono gli investimenti. La Janssen ha acquistato per 500mila euro un terreno per ampliare la fabbrica
e la produzione del 30%, da 4 a 5 miliardi di confezioni. L'area Pontina è la Palo Alto italiana del pharma.
«Si è creato un ambiente molto favorevole, costruttivo e pieno di stimoli», conferma Johannes
Khevenhueller, amministratore delegato dell'Istituto Biochimico G.Lorenzini di Aprilia. «La continua
pressione sui prezzi ci impone di spingere sulla ricerca per migliorare la qualità dei prodotti e la produttività
delle lavorazioni». Sempre ad Aprilia la Abbvie di Chicago, 20 miliardi di fatturato, ha investito 60 milioni per
avviare una linea produttiva hi-tech per farmaci biologici. L'operazione prevede 100 assunzioni e il 90%
della produzione, che inizierà nel 2017, sarà destinato all'estero. Un'altra azienda che ha stabilito una
solida base nel distretto pontino è l'Alfa Wassermann. Spiega Stefano Golinelli, figlio del fondatore e
presidente della holding AlfaSigma che dal 2015 riunisce le attività dell'AW e della Sigma Tau: «Siamo felici
di aver riunito le nostre attività con quelle di un'azienda prestigiosa e consolidata come la Sigma Tau di
Pomezia, e contiamo di sviluppare proficue sinergie con il nostro impianto di Pescara». Il Lazio, come
l'Italia, è un centro per la produzione e l'export più che per il consumo: è uno stimolo ad allargare gli
investimenti. Così cresce anche la provincia di Frosinone, grazie alla vicinanza con l'A1: la francese Sanofi
ha firmato con Invitalia un accordo per nuovi prodotti liofilizzati e un programma di ricerca in microbiologia.
L'investimento di 47 milioni coinvolgerà la fabbrica di Anagni che produce insulina, antiepilettici e vaccini: il
90% va all'export ma restano nel Lazio la ricchezza generata dagli investimenti, posti di lavoro e reddito.
L'industria del farmaco garantisce ogni anno sul territorio un volume di consumi privati di 500 milioni e
genera, con l'indotto, un giro d'affari nel Lazio di quasi 3 miliardi, di cui 600 milioni di investimenti, 1,2 di
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 26/09/2016
29
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Biotech e terapie innovative la Palo Alto del basso Lazio
26/09/2016
Pag. 54 N.31 - 26 settembre 2016
diffusione:400000
PROFESSIONI - Rassegna Stampa 26/09/2016
30
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
stipendi, 950 milioni tra imposte dirette e Iva. I nuovi investimenti puntano su biotecnologie e terapie
innovative, che già rappresentano il 20% del fatturato: oltre 20 aziende si dedicano al biotech e il Lazio
punta a diventare un polo mondiale per farmaci sperimentali e innovativi. S. DI MEO, FONTE
ELABORAZIONI SU DATI ISTAT, FARMINDUSTRIA
Foto: La chiave del successo del farmaceutico laziale è la specializzazione della sua catena produttiva,
logistica e distributiva: top della qualità e consegne in sei mesi
PERSONAGGI
7 articoli
26/09/2016
Pag. 6 Ed. Cosenza
diffusione:26501
tiratura:39141
Addio alle " ricette rosse " In Italia l ' 80% ormai è digitale
Un risultato che porterà milioni di risparmi alla sanità pubblica
Livia Parisi
ROMA Chi prima chi dopo, chi più velocemente e chi a stento, tutte le Regioni hanno ormai introdotto la
ricetta elettronica, portando in Italia la quota delle prescrizioni digitali all ' 80%. Tanto che l ' addio alle
ricette rosse potrebbe diventare realtà entro fine 2016, sostituite da un semplice promemoria cartaceo
accompagnato da un codice digitale. Un risultato che porterà milioni di risparmi alla sanità pubblica, anche
se difficili da calcolare. «Se si considera che in un anno di impegnative per farmaci se ne fanno circa 600
milioni e che ognuna costa 40 centesimi solo per la stampa e la carta fornita dal Poligrafico di Stato (con
filigrana antifalsificazione), il risparmio per il solo 2017 potrebbe essere di almeno 250 milioni. A cui
aggiungere i risparmi nel trasporto per portare i ricettari da Roma verso il resto d ' Italia e quelli che
derivano dal controllo informatizzato delle ricette al posto di quello manuale», chiarisce all ' Ansa Daniele D
' angelo, direttore di Promofarma, società di informatica di Federfarma. «Questo traguardo costituisce un
grande risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale, ma anche per gli italiani - sottolinea la presidente di
Federfarma Annarosa Racca - perché la ricetta digitale vale su tutto il territorio del Paese. Quindi i cittadini
possono andare con l ' impegnativa del proprio medico in qualsiasi farmacia italiana e avere il farmaco
dispensato, pagando il ticket della propria regione di appartenenza. Spesso la gente ancora non lo sa». In
base agli ultimi dati di Promofarma, relativi a luglio, la media italiana di ricette digitali rispetto al totale di
quelle emesse è del 77%. Le regioni però non procedono affatto di pari passo, ma con qualche sorpresa
rispetto al solito. In cima alla classifica delle virtuose, infatti, troviamo la Campania e il Veneto con l ' 89,5%
delle ricette dematerializzate, seguite da Molise (88,4%) e Sicilia (87,8%). In coda la Calabria (26,7%) e la
provincia autonoma di Bolzano (2,6%) partite per ultime, rispettivamente a luglio e giugno, ma che negli
ultimi due mesi hanno già fatto molti progressi. 3
Foto: Ricetta elettronica. Tutte le Regioni l ' hanno ormai introdotta
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 26/09/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Quasi tutte le regioni hanno introdotto le " elettroniche "
26/09/2016
Pag. 5 Ed. Bari
diffusione:23153
tiratura:33675
I sen. Lettieri e Zizza al governo: mandate gli ispettori in stabilimento
l TA R A N TO. Alti e bassi. Tregue (apparenti) e conflitti (evidenti). Così il rapporto del presidente della
Regione Puglia, Michele Emiliano, col caso Ilva. Ma adesso la posizione del governatore sul siderurgico si
è radicalizzata. Per le ultime vicende certo (malattie e morti sul lavoro), ma anche perché, si commenta a
Taranto, si avvicina la scadenza elettorale (si vota per il Comune nella prossima primavera) ed Emiliano
intuisce bene che dalla questione Ilva e di cosa farne in futuro non si potrà prescindere. E quindi prova ad
intercettare quelli che ritiene siano i sentimenti e le aspirazioni della città. Ma su questo particolare
posizionamento in diversi lo attaccano (sindacati e imprenditori per esempio) e anche nel Pd di Taranto (il
Pd, il partito del governatore) non lo amano, anche se non l'am mettono esplicitamente. Che Emiliano
avesse l'intenzione di alzare il tiro sull'ultimo decreto lo si era capito già nell'audizione di fine giugno alle
commissioni Attività produttive e Ambiente della Camera. In quell'occasione si augurò che il Parlamento
facesse un lavoro talmente perfetto da rendere il decreto non impugnabile alla Consulta. E definì
l'impugnazione una scelta tecnica, e non politica, perché a valle della lesione di prerogative della Regione
(in materia ambientale in questo caso). In quell'audizione Emiliano manifestò pure perplessità che Arvedi,
uno dei soggetti in gara per l'Ilva, avesse Cassa Depositi e Prestiti, e quindi lo Stato, come alleato. Disse:
che bisogno c'è di ricorrere al pubblico se il progetto è convincente? Strano Emiliano, si commentò, attacca
proprio Arvedi che è l'unico che pensa a decarbonizzare l'I l va proprio come lui vorrebbe. E un altro duello
sul decreto Emiliano lo ingaggiò il 29 luglio alla Prefettura di Taranto, presente il premier Matteo Renzi.
Anche allora ventilò l'impugnazione alla Corte Costituzionale. Con toni misurati davanti al presidente del
Consiglio, con parole più dure all'uscita del vertice. Renzi però non si scompose. Alla fine dell'inter vento di
Emiliano, prese il microfono e disse: le divergenze tra me ed Emiliano sull'Ilva non sono una novità, ma la
linea del Governo è quella che vi ha esposto poco prima il vice ministro, Teresa Bellan ova . Ovvero tenere
insieme continuità della produzione e del lavoro col risanamento ambientale. E il vice ministro del Mise, in
quell'occasione a Taranto, aveva parlato prima di Emiliano. Come dire: partita chiusa per il Governo. Per
Palazzo Chigi la linea è altra. E ieri intanto i senatori dei Conservatori e Riformisti Luigi D'Ambrosio Lettieri
e Vit torio Zizza hanno presentato un'inter rogazione al Governo chiedendo di «avviare urgentemente
un'azione ispettiva nell'Ilva al fine di verificare che tutte le misure di sicurezza previste o ritenute
indispensabili siano state applicate». Chiesta anche la modifica dei decreti al fine di introdurre criteri di
sicurezza e di organizzazione del lavoro rispondenti alle normative in materia». [D.Pa.]
Foto: I LVA Una veduta esterna del siderurgico
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 26/09/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Sgambetti, inciampi, scintille maretta politica sul siderurgico
26/09/2016
Pag. 6
diffusione:32945
tiratura:44113
Addio alle ricette rosse L'80% sono già digitali
Entro l'anno completata la svolta Veneto e Campania le più virtuose Solo per carta e stampa previsti
risparmi annui per 250 milioni
Livia ParisiROMAChi prima chi dopo, chi più velocemente e chi a stento, tutte le Regioni hanno ormai
introdotto la ricetta elettronica, portando in Italia la quota delle prescrizioni digitali all'80%. Tanto che l'addio
alle ricette rosse potrebbe diventare realtà entro fine 2016, sostituite da un semplice promemoria cartaceo
accompagnato da un codice digitale. Un risultato che porterà milioni di risparmi alla sanità pubblica, anche
se difficili da calcolare.«Se si considera che in un anno, di impegnative per farmaci se ne fanno circa 600
milioni e che ognuna costa 40 centesimi solo per la stampa e la carta fornita dal Poligrafico di Stato (con
filigrana antifalsificazione), il risparmio per il solo 2017 potrebbe essere di almeno 250 milioni. A cui
aggiungere i risparmi nel trasporto per portare i ricettari da Roma verso il resto d'Italia e quelli che derivano
dal controllo informatizzato delle ricette al posto di quello manuale», è quanto ha chiarito Daniele D'angelo,
direttore di Promofarma, società di informatica di Federfarma. «Questo traguardo costituisce un grande
risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale, ma anche per gli italiani», ha sottolineato la presidente di
Federfarma Annarosa Racca, «perché la ricetta digitale vale su tutto il territorio del Paese». «I cittadini
possono andare con l'impegnativa del proprio medico in qualsiasi farmacia italiana e avere il farmaco
dispensato pagando il ticket della propria regione di appartenenza. Spesso la gente ancora non lo sa», ha
aggiunto. In base agli ultimi dati di Promofarma, relativi a luglio, la media italiana di ricette digitali rispetto al
totale di quelle emesse è del 77%. Le regioni però non procedono affatto di pari passo, ma con qualche
sorpresa rispetto al solito. In cima alla classifica delle virtuose, infatti, troviamo la Campania e il Veneto con
l'89,5% delle ricette dematerializzate, seguite da Molise (88,4%) e Sicilia (87,8%). In coda la Calabria
(26,7%) e la provincia autonoma di Bolzano (2,6%) partite per ultime, rispettivamente a luglio e giugno, ma
che negli ultimi due mesi hanno già fatto molti progressi. «Visto che i dati sono relativi a luglio, pensiamo
sia realistico arrivare al 90% di ricette elettroniche in tutta Italia entro fine anno», ha commentato D'Angelo.
Questo infatti era l'obiettivo dell'Agenda Digitale, «perché anche quando il sistema sarà a regime resterà
sempre una quota pari a circa il 10% di farmaci per i quali continuerà a essere utilizzata la ricetta rossa,
come per i farmaci in distribuzione per conto e quelli contenenti sostanze psicotrope». Tra i fautori della eprescription, Enzo Chilelli, direttore generale Federsanità Anci, associazione che riunisce asl e aziende
ospedaliere italiane e lavora per i processi i semplificazione. «Sarebbe il caso», ha detto, «venisse usata
per tutti i farmaci, anche per la prescrizione di oppiacei smettendo di stampare le inutili ricette rosse».
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 26/09/2016
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La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
SANITÀ. Verranno sostituite da un semplice promemoria cartaceo accompagnato da un codice
26/09/2016
Pag. 7
diffusione:21433
tiratura:28060
La validità è nazionale Calcolato in più di 250 milioni il risparmio annuo per il Servizio sanitario
ROMA Chi prima chi dopo, chi più velocemente e chi a stento, tutte le Regioni hanno ormai introdotto la
ricetta elettronica, portando in Italia la quota delle prescrizioni digitali all'80%. Tanto che l'addio alle ricette
rosse potrebbe diventare realtà entro fine 2016, sostituite da un semplice promemoria cartaceo
accompagnato da un codice digitale. Un risultato che porterà milioni di risparmi alla sanità pubblica, anche
se difficili da calcolare. «Se si considera che in un anno di impegnative per farmaci se ne fanno circa 600
milioni e che ognuna costa 40 centesimi solo per la stampa e la carta fornita dal Poligrafico di Stato (con
filigrana antifalsificazione), il risparmio per il solo 2017 potrebbe essere di almeno 250 milioni. A cui
aggiungere i risparmi nel trasporto per portare i ricettari da Roma verso il resto d'Italia e quelli che derivano
dal controllo informatizzato delle ricette al posto di quello manuale», chiarisce Daniele D'angelo, direttore di
Promofarma, società di informatica di Federfarma. «Un grande risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale,
ma anche per gli italiani - sottolinea la presidente di Federfarma Annarosa Racca perché la ricetta digitale
vale su tutto il territorio del Paese. Quindi i cittadini possono andare con l'impegnativa del proprio medico in
qualsiasi farmacia italiana e avere il farmaco dispensato, pagando il ticket della propria regione di
appartenenza. Spesso la gente ancora non lo sa». In base agli ultimi dati di Promofarma, relativi a luglio, la
media italiana di ricette digitali rispetto al totale di quelle emesse è del 77%. Le regioni però non procedono
affatto di pari passo, ma con qualche sorpresa rispetto al solito. In cima alla classifica delle virtuose, infatti,
troviamo la Campania e il Veneto con l'89,5% delle ricette dematerializzate, seguite da Molise (88,4%) e
Sicilia (87,8%). In coda la Calabria (26,7%) e la provincia autonoma di Bolzano (2,6%) partite per ultime,
rispettivamente a luglio e giugno, ma che negli ultimi due mesi hanno già fatto molti progressi. «Visto che i
dati sono relativi a luglio, pensiamo sia realistico arrivare al 90% di ricette elettroniche in tutta Italia entro
fine anno», commenta D'Angelo. Questo infatti era l'obiettivo previsto dall'Agenda Digitale, «perché anche
quando il sistema sarà completamente a regime resterà sempre una quota pari a circa il 10% di farmaci per
i quali continuerà ad essere utilizzata la ricetta rossa, come per i farmaci in distribuzione per conto e quelli
contenenti sostanze psicotrope». Tra i fautori della eprescription, Enzo Chilelli, direttore generale
Federsanità Anci, associazione che riunisce Asl e aziende ospedaliere italiane. «Sarebbe il caso commenta - che venisse usata per tutti i farmaci, anche per la prescrizione degli oppiacei, e si smettesse
completamente di stampare le inutili e costose ricette rosse. Sarebbe un altro piccolo passo verso la
semplificazione amministrativa del nostro Paese che fatica molto a gestire processi di innovazione». Livia
Parisi
Foto: Ricette rosse per le prescrizioni di farmaci
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 26/09/2016
35
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Vicino l'addio alle ricette rosse: in Italia l'80% è digitale, vantaggi per i
cittadini
26/09/2016
Pag. 5
diffusione:21061
tiratura:33448
In Sicilia le prescrizioni " dematerializzate " hanno raggiunto nel mese di luglio l ' 87,8%. In testa Campania
e Veneto con il 90%
LIVIA PARISI R OMA . Chi prima chi dopo, chi più velocemente e chi a stento, tutte le Regioni hanno ormai
introdotto la ricetta elettronica, portando in Italia la quota delle prescrizioni digitali all ' 80%. Tanto che l '
addio alle ricette rosse potrebbe diventare realtà entro fine 2016, sostituite da un semplice promemoria
cartaceo accompagnato da un codice digitale. Un risultato che porterà milioni di risparmi alla sanità
pubblica, anche se difficili da calcolare. «Se si considera che in un anno di impegnative per farmaci se ne
fanno circa 600 milioni e che ognuna costa 40 centesimi solo per la stampa e la carta fornita dal Poligrafico
di Stato (con filigrana antifalsificazione), il risparmio per il solo 2017 potrebbe essere di almeno 250 milioni.
A cui aggiungere i risparmi nel trasporto per portare i ricettari da Roma verso il resto d ' Italia e quelli che
derivano dal controllo informatizzato delle ricette al posto di quello manuale», chiarisce all ' A NSA Daniele
D ' angelo, direttore di Promofarma, società di informatica di Federfarma. «Questo traguardo costituisce un
grande risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale, ma anche per gli italiani - sottolinea la presidente di
Federfarma Annarosa Racca - perché la ricetta digitale vale su tutto il territorio del Paese. Quindi i cittadini
possono andare con l ' impegnativa del proprio medico in qualsiasi farmacia italiana e avere il farmaco
dispensato, pagando il ticket della propria regione di appartenenza. Spesso la gente ancora non lo sa». In
base agli ultimi dati di Promofarma, relativi a luglio, la media italiana di ricette digitali rispetto al totale di
quelle emesse è del 77%. Le regioni però non procedono affatto di pari passo, ma con qualche sorpresa
rispetto al solito. In cima alla classifica delle virtuose, infatti, troviamo la Campania e il Veneto con l ' 89,5%
delle ricette dematerializzate, seguite da Molise (88,4%) e Sicilia (87,8%). In coda la Calabria (26,7%) e la
provincia autonoma di Bolzano (2,6%) partite per ultime, rispettivamente a luglio e giugno, ma che negli
ultimi due mesi hanno già fatto molti progressi. «Visto che i dati sono relativi a luglio, pensiamo sia
realistico arrivare al 90% di ricette elettroniche in tutta Italia entro fine anno», commenta D ' Angelo. Questo
infatti era l ' obiettivo previsto dall ' Agenda Digitale, «perché anche quando il sistema sarà completamente
a regime resterà sempre una quota pari a circa il 10% di farmaci per i quali continuerà ad essere utilizzata
la ricetta rossa, come per i farmaci in distribuzione per conto e quelli contenenti sostanze psicotrope». Tra i
fautori della e-prescription, Enzo Chilelli, direttore generale Federsanità ANCI, associazione che riunisce
asl e aziende ospedaliere italiane e lavora per i processi i semplificazione. «Sarebbe il caso - commenta
che venisse usata per tutti i farmaci, anche per la prescrizione degli oppiacei, e si smettesse
completamente di stampare le inutili e costose ricette rosse. Sarebbe un altro piccolo passo verso la
semplificazione amministrativa del nostro Paese che fatica molto a gestire processi di innovazione».
LA CLASSIFICA In vetta alla graduatoria delle ricette digitali una regione del Sud e una del Nord Italia. Poi l
' ottimo piazzamento del Molise e della Sicilia.
89,5%
88,4%
87,8% SICILIA MOLISE CAMPANIA E VENETO
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 26/09/2016
36
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Ricette on line, i medici dell ' Isola tra i più digitalizzati in Italia
26/09/2016
Pag. 10 Ed. Taranto
diffusione:13591
tiratura:17980
«Avviare un'azione ispettiva nello stabilimento di Taranto»
d Avviare urgentemente un'azione ispettiva nell'Ilva di Taranto al fine di verificare che tutte le misure di
sicurezza previste o ritenute indispensabili siano state applicate e modificare i decreti al fine di introdurre
criteri di sicurezza e di organizzazione del lavoro rispondenti alle normative vigenti in materia: sono due
richieste che i senatori dei Conservatori e Riformisti (CoR) Luigi D'Ambrosio Lettieri e Vittorio Zizza
avanzano in una interrogazione al premier Renzi e ai ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro.
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 26/09/2016
37
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
(C) Il QuotidianoDiPUglia | ID: 00000000 | IP: 93.63.249.2 D'AMBROSIO LETTIERI E ZIZZA (COR)
26/09/2016
Pag. 7
Il Quotidiano del Sud - Irpinia
diffusione:8179
tiratura:17549
Addio ricetta rossa entro il nuovo anno
AVELLINO - Chi prima chi dopo, chi più velocemente e chi a stento, tutte le Regioni hanno ormai introdotto
la ricetta elettronica, portando in Italia la quota delle prescrizioni digitali all'80%. In cima alla classifica delle
virtuose, infatti, troviamo la Campania e il Veneto con l'89,5% delle ricette dematerializzate, seguite da
Molise (88,4%) e Sicilia (87,8%). In coda la Calabria (26,7%) e la provincia autonoma di Bolzano (2,6%).
L'addio alle ricette rosse potrebbe diventare realtà entro fine 2016, sostituite da un semplice promemoria
cartaceo accompagnato da un codice digitale. Un risultato che porterà milioni di risparmi alla sanità
pubblica, anche se difficili da calcolare. «Se si considera che in un anno di impegnative per farmaci se ne
fanno circa 600 milioni e che ognuna costa 40 centesimi solo per la stampa». e la carta fornita dal
Poligrafico di Stato (con filigrana antifalsificazione), il risparmio per il solo 2017 potrebbe essere di almeno
250 milioni. A cui aggiungere i risparmi nel trasporto per portare i ricettari da Roma verso il resto d'Ita lia e
quelli che derivano dal controllo informatizzato delle ricette al posto di quello manuale», chiarisce all'ANSA
Daniele D'angelo, direttore di Promofarma, società di informatica di Federfarma. «Questo traguardo
costituisce un grande risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale, ma anche per gli italiani - sottolinea la
presidente di Federfarma Annarosa Racca - perché la ricetta digitale vale su tutto il territoriodel
Paese.Quindi i cittadini possono andare con l'impegnativa del proprio medico in qualsiasi farmacia italiana
e avere il farmaco dispensato, pagando il ticket della propria regione di appartenenza».
PERSONAGGI - Rassegna Stampa 26/09/2016
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La Campania è la prima regione
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