Matematica Finanziaria: Strumenti Derivati AA 2012-13 / Sara Biagini I) Probabilità assolutamente continue e probabilità equivalenti Denizione. Una probabilità Q si dice assolutamente continua rispetto ad un'altra pro- babilità P (notazione Q ≪ P ) se: qualora un evento A abbia P (A) = 0, anche Q(A) = 0. Ovvero, gli eventi trascurabili per P (= quelli con probabilità nulla) sono un sottoinsieme di quelli trascurabili per Q. Come ricercare le probabilità assolutamente continue? Prima di tutto osserviamo che occorre assegnare una P - o almeno gli eventi da essa trascurati. In un modello con spazio degli stati nito Ω = {ω1 , . . . ωn } e con P (ωi ) > 0 per ogni i, ogni probabilità Q è assolutamente continua. Esempio numerico nel modello trinomiale. Supponiamo che tra un periodo il sottostante possa diventare 13, 12 o 9. Stiamo dunque implicitamente assumendo che i casi possibili sono tre, uno a seconda dei valori di S1 : Ω = {ω1 , ω2 , ω3 } e che ci sia una P per cui ciascun caso abbia probabilità positiva. Le probabilità assolutamente continue sono quelle che vericano Q(S1 = 13, 12 o 9) = 1 e che si possono annullare su qualche stato. Per esempio, una Q1 che abbia Q1 (S1 = 13) = 0.5, Q1 (S1 = 9) = 0.5 è assolutamente continua, come anche la Q2 che dà probabilità 1/3 a ciascuno stato. Denizione. Una probabilità Q si dice equivalente ad un'altra probabilità P (notazione Q ∼ P ) se: per ogni evento A, P (A) = 0 se e solo se Q(A) = 0. Notare che le probabilità equivalenti a P sono anche assolutamente continue (essere equivalente è più forte). Nell'esempio numerico sopra, Q2 è equivalente a P , mentre Q1 è solo assolutamente continua. Se una Q ≪ P , esiste una variabile aleatoria speciale, che si chiama densità di RadonNikodym di Q rispetto a P , e che si indica con dQ . La densità si caratterizza con la dP proprietà seguente: ogni valore atteso sotto Q si esprime come valore atteso sotto P a patto di moltiplicare per la densità. In formule, per ogni X ≥ 0 dQ X] dP Non è dicile vericare che Q è equivalente a P se e solo se la densità è strettamente positiva. Nel modello trinomiale, come in tutti i modelli con Ω nito, dQ è semplicemente dP E Q [X] = E[ la variabile 'rapporto delle probabilità', costruita stato per stato: Q(ωi ) dQ (ωi ) = ,i = 1...3 dP P (ωi ) II) Teoremi Fondamentali dell'Asset Pricing Le probabilità risk neutral equivalenti a P hanno un ruolo fondamentale nel pricing dei derivati. Vale infatti il seguente risultato, dovuto ad Harrison-Pliska (1981) per Ω nito, Dalang-Morton-Willinger e a Delbaen-Schachermayer (1998) in successiva generalità: 1 Primo Teorema Fondamentale dell'Asset Pricing Il mercato è privo di arbitraggi se e solo se esiste equivalente a almeno una probabilità Q risk neutral P Da questo Teorema segue subito che, in assenza di arbitraggi, usare Q per il pricing di nuovi prodotti nanziari garantisce che il mercato esteso è ancora privo di arbitraggi. Ovvero, ad esempio, se aggiungiamo il derivato X al prezzo E Q [X/m] al mercato bondstock, il mercato esteso bond-stock-derivato è privo di arbitraggi. Infatti, la Q è una probabilità risk neutral sia per S , sia per il derivato (per come abbiamo calcolato il prezzo). Per completare il quadro, enunciamo il seguente importante teorema (Jacod). Secondo Teorema Fondamentale dell'Asset Pricing Un mercato, privo di arbitraggi, è completo (cioè ogni derivato è replicabile) se e solo se esiste una sola Q risk neutral equivalente a P. Pertanto, se abbiamo un modello privo di arbitraggi e completo, esiste una sola Q risk neutral equivalente per la valutazione dei derivati. Altrimenti, se il modello di mercato è incompleto (come nella realtà sono i mercati nanziari), abbiamo una molteplicità di scelte per la Q risk neutral equivalente. Tali probabilità sono innite, visto che formano un insieme convesso, che denotiamo con Me 1 . Non entriamo qui nei criteri per sceglierne una (ad esempio le preferenze dell'investitore sono alla base del criterio minimal entropy, del criterio minimal variance...) ma ricordiamo che l'intervallo di non arbitraggio dei prezzi per il derivato non replicabile X è dato da: ( inf E Q [X/m], sup E Q [X/m]) Q∈Me Q∈Me Se invece X è replicabile, ogni probabilità risk neutral gli assegnerà lo stesso prezzo, che è proprio il valore del portafoglio replicante. Come esempio di mercato completo, abbiamo visto il modello binomiale (a uno o più periodi). Vedremo che anche il modello di Black-Scholes è completo e, quindi, esiste una unica Q con cui fare pricing. Esempi di mercato incompleto sono invece il modello trinomiale, oppure il modello di jump-diusion di Merton (che rozzamente detto è BlackScholes con salti). Nota. E Q [X/m] si può scrivere come valore atteso sotto P del payo X moltiplicato per : il cosiddetto Stochastic Discount Factor L = m1 dQ dP E[LX] Osservare che lo SDF L dipende solo da Q (o meglio, dalla densità di Q rispetto a P ) e dal fattore di sconto, non dal derivato. Se Ω è nito, Ω = {ω1 , . . . ωn }, L è: L(ωi ) = 1M 1 Q(ωi ) ,i = 1...n m P (ωi ) perché sono anche dette probabilità di 'martingala' per lo stock scontato, 'e' per ricordare che sono 'equivalenti' 2 L(ωi ) altri non è che il prezzo dell'i-esimo Arrow-Debreu asset, ovvero del derivato che ha payo 1 in caso di uscita ωi per il sottostante, e 0 altrimenti. Dunque, il prezzo di un generico derivato X si scrive come somma dei suoi payos in corrispondenza delle varie uscite per S pesate con i prezzi dei corrispondenti Arrow-Debreu assets: E Q [X/m] = L(ω1 )X(ω1 ) + . . . L(ωn )X(ωn ) 3