Alla cortese attenzione del dott. Marco Accossato Redattore del quotidiano "La Stampa" Caro dr. Accossato, ho avuto modo di leggere l’articolo pubblicato a pag. 11 dell’edizione domenicale de "LA STAMPA" de1l'8 giugno 2008, Mi corre l'obbligo di rilevare quanta segue: 1) non ritengo in modo assoluto di aver manifestato una qualche "delusione” di natura professionale o tantomeno relazionale nell'ambito della mia attività professionale; sono e resto un entusiasta assertore del valore e dell'utilità del mio lavoro, anche se esso ha assunto, negli ultimi tempi, aspetti problematici, a causa di un contesto sociale più articolato e complesso. Il mio entusiasmo e quello di molti miei colleghi è quotidianamente dimostrato dalla ricerca del contatto con i pazienti e dallo sviluppo di un'attività tesa ad offrire ai pazienti, da oltre trentadue anni, un servizio sempre più avanzato e completo, oltre che al mio impegno come "tutor” nell'ambito della Medicina di famiglia verso colleghi più giovani e studenti della Facoltà di Medicina. Devo quindi assolutamente rigettare la titolazione "il dottore deluso" con cui è anche segnalata la mia intervista. 2) sempre nel contesto dell'intervista non ho assolutamente indicato il ricorso arbitrario al Pronto Soccorso come un fenomeno diffuso, ma ho fornito dati in cui si evinceva che tale comportamento rappresenta una esigua minoranza dei casi rispetto ai quali in cui il ricorso al Pronto Soccorso ospedaliero è assolutamente legittimo, per un paziente affetto da problematica grave ed urgente e pertanto indifferibile. 3) Mi sono semplicemente limitato a registrare che, talvolta, il ricorso improprio al Pronto Soccorso viene effettuato da un paziente ansioso che ritiene, con tale comportamento, di poter ottenere in tempi brevi, una serie di esami clinici e strumentali che lo studio del medico di famiglia non può offrire,almeno nell’attuale situazione strutturale. In tale caso, MA SOLO IN TALE CASO il paziente è portato a giustificare il proprio comportamento, in modo evasivo. Non ritengo quindi che l'articolo abbia riportato il mio pensiero nè tantomeno il senso delle mie convinzioni umane e professionali. Chiedo pertanto la pubblicazione integrale della mia presente e le precisazioni di dovere. Grazie Distinti saluti Costa dr. Mario