LA PRUSSIA E IL GIAPPONE(Lea, Ian e Micol)
La Prussia, uno degli stati più importanti della Germaniaera dominato dall’aristocrazia degli Junker.
Tuttavia non era d’accordo perché la confederazione era presieduta dall’imperatore austriaco.
Nel 1862 divenne cancelliere Otto von Bismark: un conservatore legato agli Junker, contrario allo
Stato Liberale, proponeva un governo forte per eliminare l’influenza austriaca nel territorio tedesco
e di unificare gli stati tedeschi sotto il controllo della Prussia e quindi ammodernò l’armata. Poi
costituì con altri stati tedeschi un’unione doganale che eliminava i dazi. Questo stimolò lo sviluppo
dell’industrializzazione, una delle acciaierie più conosciute era l’acciaieria Krupp.
Il primo passo per unificare la Germania fu la conquista di Schleswig e Holstein (Danimarca).
Durante la crisi la Prussia e l’Austria attaccarono la Danimarca (1864). Ma Bismark mirava a
sconfiggere l’Austria. Nel 1866, la Prussia dichiarò guerra all’Austria e la sconfisse a Sadowa.
L’Austriasi arrese e venne esclusa dalla Confederazione. A quel punto le mire espansionistiche di
Bismark si indirizzarono verso l’Alsazia e la Lorena. Napoleone II, sostenitore di una politica
potente ma dopo due mesi di guerra l’esercito batté i Francesi a Sedan (1870) e Napoleone III venne
catturato. In quel momento Parigi proclamò la repubblica. Il nuovo governo repubblicano organizzò
una mobilitazione per difendere Parigi, assediata dai Prussiani. A Versailles, i principi degli stati
tedeschi proclamarono il re prussiano Guglielmo Kaiser, imperatore della Germania, con il nome di
Guglielmo I (1871). La Francia, sconfitta, dovette cedere l’Alsazia e la Lorena e dovette pagare per
le spese di guerra.
L’impero germanico è uno stato federale autoritario di 25 stati ognuno con il suo sovrano. Era
retto dal cancelliere; questo favorì la politica autoritaria di Bismark. Nel 1875 fu fondata la SPD
(partito socialdemocratico tedesco). La classe dirigente dell’impero era formata dagli Junker che
appoggiavano la lotta di Bismark contro i cattolici che cerca di neutralizzare il movimento
socialista. Nel 1882 stipulò la triplice alleanza (trattato difensivo tra l’Austria, l’Italia) per
ostacolare la Francia la quale nel 1887 firmò un patto di neutralità con la Russia. Nel 1890
Guglielmo II divenne imperatore che annunciò un’espansione mondiale.
Il Giappone alla metà dell’Ottocento era un paese ancora preindustriale, con la società feudale. Ma
a causa dell’America i giapponesi capirono di dover modernizzare il sistema politico ed
economico.Durante la modernizzazione l’imperatore Mutsuhito cambio il sistema politico, sviluppò
le industrie e iniziò adespandere i confini ma ad un tratto i giapponesi si incontrarono con i russi
impegnati alla costruzione della Ferrovia transiberiana.La Russia si espanse maggiormente verso
oriente ma, con l’incontro con i giapponesi, si scontrarono (1904-1905), con la vittoria del
Giappone, che diventò tra le più grandi potenze. Con la sconfitta da parte della Russia il popolo fece
una protesta popolare.
GLI STATI EUROPEI E L’ IMPERIALISMO (Simone F., Davide, Nicolas)
Nel 1870 venne proclamata la terza repubblica che rimase per un anno, difatti scoppiò una
insurrezione popolare; gli operai ribelli uniti nella Comune presero il controllo di Parigi, per la
prima volta veniva realizzato un governo socialista e proletario.
Tutto ciò rimase solo a Parigi fin che il governo di Bordeaux non mandò l’esercito a cui la comune
dovette arrendersi.
Nel 1894 un ufficiale ebreo francese di nome Alfred Dreyfus venne processato ingiustamente per
spionaggio verso i Francesi, ciò venne fatto per evitare un’accusa che avrebbe coinvolto uomini di
grado più alto. Per questo processo la sinistra francese si schierò in difesa, avendo colto che
l’antisemitismo era l’unica causa dell’accusa.
L’ Inghilterra diventò la prima potenza mondiale grazie alle colonie e la produzione industriale.
Londra diventò un enorme piazza finanziaria. Il diritto di voto venne esteso a tutti i cittadini maschi
(età vittoriana).
Durante l’età vittoriana ci fu la “questione irlandese” ovvero l’Irlanda chiese l’indipendenza dalla
Gran Bretagna. Per questo si formò un movimento indipendentista che ottenne l’indipendenza solo
per il sud dell’isola e solo nel 1921.
Mentre la Prussia era in continuo miglioramento non fu cosi per la Austria che diede molte libertà
all’ Ungheria prendendo il nome di impero austro-ungarico.
In Europa si diffuse il positivismo, un pensiero culturale fondato sulla certezza che la scienza
potesse migliorare la vita. Ci furono invenzioni che rivoluzionarono la quotidianità come il motore
a scoppio, il telefono, la lampadina, l’automobile, il cinema, ebbe inizio l’aviazione. Lo sviluppo
industriale diventò motivo di concorrenza e gli stati lottarono per le colonie e il controllo delle
materie prime, nacque l’Imperialismo.
Il Colonialismo diventò un fattore importante per le industrie che riuscirono a pagare di meno le
materie prime e quindi a farsi vedere nel mercato globale, avere le colonie riempiva di orgoglio i
cittadini, anche se avevano una concezione razzista ovvero che l’uomo di pelle bianca essendo
superiore dovesse civilizzare gli uomini di pelle scura.
L’ Inghilterra attuò la prima politica imperialista indirizzando le conquiste verso l’Africa cercando
punti strategici per proteggere le industrie, come il canale di Suez. L’Inghilterra diede pure dei
privilegi alle colonie più antiche concedendogli la cittadinanza inglese
Verso il XIX secolo l’Africa diventò meta per gli stati interessati alla colonizzazione come: Belgio,
Francia, Germania che lasciarono liberi solo l’Etiopia e la Liberia. Il colonialismo portò a varie
esplorazioni geografiche, sia per un fattore di curiosità che per la voglia di avere più affari. Gli
Europei portarono in Africa miglioramenti nella medicina e nei trasporti, ma distrussero le colonie.
Nel 1876 l’India divenne una grande colonia inglese, governata da un viceré mandato dalla
regina, l’India era uno stato governato da sultani con due fedi maggiori, diviso in classi sociali e
vari usi e costumi. L’ Inghilterra dapprima la sfruttò e poi ne modernizzò l’economia e il governo.
L’ Inghilterra per la Cina non fece molto e la obbligò a vendere l’oppio (una droga molta usata e
allora eccedente); la Cina rifiutò e scoppiò la “guerra dell’oppio” che fece diventare la Cina uno
stato usato solo per scambi commerciali.
LA DESTRA STORICA(Simone Gurini, Sara Antinori e Filippo Sparaco)
L'Italia dovette organizzare un nuovo stato essendosi realizzata l'unità d'Italia.
A questo scopo fu eletto il partito di destra, esso doveva fare una rapida piemontesizzazione
dell'Italia per accelerare il processo di unificazione reale e un sistema amministrativo centralizzato e
uniforme su tutto il territorio.
Uno dei primi problemi del governo era scegliere quale forma di stato dare all'italia. la prima idea
fu quella di creare uno stato federale come gli Stati Uniti. però la maggior parte della destra era più
sull' idea di creare uno stato centralizzato, che risultava essere più efficace per risolvere alcuni
problemi che potevano sorgere: l'unificazione dei codici civile e penale, l'entrata del sistema
metrico decimale, l'introduzione di un'unica moneta (lira), l'abolizione dei dazi doganali fra regione
e regione e la formazione di un unico mercato.prevalse questa soluzione centralistica cosi in tutta la
nazione venne esteso lo Statuto Albertino nel 1848 dividendo l' Italia in provincie governate da
prefetti.
Sorse però un problema: il sud Italia si ribellò essendo povero poichè era in una posizione
inospitabile per delle strade, rendendo quasi impossibile il commercio.
La ribellione scatenò una guerra che iniziò nel 1861 e terminò nel 1865. Questo portò molti debiti
per l' Italia, per questo motivo il governo aumentò le tasse, diminuì lo stipendio e introdusse una
tassa sul grano.
Grazie a queste azioni si riuscì a pareggiare il bilancio dello stato nel 1876. L' Italia ottenne quindi
una grossa fiducia, e dal 1880 al 1910 ottenne anche finanziamenti da paesi esteri
LA SINISTRA STORICA
Nel 1876 la Sinistra conquista la maggioranza in parlamento e Depretis propose nuove idee di
riforme.
Nascono poi i primi casi di corruzione, alcuni deputati accettano denaro o altri benefici in cambio di
favori concessi ad industriali e finanzieri.
Dopo l’occupazione francese della Tunisia l’Italia decise di appoggiarsi alla Germania e nel 1882
firma la Triplice Alleanza di cui fa parte anche l’Austria.
Nel 1887 diventa presidente del Consiglio Francesco Crispi un’abile politico. Realizzò importanti
riforme e nel 1889 fa approvare il codice penale, che sanciva la libertà di sciopero e l’abolizione
della pena di morte. Questa fu un innovazione storica perché l’Italia fu il primo stato occidentale a
realizzarla.
Nel 1888 il governo crea la Cassa nazionale per gli infortuni sul lavoro e quella per vecchiaia,
invalidità e maternità, ovvero delle assicurazioni.
In economia Crispi adottò una politica di protezionismo e impose forti tasse sulle merci estere per
difendere i prodotti italiani, questo favorì la nascita delle industrie ma ostacolò l’esportazione
danneggiando così il mezzogiorno, ovvero il sud.
La spedizione militare fallisce perché non conoscevano il territorio e richiese troppe risorse mezzi.
Crispi non avendo risultati insiste per avere un rapido successo ed allora nel 1896 gli italiani si
scontrarono ad Adua e persero, così decise, a causa delle proteste di dimettersi.
Al suo posto salì Antonio Di Rudini.
IL BRIGANTAGGIO
La vita dei contadini era diventata impossibile a causa della nascita delle industrie, e per questo
furono attratti dai briganti che si mantenevano con ciò che rubavano, questo avvenne
principalmente al sud Italia.
La loro tattica era tendere agguati ed imboscate solo quando certi di riuscire a scappare, non
aggredivano mai tranne se cinque o più contro uno, e se aggrediti fuggivano.
I colpevoli che opponevano resistenza erano puniti con la fucilazione mentre chi non si opponeva
con lavori forzati a vita in circostanze attenuanti.
(Abbruzzese Joel, Mirco Della Marianna, Manuel Mevio)
L’ETÀ GIOLITTIANA
A fine Ottocento, dopo una grave crisi economica, sociale e politica si ebbero numerose proteste contro il
carovita, alle volte represse brutalmente dai governi che sostenevano gli interessi della borghesia.
Si fece strada il movimento anarchico che proponeva l’abolizione di ogni autorità e mirava a costruire una
società senza Stato.
Dopo l’uccisione di Umberto I, l’Italia era nel caos ma Vittorio Emanuele III riuscì a ristabilire l’ordine,
chiamando al governo uomini politici d’ispirazione liberale, tra cui Giovanni Giolitti.
Egli si impose sulla scena politica dal 1903 al 1914, la cosiddetta “età giolittiana”.
Giolitti cercò di conciliare gli interessi dei proletari con quelli dei borghesi rifiutandosi di intervenire per
risolvere i loro conflitti ma sollecitandoli a trovare una soluzione tra di loro.
Nel 1912 introdusse il suffragio universale, estendendolo però solo ai cittadini maschi.
Inoltre fece numerose riforme politico-sociali a tutela dei lavoratori, le lavoratrici e i minori, finanziando
pure le scuole al posto dei comuni.
In quegli anni sorsero 2 nuovi movimenti politici: i cattolici e i socialisti. Giolitti cercò di ottenere
l’appoggio da entrambi.
L’età giolittiana vide anche la nascita e lo sviluppo di nuove industrie, soprattutto al Nord del Paese, tra
Torino, Milano e Genova (triangolo industriale).
Una notevole crescita della popolazione e una forte crisi dell’agricoltura furono l’origine dell’emigrazione
verso gli Stati Uniti o l’Argentina. Seppure le condizioni di lavoro erano molto drammatiche, l’emigrazione
ridusse il numero di disoccupati e permise a chi restava di ottenere condizioni di vita migliori, anche con
l’aiuto delle rimesse dall’estero (salvo nel Mezzogiorno).
Nel 1911 l’Italia iniziò l’invasione della Libia per farla diventare “una seconda patria” dove
emigrare. La popolazione araba della Libia organizzò una tenace resistenza che venne definitivamente
stroncata solo nel 1931.
A differenza degli altri stati europei, le colonie italiane erano i paesi più poveri dell’Africa.
di Anna, Aurora, Francesca e Giulia