SEZIONE RISORSE. LIVELLO 1: EZIOLOGIA LESIONI CEREBRALI ACQUISITE 1) Malattie carebrovascolari: Tali malattie comprendono un gruppo di disfunzioni cerebrali, temporanee o permanenti, legate ai vasi sanguigni che riforniscono il cervello. Nello specifico, le malattie cerebrovascolari comprendono ictus, stenosi carotidee, vertebrali e intracraniche, aneurismi e malformazioni vascolari. Tali disfunzioni prevedono limitazioni del circolo sanguigno causate da restringimenti (stenosi), coaguli (trombosi), ostruzioni (embolie), o rottura di vasi sanguigni (emorragie). Tali limitazioni portano inevitabilmente ad una mancanza di un flusso sanguigno nel cervello (ischemia) privandolo di nutrimenti necessari e, quindi, a morte cellulare o ictus. I danni che un ictus o altro evento cerebrovascolare possono causare dipendono dalle zone cerebrali ostruite e dall’estensione di tale ostruzione. Tra i danni possono essere riscontrati problemi motori, come la paralisi, visivi, del linguaggio e comportamentali, nonché perdita di memoria. Nonostante un impatto significativo sulla qualità della vita, un intervento riabilitativo può fare molto per il recupero funzionale causato da questi deficit. 2) Demenze Con questo termine si include un’ampia categoria di disturbi cerebrali che causano una decrescita, spesso graduale e a lungo termine, nelle abilità di pensiero e ricordo, la quale compromette il funzionamento quotidiano di una persona. Altri sintomi comuni sono compromissioni legate a problemi emotivi, del linguaggio e alla decrescita motivazionale. Le demenze possono essere suddivise in demenze corticali e demenze sottocorticali a seconda della zona cerebrale lesa. Demenze Corticali: Tra le demenze, il morbo di Alzheimer è la patologia più comune includendo il 60-80% dei casi. Esso comporta un processo degenerativo delle cellule cerebrali con conseguente deterioramento cognitivo cronico e progressivo. Tale morbo colpisce più comunemente la popolazione oltre gli 85 anni, mentre è molto rara sotto i 65. I primi sintomi sono legati alle capacità di memoria e si traducono in incapacità di acquisire nuove informazioni e difficoltà nel rievocare ricordi recenti. Man mano che il deterioramento cerebrale progredisce, la malattia può portare a confusione e disorientamento, irritabilità, sbalzi di umore, difficoltà di comunicazione e linguaggio, perdita di memoria a breve e lungo termine e disfunzioni sensoriali e motorie. La demenza da corpi di Lewy: come il morbo di Alzheimer, è caratterizzata da perdita di memoria e problemi di pensiero, ma può comportare determinati sintomi prematuri o iniziali come disturbi del sonno, allucinazioni visive e rigidità muscolare o altre caratteristiche motorie del Parkinson. La demenza fronto-temporale, o malattia di Pick, è una forma più rara di demenza che di solito insorge dopo i 65 anni. I pazienti affetti da Pick inizialmente esibiscono cambiamenti marcati nella personalità e nel comportamento, prima di un declino della coerenza nel parlato. A differenza del morbo di Alzheimer, con cui è speso confuso, invece di colpire differenti parti del cervello, causa un lenta riduzione di cellule in una parte del cervello, quella fronto-temporale, la quale controlla il linguaggio e la personalità. Altri problemi che insorgono sono legati alla memoria, alla cognizione e alle abilità di giudizio. Demenze Sottocorticali: Tra questo gruppo di demenze, la demenza vascolare consiste in un declino delle abilità di pensiero causate da un blocco o da una riduzione del flusso sanguigno nel cervello. In tal modo, le aree cerebrali non irrorate adeguatamente determinano una progressiva e irreversibile morte delle cellule cerebrali. Le cause sono diverse: la più comune è la malattia dei piccoli vasi sanguigni, mentre le meno comuni sono gli ictus, la demenza mista, l’arteriosclerosi. Data l’imprevedibilità della zona cerebrale colpita, i sintomi sono molto variabili da paziente a paziente. In ultima istanza, le demenze con disturbi di movimento costituiscono un altro insieme di malattie conseguenti a disturbi sottocorticali. Tra queste la più nota è il Morbo di Parkinson, malattia neurodegenerativa progressiva, seconda tra le demenze per incidenza, dopo il morbo di Alzheimer. Nella maggior parte dei casi viene diagnosticata dopo i 60 anni, molto rara l’insorgenza in età più giovane. Il morbo di Parkinson colpisce prevalentemente il movimento causando tremori, rigidità muscolare, bradicinesia e instabilità posturale. Ciò nonostante, i sintomi spaziano anche nel campo psicologico comprendendo problemi neuropsichiatrici, alterazioni del comportamento o del pensiero, deficit sensoriali e del sonno, deficit cognitivi legati al linguaggio, all’attenzione, alla memoria e alle funzioni esecutive. Altra demenza che intacca il movimento è la Corea di Huntington. Tale malattia ereditaria, definita genetica neurodegenerativa, causa un progressivo deterioramento delle cellule nervose intaccando le abilità funzionali dell’individuo: dal movimento alle funzioni cognitive e psichiatriche. Tra i disturbi del movimento si inseriscono scatti e sobbalzi, rigidità o contrazione muscolare, movimenti oculari lenti o anormali, compromissioni di andatura, postura e equilibrio e difficoltà di produzione del linguaggio. Tra i disturbi cognitivi, si evidenziano difficoltà di organizzazione e focalizzazione al compito, mancanza di consapevolezza riguardo le proprie abilità e comportamenti, lentezza nel produrre pensieri, difficoltà di apprendere nuove informazioni. Infine, tale malattia comporta anche problemi psichiatrici come ad esempio irritabilità, apatia, insonnia, affaticamento, depressione. La malattia si sviluppa tra i 30 e i 40 anni, molto raramente prima dei 20. Tra le demenze legate al movimento, molto più rare sono: la Paralisi Sopranucleare Progressiva (malattia neurodegenerativa a esordio tardivo con paralisi sopranucleare dello sguardo, instabilità posturale, rigidità progressiva, tremori, disturbi dell’equilibrio, ma anche deterioramento cognitivo); e la Degenerazione Cortici-Basale (malattia neurodegenerativa che colpisce le cellule nervose adibite al controllo del movimento – come aprassia della marcia, aprassia del tronco, ipertonia, tremori, paralisi dello sguardo e dell’equilibrio, del linguaggio e della deglutizione. In fase avanzata possono presentarsi deficit cognitivi specifici o generalizzati). 3) Sclerosi multipla La sclerosi multipla è una malattia autoimmune che colpisce il sistema nervoso centrale. Tale malattia porta alla reazione del sistema immunitario, il quale scambia per estrani i tessuti del proprio organismo. Questi attacchi danneggiano il rivestimento mielinico delle fibre nervose del cervello e del midollo spinale, meccanismo che porta ad uno stato infiammatorio e alla formazione di cicatrici o placche. Il risultato di tale demielinizzazione e infiammazione consiste in interruzioni nella trasmissione del segnale tra le cellule nervose. Gli effetti di questa malattia possono essere molti, imprevedibili e variare da persona a persona a seconda della parte del cervello interessata. La forma più comune della malattia è recidivante, portando ad attacchi acuti per brevi periodi seguiti da recuperi. Più rara è la forma progressiva che causa un continuo peggioramento dei sintomi, senza recupero. In termini generici, i sintomi consistono in difficoltà di controllo motorio (es. spasmi muscolari, debolezza, problemi di equilibrio e coordinazione), affaticamento, sintomi neurologici come vertigini, nevralgia e disturbi visivi, incontinenza e, infine, sintomi neuropsicologici come la perdita di memoria, depressione e difficoltà cognitive. Ciò che fa scattare tale malattia non è ancora chiaro e l’analisi precoce è fondamentale per rendere più efficaci i trattamenti utili ad alleviare i sintomi e a rallentarne il corso. 4) Traumi cranico-encefalici (TCE) Si parla di trauma cranico quando un forza esterna provoca in modo traumatico un danneggiamento al cervello. Solitamente è il risultato di un violento urto alla testa o al corpo, ma anche della penetrazione diretta di un oggetto nel cranio. Il trauma cranico, perciò, può causare una temporanea disfunzione delle cellule cerebrali, mentre nei casi più gravi, dovuti a contusioni o lacerazioni e sanguinamento, possono danneggiare il cervello a lungo termine o causare la morte. I sintomi sono molti e variano da problemi fisici a problemi psicologici. Alcuni di questi possono insorgere immediatamente dopo il trauma, altri possono manifestarsi anche con giorni o settimane di ritardo. Nel caso di trauma leggero i sintomi sono generalmente la perdita di coscienza o uno stato di disorientamento per pochi secondi o minuti, mal di testa, nausea e vomito, affaticamento, problemi del sonno, poco equilibrio, disturbi sensoriali (vista offuscata, ronzio alle orecchie, …). I problemi cognitivi colpiscono per lo più le facoltà di memoria, di concentrazione e l’umore. Nel caso di traumi severi, le perdita di conoscenza può protrarsi per ore; i mal d testa diventano persistenti; i danni fisici e sensoriali diventano complessi. Nel caso dei danni cognitivi si riscontrano confusione profonda, agitazione e aggressività, linguaggio confuso, arrivando fino al coma e a disordini di coscienza. 5) Gravi cerebrolesioni acquisite (GCA) I GCA comprendono danni cerebrali di origine traumatica e non tali da determinane un periodo di coma e il coesistere di gravi menomazioni fisiche, cognitive e/o comportamentali che comportano disabilità multiple o complesse. Tali tipologie di lesioni necessitano di cure intensive e specifiche a livello neuromotorio e cognitivo che possono durare da alcune settimana a molti mesi. Infatti, sono necessari interventi medico-sanitari e sociali a lungo termine rivolti alla prevenzione e alla cura delle complicanze frequenti come quelle neurologiche, infettive, metaboliche, osteoarticolari, respiratorie e gastrointestinali. Perciò gli interventi riabilitativi devono essere tempestivi e coinvolgere esperti in più settori disciplinari.