Controllo bilancio energetico

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La regolazione del COMPORTAMENTO ALIMENTARE
Bilancio energetico
L’energia non è rifornita in modo
costante
all’organismo
come
avviene per l’ossigeno
Esistono pertanto numerosi meccanismi atti ad immagazzinare
l’energia in modo tale che essa sia disponibile anche quando non vi è
rifornimento esterno
L’immagazzinamento e l’utilizzo dell’energia devono essere regolati
in maniera che alla fine le entrate e le spese energetiche siano in
pareggio
Vi sono sistemi distinti per la regolazione a breve termine e la
regolazione a lungo termine del comportamento alimentare
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Stato prandiale. Dopo un pranzo, durante la fase di assorbimento la
quantità di energia (sotto forma di energia di legame dei composti organici)
eccede di gran lunga le necessità dell’organismo
L’energia in eccesso viene immagazzinata essenzialmente come trigliceridi
nel tessuto adiposo e come glicogeno nel fegato e nei muscoli
Stato prandiale
Digestione e
assorbimento
Metabolismo
cellulare
Energia
Glicogeno
Trigliceridi
fegato e
muscoli
tessuto adiposo
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Stato di post- assorbimento. Tra un pasto e l’altro quando l’organismo è a
digiuno, gli elementi plastici e il glucosio necessario per il ciclo di Krebs si
ottengono dalle riserve
Stato di postassorbimento
Energia
Glicogeno
Trigliceridi
fegato e
muscoli
tessuto adiposo
Metabolismo
cellulare
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Stato prandiale
Digestione e
assorbimento
Metabolismo
cellulare
Trigliceridi
tessuto adiposo
Glicogeno
fegato e muscoli
Se le entrate prevalgono sul
consumo di energia si avrà
accumulo eccessivo di tessuto
adiposo (obesità)
Stato di postassorbimento
Metabolismo
cellulare
Trigliceridi
tessuto adiposo
Glicogeno
fegato e muscoli
Se consumo di energia è
maggiore dell’apporto calorico
si avrà riduzione delle riserve
(inedia)
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La regolazione a lungo termine
del comportamento alimentare
Ipotesi lipostatica: i meccanismi fisiologici tendono a mantenere il peso
corporeo attorno ad un valore di riferimento
Gli adipociti rilasciano la leptina (quanto più consistente è il deposito di
trigliceridi nel tessuto adiposo tanta più leptina viene liberata). Essa agisce
a livello dell’encefalo agendo sul meccanismo della fame mediante un
classico meccanismo a feed-back negativo
Tessuto
adiposo
LEPTINA
Encefalo
Inibisce
Cibo ingerito
Meccanismo
della fame
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La leptina è una proteina, identificata nel
1994, prodotta dal gene ob, costituita da
146 amminoacidi che si origina da un
precursore di 167 residui in seguito a
taglio proteolitico
Eliche Posizione
A
3-26
B
51-67
C
71-94
D
120-143
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Topi che portano la mutazione ob in omozigosi,
tendono ad accumulare enormi quantità di grasso
sottocutaneo diventando obesi
Se si mette in comunicazione l’apparato
circolatorio di un topo ob con quello di un topo
normale (parabiosi) si trova che entrambi
avranno un peso normale
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Ipotalamo come bersaglio dell’ormone Leptina
Ipotalamo
ALTA
Peptidi
anoressizanti
αMSH
CART
Favorisce
Riduzione dell’appetito
Liberazione di ACTH
LEPTINA
Liberazione di TSH
BASSA
Peptidi
oressigeni
NPY
AgRP
MCH
Oressina
Inibisce
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Nel nucleo arcuato dell’ipotalamo, sono presenti due popolazioni di neuroni,
la cui attività è regolata in modo diverso dalla leptina. Un primo gruppo è
costituito da neuroni che esprimono ad alti livelli il recettore per la leptina e
che trascrivono attivamente i geni POMC (pro-oppiomelanocortina).
Un secondo gruppo di neuroni presenti nel nucleo arcuato dell’ipotalamo
è costituito da neuroni che secernono il neuropeptide oressigeno NPY.
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La regolazione a breve termine
del comportamento alimentare
Se sono trascorse alcune ore dall’ultimo pasto saremo fortemente motivati
ad introdurre cibi nel nostro organismo. Alcuni minuti dopo, al termine del
pranzo rifiutiamo invece lo stesso cibo se ci viene nuovamente offerto. E’
subentrato il meccanismo della sazietà
Queste variazioni sono indotte da una serie di alterazioni fisiologiche
dovute all’ingestione di cibo, alla sua presenza nell’apparato digerente, e
agli effetti dell’assorbimento sui parametri ematici
Ci sono tre principali meccanismi alla base della regolazione a breve
termine del comportamento alimentare e dell’insorgere della sazietà:
1) Segnali della distensione gastrica
2) Liberazione di Colecistochinina
3) Aumento dell’insulina ematica
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Riassunto dei meccanismi di regolazione a breve termine del
comportamento alimentare
Distensione
gastrica
PASTO
Nervo
vago
Nucleo del tratto
solitario (bulbo)
SAZIETA’
Intestino
Colecistochinina
Glicemia
Insulina
Ipotalamo
(liberazione di
neuropeptidi)
Fattori sociali ed ambientali
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Segnali della distensione gastrica
Dopo l’introduzione di un sufficiente volume di cibo ci sentiamo “pieni”.
Questa sensazione è dovuta allo stiramento delle pareti dello stomaco e
avviene anche se introduciamo sostanze prive di qualsiasi contenuto
calorico, come la cellulosa.
Se tuttavia questo è il solo stimolo, come quando si ingeriscono cibi
dietetici (di solito a base di agar agar), il senso di sazietà è transitorio
La parete dello stomaco è fortemente innervata e il suo stiramento provoca
la stimolazione del nervo vago.
Questi segnali giungono al Nucleo del tratto solitario (nel bulbo), il quale
inibisce il comportamento alimentare
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Liberazione di Colecistochinina
La colecistochinina o CCK è un neuropeptide che viene liberato in
seguito alla stimolazione dell’intestino (duodeno) da parte dei cibi, in
particolare dei cibi grassi.
Essa viene anche prodotta da alcuni neuroni del sistema nervoso enterico
ed è rilasciata nel circolo sanguigno (agisce quindi da ormone)
La funzione principale della CCK è associata alla digestione. Essa infatti
stimola la cistifellea a liberare la bile nel duodeno (allo scopo di
emulsionare i grassi)
Alti livelli di CCK nel sangue segnalano al cervello che il duodeno contiene
grassi. Tuttavia la CCK non è in grado di passare la barriera ematoencefalica. Essa agisce stimolando il nervo vago agendo così in sinergia
con la distensione gastrica
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Aumento dell’insulina ematica
L’aumento dei livelli ematici di glucosio che conseguono la digestione e
l’assorbimento causano liberazione di insulina. L’insulina agisce a livello
dell’ipotalamo inibendo il senso di fame
L’innalzamento dei livelli di insulina
avviene prima che sia realmente
aumentato il glucosio ematico. Essa
risponde a stimoli come la vista del cibo o
l’anticipazione del pasto
L’aumento di insulina fa abbassare ancor
di più la glicemia indotta dal digiuno
Per questo l’attesa del pasto al ristorante
può far aumentare il nostro appetito
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