Esperienza 2: SINTESI DEL PERBORATO DI SODIO ESAIDRATO Alcune nozioni di base PEROSSIDI Presentano un atomo di ossigeno in più rispetto agli ossidi, contengono infatti il gruppo -O-O-. In questi composti l'ossigeno ha numero di ossidazione -1. Nomenclatura: Perossido di non-metallo/metallo ESEMPI a) Na2O2 perossido di sodio b) H2O2 perossido di idrogeno (acqua ossigenata)(H-O-O-H) c) BaO2 perossido di bario REAZIONI DI PRECIPITAZIONE In una reazione di precipitazione due composti ionici solubili reagiscono per dare un prodotto insolubile, chiamato precipitato. Il precipitato si forma attraverso la rimozione netta degli ioni dalla soluzione. E’ possibile che in una reazione di precipitazione si formi più di un precipitato. Esperienza 2: SINTESI DEL PERBORATO DI SODIO ESAIDRATO Alcune nozioni di base Una soluzione in equilibrio un eccesso di soluto indisciolto (corpo di fondo o precipitato) si dice satura. La concentrazione della soluzione satura, ad una certa temperatura, è la solubilità, S. Se si raggiunge la saturazione comincia la PRECIPITAZIONE La soluzione, però prima di giungere a saturazione può trovarsi in uno stato di sovrasaturazione, nel quale presenta una concentrazione del soluto superiore a quella della soluzione satura alla medesima temperatura, Una soluzione sovrasatura si trova in uno stato metastabile, reso possibile solo dalla lentezza della reazione, che evolve poi spontaneamente a bifasico (solido + soluzione satura, PRECIPITAZIONE). È necessario del tempo per lo sviluppo dei cosiddetti germi di cristallizzazione, cristalli microscopici in grado di promuovere (per successivo accrescimento) la precipitazione vera e propria. Questa viene quindi agevolata, favorendo la formazione dei germi con ultrasuoni o, più semplicemente, sfregando con la bacchetta di vetro le pareti del recipiente. Esperienza 2: SINTESI DEL PERBORATO DI SODIO ESAIDRATO Alcune nozioni di base Una reazione di precipitazione e i tre tipi di equazione che la descrivono. Esperienza 2: SINTESI DEL PERBORATO DI SODIO ESAIDRATO Alcune nozioni di base La precipitazione del fluoruro di calcio DIGESTIONE I precipitati cristallini sono più facilmente filtrabili se: • Si lasciano a contatto con le A.M. (acque madri). • Aumentando o diminuendo la temperatura. 2NaF (aq) + CaCl2 (aq) → CaF2 (s) + 2NaCl (aq) 2 Na+ (aq) + 2 F- (aq) + Ca2+ (aq) + 2 Cl- (aq) 2 F-(aq) + Ca2+ (aq) → → CaF2(s) + 2 Na+ (aq) + 2 Cl- (aq) CaF2(s) Esperienza 3: SINTESI DEL PERBORATO DI SODIO ESAIDRATO Scopo di questa esperienza è la sintesi del diperossoborato di sodio esaidrato (perborato di sodio) Na2[B2(O2)2(OH)4]•6 H2O a partire da tetraborato di sodio decaidrato Na2B4O7 •10 H2O in soluzione acquosa. Il tetraborato reagisce con l’acqua ossigenata, H2O2, in ambiente basico secondo la reazione: Na2B4O7 (aq) + 4 H2O2 (aq) + 2 NaOH (aq) + 11 H2O(l) → → 2 Na2[B2(O2)2(OH)4]•6 H2O (s) La struttura dello ione perossoborato è la seguente: HO O-O B HO OH 2- B O-O OH Lo stato di ossidazione dell’ossigeno nel gruppo perossido -(O-O)2- è -1 Esperienza 2: SINTESI DEL PERBORATO DI SODIO ESAIDRATO il perborato può, quindi, agire sia come ossidante (l’ossigeno del gruppo perossido si riduce allo stato di ossidazione -2) sia come riducente (l’ossigeno si ossida e si forma ossigeno molecolare O2 con numero di ossidazione 0). Il perborato è in grado, ad esempio, di essere ridotto da KI (che si ossida ad I2 di colore colore scuro) o di essere ossidato da KMnO4 (che si riduce a Mn2+). È un composto irritante. Trova utilizzo come additivo nei detergenti sbiancanti A temperatura di circa 60°C il perborato si decompone in soluzione acquosa liberando perossido di idrogeno H2O2, instabile rispetto alla reazione di disproporzione: 2 H2O2(aq) = 2 H2O(l) + O2(g) Esperienza 3: SINTESI DELL’ALLUME POTASSICO Alcune nozioni di base SOLUBILITA’ • Soluzione satura = soluzione contenente la massima quantità di soluto che il solvente è in grado di sciogliere a quella data temperatura. • Solubilità di un soluto in un solvente = concentrazione della soluzione satura (viene di solito espressa in moli/l, ma si può trovare anche espressa in g/l o nelle altre forme in cui viene espressa la concentrazione). REAZIONI DI PRECIPITAZIONE In una reazione di precipitazione due composti ionici solubili reagiscono per dare un prodotto insolubile, chiamato precipitato. Il precipitato si forma attraverso la rimozione netta degli ioni dalla soluzione. E’ possibile che in una reazione di precipitazione si formi più di un precipitato. 7 Esperienza 3: SINTESI DELL’ALLUME POTASSICO La Mér Diagram • Growth regime: kinetic vs. thermodynamic control (pH, T) Final size & shape of crystals • Crystal phase of the nucleation seeds • Surfactants • Surface energy of the crystal facets and capping molecules Cheon et al. Angew. Chem. Int. Ed. 2006, 45, 3414 Esperienza 3: SINTESI DELL’ALLUME POTASSICO Alcune nozioni di base : CRISTALLIZZAZIONE e PRECIPITAZIONE Il cristallo iniziale «seleziona i germi cristallini giusti» dalla soluzione 9 Esperienza 3: SINTESI DELL’ALLUME POTASSICO Alcune nozioni di base Esperienza 3: SINTESI DELL’ALLUME POTASSICO Alcune nozioni di base: parametri per una buona CRISTALLIZZAZIONE Esperienza 3: SINTESI DELL’ALLUME POTASSICO Esperienza 3: SINTESI DELL’ALLUME POTASSICO To sum up Esperienza 3: SINTESI DELL’ALLUME POTASSICO Alcune nozioni di base ACIDI E BASI Un acido è una sostanza che produce ioni H+ quando viene disciolta in H2O H2O HX → H+ (aq) + X- (aq) Una base è una sostanza che produce ioni OH- quando viene disciolta in H2O H2O MOH → M+ (aq) + OH- (aq) INTRODUZIONE AL CONCETTO DI pH DI UNA SOLUZIONE ACQUOSA La concentrazione degli ioni H+ in soluzione viene spesso espressa come pH, dove: pH = - log [H+] dove [H+] = concentrazione (mol/L) di ioni H+ in soluzione In acqua pura → pH = 7 soluzioni acide → [H+] > 10–7 ⇒ pH < 7 soluzioni neutre → [H+] = 10–7 ⇒ pH = 7 soluzioni basiche → [H+] < 10–7 ⇒ pH > 7 La scala di pH va da 0 a 14 Esperienza 3: SINTESI DELL’ALLUME POTASSICO Alcune nozioni di base Per misurare il pH di una soluzione acquosa in modo indicativo (non con elevata precisione) è possibile utilizzare una cartina tornasole che assume colorazioni differenti a seconda del pH della soluzione. pH acido (inferiore a 7): la cartina si colora e diviene di colore rosso intenso per valori di pH ≈ 1 pH neutro (circa 7): la cartina rimane di colore giallo pH basico (superiore a 7): la cartina si colora e diviene di colore blu per valori di pH ≈ 13-14 Uso della cartina: con l’estremità della bacchetta, bagnata di soluzione, si tocca un piccolo pezzo di cartina e si confronta il colore ottenuto con l’indicazione della confezione. Non immergere MAI la cartina direttamente nella soluzione. Esperienza 4: SINTESI DELL’ALLUME POTASSICO Alcune nozioni di base IDROSSIDI Sono ottenuti per reazione fra ossidi dei metalli con acqua. Contengono ossigeno e idrogeno come gruppo “OH” “idrossile” (che in realtà è OH- “ione idrossido”). Na2O + H2O →2 NaOH ESEMPI a)NaOH b)Fe(OH)2 c)Fe(OH)3 Idrossido di sodio idrossido ferroso o idrossido di Fe(II) idrossido ferrico o idrossido di Fe(III) Le loro soluzioni acquose sono caratterizzate dalla presenza dello ione OH- e pertanto hanno carattere basico La precipitazione degli idrossidi si effettua aggiungendo alla soluzione contenente un catione metallico una base o una soluzione acquosa basica: Mn+ + OH- → M(OH)n(s) Nel caso di alcuni particolari idrossidi, un eccesso di OH- (reattivo precipitante) provoca la dissoluzione dell’idrossido e la formazione di un composto solubile Esperienza 4: SINTESI DELL’ALLUME POTASSICO Alcune nozioni di base Queste particolari idrossidi sono chiamati IDROSSIDI ANFOTERI Si dice “anfotera” una specie chimica che può comportarsi sia da acido sia da base Solo alcuni metalli che occupano la posizione centrale della tavola periodica (Zn , Cr, Sn, Pb e Al) formano idrossidi “anfoteri”. Solido gelatinoso bianco Ad esempio: Al3+ (aq) + 3OH- ↔ Al(OH)3(s) +OH- ↔ Al(OH)4-(aq) in ambiente basico ed in eccesso di base Al(OH)4- (aq) + H+ ↔ Al(OH)3(s) + 3H+ ↔ Al3+ (aq) in ambiente acido ed in eccesso di acido Complesso in soluzione Esperienza 4: SINTESI DELL’ALLUME POTASSICO Scopo di questa esperienza è la sintesi di un allume, KAl(SO4)2•12H2O, sale doppio di K ed Al idrato a partire da carta d’alluminio per uso alimentare Prima si scioglie l’Al in una soluzione di KOH e si forma di tetraidrossoalluminato di potassio K[Al(OH)4] solubile: 2Al(s) + 2KOH(aq) + 6H2O(l) → 2 K[Al(OH)4] (aq) + 3H2(g) Durante la reazione si libera idrogeno gassoso, per effetto della riduzione dell’acqua da parte dell’alluminio metallico, che gorgoglia nella miscela. Si ha una precipitazione di scorie nere: sono gli additivi del materiale d’alluminio che non passano in soluzione e devono essere eliminati per filtrazione. In un secondo tempo si ha la formazione dell’allume per reazione con acido solforico. Nella prima fase della reazione, dopo l'aggiunta di H2SO4, non si riesce ad evitare la formazione di idrossido di alluminio Al(OH)3 bianco che può essere disciolto scaldando la soluzione: 2 KAl(OH)4(aq) + H2SO4(aq) → 2 Al(OH)3(s) + K2SO4(aq) + 2 H2O(l) 2 Al(OH)3(s) + 3 H2SO4(aq) → Al2(SO4)3(aq) + 6 H2O(l) a caldo Solo quando la dissoluzione di Al(OH)3 è completa ed in soluzione sono presenti gli ioni Al3+ e K+ derivanti dalla dissociazione dei relativi solfati, si ha la formazione dell'allume: K2SO4(aq) + Al2(SO4) 3(aq) + 24 H2O(l) → 2 KAl(SO4)2 •12 H2O(s) ALLUME POTASSICO: un modo per riciclare ALLUMINIO • • • • • • • ~ 1,5 billion of aluminum beverage cans are produced each day in the U.S. Aluminum is one of the most indestructible materials used in metal containers. The average “life” of an aluminum can is about one hundred years. Although aluminum is the third most abundant element in the earth’s crust, the expense of extracting it from common soils is too expensive and the major source is the ore bauxite, the hydrated form of aluminum oxide, Al2O3⋅2H2O. Concern regarding the depletion of aluminum ores, major concern: the amount of electrical energy needed to extract the aluminum from its ores. To produce a single can, the energy needed is about the same as that required to keep a 100-watt bulb lit for 6 hours. That energy can be reduced by up to 95 percent by recycling used aluminum cans. Sostanze Anfotere Esperienza 4: TITOLAZIONI ACIDO-BASE Alcune nozioni di base ANALISI VOLUMETRICA E TITOLAZIONI Nell'analisi volumetrica la concentrazione incognita di un composto (analita) viene determinata mediante titolazione, cioè mediante aggiunta di un volume noto di una soluzione di reattivo a concentrazione nota, il titolante, che reagisce quantitativamente con l'analita in esame. Il punto FINALE della titolazione al quale vengono interrotte le aggiunte di titolante, è caratterizzato da un cambiamento improvviso di una proprietà fisica o chimica della soluzione e deve essere il più possibile vicino al punto di EQUIVALENZA, cioè al punto al quale si sarebbe pervenuti dopo aver aggiunto la quantità esattamente stechiometrica di titolante (il titolante ha reagito COMPLETAMENTE con l’analita). La differenza tra punto finale e punto di equivalenza determina l’errore di titolazione; in generale si cerca di ridurre tale errore scegliendo una proprietà il cui cambiamento sia facilmente osservabile e permetta una lettura del punto finale il più possibile prossima al punto di equivalenza. Esperienza 4: TITOLAZIONI ACIDO-BASE Alcune nozioni di base Per effettuare correttamente una determinazione volumetrica, è necessario conoscere con precisione la concentrazione della soluzione titolante (titolo), che può essere uno standard primario o secondario. Uno standard primario deve: essere stabile e reagire rapidamente completamente e selettivamente con l’analita poter essere reperito facilmente e deve essere essiccabile (preferibilmente a 110120°C) e conservabile allo stato puro; rimanere inalterato durante le operazioni di pesata (non deve essere igroscopico, ossidabile all'aria o assorbire anidride carbonica); poter essere analizzato con metodi idonei al fine della determinazione della purezza (maggiore del 99,98%); avere preferibilmente un alto peso equivalente in modo da minimizzare l'errore di pesata; essere facilmente solubile in acqua. Se il titolante non è uno standard primario, deve essere standardizzato titolando una soluzione di concentrazione circa uguale a quella desiderata, con una quantità nota di uno standard primario opportuno (standard secondario). Esperienza 4: TITOLAZIONI ACIDO-BASE Alcune nozioni di base I CALCOLI NELLE TITOLAZIONI Supponiamo di avere la generica reazione: tT + aA prodotti Allora sono necessarie t moli di titolante (T) per reagire con a moli di analita (A). Le moli di titolante impiegate sono: Moli di T = VTMT Dove VT è il volume di titolante e MT la molarità di T. Le moli di A che devono essere state presenti per reagire completamente con le moli di T sono, secondo la stechiometria della reazione: Moli di A= a/t moli di T Poiché a moli di A reagiscono con t moli di T Esperienza 4: TITOLAZIONI ACIDO-BASE Alcune nozioni di base TITOLAZIONI ACIDO-BASE La concentrazione di un acido o di una base in soluzione acquosa viene determinata per via volumetrica attraverso una reazione di neutralizzazione con, rispettivamente, una base o un acido a titolo noto (titolante). Qualunque siano l’acido o la base la reazione è data da: H3O+ + OH- ⇔ 2 H2O CURVE DI TITOLAZIONE Sono dei grafici in cui viene riportato il pH in funzione del volume aggiunto di titolante. Dalla particolare forma della curva si può ricavare il volume al punto di equivalenza. La curva di titolazione può essere ricavata dalla misura del pH della soluzione durante le aggiunte di acido o di base oppure calcolata, in via semplificata, utilizzando le equazioni chimiche Esperienza 4: TITOLAZIONI ACIDO-BASE Alcune nozioni di base Il volume di titolante al punto di equivalenza consente di calcolare le moli di titolante che hanno reagito con la sostanza a titolo incognito in accordo con i rapporti stechiometrici e quindi di ricavarne il titolo. Un esempio classico è quello della titolazione di un acido forte con una base forte. Nel caso della titolazione di HCl 0,1 M con NaOH 0,1 M si ha la curva di titolazione riportata in figura. Le caratteristiche della curva del sistema in esame sono importanti per scegliere correttamente l’indicatore Esperienza 4: TITOLAZIONI ACIDO-BASE Alcune nozioni di base Determinazione del punto di EQUIVALENZA in una titolazione Si può utilizzare un indicatore, un composto il cui colore cambia in prossimità del punto di equivalenza per la scomparsa dell’analita o la presenza dell’eccesso di titolante. Gli indicatori usati nelle titolazioni acido-base sono sostanze organiche che in soluzione danno luogo ad un equilibrio tra una forma acida ed una basica diversamente colorate. Se HIn è la forma acida di un generico indicatore ed In- la base coniugata corrispondente, in soluzione si instaura l’equilibrio: HIn + H2O ⇔ In- + H3O+ caratterizzato da una costante: H O ][ In ] [ = + K HIn − 3 [ HIn] Il rapporto [In-]/[HIn] dipende dal valore del pH della soluzione. Un aumento di [H3O+] (diminuzione del pH) riduce il rapporto e, viceversa, una riduzione lo aumenta. A pH acido prevale Hin, a pH basico In- Un indicatore si dice al punto di viraggio quando la forma acida e la forma basica sono presenti in eguale concentrazione e la soluzione acquista un colore intermedio . Poichè al punto di viraggio [In-] = [HIn] si ha che [H3O+] = KHIn oppure pH = pKHin Ogni indicatore è, quindi, caratterizzato da un pH di viraggio identico al pK dell’indicatore. In realtà l’occhio umano distingue chiaramente la transizione da un colore all’altro quando una delle due forme è presente in rapporto di circa 10 : 1 rispetto all’altra. Per questo motivo il viraggio di un indicatore non viene osservato sperimentalmente ad un preciso valore di pH ma in una zona di ± 1 unità pH rispetto al pH di viraggio. L'indicatore deve essere aggiunto nella quantità minima necessaria per poter osservare il viraggio. In caso contrario potrebbe consumare una frazione non indifferente di titolante. Dopo il punto di equivalenza, il pH è determinato dall’eccesso di ioni OH- nella soluzione Al punto di equivalenza, OHaggiunto è esattamente sufficiente per reagire con tutto H+. Il pH è quello di H2O Prima di raggiungere il punto di equivalenza, il pH è determinato dall’eccesso di ioni H+ nella soluzione rispetto alla base aggiunta Curva di titolazione base debole-acido forte Il pH diminuisce gradualmente nella regione tampone. In soluzione sono presenti la base debole e il suo acido coniugato. Al punto di equivalenza, pH< 7,00 a causa della reazione dell’acido coniugato con H2O. Esperienza 4: TITOLAZIONI ACIDO-BASE La buretta è un tubo di vetro graduato munito di rubinetto, di solito di teflon, utilizzato per erogare un volume qualsiasi di liquido entro i limiti della sua capacità massima. Prima di riempire una buretta è necessario pulirla ed asciugarla accuratamente per evitare che tracce di acqua o di altre sostanze diluiscano o inquinino la soluzione titolante. Se la buretta non è asciutta si può utilizzare la tecnica dell’avvinamento, che in realtà si può applicare a qualsiasi recipiente tarato. Si introduce nella buretta una piccola quantità (5-10 ml) della soluzione titolante e si muove la buretta in modo da bagnare completamente le pareti con il liquido, che alla fine viene eliminato. Si ripete tale operazione due o tre volte. E’ evidente che le tracce di liquido da asportare devono essere miscibili con la soluzione La presenza di bolle d’aria può alterare la misura del volume. Le bolle d’aria sulle pareti si possono eliminare picchiettando leggermente sulla superficie del vetro. Se la bolla si forma all’imboccatura del rubinetto si elimina facendo fluire il liquido per qualche secondo a rubinetto completamente aperto. BURETTA Esperienza 4: TITOLAZIONI ACIDO-BASE Bisogna considerare, inoltre, che un liquido, a causa della tensione superficiale, aderisce alla parete del recipiente che lo contiene. Per questo motivo la sua superficie non è piana ma curva, concava nel caso dell’acqua e delle soluzioni acquose. Si forma il cosiddetto menisco che rende più difficile la lettura del livello del liquido rispetto alla tacca. Nella pratica si considera di aver riempito con il volume di liquido indicato quando il fondo del menisco è tangente alla tacca di calibrazione. Esperienza 4: TITOLAZIONI ACIDO-BASE Alcune nozioni di base pH-metro Nel caso delle titolazioni acido-base, un altro metodo per seguire la titolazione e per determinare il punto di equivalenza è l’utilizzo di un pH-metro. Il componente principale di un pH-metro è l’ elettrodo di vetro che come tutti gli elettrodi, è un dispositivo per la misura del potenziale della soluzione (o forza elettromotrice, f.e.m.) L’elemento sensibile è costituito da un bulbo di vetro sottile (se fosse spesso, non permetterebbe la conduzione elettrica tra i due lati, condizione necessaria affinché si possa misurare un potenziale). La superficie esterna del bulbo è in contatto con la soluzione della quale si vuol misurare il pH, mentre all’interno il bulbo contiene una soluzione tampone (di solito a pH = 7) ed un sale di cloruro (di solito NaCl) Esperienza 4: TITOLAZIONI ACIDO-BASE Alcune nozioni di base La figura sotto riporta un ingrandimento del bulbo di vetro sottile; vengono indicati anche i gruppi idrossilici (silicati) superficiali del vetro. Tali gruppi, essendo acidi deboli, possono dare reazione acido-base se la superficie del vetro è a contatto con l’acqua: Dopo immersione Poiché tale concentrazione di H3O+ è diversa nella soluzione interna ed in quella esterna, sarà diverso il numero di gruppi silicati che deprotona nelle due soluzioni, per cui sarà diversa anche la carica elettrica complessiva che si crea sulle due superfici del bulbo. Tale sbilanciamento di carica genera un potenziale elettrico, Eelettr,tra i due lati del bulbo stesso. Eelettr dipende dalla concentrazione di ioni idrogeno presenti nella soluzione esterna, [H3O+]est, e dalla concentrazione di ioni idrogeno in quel-la interna, [H3O+]int. Essendo quest’ultima sempre costante: Dipende dal pH Esperienza 4: TITOLAZIONI ACIDO-BASE Inoltre, tra il filo di argento e la soluzione interna si genera a sua volta un potenziale elettrico: (dove [Cl–]int è la concentrazione di ioni cloruro nella soluzione interna del bulbo). Questo è infatti il potenziale per un elettrodo di seconda specie: tali elettrodi si generano quando un filo di metallo M viene immerso in una soluzione contenente il precipitato di un sale poco solubile del catione Mn+ (MX(s)) e un eccesso dello stesso anione precipitante Xn– La differenza di potenziale che si genera tra il filo d’argento e la soluzione esterna sarà data dalla somma dei due potenziali, e quindi assume la forma seguente Il potenziale dell’elettrodo di seconda specie è costante durante una titolazione, perciò: (con D = costante = EAg/AgCl/Cl–) Sostituendo il pH a –log[H3O+], e conglobando le due costanti C e D, si ottiene: elettrodo di vetro al quale viene unito, in un unico corpo, un elettrodo di riferimento Elettrodo combinato Il pH-metro converte i valori di E sperimentali in unità di pH, riportando sul display direttamente questi ultimi. Esperienza 5: DETERMINAZIONE della Kps dell’Idrossido di Calcio Alcune nozioni di base In appropriate condizioni, tutte le reazioni sono reversibili e raggiungono uno stato di equilibrio. All’equilibrio, le concentrazioni dei reagenti e dei prodotti non variano più nel tempo. L’equilibrio chimico è un equilibrio dinamico: le reazioni continuano ad avvenire ma non si osserva una trasformazione netta perché le trasformazioni in un senso sono bilanciate da quelle nel verso opposto. Esperienza 5: DETERMINAZIONE della Kps dell’Idrossido di Calcio Alcune nozioni di base Per una generica reazione Il quoziente di reazione è: Q = [C]c[D]d [A]a[B]b Q dà il rapporto tra le concentrazioni dei prodotti e dei reagenti in qualsiasi momento della reazione. All’equilibrio: Q = K Il valore di Q indica se il sistema ha raggiunto l’equilibrio, quanto dista da esso se non l’ha raggiunto, e in quale verso sta variando per raggiungere l’equilibrio. Esperienza 5: DETERMINAZIONE della Kps dell’Idrossido di Calcio Alcune nozioni di base Il valore di Q indica la direzione in cui una reazione deve procedere per raggiungere l’equilibrio. Se Q < K, i reagenti devono aumentare e i prodotti diminuire: la reazione avanza verso destra, reagenti → prodotti fino al raggiungimento dell’equilibrio. Se Q > K, i reagenti devono diminuire e i prodotti aumentare: la reazione avanza verso sinistra, prodotti → reagenti fino al raggiungimento dell’equilibrio. Se Q = K, il sistema è all’equilibrio e non si osserva nessuna trasformazione netta. Esperienza 5: DETERMINAZIONE della Kps dell’Idrossido di Calcio Alcune nozioni di base SOLUZIONE SATURA: soluzione contenente la massima quantità di soluto che il solvente è in grado di sciogliere a quella data temperatura Tutti i composti cosiddetti “insolubili” sono in realtà leggermente solubili in soluzione acquosa. Assumiamo che la piccola quantità di composto disciolta sia completamente dissociata. Per un composto poco solubile esiste un equilibrio tra il soluto solido e gli ioni acquosi. PbF2(s) Kc = [Pb2+][F-]2 [PbF2] Pb2+(aq) + 2F-(aq) Qps = Kc[PbF2] = [Pb2+][F-]2 Solido, la cui concentrazione nella fase solida è costante dove Qps è il prodotto ionico per un composto ionico poco solubile. Esperienza 5: DETERMINAZIONE della Kps dell’Idrossido di Calcio Alcune nozioni di base PRODOTTO DI SOLUBILITA’ Kps Per ogni composto ionico poco solubile MpXq, costituito dagli ioni Mn+ e Xz-, Qps = [Mn+]p[Xz-]q Quando la soluzione è satura, il sistema è in equilibrio e Qps = Kps, la costante prodotto di solubilità. Il prodotto di solubilità di un generico sale è dato quindi dal prodotto delle concentrazioni molari (mol L-1) delle specie ioniche in cui si dissocia, ciascuna elevata al coefficiente stechiometrico con cui compare nell’equazione di dissociazione Il valore di Kps di un sale indica quanto la dissoluzione procede verso l’equilibrio (saturazione della soluzione). Esperienza 5: DETERMINAZIONE della Kps dell’Idrossido di Calcio Alcune nozioni di base Kps per alcuni composti ionici a 25 °C Più basso è Kps più il composto è poco solubile Kps DIPENDE DALLA TEMPERATURA Esperienza 5: DETERMINAZIONE della Kps dell’Idrossido di Calcio Alcune nozioni di base In altre parole, il Kps esprime i limiti delle concentrazioni ioniche oltre le quali esso precipita e al di sotto delle quali esso resta in soluzione Per una soluzione satura di un omposto ionico poco solubile, Qps = Kps. Qps = Kps la soluzione è satura e non avvengono variazioni. Qps > Kps si forma un precipitato fino a quando la soluzione è satura. Qps < Kps la soluzione è insatura e non si forma precipitato. Esperienza 5: DETERMINAZIONE della Kps dell’Idrossido di Calcio In questa esperienza l’obiettivo è determinare il prodotto di solubilità di un idrossido poco solubile, l’idrossido di calcio Ca(OH)2 In una soluzione satura di Ca(OH)2 si ha l’equilibrio: Ca(OH)2(s) ⇔ Ca++(aq) + 2OH-(aq) La costante di equilibrio di questa reazione può essere scritta in modo semplificato in quanto la concentrazione di Ca(OH)2(s) è costante: Kps = [Ca++] [OH-]2 PRODOTTO DI SOLUBILITA’ Esperienza 5: DETERMINAZIONE della Kps dell’Idrossido di Calcio Alcune nozioni di base B A PbCrO4(s) Pb2+(aq) + CrO42-(aq) A. Il cromato di piombo(II), un sale poco solubile, forma una soluzione acquosa satura. B. Quando si aggiunge una soluzione di Na2CrO4, la quantità di PbCrO4(s) aumenta, indicando una minore solubilità in presenza dello ione a comune, CrO42. Esperienza 6: PREPARAZIONE DI COMPOSTI LUMINESCENTI Alcune nozioni di base Le onde elettromagnetiche sono caratterizzate sia da una lunghezza d’onda λ che da una frequenza ν che sono tra loro in relazione tramite la legge λ ν = c = velocità della luce nel vuoto = 300.000 km/s Inoltre i fotoni sono portatori di una energia E = h ν I fotoni interagiscono con gli elettroni in tre modi: Assorbimento: un fotone viene assorbito da un elettrone che va dal livello energetico iniziale E1 al livello eccitato E2, con: E2 =E1+hν . Emissione spontanea: l’elettrone che si trova in uno stato eccitato decade dal livello E2 al livello E1, con E1 = E2 - hν . Emissione stimolata: un elettrone che si trova in uno stato eccitato, che viene colpito da un fotone può diseccitarsi emettendo un altro fotone. Esperienza 6: PREPARAZIONE DI COMPOSTI LUMINESCENTI Alcune nozioni di base Light Emitting Diode (LED) • A light emitting diode (LED) is a device which converts electrical energy to light • LEDs are preferred light sources for short distance (local area) optical fiber network because they: are inexpensive, robust and have long life (the long life of an LED is primarily due to its being a cold device, i.e. its operating temperature being much lower than that of, say, an incandescent lamp), can be modulated (i.e. switched on and off) at high speeds (this property of an LED is also due to its being a cold device as it does not have to overcome thermal inertia) They are mainly semiconductors (i.e. GaAs, GaAlAs, etc…) Esperienza 6: PREPARAZIONE DI COMPOSTI LUMINESCENTI Light Emitting Diode (LED): COME FUNZIONANO 1 2 Il meccanismo di funzionamento è abbastanza semplice: si applica una tensione giunzione p-n che genera così coppie elettrone-lacuna; queste coppie si ricombinano emettendo i fotoni visibili. LUCE Esperienza 6: PREPARAZIONE DI COMPOSTI LUMINESCENTI Organic Light Emitting Diode (OLED) An OLED is an electronic device made by placing a series of organic thin films between two conductors. When electrical current is applied, a bright light is emitted. A device that is 100 to 500 nanometers thick or about 200 times smaller than a human hair. Both OLED and LED use the same principle of electroluminescence. OLED advantages • Lighter weight • Perform at lower efficiencies • Less power consumption • Organic/organimetallic based chemicals Molecules commonly used in OLEDs include organometallic compounds Tris(8-hydroxyquinolinato)aluminium Tris(dibenzoylmethane) mono(1,10-phenanthroline)europium(lll) Alq3 has been used as a green emitter, while Eu(dbm)3(phen) as a red emitter Esperienza 6: PREPARAZIONE DI COMPOSTI LUMINESCENTI Commercial Uses of OLED Esperienza 6: PREPARAZIONE DI COMPOSTI LUMINESCENTI Esperienza 8: ANALISI QUALITATIVA: IDENTIFICAZIONE DI CATIONI Alcune nozioni di base L’analisi chimica qualitativa ha come obiettivo l’individuazione della natura di una sostanza o di una miscela di sostanze 1) Reazioni specifiche Reazioni che possono essere utilizzate anche in PRESENZA di altri ioni INTERFERISCANO nel risultato senza che NH4+ + OH- → NH3↑ + H2O Es.: NB: la maggior parte delle reazioni diventa SPECIFICA in opportune condizioni sperimentali (per esempio, dopo l’eliminazione di alcuni ioni interferenti) 2) Procedimento sistematico Quando è sconveniente utilizzare reazioni specifiche, la ricerca si esegue dopo aver ricercato/eliminato tutti i possibili IONI INTERFERENTI L’analisi viene eseguita secondo un ordine preciso (ANALISI SISTEMATICA) Esperienza 8: ANALISI QUALITATIVA: IDENTIFICAZIONE DI CATIONI Alcune nozioni di base Gli ioni vengono separati NON singolarmente ma in GRUPPI, utilizzando proprietà caratteristiche di un certo numero di ioni rispetto a determinati reattivi, che vengono denominati REATTIVI DI GRUPPO Es.: As, Sb, Sn, Hg, Pb, Bi, Cu, Cd presenti in un’unica soluzione di HCl H2S PRECIPITANO COME SOLFURI POCO SOLUBILI (separazione) 54 Esperienza 8: ANALISI QUALITATIVA: IDENTIFICAZIONE DI CATIONI In questa esperienza si dovrà separare una miscela costituita da un certo numero di cationi compresi tra i seguenti: NH4+, Ag+, Cu2+, Mn2+, Fe3+ (e Fe2+), Ni2+, Al3+, Zn2+ Analisi sistematica tradizionale (Bunsen, Fresenius) Se si esclude lo ione NH4+ che viene identificato con una reazione specifica effettuata direttamente nella soluzione della miscela di sali, gli altri cationi vengono suddivisi in quattro gruppi e successivamente identificati mediante reazioni selettive I° gruppo Cationi che formano CLORURI poco solubili e che precipitano da soluzioni neutre o acide (HNO3) per trattamento con HCl Ag+, Hg+, Pb2+, (Tl+) Esperienza 8: ANALISI QUALITATIVA: IDENTIFICAZIONE DI CATIONI II° gruppo Cationi che, dopo ELIMINAZIONE del I° gruppo, reagiscono con H2S formando SOLFURI talmente INSOLUBILI da precipitare in soluzione molto acida (pH ≤≤ 0.5) Hg2+, Pb2+, Cu2+, Bi3+, Cd2+, As3+, As5+, Sb5+, Sn2+, Sn4+ (Au, Pt) III° gruppo Cationi che, dopo ELIMINAZIONE del I° e del II° gruppo, reagiscono con NH4OH formando IDROSSIDI poco solubili (in presenza di NH4Cl , cioè in soluzione tamponata a pH 9) Fe3+, Al3+, Cr3+, (Ti4+), Mn2+ (parzialmente) (in particolari condizioni anche Co2+, Zn2+) 56 Esperienza 8: ANALISI QUALITATIVA: IDENTIFICAZIONE DI CATIONI IV° gruppo Cationi che, esclusi quelli del I°, del II° gruppo e del III° gruppo, non vengono precipitati da H2S a pH < 0.5, nè da NH4OH/NH4Cl a pH 9, ma come SOLFURI da H2S a pH > 0.5 (→ pH ≈ 9) Zn2+, Fe2+, Ni2+,Mn2+ 57 Esperienza 8: ANALISI QUALITATIVA: IDENTIFICAZIONE DI CATIONI PROCEDURA SPERIMENTALE DA ESEGUIRE RIGOROSAMENTE IN SEQUENZA [1] Identificazione dello ione ammonio NH4+ Lo ione NH4+ è stabile in soluzione acida; in soluzione basica si sviluppa ammoniaca gassosa: NH4+ (aq) + OH- (aq) → NH3 (g) + H2O (l) [2] Precipitazione dei cloruri insolubili Lo ione Ag+ precipita da una soluzione contenente ioni Cl- come AgCl, sale insolubile bianco: Ag+(aq) + Cl-(aq) → AgCl (s) Non si deve operare con un largo eccesso di ioni Cl- per evitare la formazione dello ione complesso solubile AgCl2-: AgCl (s) + Cl-(aq) ⇔ AgCl2- Esperienza 8: ANALISI QUALITATIVA: IDENTIFICAZIONE DI CATIONI [3] Identificazione del catione Ag+ Il sale insolubile AgCl si scioglie in soluzione ammoniacale con formazione dello ione complesso solubile diamminoargento [Ag(NH3)2]+ (trasparente): AgCl (s) + 2 NH3 (aq) → [Ag(NH3)2]+(aq) + Cl-(aq) Lo ione [Ag(NH3)2]+ è instabile in soluzione acida; aggiungendo HNO3 alla soluzione ammoniacale contenente lo ione complesso e gli ioni Cl- si ha la reazione: [Ag(NH3)2]+(aq) + Cl-(aq) + 2 H3O+(aq) → AgCl (s) + 2 NH4+ (aq) + 2 H2O AgI è un sale insolubile giallo. A differenza di AgCl, è praticamente insolubile in NH3; per questo motivo è possibile precipitarlo direttamente dalla soluzione ammoniacale per aggiunta di ioni I- senza aggiunta di acido: [Ag(NH3)2]+(aq) + I-(aq) → AgI (s) + 2 NH3 (aq) Esperienza 8: ANALISI QUALITATIVA: IDENTIFICAZIONE DI CATIONI [4] Precipitazione dei solfuri insolubili a pH ≤ 0.5 (CuS) Il solfuro di Cu2+ è insolubile in soluzioni acide di concentrazione almeno 3 M, pH = 0.5. A pH ≥ 0.5, precipitano i solfuri degli altri cationi. Il controllo del pH è estremamente importante perché determina la quantità di ione solfuro S2- presente in soluzione. Per la precipitazione del CuS si utilizza una soluzione acquosa di acido solfidrico H2S, preparata per degradazione termica in H2O di tioacetammide CH3CSNH2, secondo la reazione: CH3CSNH2 (s) + 2 H2O(l) ∆ (A ebollizione)→ CH3COO-(aq) + NH4+ (aq) + H2S (aq) H2S è un gas maleodorante e tossico. Per questo motivo si preferisce generarlo direttamente in situ per ridurne al minimo la quantità utilizzata (SOTTO CAPPA) Lo ione solfuro S2- è prodotto dalla dissociazione in acqua di H2S, acido debole diprotico: H2S (aq) + H2O(l) ⇔ H3O+(aq) + HS- (aq) K1 = 1.1 x 10-7 HS- (aq) + H2O(l) ⇔ H3O+(aq) + S2- (aq) K2 = 1.1 x 10-14 PINZA DI LEGNO Ad alte concentrazioni di H3O+ (basso valore di pH) gli equilibri sono spostati verso sinistra ed in soluzione vi è una concentrazione di S2- molto bassa. Diminuendo la concentrazione di H3O+ gli equilibri si spostano verso destra e la concentrazione di S2- in soluzione aumenta. Esperienza 8: ANALISI QUALITATIVA: IDENTIFICAZIONE DI CATIONI Il solfuro di rame CuS (NERO) precipita già in soluzioni a pH ≤ 0.5 perché è particolarmente insolubile, e necessita della presenza di una quantità molto piccola di ioni S2- per precipitare. L’aumento di pH con conseguente aumento di ioni S2- induce la precipitazione dei solfuri degli altri cationi che sono relativamente più solubili. [5] Identificazione del catione Cu2+ CuS viene dissolto in HNO3 che ossida lo ione S2- a zolfo elementare S riducendosi ad NO: 3 CuS(s) + 8 HNO3 (aq) → 3 Cu(NO3)2 (aq) + 3 S(s) + 2 NO(g) + 4 H2O(l) Il catione Cu2+ in soluzione viene complessato da NH3: Cu2+(aq) + 4 NH3(aq) → [Cu(NH3)4]2+(aq) Esperienza 8: ANALISI QUALITATIVA: IDENTIFICAZIONE DI CATIONI [6] Precipitazione di solfuri insolubili a pH > 0.5 I cationi Mn2+, Ni2+, Zn2+, Fe2+, in soluzione basica contenente ioni S2- danno solfuri insolubili: Mn2+(aq) + S2- (aq) → MnS (s) Ni2+ (aq) + S2- (aq) → NiS (s) Zn2+ (aq) + S2- (aq) → ZnS (s) Fe2+ (aq) + S2- (aq) → FeS (s) Il valore del pH della soluzione è determinato dalla coppia NH4+/NH3 (tampone ammoniacale, pH ≈ 9). A questo pH il catione Al3+ non forma il solfuro ma precipita come idrossido insolubile Al(OH)3: Al3+(aq) + 3 OH-(aq) → Al(OH)3 (s) Il pH deve essere tamponato a questo valore perché a pH più basici Al(OH)3, composto anfotero, si ridiscioglie come [Al(OH)4]- Esperienza 8: ANALISI QUALITATIVA: IDENTIFICAZIONE DI CATIONI [7] Dissoluzione del precipitato di MnS, NiS, FeS, ZnS e Al(OH)3 I solfuri MnS, FeS, ZnS e l’idrossido Al(OH)3 si sciolgono in acidi forti: MnS(s) + 2 H+(aq) → Mn2+(aq) + H2S(aq) FeS(s) + 2 H+(aq) → Fe2+(aq) + H2S(aq) ZnS(s) + 2 H+(aq) → Zn2+(aq) + H2S(aq) Al(OH)3(s) + 3 H+(aq) → Al3+(aq) + 3 H2O(l) Per sciogliere NiS è necessario un acido ossidante come HNO3: 3 NiS(s) + 8 HNO3(aq) → 3 Ni(NO3)2(aq) + 3 S(s) + 2 NO(g) + 4 H2O(l) HNO3 ossida anche Fe2+ a Fe3+: 3 Fe2+(aq) + NO3-(aq) + 4 H+(aq) → 3 Fe3+(aq) + NO(g) + 2 H2O(l) Esperienza 8: ANALISI QUALITATIVA: IDENTIFICAZIONE DI CATIONI [8] Separazione dei cationi Mn2+, Ni2+, Fe3+ dai cationi Zn2+ e Al3+ L’addizione della base forte NaOH alla soluzione di dssoluzione dei solfuri (punto [7]) induce la precipitazione degli idrossidi insolubili di Mn2+, Ni2+, Fe2+: Mn2+(aq) + 2 OH-(aq) → Mn(OH)2 (s) Ni2+(aq) + 2 OH-(aq) → Ni(OH)2 (s) Fe3+(aq) + 3 OH-(aq) → Fe(OH)3 (s) CROGIOLO DI PORCELLANA Gli idrossidi di Zn2+ e Al3+ non precipitano ma, essendo anfoteri, in presenza di una base forte formano idrossoalluminati ed idrossozincati solubili: Al3+(aq) + 3 OH-(aq) → Al(OH)3 (s) Al(OH)3 (s) + OH-(aq) → [Al(OH)4]- (aq) Zn2+(aq) + 2 OH-(aq) → Zn(OH)2 (s) Zn(OH)2 (s) + 2 OH-(aq) → [Zn(OH)4]2- (aq) PINZA DI FERRO Esperienza 8: ANALISI QUALITATIVA: IDENTIFICAZIONE DI CATIONI [9] Dissoluzione del precipitato di Mn(OH)2, Ni(OH)2, Fe(OH)3 In acido nitrico gli idrossidi si sciolgono secondo le reazioni: Mn(OH)2(s) + 2 H+(aq) → Mn2+(aq) + 2 H2O(l) Ni(OH)2(s) + 2 H+(aq) → Ni2+(aq) + 2 H2O(l) Fe(OH)3(s) + 3 H+(aq) → Fe3+(aq) + 3 H2O(l) [10] Identificazione del catione Mn2+ Il bismutato di sodio NaBiO3 è un forte ossidante, in grado di ossidare lo ione Mn2+ a MnO4- secondo la reazione: 2 Mn2+(aq) + 5 BiO3-(aq) + 14 H+(aq) → 2 MnO4-(aq) + 5 Bi3+(aq) + 7 H2O(l) La scomparsa del colore viola dopo la formazione è dovuta alla presenza di ioni cloruro Cl- che vengono ossidati dal permanganato. Esperienza 8: ANALISI QUALITATIVA: IDENTIFICAZIONE DI CATIONI [11] Separazione dei cationi Ni2+ e Fe3+ In una soluzione basica precipita Fe(OH)3. In presenza di un eccesso di NH3 il catione Ni2+ forma il catione esammino complesso solubile: Ni2+(aq) + 6 NH3(aq) → [Ni(NH3)6]2+(aq) blu [12] Identificazione del catione Fe3+ Fe(OH)3 si scioglie in acidi. L’aggiunta di ione tiocianato SCN- porta alla formazione del complesso [Fe(SCN)6]-: Fe3+(aq) + 6 SCN-(aq) → [Fe(NCS)6]3-(aq) rosso sangue Esperienza 8: ANALISI QUALITATIVA: IDENTIFICAZIONE DI CATIONI [13] Identificazione del catione Ni2+ La dimetilgliossima (H2DMG) è un reagente organico in grado di complessare lo ione Ni2+ come ione dimetilgliossimato (HDMG)-. [Ni(NH3)6]2+(aq) + 2 H2DMG(aq) → Ni(HDMG)2(s) + 2 NH4+(aq) + 4 NH3(aq) Lo ione (HDMG)- si forma per reazione acido-base con NH3 CH3 C NOH NH 3 C CH3 CH3 C CH3 NOH C NOH NO - e si lega allo ione Ni2+ per dare il complesso dal caratteristico color rosa-rosso OH CH3 2 CH3 CH3 C NOH + C NO - Ni C 2+ CH3 N Ni C NO 2 Esperienza 8: ANALISI QUALITATIVA: IDENTIFICAZIONE DI CATIONI [14] Separazione dei cationi Al3+ e Zn2+ Un eccesso di acido riporta in soluzione come ioni Zn2+ e Al3+ gli alluminati e gli zincati: [Al(OH)4]-(aq) + 4 H+(aq) → Al3+(aq) + 4 H2O(l) [Zn(OH)4]2-(aq) + +4 H+(aq) → Zn2+(aq) + 4 H2O(l) A pH ≈ 9 in presenza di un eccesso di NH3, Al3+ riprecipita come idrossido insolubile mentre lo ione Zn2+ forma lo ione complesso tetramminozinco solubile: Zn2+(aq) + 4 NH3(aq) → [Zn(NH3)4]2+(aq) Esperienza 8: ANALISI QUALITATIVA: IDENTIFICAZIONE DI CATIONI [15] Identificazione del catione Al3+ Il reagente aluminon è un colorante rosso che si adsorbe sulla superficie del precipitato gelatinoso di Al(OH)3 quando questo riprecipita in ambiente basico dopo l’aggiunta di NH3 alla soluzione acida dello ione Al3+. La reazione può essere scritta come: Al3+(aq) + 3 NH3(aq) + 3 H2O(l) + alum.(aq) → Al(OH)3•alum.(s) + 3 NH4+(aq) L’ aluminon è un sale di ammonio di un acido tricarbossilico (acido aurintricarbossilico): Esperienza 8: ANALISI QUALITATIVA: IDENTIFICAZIONE DI CATIONI [16] Identificazione del catione Zn2+ La soluzione contenente [Zn(NH3)4]2+ viene acidificata: [Zn(NH3)4]2+(aq) + 4 H+(aq) → 4 NH4+(aq) + Zn2+(aq) e ad essa viene aggiunto K4Fe(CN)6 che forma il complesso verde chiaro K2Zn3[Fe(CN)6]2 secondo la reazione: 3 Zn2+(aq) + 2 K4Fe(CN)6(aq) → K2Zn3[Fe(CN)6]2(s) + 6 K+(aq) La reazione globale dei due processi è data da: 3 [Zn(NH3)4]2+(aq) + 2 K4Fe(CN)6(aq) + 12 H+(aq) → → K2Zn3[Fe(CN)6]2(s) + 12 NH4+(aq) + 6 K+(aq) Esperienza 8: ANALISI QUALITATIVA: IDENTIFICAZIONE DI CATIONI Alcune nozioni di base ANCORA QUALCHE INFO SULLA PRECIPITAZIONE DIGESTIONE DI UN PRECIPITATO LEGGE DI STOKES Esperienza 8: ANALISI QUALITATIVA: IDENTIFICAZIONE DI CATIONI Alcune nozioni di base CENTRIFUGAZIONE