Integrale Indefinito PROBLEMA: Data una funzione1 f : I → R, dove I :=]a, b[⊆ R, trovare una funzione derivabile F : I → R, tale che F 0 (x) = f (x) per ogni x ∈ I. Una tale funzione, se esiste, si chiama primitiva di f su I. Inoltre, da ora in poi, scriveremo Z F (x) = f (x) dx (x ∈ I). Ossia, per indicare la primitiva F di f (ma anche il problema stesso di trovare la primitiva di f ) useremo il simbolo appena introdotto che viene usualmente chiamato integrale indefinito di f . Per prima cosa, si osservi che se F è una primitiva di f , allora anche F (x) + C è una primitiva, per ogni (numero) C ∈ R. Pertanto, d’ora in poi, scriveremo, più precisamente Z F (x) + C = f (x) dx ∀ C ∈ R (x ∈ I). Per molte funzioni, il problema precedente può essere risolto abbastanza facilmente. La risposta, in effetti, per molte funzioni elementari, è fornita dalla tabella delle derivate delle funzioni elementari, ma... letta al contrario! Esempi. • Partiamo da f (x) = a con a ∈ R fissato. Allora, è facile vedere che, posto F (x) = ax, si ha sempre F 0 (x) = a. Pertanto Z a dx = ax + C. • Più in generale, sia f (x) = xα con α ∈ R fissato. Ricordiamo preliminarmente che se si considera la funzione g(x) = xβ , dove β ∈ R, si ha sempre g 0 (x) = βxβ−1 . Qual è α+1 allora una primitiva di xα ? Essa è F (x) = xα+1 . Possiamo pertanto scrivere Z 1 xα dx = xα+1 +C α+1 Notare che se si assume che f è continua, allora F dovrà essere di classe C1 . • Sia f (x) = ex . Sappiamo che Dex = ex . Pertanto Z ex dx = ex + C. Più in generale, consideriamo l’esponenziale in base a > 0 (a 6= 1), ossia f (x) = ax . ax Ricordando che Dax = log a · ax , segue subito che D log = ax , ossia possiamo a sempre scrivere Z ax x a dx = + C. log a • Se f (x) = x1 dove I ⊆ R \ {0}, allora conosciamo già (!!!) una funzione la cui derivata è f (x): infatti D(log |x|) = x1 . Pertanto Z 1 dx = log |x| + C. x • Se f (x) = cos(x) conosciamo già una funzione la cui derivata è f (x): infatti D(sin(x)) = cos(x). Pertanto Z cos(x) dx = sin(x) + C. Analogamente, dato che D cos(x) = − sin(x), allora ne consegue che Z sin(x) dx = − cos(x) + C. • Se f (x) = cosh(x) conosciamo già una funzione la cui derivata è f (x): infatti D(sinh(x)) = cosh(x). Pertanto Z cos(x) dx = sin(x) + C. Analogamente, dato che D cosh(x) = sinh(x), allora ne consegue che Z sinh(x) dx = cosh(x) + C. 1 • Se f (x) = 1+x 2 , come possiamo trovare una primitiva di f ? Basta ricordare che la 1 funzione arctan(x) ha per derivata f (x), ossia che D arctan(x) = 1+x 2 . Pertanto, si ha Z 1 dx = arctan(x) + C. 1 + x2 • Se f (x) = cos12 (x) , come possiamo trovare una primitiva di f ? Basta ricordare che la funzione tan(x) ha per derivata f (x), ossia che D tan(x) = cos12 (x) . Pertanto, si ha Z 1 dx = tan(x) + C. cos2 (x) Analogamente2 , osservando che D(cot(x)) = − sin21(x) , segue subito che Z 1 dx = − cot(x) + C. sin (x) 2 1 • Se f (x) = √1−x 2 , come possiamo trovare una primitiva di f ? Basta ricordare che la 1 funzione arcsin(x) ha per derivata f (x), ossia che D arcsin(x) = √1−x 2 . Pertanto, si ha Z √ 1 dx = arcsin(x) + C = − arccos(x) + C 0 , 1 − x2 dove l’ultima uguaglianza è banale. A questo punto, enunciamo le proprietà salienti dell’integrale definito. Valgono le seguenti: • (Linearità) Assumiamo che f, g : I → R sono funzioni che ammettono una primitiva. Allora Z Z Z (αf + βg)(x) dx = α f (x) dx + β g(x) dx ∀ α, β ∈ R. • (Principio di Sostituzione) Sia f : I → R derivabile. Sia ϕ : J → I una biiezione (ossia, iniettiva e tale che ϕ(J) = I) e si assuma che ϕ ∈ C1 (J). Allora Z Z f (x) dx = f (ϕ(t)) ϕ0 (t) dt. • (Integrazione per Parti) Se f, g : I → R sono funzioni derivabili, si ha Z Z 0 f (x)g(x) dx = − f (x)g 0 (x) dx + f (x)g(x) + C ∀ C ∈ R. 2 Per definizione, cot(x) = 1 tan(x) = cos(x) sin(x) . La dimostrazione di queste prorietà è immediata3 , nelle ipotesi date. Si tratta solo di applicare la definizione di primitiva. [Le rispettive proprietà che abbiamo enunciato nel caso dell’integrale definito-di Riemann- invece sono meno banali e richiedono una dimostrazione rigorosa, come fatto nelle dispense: interpretate queste di sopra come regole “pratiche” che servono nel calcolo degli integrali.] Enuncio di seguito una lista di primitive “immediate” (ma molto generali, visto che si assume implicitamente che f è una qualsiasi funzione derivabile), che si ottengono facilmente dalla regola di derivazione della funzione composta (ossia, con il principio di sostituzione appena enunciato). Di seguito4 C ∈ R è un’arbitraria costante reale. • Z • [f (x)]α f 0 (x) dx = Z [f (x)]α+1 + C. α+1 ef (x) f 0 (x) dx = ef (x) + C. Più in generale, si ha Z • • Z Z af (x) dx = af (x) + C. log a f 0 (x) dx = log |f (x)| + C. f (x) cos(f (x))f 0 (x) dx = sin(f (x)) + C. 3 La prima (ossia la linearità) segue, per definizione di integrale indefinito, R R R derivando ambo i membri: d d d infatti si ottiene (αf + βg)(x) = dx (αf + βg)(x) dx = α dx f (x) dx + β dx g(x) dx = αf (x) + βg(x). La seconda proprietà si può dimostrare come segue: partiamo dalla funzione f (ϕ(t))ϕ0 (t) e notiamo che una sua primitiva è data dalla funzione F (ϕ(t)), dove F (x) è una primitiva di f (x) su I (ossia, F 0 (x) = f (x) d F (ϕ(t)) = F 0 (ϕ(t))ϕ0 (t) = f (ϕ(t))ϕ0 (t) per ogni x ∈ I). Infatti, derivando in t tale funzione, si ottiene dt (si osservi l’uso del teorema di derivazione della funzione composta, che si può adoperare, nelle ipotesi fatte). D’altra parte, la primitiva a primo membro è proprio F (x) per ogni x ∈ I. La terza (formula di integrazione per parti) infine segue derivando -regola di Leibnitz- il prodotto f (x)g(x). Si ottiene cioè D(f (x)g(x)) = f 0 (x)g(x)+f (x)g 0 (x). Questa formula, valida per ogni x ∈ I, dice dunque che una primitiva della funzione f 0 (x)g(x) + f (x)g 0 (x) è -banalmente- la funzione f (x)g(x). Ossia, una primitiva di f 0 (x)g(x) si ottiene sommando di una primitiva di −f (x)g 0 (x) con la funzione f (x)g(x). 4 Chiaramente, alcune delle funzioni che appaiono, richiedono condizioni di esistenza che dovreste cercare di formulare, se necessarie. Per esempio, nel terzo integrale indefinito, f (x) deve essere diversa da 0, etc.. Analogamente Z • sin(f (x))f 0 (x) dx = − cos(f (x)) + C. Z cos(f (x))f 0 (x) dx = sin(f (x)) + C. Analogamente Z • sinh(f (x))f 0 (x) dx = cosh(f (x)) + C. Z • f (x) dx = arctan(f (x)) + C. 1 + [f (x)]2 Z Analogamente Z • Z f 0 (x) dx = tan(f (x)) + C. cos2 (f (x)) f 0 (x) dx = − cot(f (x)) + C. sin2 (f (x)) f 0 (x) p dx = arcsin(f (x)) + C = − arccos(f (x)) + C. 1 − [f (x)]2