Manuale di coltivazione della Stevia

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INDICE
CONTENUTO
Pagina
1.
PRESENTAZIONE
3
2.
POSSIBILITÀ DI PRODUZIONE
2.1
Premessa
2.2
Produttività e prospettive di rendimento
3.
TECNICHE DI PROPAGAZIONE
3.1
Tecniche di propagazione per semina botanica
5
3.2
Tecniche di propagazione vegetativa (talee)
5
4.
TECNICHE DI PRODUZIONE
4.1
Modalità agronomica di coltivazione
4.2
Varietà studiate
4.3
Parassiti e malattie
5.
TECNICHE DI POST-PRODUZIONE
6.
CONSIDERAZIONI COMMERCIALI
6.1
Utilizzo in agricoltura
6.2
Utilizzo in allevamento
11
6.3
Utilizzo in medicina
11
7.
FONTI CONSULTATE
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1. PRESENTAZIONE
La Stevia (Stevia rebaudiana B.) è una pianta dicotiledone, della famiglia delle Asteraceae
(Compositae), semiperenne e originaria del Paraguay, ha un principio attivo denominato
stevioside e rebaudoside A. che, dolcificando i prodotti in maniera naturale, rivoluziona il campo
degli edulcoranti grazie alle sue qualità terapeutiche utili a fronteggiare malattie come il diabete. È
utilizzata in bibite, alimenti dietetici e medicine, e si presenta sul mercato in foglia secca intera o
trattata a differenti livelli (tritata, macinata, polverizzata): in filtrati, sciroppi, tinture, estratti
liquidi o in polvere, in forma cristallizzata.
Oggigiorno si stanno realizzando diversi studi atti a raggiungere uno status definitivo agli steviosol
glucosidi e l’apertura ad una libera commercializzazione. La FAO e la OMS hanno incluso la stevia
nelle loro liste per l’accesso definitivo al loro “codex alimentarius”, essendo la loro autorizzazione
a livello internazionale imminente (II RIUNIONE INTERNAZIONALE SULLA STEVIA - PARAGUAY
2006). Suddetti fatti indicano che la stevia si profila come una pianta fondamentale per portare
beneficio alla salute umana e per migliorare le economie contadine di fronte alla grande domanda
che si avvicina.
Questa pianta fu introdotta in Perù una decade fa e attualmente si è incorporata nel potenziale
delle coltivazioni in piccole estensioni in Cajamarca, Amazzonia, San Martin Ucayalie e Apurimac in
maniera organica. La stevia non si presenta come una coltivazione che si discosta dalle coltivazioni
tradizionali come il caffè, il mais, etc., ma come un settore complementare nella diversificazione
produttiva, e un’alternativa economica per il minifondo, permettendo un’entrata addizionale agli
agricoltori.
L' Eqipo de Desarrollo Agropecuario de Cajamarca (EDAC), la Associación Regional de Productores
Ecológicos (ARPEC) e la Facultad de Ciencias Agrarias de la Universidad Nacional de Cajamarca, si
sono uniti strategicamente, insieme con il MINAG attraverso INCAGRO, con il proposito di valutare
l' adattabilità biologica della stevia per la sua promozione a fini commerciali, portando a termine la
ricerca attraverso la conduzione di sei esperimenti in uno stesso numero di località, dalle zone
alto-andine di San Ignacio e Chota a Cajamarca al nord del Perù, i cui risultati contribuiscono alla
nascita di riconoscimenti tecnici scientifici. (EDAC)
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2. POSSIBILITÀ DI PRODUZIONE
2.1. Premessa
La produzione vegetale della stevia è considerata come un settore agricolo, oltre a essere un
importante punto a favore della diversificazione agricola del piccolo produttore. In generale, non si
presenta come una coltivazione che si discosta dalle coltivazioni tradizionali come il caffè, il
platano, l' ananas, etc., ma come un settore complementare che permette un’entrata di capitali in
periodi durante i quali le coltivazioni da rendita tradizionale non lo fanno.
Nella produzione vegetale della stevia si utilizza una gran quantità di manodopera tanto nella
gestione agronomica quanto nella fase di post-raccolta, per cui si raccomanda di non superare gli
0,25 ettari per agricoltore, in modo tale che non interferisca con i lavori nelle altre coltivazioni che
fanno parte del sistema di produzione della fattoria.
Criteri da considerare per determinare la superficie di produzione vegetativa di stevia per
agricoltore.

Superficie totale utilizzabile della fattoria del piccolo produttore

Quantità di manodopera familiare disponibile per fattoria

Facilità di commercializzazione della materia prima prodotta

Strumenti disponibili per i lavori agricoli

Acqua abbondante e di buona qualità per l’irrigazione
2.2. Produttività e prospettive di rendimento
Le nuove tecniche di produzione permettono miglioramenti sostanziali nel rendimento e nella
qualità, rispetto al sistema tradizionale di produzione non toccato dalla tecnologia. Ovviamente,
questo è possibile se si applicano le conoscenze tecniche relazionate alla gestione della
coltivazione, in modo che queste possano sviluppare il potenziale di produzione che possiedono,
così che ad altitudini minori di 1000 m.s.l.m. i rendimenti raggiungono fino i 12 tm/anno
considerando una distanza di 0,4 m tra solchi e 0,20 m tra piante; allo stesso modo si deve tener
conto del maggior numero di raccolti, oltre che delle caratteristiche edafiche e climatiche. In tal
senso le zone in cui si raccomanda intensificare la sua produzione sono quelle della foresta e della
Sierra delle valli interandine, ad altitudini minori di 1800 m.s.l.m.
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3. TECNICHE DI PROPAGAZIONE
3.1. Tecniche di propagazione per semina botanica
I semenzai devono sistemarsi in un terreno che soddisfaccia i requisiti che si menzionano in
seguito:
- Tenere in conto che la semina botanica ha una bassa percentuale di germinazione e una
longevità breve.
- Deve essere un luogo alto per facilitare il drenaggio dall’eccesso d’acqua, senza alberi frondosi
che possano interferire con l’esposizione alla luce solare, vicino all’abitazione del proprietario o
dell’incaricato per facilitare la cura delle piantine, con abbondante acqua pulita (sorgente o pozzo
profondo) per l’irrigazione.
- Deve essere ubicato lontano da una piantagione commerciale o da alcun luogo nel quale
recentemente sia stata coltivata la stessa specie o altre suscettibili ad attacchi delle stesse
malattie o insetti del Ka’a He’e.
- Deve offrire la possibilità di sistemare i semenzai secondo un orientamento da est a ovest, per un
miglior approvvigionamento di luce solare da parte delle future piantine.
- Non deve trattarsi di un luogo infestato da erbacce di difficile estirpazione.
- Il terreno di semina dovrà essere profondo (perlomeno 30 cm di profondità), con PH da 6 a 6,5,
fertile, leggero, con buon drenaggio interno (canale di scolo) e, per quanto possibile, con un alto
contenuto di materia organica ben decomposta.
- Si raccomanda un’area di 100 m2 di semina per una produzione di 100.000 piantine.
- I semi devono pressarsi dolcemente nei letti di semina e innaffiati frequentemente per 7 gg.
- Utilizzare mezza ombra al 50 % collocata su archi rimanendo dai venti ai trenta giorni dopo la
semina.
- Realizzare i lavori colturali opportuni.
- Il ripicchettamento si realizza a radice nuda o in buste di polietilene.
3.2. Tecniche di propagazione vegetativa (talee)
I letti di propagazione devono stabilirsi in un terreno che soddisfaccia i requisiti che si menzionano
in seguito:
- Usare plastica trasparente da 120 a 150 micra di spessore collocate nel letto di propagazione a
forma di tunnel.
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- Utilizzare talee terminali e sub-terminali di dieci cm. (3-4 nodi) prima che la pianta madre abbia
emesso l’ultima gemma floreale.
- La profondità a cui piantare la talea non deve essere inferiore a 3 cm; non togliere le foglie in
quanto favoriscono un miglior radicamento.
- Inumidire previamente il substrato a capacità di campo, poi le talee vengono innaffiate in
maniera abbondante.
- Trascorsi i 20 giorni si procede a ritirare lentamente gli estremi del tunnel di plastica in modo che
si diffonda lentamente l’umidità e le talee si adattino all’ambiente gradualmente.
- Dopo 60 giorni ritirare tutta la plastica.
- Realizzare le pratiche colturali convenientemente.
4. TECNICHE DI PRODUZIONE
4.1 Modalità agronomica di coltivazione
Si dovrà tenere in conto dei seguenti fattori:
- Realizzare un’opportuna e buona preparazione di suoli, applicando 20-30 Tm/ha di compost.
- Il PH del suolo raccomandato è 5.5-6.5.
- La distanza di seminagione è dai 0,40 agli 0,50 m. per 0,20 m avendo una densità di 100.000
piantine/ha.
- Tra i 60-70 giorni realizzare la spuntatura di uniformazione per permettere una crescita
omogenea.
- Per la fertilizzazione si dovrà tenere in conto delle analisi dei suoli di un laboratorio specializzato,
queste devono farsi alla semina e dopo ogni raccolta con la seguente formulazione: 162-19- 140.
- L’irrigazione è fondamentale (non resiste alla siccità).
- Una delle operazioni che determinano il successo nella produzione della coltivazione della stevia
è il controllo efficiente delle erbacce, da eliminare in maniera opportuna.
- Necessariamente la coltivazione dovrà essere libera dalla presenza di erbacce le quali competono
in acqua e nutrienti con la coltivazione, per tanto si raccomanda vivamente la pacciamatura.
- Realizzare il taglio della gemma floreale o fino al 10% dell’inflorescenza (fiore aperto), minimo a 5
cm sopra al livello del suolo, realizzando immediatamente la pre-pulizia (eliminazione delle foglie
basali nere o marroni).
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- Raccogliere in tempo secco o quando la rugiada si è alzata.
4.2.Varietà studiate
Varietà locale di San Ignacio. Varietà naturalizzata nella zona marginale della foresta, si ignora la
sua provenienza e il suo livello edulcorante.
Varietà Creola paraguaiana. Il suo livello edulcorante nel paese di origine raggiunge il 12%.
Varietà Eireté. È di caratteristiche superiori alla varietà creola, con un livello edulcorante superiore
al 18%.
4.3. Parassiti e malattie
La coltivazione della stevia può essere soggetta a parassiti e malattie che incidono sul suo
rendimento e sulla qualità della foglia; i casi più frequenti sono descritti a continuazione:
Seta bianca.
Causata dal fungo Sclerotium rolfsii. Questo fungo attacca le piante adulte e può causare alta
mortalità. Produce macchie cotonose intorno al collo della pianta. Il fungo sopravvive nel terreno
per molto tempo, per tanto il controllo deve essere orientato alla prevenzione. La trasmissione
avviene attraverso le ferite prodotte dagli insetti, macchinari agricoli o da attacchi di nematodi.
Macchia fogliare o septoriosi.
Ha come agente causale la Septoria steviae. Presenta i seguenti sintomi: piccole macchie fogliari
che vanno dal marrone chiaro al marrone scuro, in forma irregolare e dai contorni (aureola)
giallastre. È favorito da condizioni di alta umidità (piogge continue, brina, nebbioline) e
temperature elevate; con terreni mal drenati e poco areati.
Macchia nera o alternariosi.
Ha come agente casuale il fungo Alternaria steviae. Presenta macchie più grandi di quelle
provocate dalla Septoria che cominciano a svilupparsi sui margini delle foglie per arrivare allo stelo
e agli organi floreali. Quando entra in questa ultima fase si produce la caduta delle foglie,
principalmente di quelle inferiori. I fattori predisponenti sono l’alta umidità (piogge frequenti,
brina, nebbioline) e temperature relativamente calde.
Oidio.
Ha come agente casuale l’ Oidium. I sintomi si manifestano con una increscenza bianca sulla
superficie delle foglie e dei rami. Via via che il fungo cresce le zone colpite diventano gialle e alla
fine necrosano.
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Ruggine bianca.
Malattia che ha come agente casuale l’ Albugo. È riscontrabile sopra i 1700 m.s.l.m., e si presenta
sottoforma di pustole di colore bianco-giallastro nel rovescio della foglia, incidendo fortemente
sulla qualità della foglia stessa.
Tra le principali misure preventive di controllo delle malattie e dei parassiti che attaccano questa
specie vegetale, si deve ricordare che si dovrà scegliere per la sua piantagione una porzione di
terreno non utilizzata durante l’anno precedente con alcuna coltivazione suscettibile alle stesse
malattie che riguardano la stevia come il pomodoro o il girasole; il trattamento chimico va fatto a
base di prodotti cuprici (o rameici) come il poltiglia bordolese.
I principali parassiti che si presentano sono: mangiatori di foglie e beccatori succhiatori; tra i più
importanti troviamo l' afide (Aphidea), la cicalina (Cicadellidae); la pulce saltatrice (Curculionidae),
il grillo (Acheta), la formica (Formicidae), la mosca bianca; questi, insieme alla lumaca (Limoicidae),
incidono sul rendimento e pertanto si raccomanda attuare misure preventive.
5. TECINCHE DI POST-PRODUZIONE
- Il numero di tagli è relativo alla zona agro-ecologica arrivando fino a 8 tagli l’anno nelle zone più
basse di foresta
- Il momento ideale del taglio dipenderà dalla forma di commercializzazione, si raccomanda
tagliare quando la pianta è in bottone floreale o al 10 % della fioritura, è in questa fase che si
raggiunge il massimo livello di edulcorazione.
- Subito dopo il taglio si deve realizzare la pulitura dei rami, che consiste nell’eliminazione delle
foglie basali (foglie nere e marroni) che altrimenti si mischierebbero alle altre compromettendo la
qualità finale della materia prima; con questa semplice accortezza si riesce ad ottenere maggiore
quantità di foglie secche di qualità superiore.
- Realizzare l’essiccazione in tendoni di polipropilene (luoghi semi ombreggiati) utilizzando sistemi
di essiccazione previamente predisposti.
- Lo spessore del materiale posto a essiccazione non deve superare i 10 cm.
- Le foglie secche devono contenere il 10 % d’umidità.
- Impacchettare adeguatamente.
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- Conservare in depositi asciutti e ben ventilati. Una volta essiccato il prodotto mantiene le sue
proprietà per molto tempo, senza mai perdere il suo potere edulcorante.
6. CONSIDERAZIONI COMMERCIALI
La Stevia si commercializza sotto forma di foglia secca, liquido concentrato, foglie polverizzate o
polvere bianca concentrata. Il liquido e le foglie polverizzate hanno un leggero retrogusto di erba.
Il liquido concentrato di colore verde scuro è approssimativamente 70 volte più dolce dello
zucchero. Si usa comunemente aggiungendolo al latte per addolcire cereali per la colazione, tè,
caffè, o cioccolata.
La foglia polverizzata è circa 30 volte più dolce dello zucchero. Generalmente, in bustine da tè o
sfusa, è venduta al grammo o al kilo. Si può usare da sola per fare il tè o combinandola con altro, in
modo che dolcifichi e ne esalti il sapore.
Lo Stevioside sotto forma di polvere bianca concentrata è 300 volte più dolce dello zucchero. Se si
tratta di di cristalli di Rebaudioside A, è 400 volte più dolce dello lo zucchero. Nonostante la Stevia
non sia stata approvata come dolcificante da parte della FDA della EU, attualmente si vende in
negozi erboristici di questo paese come integratore alimentare o prodotto naturale per uso
personale.
Lo Stevioside, utilizzato come additivo, ha comprovate proprietà tra le quali si riscontrano la
capacità di ritardare la decomposizione di bevande, di confetture di frutta e alimenti congelati,
esaltandone al contempo il loro sapore. Inoltre lo Stevioside si distingue per il suo apporto nullo di
calorie (Kcal), in quanto l’organismo non lo metabolizza.
6.1. Utilizzo in agricoltura
Consiste in un metodo di coltivazione nel quale si impiega l’estratto diluito della stevia (ottenuto
dalle foglie e dagli steli) che viene spruzzato sulla parte aerea della coltivazione agricola al fine di
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stimolare il processo fotosintetico che permetterà l’aumento del tenore degli zuccheri e dunque
migliorare il sapore del raccolto.
Si applica l’estratto con acqua d’irrigazione per aumentare la popolazione di microrganismi
benefici del terreno o si mescolano le foglie e gli steli finemente polverizzati con il compost
parzialmente fermentato per accelerare la fermentazione e stimolare l’attività dei microrganismi
benefici.
Incorporando al terreno
lo stelo della stevia finemente polverizzato si riesce a recuperare
notevolmente un terreno contaminato con fertilizzanti chimici, trasformandolo in un terreno
fertile, incrementando la popolazione di microrganismi benefici. Allo stesso modo, applicando
l’estratto di stevia alle coltivazioni ortofrutticole, oltre che alla stevia stessa, si riesce a ottenere
una maggiore resistenza di tali coltivazioni alle malattie e si ottengono frutti di miglior qualità, più
dolci e duraturi.
Utilizzare da 100 a 150 cc di estratto di stevia in 20 litri di acqua in nebulizzazioni, a distanza di 15
giorni, su coltivazioni di pomodori, fragole, melone, mais, cotone e in piantagioni di stevia.
Somministrando ad una coltivazione un estratto, o parte della pianta di stevia polverizzata, si
riesce ad accelerare la decomposizione dei residui di prodotti chimici, e a far sì che i microrganismi
benefici si attivino, stimolando la formazione di aggregati del terreno; come risultato si otterrà un
terreno con una migliore trattenuta di umidità e nutrienti.
Inoltre, grazie alla presenza di numerosi microrganismi, contenenti gran quantità di azoto
inorganico, che si addensano nella rizosfera, si protegge il terreno da agenti patogeni e si
trasforma in un terreno nel quale le coltivazioni potranno assorbire i nutrienti quando e quanto lo
necessitino.
Aumenta, al contempo, l’emissione di peli assorbenti nelle radici, che favoriscono l’assorbimento
di calcio e magnesio, rendendo la coltivazione meno predisposta ad alterazioni fisiologiche e
incrementando la fotosintesi. Come risultato, la coltivazione guadagna in vigore, contrae meno
malattie e i prodotti raccolti risultano più durevoli.
Altra caratteristica della stevia è la capacità di decomporre agrochimici, dei quali restano solo
scarsi residui, garantendo dunque la sicurezza dei prodotti agricoli raccolti.
Allo stesso tempo, la stevia contiene molti minerali, e aumenta il tasso di minerali nei prodotti
agricoli. Questo fa sì che tali prodotti acquisiscano un sapore migliore, accrescendone il contenuto
di zuccheri, e incidendo favorevolmente sulla qualità della frutta raccolta. Inoltre, i prodotti
raccolti durano considerevolmente di più per la capacità antiossidante che possiede la stevia.
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Altresì, le diverse proprietà della stevia fanno in modo che la capacità delle piante di emettere
radici si rafforzi; di conseguenza, si incrementa il rendimento delle coltivazioni.
5.2. Utilizzo in allevamento
Nell’allevamento di bestiame da carne e da latte, rende gli animali più sani prevenendo malattie e
migliorando la qualità dei prodotti da questi ottenuti.
Dall’inizio del periodo dell’ingrasso si è somministrato 10 ml di estratto di stevia mescolato al latte
per un mese e mezzo. Poi, per un altro mese e mezzo, si sono somministrate piccole dosi di stevia
in polvere mescolate con il foraggio (2%), al mattino e alla sera. Effetti e risultati: il corpo del
bovino ha preso vigore e questo ha consumato più quantità di foraggio; al momento della vendita
gli animali alimentati con la stevia pesavano 50 kg in più.
In allevamento suinicolo
Per 50 giorni a partire dallo svezzamento, si è somministrato ai suinetti l’estratto di stevia
mescolato all’acqua, in misura di 50 ml in 5 litri di acqua. Effetti e risultati: i suinetti non si sono
ammalati, e la loro vendita si è anticipata di 10 giorni. È migliorata la qualità della carne e della
loro quotazione sul mercato.
In allevamento avicolo
Si è somministrata la stevia mescolata al mangime e, dopo 43 giorni, nel momento della
macellazione dei polli, si è visto che quelli che l’avevano consumata pesavano in media 150 gr in
più di quelli a cui non era stata somministrata (Giber, P. M. Comunicazione Personale). Inoltre si è
riscontrata una diminuzione del tasso di mortalità tra le galline. Si aggiunge al 2% di integratore
foglie macinate di ka’a he’e, e nell’acqua 10 ml in 5 litri di acqua da somministrare giornalmente.
5.3. Utilizzo in medicina.
L’uso terapeutico della stevia è raccomandato su base scientifica (Midmore e Rank, 2002; Slow
Food Huesca, 2007).
Diabete. Il Dipartimento di Endocrinologia e Metabolismo dell’Hospital University Aarhus in
Danimarca, è arrivato alla conclusione che la stevia agisce stimolando le cellule beta del pancreas,
in modo tale da produrre da sole insulina, e per tanto ha un importante ruolo anti-iperglicemico
nelle persone affette da diabete di tipo 2 (non insulina-dipendente). Si conducono studi su i suoi
effetti in diabeti di tipo 1 (insulina dipendente).
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Pressione alta. La Divisione di Medicina Cardiovascolare dell’Università di Medicina di taipeTaiwan, lavorando con 106 ipertesi cinesi di ambo i sessi, di età compresa tra 1 28 e i 75 anni, ha
determinato che la stevia agisce come ipertensore e cardiotonico (regolarizza la pressione e i
battiti del cuore).
Obesità. Gli studi hanno determinato che la stevia aiuta nella perdita di peso in quanto non
produce calorie, riduce il desiderio per alimenti grassi e dolci, giacché diminuisce i meccanismi
della fame attraverso il suo effetto sull’ipotalamo che regola appunto la fame, l’appetito e la
sazietà.
La medicina popolare attribuisce alla stevia, utilizzandola al suo stato naturale, vari effetti sul
metabolismo umano, per esempio: ipoglicemizzante (specialmente nel trattamento di diabete di
tipo 1), per il trattamento dell’ipertensione, come regolarizzante della digestione e della
circolazione sanguinea, etc. Come fitoterapico è molto diffuso in Paraguay l’utilizzo della stevia in
infusi e per dolcificare il mate o Ka’a y.
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7. FONTI CONSULTATE
Università di agricoltura del Paraguay – Ministero dell’Agricoltura e allevamento del Paraguay
(MAG)
Traduzione a cura di: Sofia Cerrano – Paolo Gullino
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