EFSA: via libera per la Stevia?

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Bz, 20 luglio 2010
EFSA: via libera per la Stevia?
L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA – www.efsa.europa.eu) ha
sottoposto ad una nuova valutazione i dolcificanti estratti dalle foglie della pianta di
Stevia, giungendo a quantificare una dose giornaliera ammessa per il consumo sicuro
di questa sostanza. Diversi studi tossicologici hanno infatti mostrato come i cosiddetti
glicosidi steviolici estratti dalla pianta non sono né cancerogeni, né mutageni. La
quantità di consumo giornaliero accettabile è stata fissata dall’EFSA in 4 milligrammi
per ogni Kg di peso corporeo. Questa nuova valutazione apre le porte del mercato
europeo agli estratti di Stevia, ma non al consumo della pianta in sé.
Ora questa valutazione tecnica è stata trasmessa alla Commissione Europea, affinché essa esamini
la possibilità di autorizzare l’impiego per l'uso proposto, in particolare in alimenti senza zucchero o
a ridotto tenore calorico come alcune bevande aromatizzate, confetteria senza zucchero aggiunto o
zuppe a ridotto tenore calorico.
I glicosidi steviolici sono dolcificanti particolarmente intensi, estratti dalle foglie della pianta di
Stevia (Stevia rebaudiana Bertoni). Il loro potere dolcificante supera da 40 a 300 volte quello del
comune zucchero saccarosio.
La EFSA ha sottoposto i glicosidi steviolici a diverse analisi ai fini della sicurezza di impiego, dopo
aver ricevuto tre dossier scientifici unitamente a delle richieste di autorizzazione all’immissione in
commercio. Gli additivi alimentari come i dolcificanti devono espressamente superare l’ostacolo
dell’autorizzazione UE prima di poter essere posti in commercio o impiegati nelle produzioni
alimentari.
Se ora si giunge all’autorizzazione per i dolcificanti derivati dalla Stevia, ma non per la pianta di
Stevia in quanto tale, il consumatore si troverà a poter consumare un dolcificante oggetto di
complesse trasformazioni: molto probabilmente saranno necessarie diverse procedure di estrazione
e non si esclude che verranno anche aggiunte delle sostanze conservanti, delle quali al momento
non sappiamo pressoché nulla. Si ipotizza anche il ricorso a sostanze ottenute dall’ingegneria
genetica, se non addirittura il ricorso a piante di Stevia geneticamente modificate.
In questo scenario si comprende come la soluzione più vicina alle esigenze dei consumatori
potrebbe essere quella di autorizzare direttamente il consumo delle foglie di Stevia. In questa
direzione non si sente però nulla, e la cosa appare alquanto improbabile. I consumatori si
troveranno comunque liberi di scegliere solo quando saranno autorizzate anche le foglie di Stevia:
allora potrà finalmente decidere se ricorrere ad un dolcificante naturale o ad un prodotto meno
naturale e più elaborato – anche se di uso più semplice.
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