Prevenire l?Alzheimer si può?

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Prevenire l?Alzheimer si può?
Per prevenire e ritardare l'Alzheimer degli anziani basta tenere sempre la mente allenata con un mix di esercizi mirati. Lo dimostra
uno studio nell'ambito del progetto ?My Mind: gli effetti del training cognitivo per anziani? dai ricercatori dell'Irccs Inrca-Istituto di
ricovero e cura a carattere scientifico per anziani che ha la sede principale ad Ancona. L'obiettivo era sperimentare con metodo
scientifico gli effetti di un programma di allenamento mentale - training cognitivo - sul mantenimento e il recupero delle abilità
intellettive negli anziani, senza utilizzare farmaci.
Segue in basso
Per tre anni sono stati coinvolti oltre 300 anziani con tre diversi stati cognitivi: persone sane, con decadimento cognitivo lieve e
anziani con una diagnosi di malattia di Alzheimer nella fase lieve moderata. Le persone scelte sono state poi inserite in modo casuale
nel gruppo di sperimentazione e in quello di controllo. Il programma di allenamento mentale che hanno seguito gli anziani include
l'apprendimento di tecniche mnemoniche, di concentrazione e di orientamento, strategie per ricordare eventi e appuntamenti, metodi
per utilizzare la scrittura in modo da memorizzare più efficacemente anche attraverso l'utilizzo di liste, calendari e agende; fino alla
creazione di brevi racconti, che aiutano a fissare i ricordi e migliorano la padronanza del linguaggio. Fanno parte del programma
anche alcuni dei passatempi più comuni, come le parole crociate, le carte o il sudoku.
Al termine del programma, il 70% delle persone con Alzheimer ha avuto un significativo miglioramento delle performance e dello
stato psicologico. Secondo i ricercatori, si tratta di risultati promettenti anche in un'ottica di prevenzione dell'Alzheimer. Inoltre,
nelle persone con lievi disturbi di memoria e concentrazione il training cognitivo ha fatto aumentare in un caso su due la percezione
positiva rispetto alla propria capacità di memoria, che influisce sulla probabilità di ammalarsi a distanza di qualche anno. Un
miglioramento che sale all'81% nel gruppo delle persone sane. Effetti positivi sono stati riscontrati anche sull'umore, il livello di
stress e il benessere percepito.
In questo esperimento non è stato somministrato alcun farmaco. «Il training cognitivo - spiega la responsabile del progetto ?My
Mind?, Cinzia Giuli, psicologa dell'Unità operativa di geriatria dell'Inrca di Fermo - rappresenta un'innovazione nel campo delle
terapie contro le demenze poiché non ha effetti collaterali o controindicazioni, e si può personalizzare con esercizi mirati per ogni
singolo caso». I partecipanti allo studio hanno ricevuto le istruzioni per continuare a esercitarsi anche a casa e applicare nella vita
quotidiana gli esercizi eseguiti con gli esperti, in autonomia o con l'aiuto dei familiari. Molti anziani hanno manifestato il desiderio
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di proseguire le attività anche dopo la fine della sperimentazione.
In Italia si stima che le demenze colpiscano oltre un milione di persone, e di queste circa 600mila soffrano della forma più diffusa, la
malattia di Alzheimer. Sono ormai un problema di sanità pubblica, e lo saranno sempre più nei prossimi anni col progressivo
invecchiamento della popolazione. «Con l'aumentare dei casi di demenza, la ricerca si è posta l'obiettivo di individuare cure non
farmacologiche per prevenire le malattie neurodegenerative - spiega Fabrizia Lattanzio, direttore scientifico dell'Inrca -. È prioritario
educare, fin dall'età adulta, a uno stile di vita fisicamente e mentalmente attivo, anche nello svolgimento delle semplici attività
quotidiane».
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