La Consulta degli Anziani per un nuovo welfare La solitudine, la malattia, l’indigenza, la miseria e l’emarginazione stanno mietendo vittime, anche nella nostra città. I colpiti sono sempre gli stessi, i soggetti più deboli, gli anziani soli, i gravemente ammalati, i poveri e gli emarginati. Le vicende dolorose che hanno riguardato nostri concittadini da qualche tempo ad oggi, e i tanti drammi familiari e personali non sfociati in fatti di cronaca, non devono in nessun modo essere considerati inevitabili perché frutto di una società complessa, con problemi enormi e sempre di più difficile soluzione. La crisi economica, le forti diseguaglianze sociali, l’individualismo sfrenato, i profitti ingiusti, i tagli governativi hanno creato una situazione di grande difficoltà verso le politiche di solidarietà e del welfare in generale, a causa delle sempre più scarse risorse messe a disposizione di coloro che, in prima fila gli Enti locali, sono tenuti a farvi fronte. Ciò non deve, tuttavia, significare una rassegnazione, né una presa di distanza per quanto è accaduto o potrebbe ancora accadere. Tutti noi, le diverse istituzioni, il mondo delle associazioni di volontariato, le famiglie, il cittadino, ciascuno nel proprio ruolo, l’intera società locale, siamo tenuti ad interrogarci e riflettere insieme se sono state sufficienti le risorse impiegate, i nostri impegni e le nostre azioni o se non bisogna, nonostante anche i notevoli sforzi compiuti, introdurre i necessari cambiamenti per una maggiore qualità ed efficacia nelle nostre iniziative. Una società civile si misura soprattutto dalla capacità di tutelare i cittadini più fragili. Occorre, perciò, un welfare che promuova il benessere sociale e il legame sociale, con una città solidale che riduca l'isolamento dei cittadini, facendo scelte coraggiose e chiare nell’indirizzare, pure in una situazione di comprensibile difficoltà di bilancio, maggiori risorse, mezzi e competenze all’integrazione socio – sanitaria. E’ necessario, oltretutto, pensare a modalità e meccanismi organici, che realizzando una sistematica consultazione, collaborazione ed elaborazione, servano davvero a promuovere lo scambio di conoscenze ed evitare così gli sprechi di risorse umane ed economiche. Per quanto riguarda, in particolare gli anziani, i loro problemi non possono essere ritenuti un’emergenza di alcuni momenti, ma bisogna considerarli, ormai, come dati strutturali da affrontare con modalità nuove. Va sconfitta l’idea della vecchiaia che considera gli anziani solo portatori di bisogni, incapaci di aprirsi al nuovo e considerati un peso, un costo e, quindi, un’emergenza. Essi, invece, sono anche portatori di capacità, di energie, esperienze e risorse personali. Bene le strutture per anziani, residenziali, comunità, centri diurni, ecc. , ma non bastano e né possono ritenersi positive per tutte le situazioni. L’anziano va visto come una persona che, come tutti gli esseri umani, sta bene se ha un’idea di futuro, se non viene allontanato a forza dai luoghi nei quali è vissuto tutta una vita, dai suoi spazi, dalle sue abitudini. E’ molto più utile ed ha più senso aiutare l’anziano a rimanere dove è e dove in una vita si è costruito affetti, legami e abitudini. Facciamolo continuare ad essere utile, realmente utile a noi in quanto portatore di saperi e competenze, facciamolo essere quello che è: un tesoro di saggezza ed esperienze da comunicare ai più giovani. Per dare sostanza a quanto affermato, la Consulta dichiara la propria disponibilità a qualsiasi collaborazione, certa che i contributi delle sue proposte e della sua azione siano rivolti a rafforzare la partecipazione e l’ integrazione sociale delle fasce deboli e a far crescere la solidarietà e la sensibilità culturale ed istituzionale sulle condizioni di vita e di sicurezza delle persone anziane. Per la Consulta Anziani ed Inabili Prof. Michele Spinelli