A. CHE COS’E’ L’APPRENDIMENTO COOPERATIVO
Si tratta di una metodologia di insegnamento/apprendimento che limita l’utilizzo
della lezione frontale a favore di attività didattiche che responsabilizzano gli studenti nel
compito di apprendere. Esistono diverse definizioni di Cooperative Learning a seconda
degli autori che se ne sono occupati. Tutte le definizioni rendono l’idea di un metodo che
faccia leva sulla risorsa gruppo e sull’interazione che si crea tra gli studenti.
Secondo Comoglio (1996, p. 24) “si può definire il Cooperative Learning come un
insieme di tecniche di conduzione della classe, nelle quali gli studenti lavorano in piccoli
gruppi di attività di apprendimento e ricevono valutazioni in base ai risultati conseguiti.”
Alla base del Cooperative Learning ci sono varie teorizzazioni sull’interdipendenza
sociale e la teoria del campo di Lewin: il tipo di interdipendenza che si crea tra i membri di
un gruppo determina il modo in cui interagiranno tra loro e, a lungo andare, i risultati del
gruppo. La classe è un contesto sociale come altri in cui si possono sperimentate norme e
comportamenti sociali; il gruppo/classe è visto come insieme di risorse (conoscenze e
competenze); il ruolo dell’insegnante cambia: da depositario unico della conoscenza a
facilitatore dell’apprendimento.
Ciò che lega insieme teorie e applicazioni è l’idea che il rapporto interpersonale tra gli
allievi, strutturato in chiave cooperativa, possa favorire l’apprendimento scolastico e lo
sviluppo sia cognitivo che socio-affettivo degli studenti.
Questa modalità di conduzione della classe non ha alcun rapporto con i tradizionali
gruppi di lavoro. Nei gruppi tradizionali è l’insegnante che esorta a stare insieme e a
portare avanti in collaborazione il lavoro, mentre nei gruppi cooperativi sono le condizioni
strutturali che spingono i membri a collaborare e che dettano le ragioni e i motivi per
lavorare insieme. Tali condizioni si creano programmando attività nelle quali sono presenti
una forte condivisione di risorse e di materiali, una condivisione di premi e incentivi, una
condivisione dell’obiettivo, una distribuzione funzionale di ruoli e compiti. È in questa
configurazione di vincoli che le persone nei gruppi cooperativi sperimentano che i propri
esiti dipendono dagli esiti dei compagni e viceversa.
Tutto ciò presuppone, da parte dell’insegnante, un’elevata capacità di strutturare i
compiti, di decidere dove inserire momenti di lavoro individuale e cooperativo, di
predisporre le attività per educare gli allievi all’uso delle competenze sociali, di selezionare
i criteri e le modalità con cui valutare l’apprendimento dei singoli e del gruppo, di scegliere
i criteri con cui formare i gruppi.
B. I PRINCIPI DELL’APPRENDIMENTO COOPERATIVO (secondo i Johnson)
1. L’interdipendenza positiva
C’è i.p. tra i membri di un gruppo quando essi comprendono che il rapporto di
collaborazione che li unisce è tale per cui non può esistere successo individuale senza
successo collettivo. Il fallimento del singolo è il fallimento del gruppo. Per realizzarla è
necessario che i compiti assegnati siano chiari e strutturati in modo tale, che realmente
non possano essere realizzati se non con la collaborazione effettiva di ognuno. Non si
realizza i.p. affidando un compito e consegnando, ad es., ad ogni ragazzo, il materiale
per realizzarlo. In tal caso ognuno potrà svolgerlo da solo e il gruppo non verrà
percepito come una risorsa, bensì come un ostacolo al raggiungimento dell’obiettivo. E’
opportuno, invece, assegnare compiti complessi, non nel senso di difficili, quanto di
strutturati.
2. La responsabilità individuale
Ogni membro del gruppo deve percepire di essere responsabile per sé e per gli altri.
Per ottenere tale responsabilità è necessario un monitoraggio. Poiché l’attività in gruppo è
finalizzata ad una migliore prestazione dei singoli, è necessaria una valutazione delle
prestazioni sia individuali che di gruppo. Il gruppo deve avere chiari gli obiettivi da
raggiungere e ogni membro deve sentirsi responsabile nel contribuire con la propria parte
di lavoro (cosa che impedisce lo sfruttamento del lavoro altrui).
3. L’interazione promozionale faccia a faccia
L’interazione promozionale faccia a faccia si ha quando gli studenti, incoraggiandosi
a vicenda, favoriscono reciprocamente il loro apprendimento. Fa riferimento alla fiducia di
ognuno che qualsiasi intervento è finalizzato al miglioramento del singolo e infine del
lavoro comune. Interazione promozionale vuol dire sapere che se si riceve un feed-back
negativo da un compagno, questo è dato non per sminuire, ma per permettere di
migliorare.
4. Le abilità sociali
Non basta che gli studenti siano seduti in cerchio e che l’insegnante abbia dato loro
un compito complesso da svolgere perché il lavoro di gruppo riesca. E’ necessario che
ognuno nel gruppo sappia relazionarsi con gli altri in modo efficace. Questo perché il
lavoro di gruppo comporta anche ed inevitabilmente dei conflitti che vanno affrontati in
modo costruttivo. Perché avvenga questo è importante l’insegnamento diretto delle abilità
sociali. (Johnson, 1996).
5. La revisione del lavoro di gruppo
Tenendo presenti gli obiettivi inizialmente proposti, il gruppo riflette su ciò che ha
funzionato nella direzione di essi e ciò che invece non ha funzionato; quali comportamenti
dei membri sono risultati utili e quali no. Per migliorare progressivamente il processo di
apprendimento occorre, infatti, analizzare attentamente le modalità di lavoro collettivo del
gruppo e le possibilità di migliorarne l’efficacia.
C. PERCHE’ APPLICARE L’APPRENDIMENTO COOPERATIVO
L’apprendimento cooperativo è un metodo di insegnamento che, facendo leva
sull’interazione tra gli studenti, limita l’utilizzo della lezione frontale a favore di attività
didattiche che responsabilizzano gli studenti nel compito di apprendere.
Vantaggi relativi al contesto conoscitivo
La società dell’informazione in cui siamo immersi è il risultato di un incremento
vertiginoso del sapere e del suo progresso; in questo contesto non ha più senso assimilare
più nozioni possibili, ma trovare un modo per organizzare in una cornice di senso il flusso
di stimoli cui abbiamo accesso. Tutto ciò richiede che il ruolo dell’insegnante si modifichi:
da depositario privilegiato del sapere a facilitatore del processo di co-costruzione della
conoscenza. L’AC, responsabilizzando la risorsa gruppo, pone l’insegnante nel ruolo di
promotore di un processo di mediazione sociale dell’apprendimento individuale.
Vantaggi relativi al contesto sociale
I cambiamenti demografici fanno sì che le classi stiano diventando sempre più
multirazziali, eterogenee. Convivere con le diversità richiede un’educazione alla gestione
costruttiva della conflittualità affinché questa non si trasformi in emarginazione,
indifferenza, violenza. A scuola, pertanto, diventa sempre più importante imparare non
solo ad accettare, ma a valorizzare le diversità. L’AC, che ha tra i suoi principi
l’insegnamento e l’utilizzo di abilità sociali, valorizza l’apporto di ciascuna individualità
nella realizzazione di compiti complessi.
Vantaggi relativi al mondo del lavoro
L’utilizzo dell’AC comporta la necessità di imparare a mettere insieme risorse per
collaborare in vista del successo individuale e di gruppo. Avere familiarità con questa
modalità di relazionarsi per realizzare un compito può facilitare lo studente nell’accedere
ad un mondo del lavoro che richiede sempre più competenze trasversali e di lavoro in
team.
Vantaggi relativi alla motivazione ad apprendere
I ragazzi traggono piacere nell’interagire con i loro pari e l’’AC, promuovendo attività di
gruppo, utilizza ai fini dell’apprendimento una loro tendenza naturale. Utilizzare la
relazione con i pari come canale privilegiato di accesso alla conoscenza, andando incontro
ai bisogni dei ragazzi, può facilitare l’aumento della motivazione ad apprendere.
Vantaggi relativi allo sviluppo cognitivo
L’AC, proponendo compiti complessi in cui è determinante il contributo di ciascuno e
l’utilizzo di diverse abilità, stimola lo sviluppo delle diverse intelligenze.
Vantaggi relativi al benessere psichico
Stare insieme nei gruppi di apprendimento promuove la salute psichica, in quanto è una
modalità di lavoro che tende a rispondere ai 3 bisogni di base dell’essere umano
individuati da Daisy e Ryan: i bisogni di autonomia, di relazione e di competenza.
D. COME SI APPLICA L’APPRENDIMENTO COOPERATIVO
Un modello di applicazione dell’AC è quello della conduzione della classe a piccoli
gruppi cooperativi (CCPG). Tale modello, basato sui risultati raggiunti da un gruppo di
specialisti italiani lungo sei anni di sperimentazione, ricerca e intervento presso tutti gli
ordini di scuola (Gentile, Iaccarino, La Prova) definisce una struttura generale di conduzione
del gruppo classe lungo il tempo.
1. La costruzione del clima nella classe
La prima dimensione fa riferimento alla "costruzione del clima nella classe". In funzione
di questo obiettivo il modello fornisce prototipi di attività organizzati all’interno di quattro
categorie prosociali: conoscenza reciproca, fiducia, collaborazione, aiuto. L’ipotesi è che lo
sviluppo di ciascuna condotta prosociale possa favorire la costruzione di una reciprocità
sociale, promuovere la percezione del compagno come risorsa e una percezione di sé in
termini di adeguatezza personale nei confronti dell’esperienza scolastica.
2. Lo sviluppo del sapere scolastico
La seconda dimensione fa riferimento allo “sviluppo del sapere scolastico”. In funzione
di questo scopo il modello fornisce uno schema di applicazione graduale.
2.1. Attività semistrutturate
Il primo passo dello schema prevede che i ragazzi si cimentino con strutture di
apprendimento semplice caratterizzate da:
a) gruppi di 2-3 allievi al massimo
b) tempo limitato di permanenza nel gruppo (poche ore)
c) necessità di utilizzo di abilità sociali per far funzionare il lavoro di gruppo
d) il carico cognitivo è leggero e/o il compito è poco complesso.
2.2. Attività strutturate
Il passo successivo prevede che i ragazzi si cimentino con percorsi di apprendimento
caratterizzati da:
a) gruppi di 4 allievi,
b) maggior tempo di permanenza nel gruppo (anche diverse settimane),
c) necessità di utilizzo di abilità sociali per far funzionare il lavoro di gruppo;
d) compiti complessi per i quali la partecipazione di ognuno è indispensabile per la
riuscita del gruppo.