Pregiudizi stereotipi discriminazione

Alcuni principi antropologici, sociali e
psicologici in tema di discriminazione
Avv. Andrea Zitani - ASGI
Culture
"Durante il suo regno, Dario convocò i Greci presenti al
suo seguito e chiese loro in cambio di quali ricchezze
avrebbero accettato di mangiare i padri morti: i Greci
risposero che non l'avrebbero fatto a nessun prezzo.
Dario, quindi, convocati gli indiani chiamati Callati quelli che mangiano i genitori -, alla presenza dei Greci
che comprendevano quanto veniva detto attraverso un
interprete, chiese loro in cambio di quali ricchezze
avrebbero accettato di bruciare con il fuoco i padri morti.
I Callati, gridando forte, esortarono Dario a non
pronunciare parole empie. Le usanze sono fatte così: e
mi sembra che Pindaro fosse nel giusto quando diceva
che l'usanza è regina del mondo" (Storie, III,38,3-4).
Culture
E' stato calcolato che esistono oltre 150 definizioni diverse di
cultura.
Una concezione antropologica moderna, presenta la cultura
come l’insieme delle usanze, degli atteggiamenti, dei valori
ideali e delle abitudini delle diverse popolazioni.
Culture II
La prima definizione antropologica di cultura è quella dell’antropologo
britannico Tylor: “quell'insieme complesso che include il sapere, le
credenze, l'arte, la morale, il diritto, il costume, e ogni altra competenza e
abitudine acquisita dall’uomo in quanto membro della società”.(Cultura
primitiva, 1871).
In questa definizione rientrano tutti gli aspetti della esistenza associata: ogni
attività degli uomini che abbia un significato sociale concorre a costituire la loro
cultura.
Culture III
Ogni uomo é partecipe e trascende la propria cultura di
appartenenza e non si esaurisce in essa.
Ulf Hannertz: non è l’uomo che è fatto dalla cultura,
ma è l’uomo che fa la cultura.
Culture ed individui
Nessun uomo é la propria cultura di appartenenza.
Si
possono
distinguere
due
diversi
modelli
di
comportamento:
ideali: rappresentati dalle norme che una cultura si dà
reali: gli effettivi comportamenti che gli individui
pongono in essere all’interno di quelle norme e, spesso,
anche di fuori delle stesse.
Mutamenti culturali - I
La dinamica della società si riflette secondo un processo
circolare con la modificazione della cultura: così come
non esistono società statiche non esistono culture
statiche.
Una cultura può infatti mutare per il mutare delle
condizioni sociali che la hanno prodotta, cioè per nuovi
assetti sociali che si producono al suo interno.
Mutamenti culturali II
Anche i nuovi assetti sociali possono essere
provocati da mutamenti culturali, da un agente
esterno o dalla modificazione dei rapporti di forza
con società e culture vicine.
Può inoltre essere indotto dall’imitazione di
comportamenti assunti da altre culture che
vengono reputati migliori.
Mutamenti culturali - III
I cambiamenti culturali endogeni sono interni ad una
determinata società, senza che intervengano contatti con
altre società o culture.
Un cambiamento culturale può essere provocato dal venire
meno della necessità che aveva portato alla creazione di
un determinato comportamento. In questi casi il
processo sarà sempre più o meno lento in considerazione
tanto dei condizionamenti psicologici di chi adotta un
certo tipo di comportamento, quanto del modo in cui
questa coercizione psicologica è utile per le elites in quel
momento al governo.
La cultura come adattamento
Le culture rappresentano la risposta a determinati problemi posti alla
società dall’ambiente naturale e sociale circostante. Le risposte sono,
però, limitate al problema affrontato, alla congruità della soluzione
adottata in un determinato momento storico ed al tipo di gruppo o di
persona che le ha imposte o trasmesse al resto del gruppo.
Certi modelli di comportamento possono perdere le proprie caratteristiche
adattative positive e modificarle in senso negativo diventando modelli
oramai sorpassati.
Non vi sono, in nessuna cultura, solo comportamenti adattativi, né questi
possono essere rigidamente determinati. Molti comportamenti, infatti,
sono neutri, cioé non corrispondono più ad alcuna funzione sociale.
La cultura come sistema integrato
“Ogni tratto di una determinata cultura assume un valore specifico
all’interno di quella cultura, mentre ne avrà altri in altre culture” (cfr. gli
studi di Ruth Benedict)
Questo significa che se una cultura è un tutto dal punto di vista
cognitivo, nel senso che non si può comprendere se non analizzandola
nel suo complesso, non vuole dire che sia un tutto statico nel quale basta
che venga meno un elemento per fare venire meno tutto il contesto di
appartenenza.
Ogni cultura è un tutto dinamico, nel quale il variare degli elementi
provoca sempre nuovi equilibri.
L’antropologia sociale britannica ha sviluppato negli anni ’60 un nuovo
modello di cultura come insieme integrato nel quale non si realizza
affatto un equilibrio, ma nel quale vige un disequilibrio costante.
(Leach, Turner, Bateson)
Etnie
I gruppi sociali possono darsi configurazioni diverse.
Una di queste é quella di gruppo etnico, inteso come gruppo che condivide
una medesima cultura ed i suoi elementi.
I gruppi etnici si autodefiniscono fissando differenze e confini rispetto ad
altri gruppi che vengono percepiti come diversi: in tal modo si afferma un
principio identitario che si autoalimenta sottolineando le differenze con
gli altri gruppi.
Con il termine etnia indichiamo un gruppo con una propria cultura: il
gruppo e la cultura sono continuamente modificabili.
Razze
Con il concetto di razza, invece, ci si riferisce a caratteristiche biologiche
innate di certe popolazioni alle quali dovrebbero corrispondere
comportamenti sociali e culture determinate.
In realtà gli studi di genetica indicano che l’homo sapiens sapiens si é
diffuso a partire da un numero molto basso di individui evolutisi in un
tempo assai recente, circa centomila anni fa.
Nel 1950 l’UNESCO emanò la Dichiarazione sulla razza con la quale si
affermava solennemente che non esistono razze umane.
Differenze razziali
Sono tali le variazioni fisiche scelte come
etnicamente significative.
Il razzismo é il pregiudizio basato su distinzioni
fisiche socialmente significative
Pregiudizio e discriminazione
Per pregiudizio si intende l'insieme di opinioni o
atteggiamenti dei membri di un gruppo verso i
membri di un altro gruppo
La discriminazione é un comportamento
effettivo verso i componenti di un altro
gruppo.
Etnocentrismo, chiusura e
allocazione risorse
I “confini” dei gruppi etnici (F. Barth) vengono
realizzati attraverso meccanismi di esclusione
tra i gruppi e, ove un gruppo sia dominante
rispetto ad uno o più gruppi, attraverso una
diseguale distribuzione delle risorse
culturalmente significative.
Identità sociale
Secondo Henry Tajfel l’identità sociale si forma combinando tre
meccanismi: categorizzazione, individuazione e comparazione.
Il primo meccanismo (categorizzazione) prevede che alcuni tratti
socialmente ed etnicamente significativi vengono utilizzati per creare delle
categorie di persone che vengo raggruppate secondo determinati schemi.
Il secondo meccanismo (individuazione) é quello attraverso il quale
avviene l’identificazione del proprio gruppo di appartenenza e dei singoli
individui all’interno di una delle categorie individuate.
Il terzo meccanismo (comparazione) é quello in base al quale avviene il
confronto tra il proprio gruppo e gli altri.
Etnocentrismo ed esotismo
L’etnocentrismo è l’atteggiamento di chi tende a
considerare le culture degli altri solo dal punto di
vista della propria cultura, che viene assunto
come il migliore se non come l'unico accettabile.
All’opposto c’è l’atteggiamento dell'esotismo, per
il quale si attribuiscono a culture altre tutti quegli
elementi positivi che si avvertono
soggettivamente mancanti nella propria cultura di
appartenenza.
“Culture o persone ?”
I pregiudizi etnocentrici sono comuni a tutti e da tutti dovrebbero essere
riconosciuti come tali.
L'approccio relativistico é quello per il quale tutte le identità e tutte le
culture sono poste su uno stesso piano e nel quale si riconosce che le
differenze di valori e di comportamenti non sono innate, ma si iscrivono
nelle concrete condizioni di vita dei popoli.
Avere ben presente la dimensione culturale é indispensabile, dando rilievo
all'esistenza del fattore umano.
L'aspetto culturale acquisisce il suo effettivo valore solo se riconosciamo
l'esistenza reale solo di esseri umani, non di culture.
Umano, troppo umano
L' approccio “umanista” cerca di evidenziare solo le
somiglianze, facendo riferimento ad una immutabile
natura umana, senza adeguatamente valorizzare le
differenze che vanno ugualmente riconosciute e
valorizzate.
Gli effetti possono essere paradossali: la scoperta di una
dimensione comune non deve portare ad un
appiattimento sulla dimensione “voluta”, il risultato può
essere l'incomprensione ed una forma di nuovo razzismo.
L'alibi culturale
E' necessario allo stesso modo evitare un approccio
rigidamente culturalista nel quale tutto viene ridotto alla
dimensione della cultura di appartenenza intesa in modo
rigido e totalizzante; in questo tipo di approccio le
differenze vengono enfatizzate al fine di dare una
spiegazione “culturale” alle incomprensioni ed alle
difficoltà di integrazione.
Le minoranze
Non tutte le minoranze sono tali in senso
sociologico; tali sono quei gruppi che condividono
alcune caratteristiche comuni e sono svantaggiati
rispetto alla maggioranza della popolazione.
La cognizione sociale
- I limiti della razionalità umana nei comportamenti
reali: economizzazione delle risorse cognitive.
L'uomo non é un freddo utilitarista.
- Modello dello scienziato ingenuo (Harold Kelley):
tendiamo a istituire correlazioni operando
valutazioni fondate sulla coerenza (gli altri si
comportano così anche in altre situazioni?),
consenso (nelle stesse situazioni si comportano
sempre così?) (e specificità (la persona che
osserviamo é l'unica a comportarsi così?)
Influenza del contesto sociale
a) Gli effetti di contrasto (il termine di
paragone più facilmente accessibile influisce
sul giudizio)
b) Il priming: (accessibilità dei concetti ai quali
siamo più abituati)
c) Il framing: (perdiamo o guadagniamo da una
data situazione?)
d) Ordine delle informazioni e diluizione (le
prime informazioni contano più delle altre e
troppe informazioni confondono)
Le euristiche del giudizio
a) Rappresentatività (ci concentriamo sulla
somiglianza con soggetti noti o stereotipati per
trarre giudizi)
b) Disponibilità (la facilità con la quale troviamo
esempi specifici influisce sul giudizio)
c) Atteggiamento (l'effetto alone di valutazioni già
date su persone o fatti correlati ed il falso consenso,
cioé la ricerca di persone che la pensano come noi
per rafforzare i nostri pregiudizi)
Quando si utilizzano le
euristiche
Limiti di tempo
Poche informazioni
Troppe informazioni
Scarso interesse diretto
La categorizzazione e gli
stereotipi sociali
Conoscenze stereotipate ed aspettative si
influenzano a vicenda. Cerchiamo conferme a
ciò che crediamo di sapere.
La correlazione illusoria: vediamo relazioni tra
fatti anche lì dove non ne esistono pur di
perseguire i nostri pregiudizi.
Ingroup e outgroup: tendiamo a considerare gli
altri gruppi come composti da soggetti uguali.
Il paradigma del gruppo minimo di Tajfel.
Il processo di attribuzione
a) Errore fondamentale di attribuzione: la tendenza
a sopravvalutare i fattori di personalità e
disposizionali rispetto a quelli ambientali e sociali.
b) Differenza attore/osservatore: gli attori tendono
ad attribuire comportamenti a fattori situazionali,
mentre gli osservatori li attribuiscono a fattori
personali. In verità ognuno recita diverse parti.
c) Egocentrismo: tendiamo a pensare di potere
influenzare gli eventi, come singoli e come gruppo
Il pregiudizio
Il pregiudizio é un atteggiamento ostile o
negativo nei confronti di un gruppo
riconoscibile che si basa su generalizzazioni
che derivano da informazioni scorrette o
incomplete e da elaborazioni cognitive non
sempre razionali.
Lo stereotipo
Attribuire le medesime caratteristiche a
qualsiasi persona di un gruppo senza
distinguere le effettive differenze.
La minaccia da stereotipo tende a influenzare i
comportamenti delle vittime di stereotipo che
inconsciamente si uniformano ad essi o si
valutano in base ad i medesimi stereotipi.
Lo stereotipo come forma di
attribuzione
Biasimare la vittima... é l'errore ultimo di
attribuzione: nelle situazioni con un margine
di ambiguità si attribuiscono ad i fatti
significati coerenti con i nostri stereotipi.
Le cause del pregiudizio
a) La competizione economica
b) La dislocazione della aggressività
c) Il mantenimento della immagine di sé
d) La personalità autoritaria
e) Il conformismo