IL PASTO DI RECUPERO Uno dei metodi più seguiti per il mantenimento del proprio peso corporeo è la palestra o un’altra attività fisica, al fine di permettersi un maggior introito calorico, facendo un semplice calcolo matematico tra entrate ed uscite, ma sarà poi proprio vero che basta semplicemente aumentare il proprio dispendio energetico per ottenere un dimagrimento? (si intende dimagrimento una riduzione della massa adiposo di deposito). Dati scientifici dimostrano che una attività fisica aerobica di almeno 20’ – 30’ produce una accelerazione del metabolismo dei grassi, con maggiore mobilitazione ed eliminazione, a costo però di far precedere e seguire all’attività fisica una corretta gestione alimentare, con i carboidrati che rappresentano il costituente principale del pasto precedente l’attività fisica (devono essere consumati 2 ore e mezzo prima dell’esercizio), mentre il pasto di recupero deve prevedere una buona quota di proteine. In termini tecnici la faccenda diventa ancora più complessa quando si vuole determinare il giusto apporto di ciascun nutriente durante tutto l’arco della stagione sportiva, al fine da apportare un reale miglioramento alla propria condizione fisica, sia dal punto di vista della composizione corporea (rapporto massa magra – massa grassa) sia delle proprie funzioni metaboliche generali e quindi di riflesso del proprio stato di benessere. Invece se andiamo ad analizzare l’alimentazione di tanti sportivi ci accorgiamo che non c’è nessuna attenzione al proprio comportamento alimentare. Nella pratica comune, alla domanda: “cosa mangi durante e dopo l’esercizio fisico ?”, mi sono sentito rispondere nel modo più disparato. C’è chi dopo l’attività fisica salta il pasto per dimagrire maggiormente, chi va a prendersi una pizza o un panino, chi non vede l’ora di tornare a casa per “sbranarsi” qualsiasi cosa venga a tiro, a causa dell’enorme appetito che l’esercizio ha giustamente prodotto nel soggetto. Non parliamo poi del pasto precedente la gara. Cerchiamo allora con questo articolo, di mettere un po’ d’ordine al tutto, senza avere la pretesa di entrare nei particolari perché altrimenti dovremmo scrivere un libro intero, ma indicando una serie di atteggiamenti corretti che possano prevenire danni in seguito all’attività fisica, invece che benefici. Il primo approccio da effettuare riguarderà il proprio fabbisogno. Diamo un esempio, considerando le razioni alimentari quotidiane raccomandate dalla National Academy Sciences: Età (anni) Peso (kg) Statura (cm) kilocalorie Kcal/kg Maschi 10-12 35 140 2500 72 12-14 43 150 2700 63 14-18 59 170 3000 50 18-22 67 175 2800 42 Femmine 10-12 35 142 2250 64 12-14 44 155 2300 52 14-16 52 158 2400 46 16-18 54 160 2300 42 18-22 58 162 2000 35 Adesso bisognerebbe distribuire in modo corretto le calorie a disposizione nella giornata, considerando che ogni momento deve avere un significato particolare, per esempio colazione, pranzo e cena costituiscono i pasti utili a costruire il corpo, mentre gli spuntini hanno funzione di distribuire il resto delle calorie aggiuntive di cui un atleta a bisogno, limitando al massimo i cibi sprovvisti di valore nutritivo. Il pasto che precede l’esercizio deve essere costituito principalmente da carboidrati i quali vengono facilmente digeriti e permettono di mantenere adeguati livelli di glucosio ematico; oltre ai carboidrati si può prevedere anche la presenza di frutta, verdure cotte e pesce o carni magre. Durante e dopo l’esercizio ricordiamoci del recupero di acqua. Il pasto di recupero deve contenere invece cibi facilmente digeribili, con prevalenza di alimenti proteici(pesci, uova alla coque, formaggi o altri latticini), oltre ad alcuni carboidrati come carboidrati o riso e frutta fresca o succhi di frutta. Dr Tolentino Francesco Paolo L’ESTATE SI AVVICINA Ogni anno, come un rituale, si comincia la preparazione all’estate e ci si preoccupa di svestirsi e ritrovarsi pieni di “ciccia” e inguardabili. L’atteggiamento più comune e quello di ricorrere a diete, trattamenti estetici, ore di palestra estenuanti, creme e prodotti di bellezza, pur di recuperare in poco tempo tutti gli errori accumulati durante l’inverno. Se questo tipo di atteggiamento, si fa presto a capire, non è molto corretto, difficilmente però ci si preoccupa degli eventuali rischi che si possono correre, sia a livello fisico che psichico pur di arrivare almeno in uno stato decente all’appuntamento estivo. Inoltre va anche considerato che uno dei problemi principali, la “cellulite”, non si risolve certamente con un calo ponderale, anzi spesso alimentazioni drastiche e squilibrate, non fanno che peggiorarlo. Sarebbe utile quindi mantenere durante tutto l’anno dei corretti equilibri alimentari e, se proprio vogliamo curarci in modo particolare, cominciare a rispettate alcuni accorgimenti di tipo alimentare che possono, pian piano, portarci ad un miglioramento dal punto di vista estetico, a condizione che la situazione da recuperare non sia disperata e che si mantenga una certa costanza nella selezione alimentare che adesso andremo ad analizzare. Gli accorgimenti principali sono: 1) Molta frutta (albicocche, agrumi) e molte verdure (spinaci, carote, calvolfiori, peperoni) ricchi di vitamine A e C. Queste vitamine contrastano efficacemente la comparsa della cellulite: la prima perché mantiene l'elasticità del tessuto connettivo, la seconda perché nutre i tessuti (in particolare quelli che formano i vasi sanguigni e linfatici). 2) Utilissime le vitamine del gruppo B, contenute in riso, cereali integrali e lievito di birra, il quale svolge anche un'azione benefica sulla flora batterica dell'intestino. 3) Acqua, acqua a volontà! Quindi bere molto e consumare molti alimenti che ne sono ricchi (ancora una volta, frutta e verdura), per favorire la diuresi e la disintossicazione dell'organismo. 4) Da evitare invece: - carni e formaggi grassi - salse - alcol e al cioccolato - grassi animali - fritti - salumi e insaccati (eccetto prosciutto magro e bresaola) - alimenti in scatola (eccetto tonno al naturale) 5) usare con moderazione: uova, riso e pasta integrali, gelati di frutta, tè, caffè. Come si crea la “cellulite” in una donna: La cellulite si sviluppa lentamente, a partire dalla pubertà. Dapprima in forma poco evidente: lieve ritenzione idrica nei tessuti sottocutanei, accompagnata da fastidiosa sensazione di gonfiore e pesantezza a livello degli arti inferiori, soprattutto la sera. Il tessuto adiposo si concentra principalmente sul lato esterno della coscia. E nella parte interna di gambe e ginocchia. Mano che i cuscinetti si accentuano, le gambe diventano pesanti, i piedi freddi. La pelle dolente al tatto. In pratica, i sistemi venoso e linfatico drenano con difficoltà i liquidi, che continuano a ristagnare. Da questa analisi si capisce benissimo come la prevenzione sia indispensabile. Se a queste semplici indicazioni si associa anche una buona attività fisica, sicuramente i miglioramenti saranno più visibili. In caso contrario, bisognerà rassegnarsi a mostrare il proprio corpo così come è, tanto poi alla fine non cambia molto, basta restare sempre dentro di noi quello che siamo. Dr Tolentino Francesco Paolo ANORESSIA E DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE: CHI NON HA PECCATO, SCAGLI LA PRIMA PIETRA…. Cerchiamo di analizzare e di interessarci a questo fenomeno così presente nella nostra realtà quotidiana, ma così “infima”, da essere difficilmente identificabile. Proviamo un po’ tutti a guardarci dentro e capire se nel nostro modo di fare ci sono relazioni sbagliate tra il nostro comportamento, la nostra psiche e il cibo. Sicuramente saranno tantissimi a riconoscere in se qualche cosa che non va, infatti tantissimi usano il pasto serale come momento di sfogo e di evasione rispetto allo stress della giornata, altri hanno sempre a disposizione brioche o cioccolatini o biscotti, ecc., da usare quando le cose nella giornata non vanno proprio bene. Anche l’eccessivo attaccamento ai gusti potrebbe rientrare nelle deviazioni del comportamento alimentare, visto che poi provocano quasi sempre delle alterazioni dei valori clinici o patologie delle più svariate. Infatti non è difficile trovare lo stimatore dei formaggi o del pane o della pasta o degli affettati o della pizza o dei dolci …. E potremmo continuare ancora per molto, anche considerando i rifiuti alimentari, forse ancor più pericolosi degli eccessi (vegetali o legumi o frutta in particolare, ma anche carne, pesce e uova nei vegetariani). Come capire quindi se il nostro rapporto con il cibo è più o meno corretto. Non è facile perché ciascuno di noi ha delle caratteristiche corporee diverse e quindi dei fabbisogni di macro e micro nutrienti personali, quindi forse il primo punto di riferimento potrà essere il proprio corpo il quale ci dà i limiti alle introduzioni alimentari con il senso di sazietà o ci richiede del cibo con le sensazioni di fame. Poi bisognerebbe chiedersi se quello che si sta usando è per una necessità del corpo o per gusto o per ansia o altro, per cui diventa molto facile intuire quali sono le trappole alimentari in cui possiamo cadere. Un buon sistema è per esempio, il diario alimentare, cioè riportare cosa si è utilizzato nell’arco della settimana, giorno per giorno e momento per momento, per poi rianalizzare il tutto cercando di capire quali sono i punti deboli della propria alimentazione e correggerli. Se proviamo a fare così capiremo che il cibo va assunto come necessità di costruire il proprio corpo, senza altri scopi secondari e ci renderemo conto che più sana è la nostra alimentazione nel quotidiano, tanto più il nostro corpo potrà tollerare gli extra come matrimoni e feste varie. Se la nostra cultura di ogni giorno migliorerà, sono certo che anche il fenomeno dell’anoressia, della bulimia e di tutte le altre devianze del comportamento alimentare, verranno a ridursi drasticamente nelle prossime generazioni, quindi tocca a noi. ANORESSIA NERVOSA: CHI COLPISCE (da AIDAP) L'anoressia nervosa fu descritta la prima volta dal medico inglese Richard Morton nel 1694 e fino a trent'anni fa è stata considera una malattia rara. Oggi invece sembra colpire lo 0,28% delle adolescenti e delle giovani donne adulte dei paesi occidentali. In Italia i dati a nostra disposizione evidenziano che ha una distribuzione uniforme: Italia del nord 0,36 %, Italia centrale 0,36-0,4%, Italia del sud 0,2%. Nei paesi anglosassoni pare che abbia avuto un aumento dal 1930 al 1970, ma nessun incremento dopo tale periodo; in Italia, purtroppo, non abbiamo dati a disposizione per valutare questo fenomeno. Il 90-95% delle persone colpite appartiene al sesso femminile e i maschi costituiscono tuttora una minoranza. L'età d'esordio del disturbo è compresa tra i 12 e i 25 anni, con un doppio picco di maggiore frequenza a 14 e 18 anni; negli ultimi tempi sono stati diagnosticati casi a incidenza più tardiva, dopo i 20-30 anni. È una patologia che colpisce soprattutto la popolazione occidentale, mentre è rara nei paesi in via di sviluppo, dove non esiste una forte pressione sociale verso la magrezza. Mentre negli anni sessanta l'anoressia nervosa colpiva prevalentemente le classi agiate, attualmente è distribuita in modo omogeneo nelle varie classi sociali. In alcune categorie occupazionali l'anoressia nervosa sembra essere molto frequente; i casi tipici sono le professioni che rientrano nel mondo della moda e della danza. BULIMIA NERVOSA: CHI COLPISCE (da AIDAP) La bulimia nervosa è un disturbo comparso all'inizio degli anni Settanta ed è stata descritta per la prima volta nel 1979 dal prof. Russell in un articolo intitolato "Bulimia nervosa: un'inquietante variante dell'anoressia nervosa". Dal 1980 in poi sono stati compiuti più di sessanta studi, per valutarne l'incidenza e la prevalenza, che hanno fornito dei risultati abbastanza omogenei: il disturbo colpisce circa l'1% delle giovani donne. In Italia gli studi di prevalenza hanno fornito risultati simili a quelli ottenuti negli altri paesi occidentali: Italia del nord 0,5-1%; Italia centrale 1-0,7%, Italia del sud 1,7%. Come per l'anoressia nervosa, l'età d'esordio del disturbo è compresa tra i 12 e i 25 anni, però nella bulimia nervosa il picco di maggior frequenza è a 17-18 anni. Gli uomini sono colpiti raramente e non abbiamo dati che affermino che il disturbo sia in aumento tra i maschi. La bulimia nervosa è presente soprattutto tra i bianchi, mentre è rara tra gli afroamericani e nei paesi in via di sviluppo. Per quanto riguarda la classe sociale la bulimia nervosa sembra essere, come l'anoressia nervosa, distribuita in modo omogeneo. Le persone colpite sono generalmente di peso normale, alcune lievemente sottopeso, altre leggermente sovrappeso, pochissime in grande sovrappeso. IL NATALE: FESTA PER TUTTI; MA NON PER STOMACO, FEGATO… 1) Si guarda sempre con un po’ di sgomento per i chili di troppo alle feste natalizie. Ci sono degli accorgimenti da seguire per affrontarle con serenità senza il timore di ingrassare senza sottoporsi ad ascetici e dolorosi digiuni? Il comportamento alimentare, così come molte altre forme di comportamento, presentano durante l’anno delle oscillazioni, con eccessi o carenze, che spesso impediscono al corpo di avere un periodo di pace, anzi, di solito viene sottoposto a enormi sforzi con tentativi di recupero a volte difficili. Questo non a causa di qualche bella mangiata in compagnia, ma per le cattive abitudini che accompagnano la nostra quotidianità. Infatti, la mia ipotesi, confermata dai tanti anni di esperienza nel mio lavoro, dice che il nostro corpo potrebbe tollerare anche un matrimonio a settimana, se gli altri sei giorni della settimana fossero corretti dal punto di vista alimentare. Il guaio, inoltre è che ciascuno di noi non ha indici attendibili dello stato di salute, essendo la bilancia uno strumento i cui indici lasciano il tempo che trovano e danno una informazione parziale e a volte sbagliata. La conseguenza è che passiamo da un eccesso alimentare ad una carenza alimentare che ci permetta di recuperare i chili in eccesso, senza renderci conto che entrambi gli atteggiamenti sono pericolosi per il corpo. Quindi bisogna che impariamo innanzitutto a non seguire la strada della restrizione alimentare, per cui è da evitare il digiuno. Poi, se impareremo anche ad equilibrare i rifornimenti di cibo necessari al nostro corpo, non avremo più bisogno di nulla e potremo permetterci anche un Natale con degli eccessi alimentari. 2) quali gli alimenti e le tecniche di cottura da privilegiare? Tutti gli alimenti sono utili al corpo, essendo ognuno portatrice di un componente organico o inorganico necessario alle funzioni metaboliche dell’organismo stesso. In breve: I PRINCIPALI GRUPPI DI ALIMENTI Pane, pasta, riso, cracker, grissini, biscotti, dolci, prodotti da forno in generale Cereali e e patate sono la principale fonte di zuccheri semplici e complessi (carboidrati). tuberi Ma contengono anche fibra, vitamine del gruppo B e proteine di basso valore biologico. Verdura e frutta, fresche, essiccate, surgelate, conservate in scatola, integre o Frutta e ridotte in succo, sono ricche di vitamine, sali minerali, acqua e fibra. ortaggi Forniscono proteine di basso valore biologico, ma, se abbinati ai cereali, Legumi rappresentano una validissima alternativa alla carne. Inoltre, sono una buona fonte di alcune vitamine del gruppo B, di ferro, calcio e fibra. Sono gli alimenti più ricchi di calcio, ma contengono discrete quantità anche di Latte, vitamine del gruppo B e di proteine. yogurt e formaggi Carni, pesci Sono ricchi di proteine di buona qualità, di minerali, soprattutto ferro, zinco, rame e vitamine del gruppo B. e uova Olio, burro, margarine sono molto energetici, ma non vanno eliminati dalla Grassi di condimento dieta perchè contengono acidi grassi essenziali e vitamine liposolubili. Vanno sempre preferiti quelli di origine vegetale, come l'olio extravergine di oliva, e possibilmente vanno usati solo per condire non per cucinare. Riguardo invece alle tecniche di cottura, ritengo utile variare molto, limitando solo la frittura. Usare tecniche di cottura diverse permette di esaltare i sapori, usare gli stessi alimenti con ricette diverse e quindi divertirsi in cucina, anche con una alimentazione equilibrata. In pratica dobbiamo eliminare il concetto di alimentazione dietetica come alimentazione scondita e senza sapori. Ricordiamoci che l’uso di aromi rende più gradevole il cibo rispetto all’uso di grassi Le principali tecniche di cottura sono: IN MEZZO SECCO : Cottura al forno (convenzionale: gas, elettrico; a microonde); Arrostimento (alla griglia; su piastra); Frittura (da limitare) IN MEZZO UMIDO : Bollitura; Cottura a vapore; Cottura a pressione; Cottura in umido (brasata; stufata). 3) E con vini e spumanti come bisognerebbe regolarsi? Gli spumanti rientrano nella categoria dei vini speciali, la cui specificità è riferibile alla sovrapressione da anidride carbonica, che deve possedere il prodotto all'atto della stappatura per il consumo. Lo spumante proprio per il contenuto rilevante di CO2, che genera la spuma, si distingue sia dal frizzante, sia dai vini che presentano una certa vivacità, come nel caso dei prodotti appena svinati, travasati e imbottigliati fuori dal contatto dell'aria ambiente. La sovrapressione gassosa deriva dalla fermentazione o rifermentazione degli zuccheri naturali, o aggiunti, all'interno di contenitori ermetici, capaci cioè di garantire la tenuta alla pressione desiderata. Paragoniamo le caratteristiche di alcune bevande alcoliche Bevanda Brandy Grappa Spumante Vino da pasto bianco Vino da pasto rosso Cal per 100 ml 230 242 87 70 Carboidrati (gr) 0 0 0,6 0 Proteine (gr) 0 0 0 0 Lipidi (gr) 0 0 0 0 75 0 0 0 Come si può notare, tranne i superalcolici, non abbiamo molti danni da un bicchiere di vino o spumante. L’unica attenzione per gli spumanti è legata alla eccessiva presenta di CO2, per cui grandi quantitativi potrebbero causarci disturbi rilevanti a livello gastrico. 4)quella dell’ananas che aiuta a bruciare calorie è solo una leggenda metropolitana? Bisogna fare attenzione a cosa ci riferiamo quando parliamo di un vegetale. Diversi tipi di verdura o frutta possono essere utilizzati in fitoterapia, ma trattati e concentrati. Ricordo di una collega dottoressa del riminese che presa da questa informazione sulla bontà dell’ananas nel trattamento delle lipodistrofie, iniziò a inserire a mattino, pranzo, pomeriggio e sera ananas a tutti i suoi pazienti, con sconvolgimento della vita sociale della città, perché i fruttivendoli non riuscivano più a soddisfare le esigenze dei clienti e i clienti stessi che dopo un po’ di tempo erano nauseati da questo trattamento e non solo smisero di usare l’ananas ma abbandonarono anche la dieta. In realtà, a scopo fitoterapico, in caso di lipodistrofia localizzata (cellulite), contusioni, ematoni e le forme infiammatorie (emorroidi), può avere un lieve effetto benefico l’utilizzo del gambo di ananas (usato come prodotto erboristico ovviamente). Esso contiene la bromelina che è un enzima proteolitico, usato anche in farmacologia per la produzione di farmaci antinfiammatori. 5)vantaggi e svantaggi del cioccolato Conosciuto già dagli antichi Maya che lo consideravano un dono degli dei, il cacao fu importato dal Sud America, e si diffuse ben presto presso le corti europee, dove veniva consumata come bevanda mescolata con zucchero e aromatizzata con vaniglia o cannella. L'albero del cacao viene coltivato ancora oggi nei paesi situati in prossimità dell'Equatore; dai sui semi, sottoposti a processo di essiccazione, fermentazione, torrefazione e macinazione, si ottiene la polvere di cacao. Il cioccolato è sicuramente tra i cibi più consumati e apprezzati al mondo, ma quanti sanno veramente cosa contiene una barretta di cioccolato fondente? Iniziamo col dire che per la maggior parte il cioccolato è costituito da carboidrati e da lipidi, questi 'ultimi rappresentati essenzialmente da acidi grassi saturi: ac. palmitico, ac. miristico, ac. laurico e ac. stearico. Il più abbondante è proprio l' acido stearico che ha una ben nota azione pro-coagulante (cioè stimola l'aggregazione delle piastrine del sangue con formazione di trombi che possono occludere i vasi), dovuta all' attivazione all'interno delle piastrine del metabolismo dell' acido arachidonico con formazione di trombossani, sostanze che risultano essere potenti aggreganti cellulari. Altra notizia che sarà gradita ai più golosi è che il cacao, essendo un prodotto di origine vegetale, è completamente privo di colesterolo. Il cioccolato è inoltre ricco di metilxantine, e in particolare di caffeina e teobromina, sostanze contenute in numerosi alimenti di largo consumo, come caffè e the, aventi proprietà stimolanti il sistema nervoso. Sono proprio le metilxantine la causa di un fastidioso bruciore retrosternale che può presentarsi ad alcune persone dopo aver assunto della cioccolata; infatti esse provocano un rilasciamento di alcuni muscoli, tra cui anche quelli dello stomaco, con passaggio del contenuto dello stomaco nell' esofago. Il cioccolato contiene anche proteine, alcune delle quali ricche di tiroxina, un aminoacido che viene utilizzato dal nostro organismo per produrre dopamina, un ormone che induce un senso di benessere. Proprio questo ormone viene indicato da alcuni studiosi per spiegare la "dipendenza" dal cioccolato che sembra colpire alcuni individui. Nonostante tutti questi effetti benefici, non bisogna dimenticare che gli alimenti che contengono cacao hanno la caratteristica di possedere un'elevata quantità di calorie,cosa che dovrebbe distogliere dall'abuso chi ha qualche chilo di troppo. Componenti del cioccolato fondente Nutrienti Calorie Carboidrati Lipidi Proteine Fibre Calcio Ferro Magnesio Fosforo Potassio Sodio Zinco Rame Magnesio Selenio Valori per 100g Valori per 44g 479 Kcal 63,10 g 30 g 4,20 g 5,90 g 32 mg 3,13 mg 115 mg 132 mg 365 mg 11 mg 1,62 mg 0,70 mg 0,80 mg 3,10 mcg 210,76 Kcal 27,76 g 13,20 g 1,85 g 2,60 g 14,08 mg 1,38 mg 50,60 mg 58,08 mg 160,60 mg 4,84 mg 0,71 mg 0,31 mg 0,35 mg 1,36 mcg Tiamina Riboflavina Niacina Ac. pantotenico Vitamina B6 Folati Vitamina A Vitamina E Caffeina Teobromina 0,06 mg 0,09 mg 0,43 mg 0,11 mg 0,034 mg 3 mcg 2 mcg 1,19 mg 62 mg 486 mg 0,02 mg 0,04 mg 0,19 mg 0,05 mg 0,02 mg 1,32 mcg 0,88 mcg 0,52 mg 27,28 mg 213,84 mg 6) Carni bianche o rosse? Il biancomangiare o mangiare in bianco si diffuse in tutta Europa, in tutte le regge e palazzi, case nobiliari e della buona borghesia, come cucina degli intellettuali, sia uomini che donne. Due erano le versioni, una di grasso (polli ed altri animali), l’altra di magro (pesce, comprese le rane). In quanto bianchi, alcuni cibi ebbero un gran successo e tra i tanti, oltre al già citato riso, il latte di mandorle e la pasta di mandorle (marzapane), l’orzata e via dicendo. L’ideologia ebbe successo anche per la sua semplicità e la ritroviamo fin quasi ai giorni nostri. Il pomodoro, ad esempio, usato nei sughi, è senza dubbio rosso e scuro ed è il simbolo di una cucina povera per contadini. Da qui anche una certa difficoltà a conquistare l’alta cucina destinata agli intellettuali. Di recente l’ideologia del mangiare in bianco è stata giustamente abbandonata dalla medicina. Una classica malattia degli intellettuali e dei manager, l’ulcera gastrica, imputata erroneamente allo stress, era trattata anche con il mangiare in bianco, ma senza apprezzabili risultati che, invece, si sono ottenuti quando, riconosciuta un’origine infettiva della malattia, questa è stata curata con adatti antibiotici. In modo analogo è avvenuto per tante altre malattie. In alimentazione resta ancora l’anacronistica distinzione tra le carni bianche e rosse, quando si sa che alla diversità di colore non corrisponde una significativa differenza nutrizionale. Più importanti, per la gastronomia, sono altre caratteristiche delle carni, ad iniziare dal contenuto di grasso, connettivo e via dicendo. Vediamo infatti le caratteristiche nutrizionali delle due carni: CARNE ROSSA CARNE BIANCA Parte edibile (%): 100 100 Acqua (g): 72,9 74,9 Proteine (g): 20,3 23,3 5,7 0,8 52 - 68 60 Carboidrati disponibili (g): 0 0 Amido (g): 0 0 Zuccheri solubili (g): 0 0 Fibra totale (g): 0 0 Fibra insolubile (g): 0 0 Lipidi(g): Colesterolo (mg): Fibra solubile (g): 0 Alcool (g): 0 0 Energia (kcal): 133 100 Energia (kJ): 554 420 Sodio (mg): 53 33 Potassio (mg): 287 370 Ferro (mg): 1,5 0,4 Calcio (mg): 15 4 178 210 18 32 Zinco (mg): 5,00 0,67 Rame (mg): 0,06 0,05 Fosforo (mg): Magnesio (mg): 7) Esistono bevande o tisane naturali che aiutano a disintossicarsi? Spesso capita di eccedere con il cibo e ritrovarsi stanchi, gonfi, apatici, con infiammazioni intestinali, ecc.. Abbiamo fatto largo uso di cibi cotti, molto ricchi di calorie, spesso poco digeribili: salse, carni insaccate, dessert, frutta secca e magari anche superalcolici. Volendo essere più precisi, si può dire, che abbiamo seguito un'alimentazione acidificante, povera di vitamine, sali minerali e oligoelementi. Mangiando in questo modo, si predispone l'organismo a produrre sostanze tossiche dovute alla fermentazione e alla putrefazione. Queste tossine, se permangono nella zona in cui vengono prodotte, cioè l'intestino, possono causare colite o gastrite. In altri casi, invece, passando nel sangue, possono dare problemi diversi: mal di testa, orticarie, foruncoli. Per questo motivo, prima ancora di usare bevande o tisane, va usata una alimentazione disintossicante, in cui si privilegia:aglio, carota, cereali, miele, cipolla, yogurt, germogli, barbabietola rossa, avocado. Attenzione invece va fatta per: grassi di origine animale, spezie, carni grasse, uova fritte, vino e superalcolici, alimenti in scatola, cioccolato e dolci in genere, salse e bevande gassate. L’alimentazione di questo periodo disintossicante deve essere ricca di acqua, verdura e frutta. In più si può anche usare qualche tisana depurante come: malva o melissa o betulla. Dr TOLENTINO FRANCESCO PAOLO