I disturbi del comportamento alimentare
I
l comportamento alimentare e il rapporto con il cibo possono diventare talora così problematici da determinare lo sviluppo di Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA).
Si tratta di una serie di malattie sempre più diffuse, che sono rappresentate in primo luogo da anoressia
nervosa e bulimia nervosa e che, nelle loro diverse forme, usano il corpo e il cibo per esprimere un disagio
psicologico: esse partono dalla psiche, ma si ripercuotono sul corpo, provocando conseguenze fisiche anche
gravissime, che possono portare, in alcuni casi, alla morte. Inoltre, tali malattie sono complesse, subdole e
difficili da trattare. In particolare, esse sono:
l complesse in quanto hanno origine dall’interazione di diversi fattori (genetici, biologici, psicologici, micro
e macro-sociali), che concorrono, con ruoli diversi, alla genesi e alla perpetuazione della malattia;
l subdole in quanto colpiscono all’esordio in modo non evidente e si instaurano con lentezza;
l difficili da trattare perché, nonostante gli sforzi, non esiste ancora, per ciascuna di esse, un trattamento
univoco e risolutivo.
Fino a 15-20 anni fa, i DCA si riscontravano eccezionalmente, mentre attualmente sono una realtà diffusa
che pone pesanti problematiche in ambito sia sanitario sia sociale. Essi interessano prevalentemente le adolescenti e le giovani donne adulte (9 malati su 10 sono di sesso femminile) anche se ormai non sono rare le
forme tardive (30-40 anni) e precoci (preadolescenti e bambine).
Nonostante i dati siano sicuramente sottostimati, si ritiene che in Italia soffrano di anoressia e bulimia nervosa
circa 3 ragazze ogni 100 tra i 12 e i 25 anni, per un totale di circa 120.000 persone, cui vanno aggiunti almeno altri 300.000 soggetti con forme cosiddette subcliniche o sotto soglia, cioè con manifestazioni cliniche
incomplete o meno gravi rispetto alle due forme principali.
L’anoressia nervosa è considerata una malattia del “mondo industrializzato”, anche se i primi casi accertati
e riconosciuti si riferiscono a epoche antecedenti ed è altamente probabile che tale disturbo esistesse già
in epoca remota. Tale malattia è caratterizzata da un importante calo ponderale che porta il soggetto in una
situazione di sottopeso, accompagnato da:
l rifiuto di mantenere un peso adeguato per l’età e la statura;
l intensa paura di acquistare peso o di diventare grassi anche quando si è sottopeso;
l alterazione del modo in cui il soggetto vive il peso o la forma del corpo, eccessiva influenza del peso e
della forma del corpo sui livelli di autostima, rifiuto di ammettere la gravità dell’attuale condizione di sottopeso;
l amenorrea (cioè assenza di almeno tre cicli mestruali consecutivi).
Il calo di peso è ottenuto con una alimentazione restrittiva fino al digiuno, sia riducendo o eliminando gli
alimenti considerati ipercalorici e ingrassanti, sia diminuendo la quantità delle porzioni assunte.
In alcuni casi, per il controllo del peso sono adottati anche comportamenti eliminativi (vomito autoindotto,
abuso di lassativi o diuretici) o una pratica eccessiva dell’attività fisica.
La bulimia nervosa, descritta per la prima volta dallo psichiatra Gerald Russell nel 1979, è caratterizzata,
invece, da:
l presenza di abbuffate, cioè assunzione di grandi quantità di cibo in un breve periodo di tempo, accompagnata dalla sensazione di perdere il controllo durante l’episodio (non riuscire a smettere di mangiare o a
controllare che cosa e quanto si sta mangiando);
l ricorso a condotte compensatorie ricorrenti, messe in atto per prevenire l’aumento di peso che potrebbe
conseguire all’eccessivo introito di cibo, quali digiuno, esercizio fisico eccessivo o comportamenti di eliminazione come vomito autoindotto, abuso di lassativi o diuretici;
l eccessiva influenza sull’autostima da parte del proprio peso e dell’immagine corporea.
A questi disturbi più noti e diffusi, si devono aggiungere due altre situazioni delle quali è più difficile delineare
i confini.
La prima è costituita dal binge eating disorder (disturbo da alimentazione incontrollata), una malattia caratterizzata dal consumo di grandi quantità di cibo in un breve periodo e seguita da sentimenti di autodenigrazione. Essa è presente con percentuali variabili dal 30 al 40% nei soggetti obesi. Tale comportamento, pur
© editrice san marco
F. Fuoco, ALIMENTAZIONE CONSAPEVOLE E SICURA
Dietologia e dietoterapia
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© editrice san marco
F. Fuoco, ALIMENTAZIONE CONSAPEVOLE E SICURA
presentando analogie con la sindrome bulimica, non è seguito da comportamenti compensatori e in esso è meno presente la preoccupazione per il peso corporeo e l’aspetto fisico.
La seconda sindrome, denominata dei disturbi del comportamento alimentare non altrimenti specificati (DANS) è costituita da un insieme di disturbi del comportamento alimentare di difficile inquadramento
alla luce delle attuali conoscenze.
Anche se non è ufficialmente riconosciuta dalla psichiatria, va infine ricordata la ortoressia, termine introdotto nel 1997 dal medico californiano Steven Bratman per indicare un’ossessione maniacale per il mangiare
sano, con un’attenzione abnorme alle regole alimentari, alla scelta del cibo e alle sue caratteristiche. Spesso
l’ossessione di mangiare sano spinge questi soggetti ad adottare diete rigide fino all’eliminazione di gruppi
di alimenti con rischi di carenze.
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